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La mia canzone

Titolo: La mia canzone

Genere: Storie d'amore/drammatico

Autrice: Theblackcatshadow

E siamo giunti anche all'ultima recensione di questa lista. Questa storia mi è parsa sin da subito decisamente nelle mie corde, e sono contenta di essermela lasciata per ultima... anche se molto probabilmente ho fatto sospirare l'autrice che aspettava la recensione.

Ma lasciate che vi saluti in modo appropriato...

Appena ho visto la copertina l'ho trovata molto carina, anche se forse un po' infantile... non so come spiegarlo, forse è per il fatto che gli elementi di cui è composta non sono delle immagini prese da delle foto ma si vede che sono solo dei disegni. Inoltre, sembra che questo filo rosso che ha il chiaro intento di collegare i vari elementi fra loro abbia poco senso, sia messo un po' a casaccio. Si nota anche un pentagramma che sale e ruota attorno al pattino in linea, due elementi che attirano l'attenzione di chi ama il pattinaggio e la musica. Sicuramente una scelta azzeccata, solo che questo pentagramma lo avrei fatto di un altro colore, diverso da quello del filo, perché non risalta come dovrebbe, quasi si confonde con questo filo rosso. Tra l'altro si vede anche una scritta del medesimo colore, ma passa quasi inosservata, così come il nome dell'autrice. In definitiva, è leggermente noiosa e poco suggestiva, se pur rimane una copertina carina. Forse avrei scelto una delle altre che elenca nella prima pagina... forse la penultima, ma vabbè.

Per quel che riguarda la sinossi l'autrice è riuscita a inserire in modo conciso e molto simpatico tutte le cose più salienti sulla protagonista, su ciò che è e su ciò che vuole diventare. Perfetto! È una sorta di introduzione davvero efficace, aiuta a mettere il lettore nella giusta prospettiva. Mi è piaciuta anche la descrizione che fa di Cameron alla fine... "Occhi blu, chitarra in mano e una voce quasi mistica." Boh, se non è evocativa questa descrizione non so cosa lo sia.

Ci sono solo rimasta male per una cosa riguardo alla trama: Lucy è un'americana che viene a studiare a Milano e, secondo questa sinossi, dove incontra quello che sembra diventerà a tutti gli effetti l'amore della sua vita. Bene, perché non è Italiano? Uff!

Ho adorato l'analogia che fa tra le vite di Cameron e Lucy.

Partiamo subito con il primo capitolo: 1:Ti ricordi di me?

Ho trovato molto dolce il modo in cui esordisce, con questa lettera scritta da Lucy che, come è scritto nella sinossi, ha questa abitudine di riversare i suoi pensieri su un diario segreto, Ma non si rivolge al diario stesso, bensì a una zia che, come si capisce alla fine della lettera, in un punto commovente del capitolo, è venuta a mancare da ormai diversi anni. È molto sentito l'affetto che traspare attraverso queste poche righe, è molto forte quanto questa zia era ed è importante per Lucy.

Nel suo complesso questo primo capitolo immerge il lettore quasi completamente nella vita di Lucy, e descrive in modo assai esauriente e suggestivo i componenti della sua famiglia e i loro caratteri. L'autrice ha fatto un bellissimo lavoro regalando ad ognuno di essi una peculiarità che aiuta il lettore a renderli vivi nella propria mente. Ogni personaggio presentato è colorato e attivo, non è passivo e solo di contorno, a prescindere dal ruolo che ha nella storia. Certo, ovviamente dipende anche dalla loro importanza, ma è molto facile immaginarseli.

Subito iniziando questo capitolo, però, c'è una cosa che mi è saltata agli occhi in modo irritante...

L'autrice mette un particolare banner, molto dolce e attinente alla storia, che usa però troppo spesso. Di solito, quando si usa un banner o anche tre asterischi come faccio io, si mettono per indicare al lettore che si trova davanti a un salto temporale o addirittura a una nuova location, come per avvertire che la scena successiva sarà ambientata in un tempo o in un posto diverso, mentre in questo caso l'autrice ha inserito questo banner solo per indicare un cambio di argomento. Ad esempio, ce n'è uno alla fine della lettera che scrive a sua zia, ma subito dopo troviamo la protagonista sempre nella sua stanza mentre la madre la chiama per pranzare. Ne troviamo un altro anche quando passa dal descrivere il momento in cui ha acquistato la sua penna preferita, che ha appena usato per scrivere sul suo diario, a quando parla della sua adolescenza, come una piccola parentesi, per poi tornare al momento in cui si mette a tavola con la sua famiglia. Non c'è un cambio di luogo o un salto temporale, le situazioni che la protagonista sta vivendo sono consecutive, ma con quel banner confonde il lettore che si aspetta di trovare una situazione completamente diversa e invece rimane un po' così... scombussolato.

