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CAPITOLO 3 - Uomo Selvaggio

La lezione di economia aziendale era ormai già iniziata. Mentre il professore Choi spiegava, non poteva non notare una testa che faceva capolino da sotto a un banco che poco prima era evidentemente vuoto.

Il professore si schiarì la voce, attirando l'attenzione di tutti i presenti: «Signor Kang, la aspetto nel mio ufficio dopo le lezioni.»

Merda.

Min-woo sospirò e, rassegnato, si mise a sedere composto, tirando fuori i libri dallo zaino.

Accanto a lui, il ragazzo che gli aveva scritto per tutta la mattina, non poté fare a meno di stuzzicarlo: «Amico, non solo sei arrivato in ritardo e hai saltato l'esame, ma ti sei pure fatto beccare dal professore.»

«Sta zitto!»

Lo studente ritardatario si sentì ancora peggio per colpa dell'amico. Quest'ultimo era un ragazzo un po' più alto di lui, capelli castani e un sorriso smagliante. Aveva sempre un modo di fare gentile e ben educato. Non faceva distinzione se a chiedergli aiuto fosse un bambino, un ragazzo, una ragazza o un anziano. Era il tipico principe azzurro che si vedeva nei drama, non a caso il suo soprannome era 'Principe'. Questo, però, era solo all'esterno. Gli amici, infatti, conoscevano la sua vera personalità, un ragazzo a cui interessava solo lo studio, che quando era a suo agio adorava prendere in giro i suoi amici, ma che era completamente incapace con la tecnologia: Gwon Seo-ah.

Quando la lezione finì, i due ragazzi si incamminarono verso il cortile interno dell'università, dove li aspettava un loro amico. Era un ragazzo dal viso paffuto, delle guance davvero carine e un sorriso capace di sciogliere anche i cuori più gelidi. Non solo, era anche di buon cuore, davvero, non come Seo-ah, e amava gli animali, una personalità adatta a uno studente di medicina veterinaria.

Il suo nome era Lee Yoo-sik. Un nome molto importante, ma che lo aveva reso una vittima di bullismo fin da giovane insieme alla sua corporatura paffuta. Per fortuna alle superiori aveva incontrato Min-woo, che era diventato come la sua guardia del corpo.

Appena il ragazzo dalle guance paffute vide Min-woo e Seo-ah avanzare verso di lui, scoppiò in una grossa risata.

«Ehi Min-woo, sei appena uscito da una giungla?» Il ragazzo non provò nemmeno a trattenere la sua risata, così tanto contagiosa da influenzare il Principe che gli stava accanto.

Effettivamente, vedere quei due amici camminare uno a fianco all'altro, creava una disarmonia esilarante. Mentre Seo-ah si era presentato con una camicia bianca ordinatamente infilata dentro ai jeans e un cappotto color cammello, Min-woo sembrava proprio essere tornato da un corso di sopravvivenza. Non solo aveva una tuta ormai sgualcita dagli eventi di quella mattina e un accenno di barba che non aveva fatto in tempo a radere, ma il problema più grande erano i suoi capelli! Era passato troppo tempo dall'ultima volta che aveva fatto la tinta, quindi con la crescita dei suoi capelli, il suo bel biondo era in netto contrasto con la ricrescita castana.

Min-woo voleva davvero arrabbiarsi con Yoo-sik, ma il suo sorriso e le sue guance paffute erano uno scudo. Nessuno dei suoi amici era capace di arrabbiarsi con lui.

«Ma oggi mi prendete tutti di mira?» disse Min-woo sospirando e sedendosi di fronte al ragazzo paffuto.

«Va bene, va bene. Scusa... Ma in ogni caso credo sia arrivato il momento di andare da Jung-Hee, non credi?» Yoo-sik ne approfittò per scattare una foto alla buffa figura di Min-woo e inviarla all'amico.

