CAPITOLO 2 - (S)fortuna
[8 anni dopo]
Era una mattina tranquilla, il cielo era di un bellissimo azzurro e gli uccellini alla finestra cinguettavano felici. Si, era davvero un'atmosfera tranquilla, se non fosse che...
L'insopportabile suoneria proveniente dal cellulare sul comodino disturbò il dolce sonno di un bel addormentato, che iniziò a lamentarsi e scalciare le coperte infastidito. Il cellulare smise di suonare solo per pochissimo tempo, a quanto pare la persona dietro a quelle chiamate aveva un buon motivo per chiamare così presto.
«...Mmh, merda, chi è a quest'ora?» Il ragazzo addormentato iniziò a tastare le lenzuola cercando la fonte del suono. Dopo averlo trovato, rispose pigramente.
«Pronto?»
[Ehy, Min-woo, dove diavolo sei? Oggi abbiamo la presentazione di economia! Entro quaranta minuti devi essere qui o sarai un uomo morto, il professore ha detto testuali parole.]
Min-woo balzò fuori dal letto alle parole dell'amico. Di fretta si tolse i vestiti, mostrando il tatuaggio presente sulla sua spalla destra. Come se un maestro di calligrafia cinese avesse voluto usare il corpo di Min-woo per una sua opera d'arte, un semplice ideogramma cinese sembrava richiamare l'attenzione proprio sulla sua spalla.*
Il ragazzo continuò a spogliarsi in bagno per poi entrare di fretta in doccia.
Merda, non c'è acqua calda!
Sospirando, non potè far altro che autoconvincersi che fare una doccia gelata lo avrebbe aiutato a svegliarsi e a rigenerarsi.
Uscito dalla doccia, iniziò a cercare qualche vestito nell'armadio e optò per una tuta. Avrebbe dovuto comunque correre per arrivare in tempo all'università, tanto valeva mettere qualcosa di comodo.
«Cazzo!» Ancora una volta il ragazzo non poté che imprecare. Il frigo era vuoto e quindi decise di prendere semplicemente una tazza di caffè lungo la strada.
Poco prima di uscire, però, aprì il cassetto del comodino. Fissò per alcuni secondi il modellino di una Hyundai sonica. Si perse tra i dettagli del modellino, dal colore grigio metallizzato ormai sbiadito a quello specchietto mancante ormai da tanti anni. Un sorriso malinconico comparve sul viso del ragazzo.
Il suono di un messaggio portò Min-woo alla realtà. Il ragazzo tirò fuori dalla tasca il telefono per controllare il messaggio:
-30 minuti mancanti :) -
Sapeva bene che l'emoticon accanto al messaggio non era nulla di positivo. Posò il modellino e uscì di casa di corsa.
Cosa diavolo sta succedendo oggi? Ho esaurito tutta la mia fortuna?
Continuò a correre fino ad arrivare in un piccolo vicolo, proprio lì c'era una piccola caffetteria poco conosciuta, ma con un ottimo caffè. Min-woo frequentava quella caffetteria fin da quando era entrato all'università, quindi era diventato molto amico del barista.
«Buongiorno.»
«Buongiorno, Min-woo. Il solito?»
Il bel ragazzo alto e dai capelli scuri gli sorrise.
«Si, per favore, sono anche di fretta. La mia vita dipende da oggi.» Min-woo recitò la parte di un uomo disperato e fece finta di asciugarsi le lacrime, facendo ridere rumorosamente il dipendente.
«Ecco a te un caffèlatte e... prendi anche questo. Conoscendoti non avrai nemmeno mangiato.» Il barista non solo gli porse la tazza di caffèlatte, ma anche un sacchetto da cui proveniva un delizioso profumino.
«Grazie, sei il mio salvatore.» Min-woo recitò ancora una volta, ma era ben lontano da essere un attore, era più un comico nato.
Uscito dal negozio, si diresse verso l'università, ma, mentre era concentrato a soffiare sulla sua bevanda calda, andò a sbattere contro qualcuno. Alzò lo sguardo pronto a chiedere scusa, ma un bestione con la faccia corrucciata lo fissava, il caffè si era versato sui suoi pantaloni. Come se ciò non bastasse, l'omone era in bella compagnia, si... la compagnia di ben altri 4 bestioni dal viso poco raccomandabile.
Ecco, si, deve essere decisamente sfortuna.