Un'altra cosa che mi ha lasciata un po' spiazzata in questo primo capitolo è il fatto che Lucy sia italiana. Da quello che avevo letto nella sinossi, avevo compreso che Lucy fosse americana e che avesse deciso per qualche motivo di venire a studiare a Milano... Intanto per via del nome, Lucy Black non è minimamente un nome italiano, e poi perché dice solo che è una ragazza dal sangue americano. Sono rimasta un po' scioccata quando ho scoperto che in realtà vive in Italia e si trasferisce soltanto a un'ora di treno. Per farvi capire meglio, se io vi dicessi che ho sangue siciliano nelle vene, capireste che sono toscana? Se avete qualche nozione in più perfino il mio cognome vi può confondere perché è siciliano, ma io sono nata a Livorno. Se l'autrice avesse detto che Lucy ha origini americane, invece di dire solo che ha sangue americano, sarebbe stato diverso.

Certo, pazienza, non è un errore così mastodontico...

Ci sono altri diversi errori più o meno simili lungo questo primo capitolo. Ad esempio, parlando della sua penna preferita, una stilografica comprata a Firenze, la descrive come se per tutti gli altri fosse stata una normale biro... forse avrebbe dovuto usare un altro modo per descriverla perché la penna biro è tutta un altro tipo di penna rispetto alla stilo.

Quando parla del periodo delle scuole medie, confonde quando descrive le femmine della sua scuola. Le descrive come il vero problema di quel periodo, ma, dapprima ci si coinvolge, dicendo: "Il vero problema eravamo noi femmine..." Ma poi si esclude da quel gruppo dicendo: "Osservavano tutto: i modi di vestire..." ecc. Da quel che ho capito lei faceva parte di quel gruppo di studenti derisi e giudicati, quindi inserendosi tra le femmine pettegole e con la puzza sotto al naso non torna il fatto che si sentisse sotto processo.

È altrettanto confuso il discorso subito successivo riguardo a queste regole. Quali sarebbero queste regole? Dice che il gruppo di femmine pettegole le giudicavano per come si vestivano o per come si comportavano, come se fossero delle regole da seguire, ma non dice quali fossero i modi più adatti che potevano costituire queste regole da seguire.

Quando sua madre si siede a tavola e all'improvviso domanda se andrà a vedere degli appartamenti non si intuisce subito a chi si sta rivolgendo. Per un primo momento sembra che stia parlando col padre di Lucy, e non con Lucy.

Quando suo fratello le estorce del denaro per non rivelare il suo segreto sul diario, le dice: "Facciamo che con venti euro ci chiudo un occhio." Quel "ci" stona un po'.

Non so se la dicitura "maledetto succhi-soldi" sia un refuso dettato da disattenzione o no, perché a regola si dice "succhia-soldi". Non credo stesse parlando di succhi di frutta.

Quando parla del suo diario, formula una frase costruita un po' male. "A volte pensavo di essere un po' cresciuta per quel genere di cose, ma io, invece, lo trovavo estremamente rilassante." Con quel "ma io, invece," sembra quasi che stia parlando di un'altra persona. Ha già fatto capire che è lei stessa a credere che quella pratica fosse un po' infantile per la sua età, non c'è bisogno di ribadire che è sempre lei a credere che fosse estremamente rilassante.

Ad ogni modo, alla fine di questo primo capitolo, la situazione di Lucy è molto chiara. Viene descritta molto bene, ci viene detto qual è la sua passione e anche il perché di questa passione, ci viene spiegato cosa vuole diventare e anche perché vuole diventarlo. Viene descritto in modo allegro e vivace il suo carattere, l'autrice l'ha resa una ragazza dolce e sensibile, della quale è facile affezionarsi o innamorarsi... speriamo solo che non si riveli una classica Mary Shue. Ma non importa, la curiosità di continuare la lettura c'è tutta. È una gioia!