-[Allegato foto] caption: Avvistato Yeti-woo -

La risposta di Jung-Hee fu semplice e concisa:

-Da me, alle 18. Non fate tardi. -

Sentendosi colpito, cercò di giustificarsi, come se fosse suo dovere mantenere la sua 'bella' immagine: «Non è colpa mia! In questi giorni ho avuto poco tempo per me stesso! Non solo ho dovuto lavorare inutilmente per due settimane per l'esame, ma oggi sono pure finito in una rissa!»

Min-woo, infatti, stava ancora pensando a Soo-hyun, aveva gli stessi occhi di un tempo e non riusciva a togliersi dalla mente quel suo sorriso completamente bianco, i suoi canini così piccoli ma appuntiti. Anche a distanza di 8 anni lo trovava carino, eppure era cambiato. Non era più il bambino che si nascondeva dietro di lui, era ormai un giovane uomo, proprio come lui.

Seo-ah gli diede una pacca sulla spalla, riportandolo alla realtà: «Min-woo, ricordati che il professore ti aspetta nel suo ufficio.»

Il ragazzo selvaggio, al pensiero, sbuffò e con un semplice cenno, salutò gli amici per dirigersi dal professore.

Mentre percorreva lentamente i corridoi dell'università, iniziò a immaginare come sarebbe stato l'incontro con Soo-hyun. Si sarebbero abbracciati? Come aveva trascorso quei 8 anni? Ma soprattutto, sarebbero tornati amici come prima?

Più ci pensava, più sentiva la tensione salire.

Non si rese nemmeno conto di essere arrivato alla porta dell'ufficio del professore. Min-woo decise di spazzare via quei pensieri dandosi dei colpetti sul viso, sospirò e bussò alla porta arancione.

Il professore impiegò qualche secondo per rispondere, probabilmente era impegnato a parlare con qualcuno. «Avanti.»

Entrando, il ragazzo rimase senza fiato. Una bellissima ragazza dai capelli corvini, una pelle candida e con una gonna aderente si trovava proprio accanto al suo professore. Min-woo la esaminò dalla testa ai piedi, soffermandosi ai suoi particolari occhi azzurri.

Il professore tossì infastidito, riportando il ragazzo sulla retta via.

«Bene, sai già perchè sei qui, quindi è inutile girarci intorno. Avendo saltato l'esame, ovviamente non avrai i crediti scolastici per superare la materia. Hai due possibilità: aspettare l'anno prossimo per riprovarci o diventare il mio assistente.

Una persona normalmente penserebbe che l'opzione più semplice sarebbe diventare l'assistente del professore, ma di certo non di questo professore. Era risaputo che il professore Kang era il più temuto dell'università. Chiunque fosse diventato il suo assistente, non sarebbe durato più di una settimana al suo fianco. Min-woo però avrebbe fatto di tutto pur di superare quella materia il prima possibile, era come una sfida e lui odiava perdere.

«Professore, sarei felicissimo di essere il suo assistente!» disse fiero Min-woo.

«Perfetto! Allora il tuo primo compito sarà dare una ripulita al tuo viso e cercare di indossare dei vestiti più consoni all'università... Ah, già. Lascia che ti presenti mia figlia, Choi Eun-hui.»

La ragazza, con un leggero gesto del capo, sorrise al ragazzo: «Piacere di conoscerti.»

«È un piacere anche per me.»

Entrambi si sorrisero, ma il professore interruppe il momento congedando il ragazzo.

Uscito dall'ufficio, Min-woo si avviò verso l'infermeria. Purtroppo aveva ancora qualche dolore allo stomaco e alla schiena e, poiché odiava mostrarsi debole di fronte agli altri, scelse di andare all'insaputa dei suoi amici. Dopo essere stato curato dall'infermiere scolastico, decise di guardarsi allo specchio per vedere la situazione del suo bel viso, ma il suo riflesso provocò un'ondata di vergogna che quasi lo fece svenire.

Non posso credere di essere andato in giro conciato così!

Prese in fretta il cellulare dalla sua tasca e mandò due messaggi ai suoi amici: uno a Seo-ah, avvertendolo che non sarebbe tornato in classe, e un'altro a Jung-Hee, dicendogli che non poteva aspettare e che sarebbe corso subito da lui.

