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1 - Monday

Monday you sent me flowers...

Era lunedì e tu sai quanto io lo odi. Come odio tutto il resto d'altronde. Odio anche i fiori, ma non quelli che mi hai mandato quella mattina. Tante piccole margherite bianche, posate sul cofano della mia auto, legate insieme da un laccetto di raso nero. Anche se ai fiori avrei preferito la tua presenza. Tra i gambi c'era un piccolo biglietto, mi hai chiesto scusa per non essere passato a prendermi, hai scritto che avevi da fare. Probabilmente l'ennesima cosa più importante di me. Mi sono rassegnata all'idea che anche quella mattina sarei dovuta andare a scuola da sola, l'irritazione che nonostante tutto ribolliva comunque nel mio sangue. Solo che poi le tue mani calde si sono posate sui miei occhi. Le ho riconosciute subito. Ci ho messo sopra le mie, sorridendo un po'.

«Chi sono?»

«Un cretino che mi sta rovinando il trucco e che mi farà arrivare in ritardo a scuola.»- l'ho detto col mio solito tono, a cui tu di solito rispondevi con la tua solita impertinenza.
Ci sono cascata di nuovo, nel tuo incantesimo.

«Perché i fiori?»- ho chiesto, togliendo le tue mani dai miei occhi, stringendole leggermente. Mi sono voltata a guardarti e sorridevi. Sembrava tornato tutto apposto.
Ma sai anche tu, come lo so io, che non è così. Perché i nostri litigi non sono più così poco importanti, non sono più facili da superare.

«Perché odi il lunedì.»

«Odio anche i fiori.»

«Ma non questi.»

«Giusta osservazione. Quindi come dovrebbero migliorarmi la giornata i fiori?» - ho messo le mie braccia attorno al tuo collo, il ghigno malizioso che, per quanto cercassi di trattenerlo, faceva comunque capolino sul mio viso.

«Mh... forse, potrebbero essere un invito a qualcos'altro, questi fiori. Quel qualcosa che potrebbe migliorarti la giornata.»

«Ah sì? E che sarebbe?» - le mie mani avevano iniziato a giocare con le punte dei tuoi capelli. Mi dicevi sempre che era una cosa che adoravi. Mi mancano quei tempi, quelli quando ti divertivi a raccontarmi ciò che ti piaceva di me, i miei atteggiamenti che più amavi. Sembra che ora la nostra relazione sia diventata solo litigi, sesso, altri litigi, altro sesso, parole vuote. Voglio credere che non sia così, continuerò ad illudermi, solo perché non voglio rimanere sola, non voglio lasciarti andare.

«Tipo... saltare scuola.»

Quanto tempo è passato dall'ultima volta in cui mi hai chiamata amore?

«Mh...»

«E... andare da qualche parte, mangiare qualcosa...»

E dall'ultima volta in cui mi hai detto ti amo, guardandomi negli occhi, mentre facevamo l'amore?

O forse dovrei smetterla di chiamarlo così.

Le tue dita tanburellavano sui miei fianchi, la pelle d'oca dappertutto. Le tue labbra sfioravano le mie, giocavano a provocarmi. Ti piaceva vedere quanto riuscivo a resistere prima di prendere il tuo labbro inferiore tra i denti e avvicinare il tuo viso al mio per baciarti.

«C'è bisogno che continui la frase?» - un sussurro a un millimetro dalla mia bocca. Il mio cuore batteva così forte che avevo paura tu riuscissi a sentirlo. Ho premuto con prepotenza le mie labbra contro le tue, solo per evitare di rispondere. Sentivo le tue mani scendere verso il basso. Ho stretto i tuoi capelli tra le dita, piegando di lato la testa per approfondire il bacio. Per tutta risposta tu mi hai spinto indietro contro la mia auto, facendomi appoggiare ad essa. Non c'era una vera motivazione a quel bacio. Le nostre bocche si cercavano come se avessero paura di perdersi. Peccato che ormai, è troppo tempo che ci siamo persi io e te.

«Tu non vuoi mai saltare scuola...» - ho bisbigliato, ancora con le mani tra i tuoi capelli. Non era da te quello che stavi facendo. Non era il mio Beck quello che avevo davanti. Ti sei stretto nelle spalle, allontanandoti da me e infilando le mani in tasca. Sembravi confuso da qualcosa, avevi la stessa espressione di quando non riuscivi a capire un capitolo di storia ma andavi avanti lo stesso perché non c'era altra scelta.

Stavo diventando come quelle pagine di storia?

Non riuscivo a staccare i miei occhi dalle tue labbra, rosse e gonfie per colpa dei miei morsi. Dio, quanto devo essere sembrata stupida. Eppure tu sai di farmi questo effetto. Ho fatto qualche passo in avanti, passando una mano tra i tuoi capelli per sistemarli, dandoti dei piccoli baci sulla bocca. Tu hai sorriso, accarezzandomi la schiena con la tua mano calda, sfiorandola. Questi piccoli baci rubati da me sono l'unica cosa rimasta di ciò che eravamo.

