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If I were you

Titolo: "If I were you"

Autrice: confusedwriter00

Genere: storie d'amore

Un saluto e un forte abbraccio a tutti e ben venuti a questa prima recensione della quarta lista. Sono molto contenta di iniziare con questa storia, perché mi è piaciuta molto, anche se devo dire di essere davvero molto arrabbiata con l'autrice di questa storia. Come si permette di cambiare copertina mentre io la sto valutando? Io ho preso in esame la copertina che c'era prima di questa, e ho giudicato quella. Ritengo una mancanza di rispetto da parte sua cambiare copertina in questo modo, prima che la recensione che ha richiesto fosse terminata... 

Mi dispiace, ma se voleva che fosse questa copertina a venire giudicata si accontenterà del giudizio sulla copertina di prima. Ormai la recensione l'avevo già fatta.

La copertina in soggetto raffigurava un panorama con una ragazza in primo piano coi capelli rossi che guardava in basso in un'espressione imbarazzata, dava un senso di malinconia, quello sfondo immenso dava la sensazione di perdersi, come se parlasse di un viaggio senza ritorno. Va che poetica che sono oggi! Come copertina è assolutamente molto emozionale, anche se non dà emozioni positive e di conseguenza non attira molto alla lettura... Anche per quel che riguarda la ragazza in primo piano, che guarda in basso con un'espressione triste, suggerisce un libro un po' monotono e poco divertente.

Leggendo la sinossi descritta sotto alla copertina sembra che la storia parli di due sorelle gemelle identiche a livello fisico ma decisamente diverse nel carattere e nei modi di fare. Viene però svelato che, nonostante siano caratterialmente l'opposto, vivranno una situazione che metterà alla prova il loro affetto.

Da quello che si legge qui non sembra che si parli nemmeno lontanamente di una storia d'amore classica tra un ragazzo e una ragazza, o comunque tra due persone che hanno una reciproca attrazione fisica e un sentimento romantico, qui sembra che si parli esclusivamente della storia di un affetto fraterno tra due sorelle. A questo punto non credo allora che sia adatto definirla una storia d'amore come invece l'autrice mi ha scritto nel commento.

La storia ha comunque un estremo potenziale ed è sicuramente originale, nonostante che la figura delle due gemelle monozigote ma diversissime caratterialmente sia stata affrontata da molte altre autrici. La protagonista principale è Morgan, timida e riservata, che non riesce a capacitarsi dell'improvvisa sparizione della sorella gemella. Dopo un messaggio probabilmente mandato da sua sorella alla migliore amica di quest'ultima, Morgan inizia un'avventura quasi a tinte gialle per ritrovarla, facendo conoscenza con persone che si dimostreranno dapprima amiche per poi deluderla. Tra queste, però, spicca un ragazzo in particolare del quale Morgan si innamora e dal quale viene ricambiata... ok, in fondo la storia d'amore c'è, anche se forse, a parer mio, viene dato poco spazio alla stessa. Ma, sempre a parer mio, viene dato poco spazio a qualsiasi situazione viene raccontata.

Concentriamoci un attimo sul prologo e sul primo capitolo, che sono quelli che maggiormente hanno la responsabilità di attirare i lettori o di scoraggiarli. In questo caso direi, senza sbilanciarmi troppo, che le cose stanno a 50-50.

Per quel che riguarda la trama queste due prime parti sono molto introspettive e descrittive. La narrazione è in prima persona dalla parte di Morgan, la più pacata e matura delle due sorelle. Da qui si intuisce molto in profondità la differenza che intercorre tra di loro, decisamente diverse sia caratterialmente che come amicizie, come modi di fare e di vestirsi, di interessi e tutto, insomma. Ma, come si era già visto nella sinossi, succede un avvenimento che fa invece ricredere la protagonista, facendole capire quanto sia grande l'affetto che la lega alla sorella. Ci sono alcune parti che toccano il lettore molto in profondità, esaudendo in todo la necessità del lettore di immedesimarsi nella protagonista.

E questa credo sia decisamente la parte positiva.

Quella negativa è che, essendo tutto questo pezzo un intero monologo introspettivo, l'uso delle virgole lo esaspera un po'. Non voglio dire che siano messe in modo errato o a casaccio, ma che sono veramente troppe! La virgola serve anche per dare un ritmo narrativo e a parer mio l'autrice dà agio a troppe pause durante la lettura, rendendola alquanto lenta. Se sommiamo questa lentezza al monologo abbastanza lungo ecco che questi due primi capitoli diventano un po' barbosi.

È un peccato perché sono scritti in maniera molto corretta a livello grammaticale e sintattico.