Avete presente nei film quando il protagonista viene circondato dai nemici, ma questi invece di attaccare rimangono fermi al loro posto? Beh. C'è un buon motivo se si chiamano 'film'.
Nonostante Min-woo fosse una cintura blu di judo, erano anni che non si allenava, quindi si trovava in forte difficoltà.
«Ouch.»
Il bestione era riuscito a scaraventare Min-woo al muro, che sentì come se una dolorosa scossa elettrica gli attraversasse la schiena. Almeno era riuscito a mettere KO tre dei cinque uomini. Proprio mentre Min-woo cercava di subire il meno possibile i calci che gli stavano dando, sentì i passi di un'altra persona avvicinarsi.
«E tu chi sei?»
La domanda non ottenne risposta, ma colui che l'aveva pronunciata si ritrovò a terra in pochi secondi. Il ragazzo che era appena arrivato era decisamente a un livello superiore.
Min-woo era ancora scosso e riusciva solo a vedere una sagoma che si muoveva veloce e che combatteva col bestione rimasto. In pochi minuti anche quest'ultimo si ritrovò a terra.
Il ragazzo cercò di alzarsi, mentre l'altro ragazzo con il cappuccio della felpa in testa gli offrì una mano per aiutarlo.
«Riesci a camminare?» chiese il ragazzo un voce lievemente preoccupata.
Min-woo cercò di capire come si sentisse effettivamente a livello fisico: «Si, direi di si.»
«Bene, allora è meglio iniziare a correre, non vorrei chiamassero i rinforzi.» Dicendo questo, lo sconosciuto gli prese la mano e iniziò a correre.
Min-woo si concentrò per cercare di capire chi fosse quel ragazzo. aveva una felpa scura, dei jeans larghi e, da quello che riusciva a vedere, i capelli neri.
Perchè mi ha aiutato? Ma soprattutto, perchè ha un'aria così familiare?
Arrivati ormai vicino all'università, si fermarono per riprendere fiato. Il ragazzo incappucciato rivelò i bei lineamenti del suo viso e un sorriso mozzafiato.
Gli occhi di Min-woo si spalancarono per la sorpresa e il suo cuore saltò un battito.
«T-Tu...» Min-woo balbettò.
«Ehy, Min-woo. È bello vederti.» Detto questo, Soo-hyun saltò addosso a Min-woo abbracciandolo.
Soo-hyun? IMPOSSIBILE! Cioè, è lui, ma non è lui. Dov'è finito il ragazzino mingherlino e timido di un tempo?
Ma Min-woo non riuscì a pronunciare una sola parola, dapprima per lo stupore e poi perché il telefono iniziò a suonare in continuazione, evidentemente qualcuno gli aveva mandato una raffica di messaggi. Soo-hyun allora si staccò da Min-woo, dandogli la possibilità di controllare i messaggi. Min-woo dunque prese velocemente il telefono dalla tasca, vedendo che lo schermo si era rotto a causa dei colpi subiti.
-Vuoi proprio morire?-
-Dove diavolo sei?-
-GAME OVER-
Min-woo iniziò a guardare prima il telefono e poi Soo-hyun. Si trovava di fronte a un gran bel dilemma: correre per arrivare in aula, per cui era già in ritardo, o rimanere lì per non perdere l'occasione di stare con un vecchio amico?
Fu proprio questo vecchio amico a risolvere il suo dilemma.
«Sembri avere fretta. Vai, tranquillo. Non sparirò di nuovo.»
Proprio mentre stava per andarsene, Min-woo gli afferrò il polso, dentro di sé aveva davvero paura che sparisse di nuovo. Soo-hyun, intuendo la sua preoccupazione, gli sorrise e lo tranquillizzò: «Stasera, alle 20, al nostro solito posto.»
Min-woo, allora, lasciò la presa permettendo all'altro ragazzo di andare per la sua strada. Lui, però, rimase lì a guardare la schiena di una persona nuova, ma ancora così familiare, e lo schermo del suo telefono, che mostrava chiaramente che avrebbe dovuto iniziare a correre.
Mentre correva, iniziò a ripensare agli avvenimenti di quella mattina. Com'era possibile che tutto ciò fosse accaduto nel giro di quaranta minuti? Questa... è sfortuna o fortuna?
*********
Che dite? Voi come avreste reagito nei panni di Min-woo? Secondo voi, perché Soo-hyun è tornato in città? E soprattutto, è stato un caso questo incontro? 🤔🤔
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