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Il caso del cadavere incompleto

Parto subito con una premessa: Mi domando se vi chiedete perché dovete assicurarmi di poter giudicare la copertina, perché poi non capisco com'è che vi viene in mente di cambiarla mentre io sto recensendo la vostra storia. E' già la seconda volta che succede e devo dire che è abbastanza irritante. Non credevo di doverlo mettere nel regolamento ma d'ora in avanti lo inserirò, perché se io parto con una recensione e guardo la copertina, a prescindere se la storia è conclusa o no, tale copertina deve rimanere fino alla fine. Mi dispiace, ma dato che l'autrice l'ha cambiata non la giudicherò.

Titolo: "Il caso del cadavere incompleto"

Autrice: Rolock221

Genere: FanFiction

Intanto saluto tutti e do il benvenuto a questa prima recensione della settima lista.

Ma andiamo diretti al sodo e partiamo in quarta iniziando con la sinossi di questa storia.

Essendo in seconda persona parla del protagonista da un punto di vista molto più vicino rispetto alla classica terza persona, il che la rende originale su questa piattaforma. La visione del personaggio principale è messa sotto una lente d'ingrandimento, ma al tempo stesso è un punto di vista che lascia un po' di distanza tra il lettore e le vicende narrate, in modo da farlo sentire a suo agio ma comunque più distaccato rispetto a una prima persona. (Ho fatto la scoperta.) A mio parere è una sinossi ben riuscita e scritta egregiamente bene, dà al lettore la giusta prospettiva, spiega concisamente quali tematiche la storia andrà a toccare e, soprattutto, incuriosisce. Non si può leggere questa sinossi e rimanerne indifferenti.

Come ho spiegato nella scheda, trattasi di una fanfiction, e non ci vuole molto a capire quale personaggio sia a cui fa riferimento. L'ispettore inglese più famoso del mondo prende di nuovo vita sotto le abili dita di Rolock221, avvolgendoci tra le spire di un nuovo caso che sembra uscito pari pari da un qualche libro di Arthur Conan Doyle, in realtà dico sembra ma l'unico libro che ho letto su Sherlock Holmes era "Il mastino dei Baskerville" e tale fatto risale a quando ero una ragazzina... mi ricordo vagamente la copertina e poco altro. Ciò non vieta di ammirare un personaggio come lui. Dobbiamo precisare però che lo Sherlock qui emulato non è direttamente quello dei libri di Doyle, ambientato nella Londra del 1800, ma è il personaggio preso dalla omonima serie "Sherlock" trasmessa in tv, dove il nostro investigatore, sempre con il suo carattere introverso e pungente, vive e lavora nella Londra dei giorni nostri.

Ci sono pochi capitoli a disposizione su cui lavorare, al momento della sua iscrizione ne aveva nove, ma mi sono permessa di leggere anche quelli che ha inserito nel frattempo. Il primo capitolo in questione si presenta subito estremamente ben scritto e scorrevole, e la cosa che più incanta dello stile di questa autrice sono le descrizioni delle ambientazioni. Precise e dettagliate ma senza annoiare, non si limitano a farci vedere il posto dove Sherlock va a investigare di volta in volta ma dà anche un'impressione emotiva, aiutando così il lettore a immedesimarsi ancor di più nella scena.

E questa è una cosa che raramente si incontra in un libro su wattpad, davvero ammirevole!

D'altronde conoscevo già Rolock221 in quanto, una delle sue fanfiction su Sherlock, è stata inserita nella mia raccolta delle storie più belle... non è stata affatto una sorpresa per me trovare un lavoro così ben fatto.

Ciò non vuol dire che il suo lavoro sia perfetto. Purtroppo, parlando di questo primo capitolo, ho trovato vari punti che mi hanno lasciato un po' perplessa.

Uno di questi si trova quasi subito, quando si vede scritto "il livore annoiato sul viso di Sherlock..." Il che?

