Chapter 3.
Eren's pov.
Passarono due ore da quando ero entrato in classe, per fortuna il professore Eld aveva smesso di parlare della matematica e delle parabole di cui non riuscivo a capire mai il loro funzionamento, quando finirono le lezioni mi girai esausto verso Armin apoggiando la testa nella sua spalla tirando un lungo sospiro.
"Tu ci hai capito qualcosa di queste parabole? Che se la colleghi ad A diventa più alta rispetto a B?"
Disse con un tono di divertimento sapendo che non avevo ascoltato quasi nulla di quella lezione sentendolo ridacchiare così mi alzai dalla sua comoda e minuta spalla lanciandogli una pallina di carta che feci al momento e mi alzai prima che mi potesse prendere con la mia stessa arma che avevo costruito.
"No e ora andiamo che Mikasa ci aspetta in giardino, Mr.Einstein."
Misi il quaderno e libro di matematica dentro lo zaino insieme all'astuccio mettendomi lo zaino in spalla e andai al fianco del biondo ed uscimmo dalla classe salutando i nostri compagni alzando un elegante dito medio a Jean e a Reiner i quali non facevano altro che prendermi sott'occhio per qualsiasi cosa io facessi, li odiavo con tutto il mio cuore.
Camminammo lungo il corridoio lasciando ogni tanto un saluto hai nostri professori che vedemmo nelle altre aule a fare la pausa o a prendere i rispettivi caffè a gruppetto davanti alla macchinetta infondo all'uscita.
Quando arrivammo al giardino della scuola che era riposto dietro ad essa, in lontananza vidimo Mikasa che ci aspettava al nostro ormai tavolo posto al fianco di una ringhiera piena di foglie rampicanti con delle rose rosse che non accennavano mai di spegnersi o appassire, segno che sono state e sono tutta molto curate.
"Ma dove eravate? Io sono uscita un'ora prima perché non ne potevo più di sentire quelle dannate parabole sempre sempre nelle sue parole.
Disse Mikasa anche lei esasperata da quella lezione, uno ad uno tirammo fuori il nostro pranzo e come ormai da 'rito' ognuno diede il proprio pezzo di merenda all'altro per poi scoppiare entrambi in una grande risata pensando ancora che quel lato bambinesco che tutti e tre hanno sempre avuto, nonostante fossero grandi non era affatto sparito ma a loro andava bene così.
"Allora voi che avete fatto durante le vacanze? Io sono stata dai miei nonni e si Armin devi ancora dirmi come è andata con Annie."
Mikasa addentò il suo panino mentre guardo dritto negli occhi Armin che cerco in tutti i modi da sfuggire da quella situazione facendo finta di essere molto interessato al fazzoletto rosso a quadretti bianchi che era posto sotto al suo vassoio.
"B-Bene..siamo stati da mio nonno per alcuni giorni e poi siamo andati al mare, ho scoperto che a lei piacciono molto le conchiglie, ne ha prese molte lungo la riva."
Disse con una scintilla che potrei vedere chiaramente negli occhi così sorrisi felice per lui che ci stava provando, era stato fin da sempre timido e chiuso anche quando era bambino, faceva fatica a fare amicizia o anche a parlare e dire la sua ma col tempo grazie anche al nostro aiuto era riuscito a levarsi dalle spalle questo grande masso che aveva.
"Secondo me, dagli un mese e sarà tutta tua."
Dissi prenendo con le labbra la cannuccia dentro alla Sprite che mi ero portato da casa e nonostante lo sguardo di disapprovazione del biondino nel guardarmi a bere quella 'robbaccia' come dice lui, senti Mikasa parlare dopo di me.
"Anche secondo me, sono una sua grande amica quindi se vuoi un aiuto io e anche Eren siamo qui, è difficile da avvicinare ma sono sicura che ci riuscirai."
Mikasa aveva sempre avuto questo lato da 'mamma' per noi due ovviamente non esageramente perché anche lei sapeva che eravamo abbastanza adulti per decidere per noi stessi, ma non ha mai tolto quello sguardo premuroso che dava solo a noi e rare volte anche hai nostri compagni di classe, è un po' la mamma chiocciola del gruppo, come la chiamiamo tutti.
"Grazie ragazzi, te Eren invece?"
