3/3.
-Amore?-
Tastò un paio di volte il letto prima di alzarsi di scatto, cercando la mia piccola figura.
La mia ragazza desiderava solo una cosa la mattina: voleva trovarmi accanto a lei avvolta tra le coperte, così da poter restare a guardarmi.
Inquietante, leggermente.
-Sono qui!- agitai la mano in aria, scordando per un attimo di essere sola.
Idiota.
Due grandi braccia avvolsero piano la mia vita da dietro.
Sorrisi e mi voltai verso il viso di quella splendida ragazza dagli occhi lucenti, accarezzandole il viso.
-Sei bellissima- lasciai scorrere un pensiero ad alta voce e lei notandolo sorrise a sua volta, imbarazzata.
-Smettila.-
-Mai- le risposi sporgendomi per baciarla.
-Forse dovrei andare-
-Già, lo credo anch'io-
Mi guardò sorridendo prima di girarsi in contemporanea con me verso l'orologio.
-Merda- esclamò Lauren -Devo proprio andare, amore-
-Ti raggiungo- le risposi poco dopo.
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-Mia nonna e mia zia vorrebbero conoscerti-
Sollevai la testa per ascoltarla. -Vogliono sapere chi è la ragazza che mi ha fatto perdere la testa in questo ultimo periodo-
Annuii convinta.
D'altronde, sarebbe arrivato quel momento.
-Quindi come sono andata oggi?-
-Sei stata bravissima, amore- le risposi mettendo a lavare alcune posate.
-Dovrei migliorare quello slancio che ti dicevo?-
Camminai piano verso di lei -Per me sei stata perfetta, amore- sorrisi per poi baciarla dolcemente.
Penso di averlo già accennato ma, Lauren è nata e cresciuta in una famiglia di circensi e quando ha provato a dirmelo, temeva che anche io potessi prenderla in giro.
Ormai ci stavamo frequentando da un po', forse più di quattro o cinque mesi.
E adesso, stiamo finalmente insieme.
Rise di gusto.
-Per te sono sempre "perfetta"!
Non potresti dirmi qualcos altro?-
-Ti amo-
-Touchè- rispose ridendo -Ti amo anche io, mia piccola principessa-
-Forse dovrei prepararmi per stasera.
È già tardi-
-Già, dovresti- sbadigliò -E non metterci troppo-
-Va bene, soldato!- risposi ridendo con lei.
Mi preparai velocemente e scesi giù ancora in intimo.
-Hey baby, vacci piano- disse lei ridendo -Capisco che è una cena informale ma sai, solo io sarei felice di vederti così-
-Scema!- risi e colpii la sua spalla.
-Ti amo- disse baciandomi.
-Mhh- la guardai -mi piacerebbe, rifarlo-
-Che aspetti allora?-
Spinsi il mio corpo contro il mio, baciandola nuovamente e con più passione.
-Non...non adesso-
-Sì- annuii staccandomi -Scusa-
-Dopo. Promesso.-
-Ma adesso pelandrona, aiutami a scegliere un vestito- dissi sollevando due capi davanti al suo viso.
Ci pensò due volte prima di indicarmi il vestito nero alla mia destra.
-Merda! Questo significa che dovrò provare a non saltarti addosso davanti a loro, Cabello.
Mi metti in seria difficoltà!-
-Beh Jauregui, potrei comunque dire la stessa cosa.
E poi, lo hai appena scelto tu il vestito.-
-Touchè-
Sollevai le spalle -Capita- sorrisi per prenderla in giro, prima di lasciarla lì e salire sopra per cambiarmi.
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-Sei pronta?- chiese Lauren camminando nervosamente avanti e indietro davanti alla mia porta.
-Sì sì, eccomi-
Mi prese gentilmente la mano, salutando mio padre e uscendo velocemente dalla porta principale.
Appena uscita avvertii immediatamente una sensazione di...vuoto.
Sapevo che stava per succedere qualcosa di davvero brutto, ma sorrisi ugualmente alla mia amata.
Lei ricambiò il sorriso e subito cercai di scacciare quella brutta sensazione, lei alleggeriva il peso, d'altronde.
Aprì la portiera anche a me e salimmo in macchina.
Dopo qualche minuto, arrivammo.
-Prego, signorina- disse ridendo e aprendo nuovamente la portiera -Adesso può scendere- mi prese scherzosamente in braccio, dando un colpo di sedere per chiuderla. Risi talmente tanto e mi dimenai fin quando non arrivammo a "casa sua", nonché, il posto dove erano soliti fare spettacoli vari.
Un tendone.