Nel capitolo 2. Jingle Bells Betrayal, ho trovato subito un refuso derivato dall'errata costruzione della seguente frase: "La nostra era una storia costruita sulla fiducia reciproca, sull'amore sincero, avrei detto fino a quel momento, ma ero solo un'ingenua..." Io inserirei quel "avrei detto fino a quel momento," all'inizio della frase. "Fino a quel momento avrei detto che la nostra fosse una storia costruita sulla fiducia reciproca, sull'amore sincero, ma ero solo un'ingenua..."

Ho trovato confusa anche la frase: "Grazie a una fila di querce che facevano da divisorio, non solo separava la casetta dall'area del parco, ma in più fungeva da ottimo nascondiglio; nessun bambino o adulto poteva disturbarci, era nostro." A tal proposito, come poi ho potuto constatare lungo la lettura, sembra che l'autrice si complichi da sola le cose nella costruzione delle frasi inserendo troppe virgole, formando così volutamente troppe reggenti e subordinate. Se riuscisse a costruire le frasi con meno virgole renderebbe il discorso più fluido e apprezzabile. "Una fila di querce separava il parco dalla casetta, facendo da divisorio e creando un ottimo nascondiglio tutto nostro, dove nessun adulto o bambino poteva disturbarci." Per fare un esempio.

Cosa significa "irrigidirsi a sé"? forse voleva dire "stringersi a sé"?

"Imprecare a raffica parole dalla dubbia esistenza"? è una frase che capisco poco. Di solito si dice che esclama parole incomprensibili, o che non si riesce a sentire, ma qui lei mette in dubbio che esistano certe parole. In che senso?

Una volta a Milano, Lucy incontra l'agente immobiliare, ma nel primo capitolo dice di aver parlato coi proprietari dei vari appartamenti visti su internet che dovrà visitare, non menziona un agente immobiliare. Non torna.

Quando va a vedere la terza e ultima casa, dice che trovano la porta semi aperta, per poi dire che la coinquilina l'aveva lasciata spalancata per agevolarli. Ma, allora, era semi aperta o spalancata?

Non mi convince molto il modo in cui si esprime in certi frangenti, in questo secondo capitolo descrive la sua coinquilina, che poi risulterà essere la sua migliore amica, con "dei lunghi capelli biondi, pettinati affinché risultassero su una spalla." ...Non so, ma mi ha fatto un po' storcere il naso.

Alcuni dialoghi mi sono sembrati un po' forzati e troppo costruiti.

Nel capitolo 4. Il Cigno dei Ghiacci, lei torna a casa... per l'ora di pranzo? Non è molto chiaro, ma se così fosse non torna con i tempi. Nel capitolo precedente dice di svegliarsi alle 9:30. Dalle il tempo di sistemarsi e arrivare alla stazione, con il treno ci mette un'ora per arrivare a Milano, metti che perderà almeno un paio d'ore per spostarsi nella città e visitare le tre case dove ci sono le stanze che aveva visto in internet, e poi deve ancora metterci un'altra ora per tornare a casa col treno, (senza tener conto che le ferrovie sono sempre in ritardo) più i tempi morti che ci sono tra un'azione e l'altra, come fa suo fratello a non essere ancora tornato a casa da scuola? Forse è un punto da rivedere, o comunque da rendere più chiaro.

In questo capitolo spesso ho notato che il continum temporum è poco rispettato, passando dal passato remoto al passato prossimo nello stesso periodo.

In alcune parti ho trovato il linguaggio narrativo di Lucy un po' troppo aulico per una semplice ragazza di venti anni come lei. È difficile sentire pronunciare cose tipo: "Nell'aver pronunciato quelle parole, drizzò solerte il visto allarmato e, dalla posizione inginocchiata in cui era, si destò in piedi, tradendo una smorfia sofferente mentre lo faceva." Non è assolutamente errato per quel che riguarda la grammatica o altro, ma non è propriamente un linguaggio tipico di una ragazza come lei, sembra più un passo della Divina Commedia, anche perché, per il resto della narrazione, ha sempre mantenuto un linguaggio giovanile e schietto.

Sì... credo che Nemo renda bene la mia sottile delusione per questi errori... Non tanto perché sono gravissimi, ma perché sono tanti. Ma andiamo avanti.

Al capitolo 8. Come il ciclo, troviamo degli errori anche di punteggiatura, oltre che di sintassi.

