Chapter 24.
Levi's pov.
Rimasi appoggiato con la testa nell'incavo del suo collo mentre avvertì le sue mani accarezzarmi la nuca rasata facendomi chiudere gli occhi, feci scendere le mani nei suoi fianchi toccando la sua pelle che al mio tocco sentì apparire dei leggeri brividi, sorrisi lievemente tirando un sospiro di sollievo circondandolo con le mie braccia, questo ragazzo mi sta facendo provare cose che mai avevo provato prima e questo mi fa molta paura, non sa ancora che è in pericolo quando sta con me, non sa nulla.
Dopo un po' alzai il viso e incontrai i suoi occhi, quei smeraldi che riuscivano a brillare anche nel cuore della notte, sentì il suo cuore battere all'impazzata, forse fin troppo, preoccupato misi una mano lentamente sopra al suo petto per poi guardarlo negli occhi con le sopracciglia corrugate sentendo che mise la sua mano sopra alla mia stringendola.
"Tranquillo è un problema che ho, ho La Fascia di Kent che questo comporta che ho un piccolo muscolo nel mio cuore che non ci dovrebbe essere, comporta ad appunto battiti troppo elevati e stanchezza improvvisa anche se faccio un metro di camminata, scusa se non te lo avevo detto prima."
Lo guardai sgranando di poco gli occhi sentendo che a poco a poco il suo cuore si tranquillizzò sotto il mio palmo, accarszzai quel punto per poi salire con la punta del dito nelle sue labbra che strofinai con esso, avevo notato alcune volte anche a scuola mentre facevamo ginnastica con le altre classi e anche con la sua, quando facevamo la staffetta lui era sempre ultimo e correva sempre meno degli altri, avevo pensato che semplicemente non aveva voglia quando c'era tutt'altro dietro quel motivo.
"Non è grave giusto? Ti fa male quando cammini? O quando dormi?"
Dissi sentendo la presenza di Paura accanto alla mia spalla, e se avessi perso anche lui? Cosa avrei fatto? In queste settimane era successo tutto così in fretta, il suo incontro a scuola e alle lezioni, il bacio, la pioggia, lui, non mi ero mai sentito così e mi ero lasciato trasportare dalla sensazione che provavo ogni volta che stavo con lui o quando lo incrociavo per i corridoi, sicurezza.
"No tranquillo ehi, non è una cosa gravissima ma comunque devo fare dei controlli ogni tanto, non preoccuparti io sto bene non devo solo fare forzi eccessivi, tutto qui."
Sussurrò prendendo il mio viso con entrambe la sue mani, annui lentamente appoggiando la fronte contro la sua quando sentimmo una voce provenire dalla cucina un po' ovattata a causa della porta chiusa, gli riabbassai la felpa e lo aiutai a scendere dalle mie gambe per poi rientrare percependo subito che quella voce fosse di sua madre.
"Ragazzi entrate! Fuori fa freddo! Ahhh non riesco a dormire quindi che ne dite se guardiamo un film? C'è anche la luna piena stanotte!"
Richiusi la porta vedendo Eren appoggiarsi dallo stipite della colonna in cucina a guardare sua madre con un leggero sorriso, mi misi dietro di lui incrociando le braccia e ascoltai la sua voce che stava canticchiando una canzone che già avevo sentito, mi avvicinai ancora di più con la testa verso il corridoio per sentire quella melodia.
"Tell me something, boy
Aren't you tired tryin' to fill that void?
Or do you need more?
Ain't it hard keepin' it so hardcore?
I'm falling
In all the good times I find myself longing for change
And in the bad times, I fear myself.
I'm falling
In all the good times I find myself longing for change
And in the bad times, I fear myself
I'm off the deep end, watch as I dive in
I'll never meet the ground
Crash through the surface, where they can't hurt us
We're far from the shallow now."
