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CAPITOLO 4 - Sempre accanto a me

Quello stesso pomeriggio.

Un ragazzo dai capelli neri sorrideva mentre procedeva per la sua strada. Aveva finalmente visto la persona per cui era cambiato, il suo modello fin dall'infanzia, ma ancora non sapeva come affrontare l'incontro di quella sera.

Il giovane continuò a camminare fino a raggiungere una piccola palestra situata vicino a una scuola elementare. Soo-hyun conosceva il proprietario grazie a suo padre, che gli aveva chiesto di diventare un maestro di judo per la sua scuola. Non era un lavoro troppo impegnativo e Soo-hyun sapeva come gestire anche i bambini più problematici.

Entrato nello spogliatoio, iniziò a togliersi la felpa e la maglietta sottostante, rivelando le sue braccia muscolose e l'addome ben definito. Anche se Soo-hyun sembrava molto magro ed esile, nascondeva il suo corpo atletico sotto strati e strati di indumenti. Praticando uno sport come il judo, era inevitabile che avesse sviluppato una muscolatura così ben definita. Tuttavia, non si sentiva a suo agio a mostrarla come facevano i ragazzi della sua età. Dopo essersi cambiato e aver indossato la giacca del judogi*, chiuse il tutto con una cintura nera, simbolo della sua grande tecnica e forza.

*(N/T: il judogi è la veste usata da chi pratica judo; consiste in una giacca bianca e da un pantalone anch'esso bianco e rinforzato sulle ginocchia.)

Soo-hyun uscì dallo spogliatoio e iniziò a sistemare i materassini su cui i bambini si sarebbero esercitati. Proprio mentre posizionava l'ultimo materassino, i bambini arrivarono uno alla volta, senza dimenticare di salutare il maestro.

Passarono alcune ore e, dopo aver concluso la lezione, Soo-hyun tornò a casa ed entro subito in bagno. Entrò in doccia e sentì l'acqua calda scorrere sulla sua pelle, rinfrescandolo e dando una sensazione di conforto. La mente di Soo-hyun, invece, tornò a concentrarsi su Min-woo.

Min-woo... Sarà arrabbiato con me? None avrebbe torto, non gli ho detto che sarei partito e per tutti questi anni non l'ho contattato... E quando sono tornato, nemmeno l'ho cercato.

Nonostante Jung-Hee gli avesse indicato dove trovarlo, Soo-hyun non aveva ancora abbastanza coraggio per affrontarlo. Infatti, se non fosse passato per quella strada, proprio in quel momento, non avrebbe mai incontrato Min-woo e probabilmente non lo avrebbe mai contattato.

Come posso recuperare un rapporto finito da così tanto tempo?

Ma mentre Soo-hyun pensava che quella amicizia fosse finita, per Min-woo era solo in attesa di potersi rivedere.

Uscito dalla doccia, il ragazzo si asciugò velocemente con un asciugamano e scelse con cura i vestiti da indossare. Si mise un maglioncino semplice e un paio di jeans, poi si sistemò i capelli davanti allo specchio, cercando di apparire al meglio per l'incontro con Min-woo. Prima di uscire di casa, non dimenticò di indossare il suo giubbotto di pelle preferito.

Si diresse verso la stazione, ma essendo un giorno feriale, era fin troppo affollata per Soo-hyun, che già si sentiva soffocare alla vista di tutte quelle persone schiacciate come sardine. Decise così di camminare. Ci avrebbe messo più tempo, ma per qualcuno che si allenava a correre per chilometri ogni mattina, non era così faticoso.

Mentre oasseggiava lungo le strade della città, il sole stava tramontando, tingendo il cielo di sfumature arancioni e rosa. Gli alberi di ciliegio lungo la strada erano in piena fioritura, creando un'atmosfera magica. Soo-hyun respirò profondamente, colpito dal dolce profumo dei fiori che riempiva l'aria.

La strada che percorreva diventava sempre più familiare man mano che si avvicinava al luogo dell'incontro. Raggiunse infine la strada che costeggiava il fiume Anyangcheon. Osservò l'acqua scorrere tranquilla, riflettendo i colori del cielo al tramonto. Il suono lieve del ruscello e il fruscio del vento tra le foglie degli alberi creavano una sinfonia rilassante.