Prima di continuare vorrei precisare che il giudizio sulla copertina e sulla sinossi, così come sui primissimi capitoli che fungono da introduzione, li faccio in separata sede; ovvero, dopo averli letti, mi soffermo e ne do un giudizio parziale prima di continuare la lettura, perché in pratica è il giudizio che ogni lettore dà quando inizia a leggere una storia, e da questi primi capitoli e dalla copertina decide se è una storia nelle sue corde e può così continuare a leggere oppure no. Sinceramente, per quel che mi riguarda, queste continue pause dovute a queste innumerevoli virgole, le ho trovate davvero un po' insopportabili, soprattutto se unite al fatto che siano un intero monologo della protagonista. Ma essendo i primi capitoli è accettabile che la situazione venga in parte riassunta per permettere al lettore di non perdersi in troppi preamboli e arrivare in un momento più vivace della narrazione.

Andando avanti con la lettura, però, mi sono accorta che il libro in pratica è tutto così. Sembra proprio che l'autrice esasperi volontariamente l'enfasi ad ogni frase, inserendo virgole dove non ce ne sarebbe assolutamente bisogno e mantenendo costante questo monologo della protagonista per tutto il tempo. Tranne qualche dialogo ogni tanto, che fortunatamente aiuta un po' a spezzare la monotonia, devo dire che ho trovato il testo un po' monotono... per l'appunto.

È un po' come se l'autrice avesse avuto una voglia irrefrenabile di raccontare la storia che aveva in testa ma al tempo stesso non avesse avuto la pazienza di mostrarla agli occhi del lettore... sì, avete indovinato di cosa sto parlando, del mitico show don't tell.

Ed è davvero un gran peccato!

La storia, se presa nel suo insieme, è davvero molto suggestiva e quasi ipnotica. Le vicende di Morgan che parte alla ricerca della sorella che sembra essersi volatilizzata nel nulla, sono quanto di più coinvolgente ci possa essere. La curiosità della ragazza, unita al suo coraggio inconscio e al carattere introverso, creano un susseguirsi di vicende che ti fanno restare con il fiato sospeso, impedendoti di staccare gli occhi dal testo. Ogni qualvolta ho dovuto abbandonare la lettura continuavo a chiedermi cosa sarebbe successo.

È per questo che, al tempo stesso, questo continuo flusso di pensieri mi ha veramente irritata. L'autrice non può immaginare quante di quelle volte mi sono sentita contrariata dal fatto che non mostrasse minimamente alcune scene clou della storia, limitandosi a raccontarle superficialmente dal punto di vista di Morgan!

Senza contare che, oltre ad aver inserito un numero spropositato di virgole, sembra che l'autrice non conosca affatto altra punteggiatura, se non il punto, ovviamente, o il punto interrogativo per le domande. (Anche se devo aggiungere che, soprattutto verso la fine, ho trovato alcuni punti interrogativi in domande retoriche dove il punto interrogativo non andava inserito.)

Per fare un esempio, prendo a caso l'inizio del capitolo 21, che recita: "Alle sei di mattina, decisi di alzarmi dal letto." A regola la virgola serve per dare enfasi e anche per dividere le frasi di un intero periodo, ma una frase, per essere considerata tale, deve contenere un predicato verbale. Che predicato verbale contiene la frase "Alle sei di mattina"? Questa è una delle tante virgole inutili e fastidiose.

Eppure basterebbe poco a rendere un testo più vivo e movimentato! Sia che l'autrice esprima un pensiero o un'affermazione non si vede l'ombra né di un punto esclamativo né dei puntini di sospensione. Ci sono solo virgole e punti. Basta.

Proprio per questa apparente incapacità di mostrare le situazioni da parte dell'autrice, molto spesso ho trovato troppo bruschi i cambi di situazioni o l'inserimento di nuovi personaggi.

Per esempio ho trovato un po' traumatico quando nel capitolo 2 l'autrice inserisce il personaggio di Dana. Spiega che si era trasferita da Londra prima della scomparsa della sorella, ma non spiega chi sia in realtà. Lo si intuisce da quello che scrive di lei, che ha sessantacinque anni e che vuole rifarsi del tempo perduto, e che non vuole farsi chiamare nonna, ma per quel che mi riguarda è un'introduzione troppo brusca. Avrei preferito che lo specificasse in modo più dolce e classico chi è questa Dana, perché sarebbe stato anche più coerente con il tipo di linguaggio usato dalla protagonista nella narrazione. Che poi è anche un personaggio che non ha nemmeno motivo di esistere, dato che sparisce dopo appena un capitolo.

Piccola parentesi: nel capitolo 6 c'è una frase che mi ha lasciato un po' perplessa: "Indagare, senza informare la polizia, è illegale". Ma chi l'ha detto? Se io ho i mezzi a disposizione nessuno mi può impedire di indagare per conto mio, basta che non intralci le indagini della polizia o che mi faccia giustizia da sola. Non so se lo ha inserito perché lo crede davvero o perché è solo il personaggio che lo dice a crederlo.

All'inizio non ho capito perché quei pochi dialoghi che inserisce li mette in corsivo. Me lo sono chiesto perché non ne vedo il motivo, considerato anche che dopo smette di metterli in corsivo.