Sorrisi lievemente anch'io quando riconobbi la canzone, Shallow, pensai fra le e me, la conoscevo perché era la canzone che avevo messo per i miei diciotto anni, appena rientrai in casa venni assalito da Falran, Isabel, Mike, Erwin e Hanji in un grande abbraccio cantando a squarciagola quelle note sapendo che era una canzone a cui tenevo molto e che mi piace tutt'ora.
"Sai, Shallow me la cantava sempre ogni sera per farmi addormentare, non riuscivo mai a dormire ma quando mi prendeva in collo inziando a cantare quelle parole, mi addormentavo come un piccolo ghiro."
Disse Eren storcendo di poco la testa vedendo il suo sguardo d'amore verso la propria madre, lo guardai accarezzandogli la schiena come per dargli supporto e presi un grande sospiro, anch'io volevo guardare con quei occhi mia madre, magari cantare insieme a lei per una ultima volta o guardarci negli occhi mentre cantiamo a squarciagola una canzone inventata da noi in quel momento, rivederla un'ultima volta.
"Ouh- Ragazzi! Eccovi siete rientrati, dai venite e Levi poco prima mentre stavo guardando nel nostro cassettone pieno di DVD, ho ritrovato The Shining la versione originale! Venite venite avanti."
Disse facendoci segno con la mano di avvicinarsi, guardai Eren che aveva uno sguardo di terrore sugli occhi forse ricordando del film così ridacchiai leggermente ricevendo da parte sua una spallata mentre ci misimo comodi sul divano tutti e tre, partì il film e spense le luci così mi misi con la testa appoggiata sopra a quella di Eren mentre quest'ultimo si nascose nel mio collo appena partì la prima scena.
♡
"Mamma, ho detto spegni quella dannata TV! Non te lo ripeterò un'altra volta!"
Urlò Eren guardando male la madre che al contrario rise e annui mentre levò il DVD e lo rimise al suo posto dentro al grande cassettone che si trovava sotto la TV, il film era appena finito ed Eren per quanto aveva stretto forte il mio braccio potevo sentire tutta la mia spalla formicolarmi.
Ridacchiai appena alla sua faccia spaventata lasciando un dolce bacio fra i suoi capelli sentendomi di nuovo osservato, vidi con la coda dell'occhio che sua madre ci stava guardando così lentamente mi staccai e coprì Eren con la coperta come un piccolo involtino.
"È stato bellissimo! Ogni volta che guardo questo film non faccio altro che innamorarmi sempre di più di Stephen, non è vero Levi?"
Vidi che si girò verso di me con dei occhi brillanti e color nocciola e solo ora la potei notare davvero, aveva i capelli sciolti che le ricadevano dolcemente sopra le sue spalle muovendosi di continuo per i suoi movimento, dei lineamenti delicati e un po' asiatici e molto femminili cosa che anche Eren aveva ripreso, un corpo slanciato e notai prima in cucina che ero poco più alta di lei, annui sorridendole mentre rilassai le spalle contro il divano.
"Si le do ragione, la prima volta ne rimasi terrorizzato quando lo vidi ma crescendo ho potuto capire la sua bellezza anche per il modo in cui fa capire la psicologia del padre del bambino, mi colpisce ogni volta."
Dissi guardandola sentendo che anche lei disse la stessa mia cosa, volevo rimanere a parlare per ore con lei di Stephen e di tutti i meravigliosi libri che aveva fatto ma vidi dal mio orologio al polso che era quasi mezzanotte e mezza quindi la guardai ringraziandola e mi alzai vedendo subito quella zazzera castana alzarsi dal divano a sua volta.
"È molto tardi Eren e domani avete entrambi scuola, è stato un piacere averti qui Levi sei sempre il benvenuto."
Sua madre si avvicinò per darmi un lieve e breve abbraccio che mi fece rimanere spiazzato al momento, poche volte ricevevo degli abbracci e quando sua madre mi strinse a sé per poi lasciarmi annui lentamente ringraziandola della serata e dell'invito a bassa voce ancora un po' sorpreso per quello che era successo.