-Es Camilita?
oh es tan hermosa, Lauren!-
-Yo se, tia-
-Gracias- ringraziai la giovane in un sussurro -Sì, sono Camila. Piacere di conoscerla-
-Oh, il piacere è mio-
La zia di Lauren era davvero simile a lei, se non fosse stato per la sua altrettanto magnifica chioma bionda.
Lauren aveva i capelli color corvino.
Il suo accento era molto forte, e anche quando parlava italiano si faceva spesso sentire.
-Niña-
-Sì?-
-Io e nonna vorremmo parlare con voi di una cosa molto importante-
Lauren posò la sua forchetta sul bordo del piatto.
- ¿ Que pasa, tia?-
-Inizio io- fu la nonna a parlare sta volta. -Ecco ragazze, noi..-
-Non fatemi preoccupare, vi prego-
-È già abbastanza difficile, Lauren-
Sospirai.
Forse stava davvero per succedere qualcosa di brutto.
-Ecco ragazze, so quanto vi amate ed è davvero difficile dirvi ciò.
Ma Lauren, dobbiamo ripartire.
E non so quanto staremo via stavolta.-
Lasciai cadere la forchetta per terra, che causò un tonfo molto forte che non pensavo potesse produrre.
E rimasi a bocca aperta, bloccata ed incerta su cosa dire.
In realtà, dovevo ancora realizzare.
-Ad Austin servono spettacoli in un'altra città a 1200 km da qui- sospirò la nonna.
-Niñas, lo siento de verdad-
-Ese capullo! Otra vez!-
-Lauren! Linguaggio!-
-C'è poco da dire in questi casi, nonna- si alzò, guardandola - E questa è una di quelle-
Stava trattenendo le lacrime.
La guardava ferita e senza nessun tipo di speranza.
Le sue iridi chiare erano spente e sembrava volesse arrendersi da un momento all'altro.
Nel frattempo io, dal mio canto, ero rimasta in piedi e stavo ancora cercando di realizzare che tra non poco me l'avrebbero portata via, di nuovo.
-Forse dovrei andare- dissi incerta, non guardando nessuno dei presenti in quella stanza -Si è fatto davvero tardi-
-Camz, mi amor-
-No Laur, no puedo-
-Con que no puedes?-
-Con esto!- esclamai a gran voce -No quiero que vayas-
-Lo so, piccola- cercò di trattenersi -Lo so-
-Te amo-
-También yo, Camz-
Ci stavamo guardando da troppo negli occhi, così tanto che non ci accorgemmo di essere completamente sole.
-Adesso vado- trattenni le lacrime -Non lo trovi incredibilmente ingiusto?-
-Sì, anche troppo-
Scoppiai a piangere.
-Seguiré queriéndote, mientras viva.-
-Yo también, mi amor-
-Ci vediamo domani-
-A domani- sorrise tristemente.
Io non ci riuscii.
Tirai avanti e camminai tanto, quella sera.
Finché non arrivò un nuovo giorno.
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-Hola- mi salutò tristemente.
-Hola, mi amor- le sorrisi facendomi forza.
-Non devi per forza fingere con me, lo sai.
Siamo entrambe distrutte-
-Forse voglio solo credere che prima o poi qualcosa si aggiusterà-
-Forse fai bene-
-Lo so-
-Oggi voglio farti vedere una, o due cose-
Annuii. -Va bene-
-Allora, vieni?-
Prese dolcemente la mia mano e aprì una delle tante porte in quel posto, dove si allenavano oltre 500 circensi.
Arrivammo in una stanza decorata vistosamente e lei sorrise, salutando un po' di gente.
Indicò una ragazza, apparentemente inabile, stava su una sedia a rotelle.
Avvicinandomi, mi accorsi subito che non era una ragazza.
Bensì una bambina.
E non era la sola, nella sala c'erano altri come lei.
-Lei è Katherine, 10 anni, lotta per diventare una di noi da quando ne aveva cinque.
È affetta da tetraparesi, e Camz, mi duole dirti che qui non è l'unica-
Riprese a camminare.
-Lui è Josh, 11 anni.
Affetto da SLA.
Quando è arrivato qui non riusciva nemmeno a tenere una palla in mano, guardalo adesso-
Il bambino, accompagnato anche lui da un istruttore, stava provando a fare acrobazie varie, ovviamente del suo calibro.
Scappò ad entrambe una lacrima.
-Hey no, non piangere-
-Come faccio? Cioè, li hai visti? Sembra che soffrano molto-
-Non è per questo che ti ho portato qui, piccina- asciugò subito il luccicone sul mio viso -Ti chiedo di osservarli attentamente.Tu diresti che la loro vita è difficile. In effetti, non è così facile.
