Lasciami.
No, lasciati.
Insomma,
lasciaci.

Lasciala, la tua felpa
così,
che m'avvolge le spalle
e mi sento protetta.

Lascialo, il tuo odore
a perforarmi le narici,
a curarmi i sensi,
ad invaghirmi il cuore.

Lasciali, i tuoi capelli spavaldi
che si sollevino
e che io possa stropicciarli
senza rimorsi ipocriti.

Lascialo, il tuo tocco delicato
che mi prende
e mi custodisce,
sacri i brividi che mi provochi.

Lascialo, il sentimento
che ci eccita, ci inebria,
ci promuove,
ci dimentica.

Lascialo, il mio rossetto
ché ho ardentemente voluto
ti decorasse la guancia
e la polo nuova.

Lascialo, lo sguardo
che si sta amando col mio,
che mi spoglia,
che mi attanaglia.

Lasciali, i ricordi
che ci rendono vivi,
accesi,
amanti incompresi.

Lasciala, l'altra
con le sue smancerie,
le sue dimostrazioni,
la sua bellezza.

Lascialo, il sentimento!
Ché? Non lo senti?
Ci percuote, ci bagna.
Ci imprime in neve immacolata.

Lasciali, i nostri dialoghi
non ti ammattiscono?
Infantili, anaffettivi,
detestabili.

Lascialo, il permesso
quando ne abbiamo avuto bisogno?
Ché non me l'hai mai chiesto
di guardarti, di goderti.

Lascialo, il domani
dannata sicurezza,
infime domande,
codarda filosofia.

Lascialo, il guscio
ché ci siamo nascosti abbastanza
fra un silenzio
e uno ancora.

Lasciala, la gelosia
non ho bisogno di conferme,
non hai bisogno di incazzarti,
crogioliamoci in queste righe.

Lasciale, le convinzioni
scarne paladine del disprezzo,
invidiose dei tuoi occhi,
di me e te ad abbracciarci.

Lasciami,
sei solo un rammentarci.
Mollami,
voglio bastarmi.

Lasciati,
scopriti,
viviti,
ma io voglio bastarmi.

Lasciaci,
che io sono una Gatsby infatuata,
e tu un Daisy egoista,
ma io voglio bastarmi.

Lasciaci,
io completo te,
tu me,
ma io voglio bastarmi.

Lasciaci.
Sono io, dici?
È che il mio spirito
voleva bastarti.

Mi sto bastando,
non ci torno più
tra le risatine frenetiche,
nel fondo di un bicchiere di whisky.

Mi sto bastando,
in piedi,
con la mia bianchieria consumata,
a ricordarti.

Non ce le ho più
le mura innalzate.
Sono nuda, tu mi manchi,
impressionabile ed immatura Daisy.

Quante camicie odorerò
in attesa di un tuo richiamo,
di un'ultima umiliazione,
di un prossimo bicchiere di vino.

Tu, tanto cocciuto da disintegrarti.
Io, tanto ingenua da racimolarti,
sto cadendo in acqua di schiena.
Ma anche Gatsby imparerà come bastarsi.

Non ho idea di cosa sia, faccio schifo nella poesia. Non è metrica, neppure un vanto. È un bisogno momentaneo.
Un debole silenzio che si è fatto largo in me.
So che non è esempio di poetica nemmeno a pagarvi, vi prego di non giudicarmi.