La salutai quando se ne andò di nuovo di sopra dicendo ad Eren per l'ennesima volta che era tardi e doveva andare a letto, ridacchiai quando venne davanti a me con un piccolo broncio tenendosi il lungo plaid che aveva nelle spalle, presi dall'attaccapanni il mio capotto lungo nero che mi misi insieme hai quanti sentendo una tramontana arrivare quando aprì appena la porta.
"Quando avremmo di nuovo le lezioni..ti va di venire a casa mia? Così conosci anche il mio di pianoforte oltre alla mia umile dimora."
Dissi sarcasticamente guardandolo ridere ed annuire timidamente abbassando lo sguardo, gli presi il mento con due dita e glielo rialzai lentamente lasciando un dolce bacio nella sua fronte sentendo che mi abbracciò subito dopo, avvolsi la sua vita fra le mie braccia rimanendo in quella posizione fetale per un po' per poi staccarmi, gli accarezzai la guancia con il pollice aggiustandogli la coperta nel collo per non fargli prendere freddo.
"Allora buonanotte Eren..a presto e dormi bene."
Sussurrai e sentì che mi disse con un lieve sussurro 'dormi anche te Levi..buonanotte.' vedendo però che aveva uno sguardo triste, quasi malinconico, non feci in tempo a chiedere cosa gli era preso che chiuse la porta lasciandomi fuori con il forte vento che passava in quel momento fra le strade, volevo risuonare il campanello ma era tardi, vidi delle piccole nuvolette di fumo quando mi accesi un'altra sigaretta inziando a prendere la strada per tornare a casa.
♡
Sorrisi lievemente quando da abbastanza vicino potevo scorgere la mia piccola e accogliente casa, mi ricordo ancora di quando la avevo appena presa, avevo venti anni e non stavo nella pelle di avere una casa tutta per me e arredarla come sempre avevo sognato, era infondo a tutte le altre ma era il posto più bello del quartiere, dietro essa avevo un giardino con un telescopio vicino alla terrazza che dava sul pratino che molto spesso usavo per guardare le stelle o semplicemente il cielo di notte, mi tranquillizzava molto.
Un paio di passi e la porta era davanti a me, inalai gli ultimi secondi di nicotina per poi inspirarla fuori attraverso il mio naso e buttai nel cestino la chicca prendendo le chiavi di casa, aprì e subito l'odore familiare di gelsomino e cannella mi riempì le narici, chiusi la porta dietro le mie spalle e mi tolsi il cappotto mettendolo sopra al mobile accanto ad essa e le chiavi nel piatto di ceramica ricordandomi ancora di quando lo feci con le mie mani da piccino assieme a mia madre, mi avvicinai e vidi subito Freddie venirmi incontro.
"Ehi piccolo, ti sono mancato? Anche te a me."
Lo presi in collo e sorrisi lievemente quando mi strisciò contro la mia testa la sua testolina dandomi tanti bacini nella guancia, gli lasciai alcune carezze nella testa assieme un bacio e lo misi a terra avviciandomi verso la cucina prenendogli uno stick mettendoglielo nella cuccetta lasciandolo mangiare.
Andai in salotto guardando li tutto solo il mio pianoforte il quale era da due settimane che non suonavo, mi avvicinai lentamente e mi misi seduto nel grande sgabello e lo aprì, subito la luce lunare si andò a posare nei tasti bianchi e neri che pregavano che li toccassi e suonassi a mio più totale piacere, guardai i spariti di mia madre nel leggio prenendoli tutti assieme.
Sorrisi malinconicamente riguardando tutte quelle note che ricordavo a memoria ma che per mesi e mesi avevo cercato di riprodurle ma nel ritornello, le mie dita si fermarono automaticamente facendomi sempre alzarmi e non pensarci più, vicino a questi vidi lo spartito di Clair de Lune di C. Debussy ovvero quello che avevo suonato assieme ad Eren, quella fatidica sera.