Ma guardali, loro sono qui.
Stanno lottando, Camz, ci stanno riuscendo.
Perché loro sì e tu no?-
Ricominciò a camminare.
-Quello che voglio dirti è che ci sono persone al mondo più sfortunate di noi, che lottano per inseguire il sogno di una vita.
E noi? Il nostro unico sogno e amarci in santa pace, ma che facciamo? Ci arrendiamo al primo ostacolo.
Forse dovremmo ringraziare solo persone come loro, perché ci fanno riflettere.
Insomma, guardali!- disse indicandoli -Stanno diventando delle promesse, non si sono arresi.
Perché proprio noi dovremmo arrenderci?- disse alzando il tono, forse un po' troppo -Lottiamo anche noi. Io sono qui, vicino a te.-
-È questo il punto!- cominciai a piangere istericamente -Adesso ci sei, ma dopo?
Dove sarai?-
-Sono sempre con te, piccola Camz- sospirò -Anche quando non ci sono fisicamente-
-Troverai qualcuno lì giù..e cambierai idea.
Come può una persona rimanere innamorata essendo lontane?-
-Ricordati di quello che c'era prima di tutto questo.
Ricordi come ci siamo innamorate?-
E sì, io lo ricordavo anche troppo bene.
Chiusi definitivamente la bocca e ricominciai a piangere, per il solo fatto che aveva ragione, di nuovo.
Semplicemente annuii, asciugandomi le lacrime.
-Adesso, ti faccio vedere un'altra cosa-
Stavolta eravamo in una sala ampia, una di quelle dove si addestravano gli animali.
-L'ho presa per un'ora.
Credono ancora che io debba provare con qualche strano elefante- rise amaramente.
-Non è questo che dobbiamo fare?- cercai di ridere, fallendo.
Lauren, al contrario, rise. -Non credo, piccola Camz-
Prese un enorme oggetto, credo servisse a fare le bolle di sapone, quelle grandi, e sì, anche quelle molto piccole.
-Vedi mia cara Camz- disse facendo due bolle di sapone, appoggiandole lentamente sulla mano. -L'amore è come queste due bolle.
Le persone, cercano di distruggerlo-
le mosse agilmente sulle dita -Di allontanarlo-
Mi guardò negli occhi -Ma per quanto gli altri ci provino, loro resteranno sempre al loro posto.-
Ne scoppiò una.
-O almeno, fino a quando una deciderà di non voler rimanere più lì-
-Io voglio rimanere-
-Anche io- soffiò ancora, creando piccole sfere di saponata -Allora, fidati-
-Hai ragione, di nuovo- guardai in alto, sorridendo -Allora, piccolo clown, hai finito con i tuoi "spettacoli filosofici" o ne hai ancora per molto?-
-In realtà non era l'unica cosa che volevo fare oggi- disse sorridendo e avvicinandosi a me.
E quel pomeriggio lo passammo a fare l'amore.
E fu l'ultima volta che la sentii davvero mia.
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Una settimana dopo
Guardai la mia ragazza sistemare ancora qualcosa all'interno del tendone, per poi rivolgermi un ultimo sguardo.
-Quindi è così- cominciai - Te ne vai-
-Già-
-Ti ho mai detto che odio quando mi dai queste risposte?-
-Sì, eppure continuo a farlo-
-Lo vedo-
-Ti amo- pronunciò lei -E prometto che ci sentiremo tutti i giorni.-
-Non posso credere che sia davvero arrivato il momento-
-Tornerò a trovarti, promesso-
-Promesso è una parola troppo grande-
-Beh, allora vorrà dire che mi alzerò all'altezza di tale parola-
Risi. -E va bene- alzai le mani cercando di trattenere le lacrime. - Mi mancherai-
-Anche tu, piccola-
Mi sollevò baciandomi e in quel momento le sue lacrime si mischiarono con le mie.
-Lauren, es hora- la chiamò sua zia.
-Mi mancherai- sospirò asciugando le ultime lacrime che cadevano indisturbate su entrambi i nostri visi -Hasta luego, Camz-
-Hasta luego, Lolo-
E la vidi allontanarsi sempre più e sparire in autostrada.
Con la speranza, di vedere ancora una volta quel piccolo angelo, che mi aveva cambiato la vita.
The End.
...maybe.
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Hola!
Questa è la prima volta che provo una cosa del genere, perciò vi chiedo di essere clementi.
Scrivetemi anche qui sotto se vi è piaciuta questa OS e se vorreste che io la trasformassi in FanFiction, con magari un altro finale.
Hasta luego, peipis.
-sEErEEa❣️
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