Dopo le superiori, Jung-Hee aveva deciso di non iscriversi all'università. Il suo sogno era diventare uno scrittore di successo e per acquisire esperienza da usare per i suoi libri, aveva deciso di provare diversi tipi di lavoro. In quel periodo si dilettava tra l'essere un barista notturno e l'essere l'apprendista parrucchiere nel negozio di suo zio. Essendo un'attività familiare, Jung-Hee era abbastanza libero di sperimentare sui propri amici, soprattutto su Min-woo che era quello che lo assecondava in tutto.

Essendo rimasti per così tanti anni accanto, sapevano tutto l'uno dell'altro. Questo, però, era solo quello che credeva Min-woo... Jung-Hee aveva dei segreti che non avrebbe mai rivelato a nessuno.

*************

Min-woo arrivò al grande centro commerciale, dove si trovava il negozio a gestione familiare di Jung-Hee. Arrivato nel negozio, salutò lo zio di Jung-Hee e corse subito dal suo amico, abbracciandolo da dietro. Nonostante fosse abituato a quel suo comportamento, Jung-Hee odiava il contatto fisico con le altre persone. Andava bene se fosse stato il primo ad approcciarsi, ma non quando lo facevano gli altri.

Dopo averlo allontanato, si voltò e gli disse: «Sbrighiamoci, non ho tutto il tempo. Siediti così ti lavo i capelli.

Dopo essersi seduto sulla poltrona, sentendo l'acqua scorrere tra i suoi capelli e sulla sua testa, Min-woo ricominciò a pensare a Soo-hyun.

«Cosa ti preoccupa?» Jung-Hee interruppe i suoi pensieri.

«Niente... è solo che... ho incontrato Soo-hyun. A quanto pare è tornato.»

Jung-Hee si bloccò un attimo e, quando iniziò a massaggiare la testa di Min-woo con lo shampoo, riprese a parlare.

«Lo so già... Gliel'ho detto io dove avrebbe potuto trovarti.»

Min-woo si sentì tradito dalle parole del suo più caro amico: «Jung-Hee! Da quanto lo sai?! Perché sai sempre tutto e io invece rimango sempre all'oscuro?»

Dopo aver sospirato, l'apprendista parrucchiere gli rispose: «Perché io ho un carattere migliore del tuo! Inoltre in questi anni sono rimasto sempre in contatto con Soo-hyun tramite i social.»

«Merda, potevi dirmelo! Non siamo amici noi tre?! Sei sempre così stronzo...»

«Beh, come ti sei sentito dopo averlo rivisto?» disse Jung-Hee finendo di risciacquare i capelli e prendendo un asciugamano per tamponare la testa di Min-woo.

«Non so, è stato strano. Era come se fosse sempre lui, ma anche un'altra persona. È stata una sensazione davvero strana... Non avevo molto tempo stamattina, quindi ci siamo dati appuntamento per stasera.»

Min-woo mostrò una rara espressione. Ansia, preoccupazione e agitazione si mescolavano sul suo viso.

«Beh, di certo non posso lasciarti andare in giro conciato in questo modo, ne va della mia e della reputazione del negozio!» disse Jung-Hee ridendo, poi continuò: «Hai già in mente cosa fare?»

«Non ci ho ancora pensato...»

Min-woo aveva effettivamente troppi pensieri in quel momento, la sua testa non aveva spazio per decidere che capelli avere, era una cosa troppo superficiale.

«Bene, lascia fare a me! Ti fidi, no?»

Il ragazzo con i capelli bagnati decise di chiudere gli occhi per rilassarsi e affidarsi completamente al suo migliore amico. L'unica che lo preoccupò prima di chiudere gli occhi fu il sorriso malizioso di Jung-Hee e il rumore delle forbici vicino al suo orecchio.

*********

Si, ho voluto riprendere in mano la storia e ricominciare a scrivere!!!

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