Ad ogni modo, la storia in sé è davvero appassionante e coinvolgente, senza tenere conto della sintassi, e l'autrice inserisce all'inizio di ogni capitolo un aforisma o una citazione attinenti al capitolo stesso, coinvolgendo ancor di più il lettore. Ho trovato di buon gusto anche le diverse canzoni che scandiscono alcuni momenti importanti, anche se vederne riportato il testo o buona parte di esso mi ha lasciato del tutto indifferente, specialmente quando la canzone non la conoscevo o era in inglese. Ma il fatto che alla fine inserisca il video per ognuna di loro è una bella pensata.

La storia è un crescendo di sensazioni e intrecci sufficientemente complessi, ma che alcuni di essi mi hanno lasciato in testa delle domande alle quali non sono riuscita a trovare risposta nemmeno alla fine. E, purtroppo per l'autrice, a parer mio, dal momento che Morgan riesce finalmente a trovare la sua tanto amata sorella, la qualità del racconto precipita inesorabilmente in un susseguirsi di situazioni un po' stupide o che hanno poco senso... o sono poco realiste.

Ad esempio, è proprio strano che le due siano riuscite a scappare dal posto in cui Alex era prigioniera da quasi un anno in un modo così facile nonostante venissero controllate da una videocamera costantemente.

Il vecchietto del negozio a cui Morgan chiede i soldi è un personaggio alquanto poco realistico. Prima di tutto perché a settant'anni dovresti essere in pensione, vecchio, dato e considerato anche che sei sordo come una campana, ma poi ci vorrebbe un motivo un po' più plausibile per giustificare questa sua estrema bontà nel dare dei soldi a Morgan. Solo il fatto che quella ragazza gli stia simpatica non mi sembra un buon motivo per dargli tutti quei soldi a cuor leggero... forse ci sarebbe bisogno di una motivazione più forte. Così come mi sembra troppo strano che una sconosciuta le dia il cellulare senza minimamente mostrare un minimo di perplessità.

Quasi alla fine della storia, senza fare spoiler, le due sorelle sono costrette a cambiare nome, ma poi tra di loro finiscono per chiamarsi con i loro nomi originali. Non so se sia stata una svista da parte dell'autrice ma data l'importanza della cosa dovrebbero continuare a chiamarsi con i nomi nuovi anche nell'intimità della loro casa... (Considerato anche altri fattori che non voglio discutere qui per non fare spoiler ma che credo che l'autrice capirà dicendo che non sono sole.)

La situazione che, prima del colpo di scena finale, la madre delle due ragazze dice di aver risolto è poco chiara... in realtà è poco chiara fin da subito. Accidenti, ma questo Jordan cosa cappero faceva per incutere così tanto timore? All'inizio appare solo come un semplice stupratore che rimane impunito per via della posizione importante del padre, e qui mi scuso se ho fatto spoiler, ma poi alla fine viene dipinto come un vero e proprio criminale! Mi sembra davvero troppo riduttivo che la madre spieghi di essere semplicemente andata a casa sua e aver rivendicato l'onore delle sue figlie a parole. Per come veniva dipinta l'intera situazione è una risoluzione poco esauriente.

Ed effettivamente il carattere di questo Jordan, che poi sarebbe il vero antagonista della storia, viene trattato in maniera superficiale, così come vengono trattati in maniera superficiale tutti gli altri personaggi. Persino Austin, che alla fine ricopre un ruolo principale, non viene descritto in maniera approfondita, non ci viene spiegato nemmeno in modo approssimativo il suo coinvolgimento sentimentale con Morgan, sembra avere un classico colpo di fulmine e di punto in bianco è innamorato perso. Boh!

E poi c'è una domanda che mi era sorta quasi dall'inizio e che ho voluto aspettare la fine per vedere se avrebbe ricevuto risposta ma così non è stato: Perché Amelia fa vedere a Morgan quel messaggio? A prescindere dalla sua natura qual è il motivo per cui lo fa? Se non la volevano tra i piedi bastava che la lasciassero nell'ignoranza, invece Amelia mostra quel messaggio a Morgan e da lì parte tutto il fulcro della storia. Se non glielo avesse mai mostrato Morgan sarebbe rimasta a casa domandandosi che fine avesse fatto la sorella e aspettando di vederla tornare a casa da un momento all'altro.

Verso gli ultimi capitoli, inoltre, ho trovato alcuni refusi che non so se sono di distrazione o meno, dato che alcuni di essi sono ripetuti, come da al posto di , o si senza accento invece del con l'accento... Ce ne sono altri ma non mi metto a correggerli perché credo che l'autrice possa riuscirci benissimo da sola e poi perché non sono errori che pregiudicano la comprensione del testo.

Tirando le somme la storia è davvero molto appassionante, le situazioni vengono descritte in una maniera che riesce a incuriosire il lettore da un punto di vista narrativo ma al tempo stesso poco coinvolgenti, soprattutto a livello descrittivo.

Sono certa che l'autrice abbia grandissime potenzialità, ma deve imparare a mettere più passione e a capire che certi dettagli possono fare la differenza tra una storia raccontata e una mostrata.

A presto

Laura. 💋

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