Camminando lungo la strada rosa, Soo-hyun sorrideva mentre ricordava il passato. Quel viale era stato il luogo di molti dei suoi ricordi d'infanzia più felici. Ogni volta che passava di lì, provava una strana nostalgia, ma stavolta era diverso. Non era solo una passeggiata nel passato, ma l'opportunità di riallacciare un'amicizia spezzata.

**********

FLASHBACK

Era un pomeriggio festivo particolare. Gli alberi lungo la strada erano in fiore e il viale era affollato di famiglie che passeggiavano, portando i propri figli al parco giochi nelle vicinanze. Molti bambini tenevano stretti in mano vari palloncini variopinti. Nell'aria si poteva sentire il dolce profumo di zucchero a velo e un ambulante vicino vendeva gelati di vario tipo.

Ma per due bambini, nulla di tutto ciò era emozionante quanto le loro macchinine preferite che tenevano tra le mani. Le loro risate riempivano l'aria, mescolandosi al frastuono delle altre famiglie. Continuavano a correre e giocare lungo la strada per il parco, sempre tenuti d'occhio dalle loro giovani madri.

«Fate attenzione! Non allontanatevi troppo!» urlavano continuamente le donne, mentre discutevano di cosa preparare per cena.

Poi, un rumore sordo e un grido spezzarono l'armonia del momento. Min-woo era caduto, ferendosi alle ginocchia e perdendo la sua preziosa macchinina. In preda al dolore e alla delusione, iniziò a piangere disperato, incapace di trovare consolazione tra le braccia di sua madre.

«Tranquillo tesoro. La troveremo. Ma prima dobbiamo disinfettare la ferita.»

«No, no. Fa male! Voglio la mia macchinina!» continuò a singhiozzare il bambino.

La madre di Soo-hyun cercò di tranquillizzarlo comprandogli un gelato alla fragola e cioccolato, il suo preferito, ma a lui non sembrava importare.

Soo-hyun, che aveva sempre visto Min-woo come un modello da ammirare, rimase sorpreso dalla sua reazione. Era sempre stato sorridente e forte, ma in quel momento era solo un bambino in lacrime.

Il bambino più calmo iniziò a cercare tra la strada la macchinina perduta, il modellino di una Porsche 928 rossa. Guardò tra i cespugli, sulla strada, ma nulla. La ricerca non portò ad alcun risultato.

A quel punto, gli venne in mente ciò che faceva sua madre: ogni qual volta che a tavola rimaneva un solo raviolo di carne, lui lo dava a Soo-hyun, nonostante fosse il suo piatto preferito. Era un gesto che lo rendeva sempre molto felice.

Allora il bambino si avvicinò a Min-woo, ancora tra le braccia di sua madre, e cercò di attirare la sua attenzione tirando il lembo dei pantaloncini del bambino, che così si girò verso di lui. Lentamente, Soo-hyunsollevò la sua macchinina grigia verso di lui e disse dolcemente: «Prendi la mia, Min-woo. Possiamo ancora giocare insieme.»

Il bambino in braccio alla madre era stremato dal pianto, aveva gli occhi rossi e il viso completamente bagnato di lacrime, ma il gesto di Soo-hyun aveva cancellato tutto il suo malessere, sia fisico che emotivo. Cercando di nascondere l'imbarazzo, disse semplicemente, con un filo di voce:

«Grazie, Soo-hyun.»

FINE FLASHBACK

**********

Soo-hyun cominciò a ridere, nostalgico, al ricordo delle loro macchinine. Le avevano comprate insieme come simbolo della loro amicizia ed era l'unica cosa che Soo-hyun aveva regalato a Min-woo.

Chissà se la conserva ancora.

Arrivò finalmente al parco giochi illuminato da grandi lampioni. Era ormai deserto a causa del tardo orario. Le due altalene, su cui un tempo si divertivano a dondolarsi in sincronia, erano ancora lì, ma il girello su cui gareggiavano per vedere chi riuscisse ad essere più veloce non c'era più.

Quel posto era sempre lo stesso, ma era cambiato. Non poteva fare a meno di chiedersi se anche Min-woo fosse così, se anche lui fosse diverso da prima.

Poi i suoi occhi si posarono sulla giostra a cupola, dove da bambini amavano nascondersi e giocare. Il ragazzo sorrise ricordando quei momenti e gli venne in mente un'idea.

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