Guardai entrambi mentre giocai con la mia cannuccia piegandola più volte per poi buttarla nel cestino al mio fianco assieme alle altre cartacce sia mie che loro, tirai un sospiro e mi tirai indietro con un gesto della testa il ciuffo di capelli che avevo nella fronte.
"Sono stato a casa e ho scritto e letto molto, bello vero?'
Dissi sarcasticamente sentendo le risate degli altri e sorrisi involontariamente anch'io, quella estate era stata particolarmente tranquilla senza molte uscite, con il troppo caldo non avevo molta voglia di mettere piede fuori casa ma invece di leggere molti libri e mangiare schifezze davanti alla TV.
Li vidi parlare del più del meno così li guardai e appoggiai il mio viso contro una mano guardando il prato brillante che rifletteva sotto hai raggi del sole, ricordandomi di quando per mia fortuna, erano diventati miei amici.
Ero al parco insieme a mia madre mentre ero sopra alle sue gambe che mi leggeva uno dei tanti libri che mi aveva regalato per il mio compleanno, avevo la testa apoggiata sopra al suo petto quando senti una palla venirmi incontro sopra al mio grembo così sobbalzai prenendola con la mia manina e scesi dalle gambe della mia genitrice vedendo una bambina e un bambino davanti alla altalena.
Mi avvicinai lentamente a loro tirando un lento calcio alla palla per farla andare contro di loro vedendo che si guardarono e si avvicinarono a me prenendomi per mano e mi portarono nel loro rifugio sotto ad un piccolo albero.
Lo guardai curioso e sorrisi presentandomi a loro come Eren, scoprì poi che la bambina si chiamò Mikasa e il bambino Armin, giocammo tutta la serata a palla, anche la mattina dopo, insieme hai giorni avvenire, finché non eravamo diventati un trio di amici molto unito, tutto nato da una sciocchezza ma che quella sciocchezza, era nata davvero una bella amicizia.
Senti una mano sventolarmi addosso al mio viso così sobbalzai ritirandomi indietro con la schiena guardando i due che avevano uno sguardo interrogativo su di me così io feci finta di nulla guardando da un'altra parte vedendo in lontananza di nuovo il corvino e i due ragazzi che avevo visto prima, lo continuai a guardare sentendomi in colpa di non averlo salutato ma senti una Mikasa e un Armin parlarmi di nuovo.
"Terra chiama Eren, ripetiamo terra chiama Eren."
Dissero entrambi insieme da farmi rigirare il volto e guardarli come se non fosse successo nulla, presi il mio zaino e me lo misi in spalla inventandogli una scusa senza nemmeno guardare la loro reazione e mi alzai dalla panchina andando verso il corvino sorpassando alcuni studenti.
"Levi!"
Dissi avviciandomi a lui guardando i suoi due amici andare via prima che potessi salutare anche loro, lo guardai offrendogli un mio sorriso mettendo una mano lungo la spallina dello zaino posta nella mia spalla.
Lo vidi girarsi e notai il suo sguardo sorpreso e allo stesso tempo divertito, mi salutò con un cenno dalla testa mettendosi sotto al braccio un libro che a quanto pare era di chimica.
"Ciao Eren che ci fai qui?"
Disse guardandomi e si spostò lungo l'entrata che dava nel giardino siccome passava molta gente una dietro l'altra chi per studiare o per mangiare, lo guardai e mi arrotolai una manica attorno alla mia mano, nervoso.
"Niente volevo solo salutarti, siccome stamattina non l'ho fatto come si deve."
Dissi sarcasticamente vedendolo sorridere leggermente così mi guardai le scarpe poi alzai lo sguardo guardando l'ammasso di studenti che c'era al centro del giardino, chi stava seduto nelle panchine o a terra.
Mi girai per guardarlo ma lo vidi già vicino all'uscita così allungai solo un piede nella sua direzione facendo un lieve broncio siccome sembrava che voleva scappare sempre quando inziavo a parlare.
"Avremo tempo e modo per parlare, a presto Jeager, questa volta prometto."
Disse facendo il gesto del militare ponendo una mano sulla fronte per poi levarla così lo guardai e sorrisi sarcasticamente guardandolo allontanarsi sempre di più fino a sparire.
"Presto.."
Sussurrai tra me e me, riandai da Mikasa e Armin vedendoli confusi ed ignorai le loro mille domande che subito mi fecero, riandai in classe assieme a loro e quando entrai tirai un lungo sospiro vedendo Jean e Reiner sopra al mio banco.
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