«Andiamo?»

Ho annuito, lanciando un ultimo sguardo a casa mia, tanto per avere la certezza che mia madre non mi stesse spiando. Percorsi in fretta il vialetto, mi sono infilata nella tua macchina parcheggiata poco lontano, lasciandomi investire da quell'odore familiare. Abbiamo vagato per ore, senza fare caso a dove andavamo. Sfrecciavi per le strade di Hollywood, mentre io continuavo a guardare fuori dal finestrino. Sembravamo due sconosciuti legati da un solo interesse. Verso mezzogiorno ti sei fermato davanti ad una caffetteria per prendere qualcosa. In fretta sei sceso dall'auto, per poi ritornare poco dopo con un pacchetto e due che da lontano ho immaginato fossero bicchieri di caffè.

«Grazie...» - ho mormorato, prendendo dalla tue mani il contenitore di carta che mi stavi porgendo. Ticchettavo con le unghie smaltate di nero sulla superficie ruvida, tenendolo in grembo. Stranamente, non avevo voglia di caffè quella mattina. Tu invece ne bevevi più del solito, sorseggiandolo in fretta, una mano sul volante mentre con l'altra tenevi il bicchiere.
Il tuo corpo era lì con me, ma la tua mente chissà dove.

«Dove andiamo adesso?»

Hai alzato le spalle, controllando la spia del carburante sul cruscotto.

«Perché non sei voluto entrare a scuola, oggi?»

«Da quando ti importa? Non hai mai voglia di andare a scuola, figuriamoci il lunedì.»

«Non stiamo parlando di me, stiamo parlando di te.»

C'è stato un attimo di silenzio, poi hai messo di nuovo in moto, partendo a razzo. Non hai risposto, come immaginavo, ed io non avevo nessuna intenzione di continuare il discorso. Sapevo che sarebbe finito con le solite urla. Siamo stati fuori tutta la notte, senza riprendere più quell'argomento. Non riuscivo a capire, allora, il motivo per cui mi avevi portata sulla nostra spiaggia... quella proprio accanto al molo. Ho pensato che fosse semplicemente perché avevi voglia di andarci. La verità è che stavi tentando di rimettere apposto i cocci della nostra relazione, peccato che io l'abbia capito molto dopo. Abbiamo giocato a rincorrerci come due bambini e ovviamente io ho vinto ogni volta, anche se tu baravi. Bari sempre Beck, in qualunque cosa, ti piace essere, apparire il migliore. Faresti di tutto per questo. Probabilmente più di quello che faresti per me al momento. Ho riso così forte, ma non era la risata di sempre, e neanche la tua lo era. Mi sono chinata verso il basso, prendendo un pugnetto di sabbia e lanciandotelo addosso, dritto sul torace, sghignazzando.

«Stronza!» - hai detto, avventandoti su di me. Ho cercato di scappare, ma sei stato troppo veloce. Hai cominciato a farmi il solletico ed io ridevo così forte da non respirare. Scalciavo, urlavo, ma tu continuavi a solleticarmi i fianchi.

«Ti mordo!» - ho biascicato a fatica, tra una risata e l'altra. «Beck... ti giuro che- AHAHAHAHAH, ti giuro che ti mordo!»

Hai iniziato a ridere come un matto anche tu, così siamo caduti entrambi sulla spiaggia. Eri sopra di me, hai smesso di farmi il solletico, perdendoti nei miei occhi. Un ghigno si era fatto strada sulla mia faccia Almeno non avevo smesso di farti quest'effetto. Ho afferrato il tuo viso con una mano avvicinandolo al mio, prendendo il tuo labbro inferiore tra i denti e stringendolo. Ti sei lasciato sfuggire un mugolio ed il mio ghigno si è aperto ancora di più.

«Te l'ho detto che ti avrei morso...» - ho sussurrato. Ti ho sentito rabbrividire e portare le tue mani sotto la mia gonna nera.

Mi hai baciata, ed io ho ricambiato. Un bacio, e poi un altro e un altro ancora fino a fare l'amore.

In fin dei conti i fiori avevano fatto il loro dovere.














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Ehy :3
Ecco, questo è il primo capitolo della raccolta che ho iniziato a scrivere un po' di tempo fa. È uno stile un po' diverso rispetto Skinny Love, spero vi piaccia.
Fatemi sapere se vi piace e dovrei continuarla o semplicemente è meglio che mi ritiri e inizi a coltivare un orto abbandonando per sempre la scrittura e smettendo di inquinare wattpad :')

Eeh nulla, commentate e votate se vi è piaciuto, a presto♡

Update:

Ho deciso di ripubblicarla, dato che adesso ho più tempo per continuarla e soprattutto perché a candylove022 piace tanto, quiindi gliela dedico un po'.

Lol, sorry se fa cagare, sapete che amo inquinare wattpad.

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