Per definizione, livore vuol dire Astio o Rancore velenoso, siamo sicuri che l'autrice volesse dire proprio quello? Non lo so ma mi risulta difficile immaginarmi un Astio annoiato... è difficile credere che uno stato d'animo così forte possa essere espresso accoppiato alla noia. Mi viene in mente che forse Sherlock vive in un perenne stato di irritazione, tanto da sentirsi annoiato quando non deve lavorare a nessun caso che lo incuriosisca. Può essere?

Vabbè. Tornando a bomba, mi è piaciuto molto il modo in cui descrive il ponte nel luogo in cui Sherlock si reca per investigare dopo la telefonata ricevuta da Lestrade (e i suoi fan capiranno subito di chi sto parlando). Nel descrivere il "ponticello [...] il cemento, corroso da anni di incuria e scarsa manutenzione, mostrava in superficie il metallo dell'armatura di acciaio, come vene in rilievo sulle braccia di un vecchio alla fine dei suoi giorni." WOW!

Solo che, quando descrive Sherlock raggiungere Lestrade, dice: "...raggiunse l'ispettore Lestrade che, già in attesa vicino al cadavere, era affiancato da un uomo che John non aveva mai visto."

We we we, aspettate un attimo, ma adesso John Watson da dove salta fuori? Come mai appare all'improvviso senza che venga presentato in nessun modo? Siamo d'accordo che Watson sia un personaggio che è un po' l'ombra di Sherlock, e che questi senza di lui non va da nessuna parte, o quasi, ma inserirlo così senza rendere partecipe il lettore della sua presenza è destabilizzante, io credevo che Sherlock fosse andato in quel posto da solo.

Ma ok... andiamo avanti...

"<<Salve!>> John si diresse senza indugi verso l'uomo che accompagnava l'ispettore capo e al quale tese la mano. Il nuovo arrivato rispose al saluto elargendo al medico una stretta poderosa."

Alt! Fermi un attimo! Il nuovo arrivato in questo caso è John, non l'uomo a cui si avvicina, eh, questo era già lì. Casomai, al posto di scrivere "il nuovo arrivato" scriverei "quest'ultimo", indicandolo come l'ultimo personaggio descritto. Direi che suona meglio, no? Poco ha importanza che nella storia si scopre essere un personaggio nuovo arrivato da poco.

Anche parlando del cadavere che Sherlock va ad esaminare c'è un punto che suona male alle mie orecchie: "...mentre gli occhi vitrei puntavano ancora l'ultima immagine che l'uomo doveva aver visto prima di morire". Non che sia sbagliata a livello grammaticale, ma se il soggetto della frase inizia con gli occhi, perché poi si sposta e diventa l'uomo? non sarebbe meglio mantenerlo su gli occhi? "...mentre gli occhi vitrei puntavano ancora l'ultima immagine che dovevano aver visto prima della morte dell'uomo." Non è più suggestivo?

Ad ogni modo, da questo primo capitolo rimane davvero naturale per il lettore immergersi nelle situazioni raccontante, perché, come ho già detto, il modo di scrivere di questa autrice è estremamente lineare e scorrevole, nonostante, spesso e volentieri, il modo in cui crea i paragrafi, ovvero decide di andare accapo durante la narrazione, crea un po' di confusione.

Dopo aver esaminato il cadavere, Lestrade rende noto di ciò che gli hanno trovato nelle tasche:

"L'ispettore estrasse una bustina di plastica, all'interno della quale un mazzetto di banconote era trattenuto da un fermaglio in argento. Il detective sorrise.

<<Devo riflettere. Sulla scena ci sono [...]>> rispose, avviandosi a risalire l'argine del rivolo ormai secco."

Ecco... chi è che rispose? Ok, a livello intuitivo si capisce che sia Holmes, ma non tanto a livello di come è impostato il discorso perché l'autrice lascia uno spazio dopo che l'obiettivo viene spostato su di lui. Le descrizioni in un dialogo sono come l'obiettivo di una telecamera, che si sposta quando cambia l'interlocutore durante un dialogo. Se prima si vede Lestrade che parla, la telecamera si deve spostare per far vedere Sherlock che sorride. Di conseguenza è come se la telecamera venisse spostata nuovamente. Avrebbe dovuto lasciare uno spazio dopo l'intervento di Lestrade e cominciare il nuovo paragrafo con l'immagine di Sherlock che sorride, in modo da spostare l'attenzione del lettore dall'uno all'altro personaggio, e basta, mentre quello spazio crea confusione.