Trovo che "...finché una massa di ragazzi più distinta non mi fece attirare l'attenzione." Sia un modo bizzarro per dire semplicemente che un gruppo di ragazzi "attirò la mia attenzione."

Nella frase "Mi aggregai speranzosa a quel gregge di studenti, ma nel mio metro e cinquanta di statura più della schiena di un ragazzo esageratamente alto non riuscivo a scorgere." Credo che ci sia qualche errore di punteggiatura...

Un ultimo appunto lo vorrei fare circa il verbo "l'avvolsi". Se io descrivo il gesto di avvolgere le mie braccia attorno al corpo di una donna, posso usare sia la formula "la avvolsi" che "l'avvolsi", mentre se avvolgo le braccia attorno ad un uomo non posso usare la formula "l'avvolsi", perché l'apostrofo è l'elisione dell'articolo "la", che si usa solo riferito al femminile.

Continuando nella lettura si trovano ancora errori di questo tipo, ma sempre meno, per questo consiglio all'autrice di prestare maggiore attenzione a certi frangenti, se e quando decidesse di revisionare.

Per il resto non posso che fare i miei complimenti per questa storia. Andando avanti diventa sempre più appassionante, molto ben costruita e realistica. Ogni altro personaggio che viene inserito viene descritto in una maniera estremamente emozionale.

Ad esempio, ho adorato il modo in cui presenta Giulia, l'amica di Cameron, parlando dei suoi occhi estremamente belli e apparentemente caldi, "sembravano tanto innocenti, eppure... c'era qualcosa, un luccichio di freddezza, un fiocco di neve che brillava in mezzo a una bufera del Sahara. Arrivò a farmi accapponare la pelle." Cavolo, c'è riuscita anche con me!

L'autrice usa spesso situazione simboliche per esprimere concetti emotivi, dando al testo un forte impatto sul lettore. Mi è piaciuto tantissimo il modo in cui ha descritto una particolare situazione tesa, sempre nel capitolo 8, dicendo: "Era un po' come quando in una stanza piena di gas, c'era il terrore che qualcuno accendesse un accendino. La tensione era la medesima." Non è soltanto l'analogia in sé ad essere quasi poetica, ma anche il modo in cui l'ha inserita nella narrazione. Accidenti!

Parlando della trama e dell'evolversi degli avvenimenti, troviamo una protagonista che è la classica ragazza un po' ingenua ma con un cuore d'oro, che tutti vorremmo avere come amica. Proprio per questo suo cuore d'oro, ha un comportamento leggermente infantile, e poi... una che si esprime con "perdinci", o "perdindirindina", a volte ti fa alzare gli occhi al cielo... ma vabbè. Resta comunque adorabile.

I personaggi che le ruotano attorno non sono solo dei personaggi secondari di questa storia, l'autrice ha dato loro un carattere molto ben marcato e diverso per ciascuno, come ho detto precedentemente, e soprattutto, ha dato loro un passato indipendente. Questo li porta ad essere ancora più coloriti e vivi nell'immagine che il lettore si fa di loro.

Non mancano i prestavolto, ma li inserisci gradatamente, e solo come suggerimento. Perfetto!

Ho trovato solo un po' troppo cliché il fatto che la prima persona con la quale Lucy instaura un rapporto di amicizia all'interno della scuola sia proprio la sorella gemella del bellissimo Cameron. Con tutti i ragazzi che c'erano proprio con lei doveva fare amicizia per prima...

La storia non è ancora terminata, e non so quanto manchi ancora prima di arrivare alla parola fine, ma in questi 33 capitoli possiamo comunque riuscire ad affezionarci a Lucy e a comprendere in pieno la sua vita. Assisteremo alla sua splendida amicizia con Elisa, comprendendo cos'è che le rende tanto unite, capiremo il suo carattere dolce e diretto, scopriremo il suo modo di essere comprensiva nei confronti di Nina e dei suoi problemi con Michael, e, in modo molto sottile ed elegante, inizieremo a capire gradatamente come riesca a insinuarsi nel cuore del bello e serio Cameron... spingendoci a continuare la lettura per vedere i nostri sogni avverarsi e poterli vedere finalmente uniti...

Ma vabbè, sto andando oltre. Quel che volevo dire è che, nonostante i vari errori disseminati qua e là, è sicuramente una storia che consiglio per chi ama il genere d'amore romantico e dolce. Non si può abbandonare Lucy e Cameron al loro destino...

Saluti e baci a tutti!

Laura 💋

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