Capitolo 36
Louis POV's
Finalmente le vacanze di Pasqua erano alle porte! E questo voleva dire niente scuola, niente sfigati in giro e soprattutto niente compiti.
Presi la tazza con dentro il caffè e bevvi a piccoli sorsi.
Quel caffè era talmente bollente che mi stavo ustionando la lingua e chiamare subito i vigili del fuoco, ma cosa c'è di male di una buona tazza di caffè caldo in una mattina così fredda?
Misi le ciabatte e mi avvicinai alla finestra per guardare il mondo là fuori.
La nebbia copriva tutti i palazzi e le macchine della città e non riuscivo a vedere nemmeno la macchina di mia madre parcheggiata davanti casa.
Era brutto non vedere niente, però lo trovavo...tenero!
Chissà com'è bello baciare la propria ragazza in mezzo alla nebbia che copre tutte le figure.
E a proposito di baciare la propria ragazza, mi era venuto in mente la ragazza che mi aveva fatto perdere la testa:Martina.
Era passata una settimana da quel litigio per colpa di un pervertito che le aveva messo le mani addosso e volevo fare di tutto per chiarire le idee con Martina, ma a causa del mio comportamento un pò troppo impaziente e irritante, l'avevo aggredita dicendo cose che nemmeno pensavo.
Infatti ogni volta che la chiamavo al telefono, lei non rispondeva, oppure quando ci vedevamo nei corridoi della scuola, non facevamo altro che ignorarci.
All'improvviso il mio telefono squillò e così andai a vedere chi mi aveva chiamato.
Non ci potevi credere, Martina mi aveva chiamato?
Ma allora i miracoli esistono veramente!
Aspettavo tanto una sua telefonata per vedere se dava segnali di vita o meno!
La richiamai e fortunatamente lei mi rispose...
Io:"Martina, mi hai chiamato?"
Martina:"Beh sì..."
Io:"Cosa mi devi dire?"
Martina:"Se ti ho disturbato, ti chiamo dopo o non ti chiamo proprio..."
Io:"No no, non mi hai disturbato! Dai, cosa mi devi dire?"
Martina:"Niente, volevo solo augurarti buona Pasqua..."
Io:"Oh grazie, anche a te!"
Martina:"Okay..."
Io:"Stai piangendo?"
Martina:"Sì, ma non ti preoccupare, non è nulla."
Io:"Va bene. Io ora devo chiudere, passa una buona Pasqua."
Martina:"Col cavolo, ma grazie lo stesso."
Io:"Va bene, ciao."
Spensi il telefono e mi sdraiai sul divano.
Pensare quei singhiozzi che Martina emetteva al telefono, mi rendeva triste e volevo a tutti i costi andare da lei e abbracciarla forte.
Ma l'idiota sono stato io perché invece di consolarla, me ne sono un pò fregato.
Andai in camera e giocai alla PlayStation per distrarmi un pò.
Martina POV's
Che figura piangere al telefono con Louis, il mio scopo era di chiamarlo per sentire la sua voce e il suo respiro che penetrava attraverso l'altoparlante e io come una sciocca mi metto piangere?
Mi aveva chiuso pure il telefono in faccia per non sentire i miei singhiozzi paranoici!
Tutto questo mi faceva arrabiare e pensare di non averlo più vicino a me, mi rendeva triste e colpevole.
All'improvviso sentii la porta d'ingresso della casa scricchiolare e poi sentii mia madre gridare.
Presa dal panico, uscii dalla camera e mi affacciai alle scale e vidi un uomo alto con un giubbotto in pelle che abbracciava mia madre e le baciava la guancia.
Mia madre si era trovata un uomo e non mi aveva detto niente?
Quest'uomo mi guardò e mi sorrise e io lo salutai muovendo la mano...
Mia madre:"Ti ricordi di lei?"
L'uomo:"Certo che me la ricordo!"
Mi conosceva? Allora io perché non conoscevo lui? Chi era? Avevo la testa piena di domande che navigavano dentro il mio cervello.
Scrutando il suo viso, notai che io avevo i lineamenti simili ai suoi e anche il colore degli occhi erano uguali ai suoi...
L'uomo:"Ma sì, lei è la mia piccola fanciulla."
All'improvviso vidi davanti a me la scena di mio padre che mi portava sull'altalena e ogni volta che da piccola dovevo giocare con qualche bambino, lui diceva sempre:"Lei è la mia piccola fanciulla."
Quella frase, i lineamenti simili e lo stesso colore degli occhi, mi avevano fatto pensare che lui era mio padre...
Un momento, LUI ERA MIO PADRE? QUELL'UOMO CHE SETTE ANNI FA MORÌ IN UN INCIDENTE AEREO?
Mia madre:"Tutto bene, tesoro?"
Io:"Io.. vado un secondo in camera."
Entrai in camera e chiusi la porta a chiave.
Mi affacciai alla finestra e guardai le nuvole.
Volevo assolutamente vendicarmi di mio padre, per tutto il male che ci ha provocato per la sua presunta morte e per tutti quei tagli al polso che io, Sissy e mia madre facevamo.
Oh papà, la vendetta è arrivata!
-SPAZIO AUTRICE-
Hola people, questo è il trentaseiesimo capitolo!
Dopo sette anni il padre di Martina ritorna dalla sua famiglia e Martina non digerisce il fatto che sia tornato dopo così tanto tempo.
Secondo voi, chiariranno o gliela farà pagare cara?
E Louis e Martina avranno anche loro il modo di chiarirsi?
Beh lo scopritete presto!
Un bacio ♡♡♡
-Marty.
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