E purtroppo questo è un errore, se così vogliamo chiamarlo, che l'autrice ripete lungo tutta la sua opera.

Mi ha fatto ridere la Guida all'imputazione di un gentiluomo, è una locandina ironica ma se vogliamo anche un po' cruda... Sarebbe bene inserire anche un tag maturo? Non lo so, chiedo, perché, anche se si tratta di un disegno, si vede sempre un braccio che viene tagliato e l'osso segato.

Ad ogni modo, alla fine di questo primo capitolo direi che la curiosità di un lettore su questa storia è stata pungolata a sufficienza. Viene naturale continuare a leggere. La capacità di donare il giusto carattere a Sherlock è impressionante, sia per chi non lo conosce come i suoi fan, sia per i veri appassionati del genere che sono sicura troveranno il personaggio estremamente coerente.

Le dinamiche, in una visione più ampia, sono purtroppo sempre le solite: Un omicidio dove Sherlock indaga, ci sono sospettati, indagini e vittime. L'autrice deve mantenere una certa "scaletta" in questo tipo di storie. Ma, nel suo piccolo, assistiamo a molti episodi in cui il personaggio di Sherlock spicca in tutto il suo carattere, mantenuto fedelissimo all'originale in ogni minima peculiarità; a partire dal modo in cui segue le indagini, vedendo indizi dove per altri non c'è assolutamente niente, e alle frecciatine un po' da gradasso che tira nei confronti di Watson o Lestrade. Mi ha fatto sorridere alla fine del capitolo 5. Dubbi e granitiche certezze, quando Sherlock, quale ottimo segugio, fa un'acuta osservazione circa l'abbigliamento della vittima. Lestrade, che non ha il suo stesso acume, gli fa notare che non c'è niente di particolare, secondo lui, nell'abbigliamento dell'uomo, per tutta risposta Sherlock risponde:

"<<Come sempre>> rispose, <<Come sempre>>."

In particolare c'è un sogno, descritto nel capitolo 12. Il sogno di Sherlock, che viene raccontato in prima persona direttamente da lui e apre uno squarcio sul suo mondo interiore, sulle sue emozioni e sensazioni. Il che è degno di nota dato che è risaputo quanto Sherlock Holmes abbia accantonato tali emozioni per far posto ad una mente il più analitica possibile a favore del suo lavoro. E questo, a parer mio, è la riprova di quanta passione Rolock abbia messo nel suo lavoro. 

CONSIGLIEREI...

Ho trovato anche nei capitoli seguenti il sopracitato errato modo di andare accapo, confondendo un po' le immagini che il lettore si crea nella mente durante la lettura, proporrei di controllare meglio l'impostazione dei paragrafi.

Inoltre consiglierei una revisione d'insieme per quel che riguarda la punteggiatura... diciamo che le virgole non sono proprio il massimo ma, soprattutto, i tre puntini non devono avere uno spazio dalla parole che li precede.

Inoltre mi permetto di dire che non esiste la versione femminile di eremita, quindi Sherlock è sempre stato un eremita, non un eremito. Spero sia stato solo un errore di battitura.

Che dire? Basta aggiustare un pochino queste cose, aggiustare il tiro, e poi la freccia può essere scagliata nella giusta direzione. Anche se il lavoro non è ancora terminato sono certa che a fine opera può essere considerato un piccolo capolavoro.

Complimenti!

Un salutone e alla prossima!!!

N.B.: come mi è stato fatto giustamente notare da una dolcissima utente, in questa recensione ho fatto un errore clamoroso. La sinossi della storia non è in prima persona, ma sempre in terza, solo che, a differenza delle altre sinossi presenti su wattpad, ha un linguaggio più diretto, che permette al lettore di sentirsi più a suo agio... Tutto qui. Appena riesco a taggarla ringrazierò l'autrice che mi lo ha fatto notare. 💋

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