Lo misi spora a quelli di mia madre volendo suonare ancora, ancora senza mai fermarmi, appoggiai delicatamente le mie dita nei primi tasti che dovevo suonare e quando le mie dita si mossero sentendo già le prime note, sentì il mio cuore andare a ritmo con quella melodia, le mie dita si mossero da sole al fruscio di quelle note che mi passavano davanti al viso mentre guardavo una foto di me ancora pargolo risposta sopra al camino a pochi centimetri da me, in braccio alla mia genitrice.
Continuai a immergermi nella musica e suonare il pezzo di quello spartito per molto finché un ricordo doloroso per il mio ormai vecchio cuore mi fece togliere immediatamente le mani dai tasti bianchi che invece avevano bisogno ancora del mio tocco, mi guardai le mani che strinsi in due pugni sospirando non capendo perché non arrivavo mai alla fine di uno spartito, nel piano di Eren ci ero riuscito ma quando suonavo con il mio, succedeva sempre la stessa e identica cosa.
Avevo ricordato del primo giorno in cui avevo preso questo piano, della prima volta che lo suonai dove c'era assieme a mia madre, anche mio zio Kenny, perché mi ha abbandonato? Perché mi ha dovuto lasciare nel cipiglio della strada quando un attimo prima avevo assistito da solo alla morte di mia madre? Pensai a questi ricordi, a quando mi sorrise con le lacrime agli occhi e era troppo per me, troppo a tal punto di farmi smettere di suonare e volevo che questo blocco andasse via al più presto.
Mi tirai i capelli indietro e sospirai pesantemente piegando il piccolo sportellino così da chiudere del tutto la tastiera ed mi alzai prendendo quello sparito assieme a quelli di mia madre che erano sopra alla superficie lucida del piano mettendoli attorno ad un elastico che andarono a finire nella mia borsa che lasciai accanto al divano così da ricordami la mattina successiva.
Attraversai il lungo corridoio pieno di miei ricordi assieme a foto o i trofei che presi nelle gare di pianoforte per poi salire le scale passo dopo passo arrivando nel mio amato rifugio ovvero la camera, lasciai la porta aperta sentendo subito Freddie entrare e mettersi nella sua cuccetta affianco al mio letto, mi spogliai mettendo i vestiti sopra alla sedia e mi lasciai in boxer andando a stendermi coprendomi con le lenzuola fin sopra hai fianchi.
Chiusi la luce e provai ad addormentarmi quando sentì il telefono vibrare sopra al comodino, lo guardi confuso alzando il viso e lo presi mugolando infastidito quando la luce alta del display mi si parò proprio davanti agli occhi, cercai di capire chi era quando sobbalzai aprendo maggiormente gli occhi capendo dalla foto del contatto che era Eren, come aveva avuto il mio numero? Pensai mentre aprì il messaggio.
"Ehi Levi..scusa se ti scrivo a quest'ora, ti starai chiedendo come ho avuto il tuo numero e si non riuscivo a tenertelo nascosto per molto ma è stata Hanji! Aveva insistito perché lo avessi anche se non volevo anche per tuo rispetto..quindi scusami e beh questo è il mio.. comunque grazie per stasera, mi ha fatto bene stare con te.. buonanotte."
In quel momento volevo prendere a schiaffi Hanji ma le mie labbra si incurvarono per un sorriso leggendo quel messaggio, decisi di non rispondere volendogli parlare domani e mi rimisi steso spegnendo il telefono mettendomi a pancia in sù guardando il soffitto, anche a me aveva fatto star bene stare con lui e più ci stavo più volevo starci sempre di più, avevo paura di questa sensazione perché non so e non saprò come gestirla ma ci voglio provare, voglio provare a non fallire questa volta.
Mi misi di fianco mettendo entrambe le mani sotto al morbido e soffice cuscino facendoci sprofondare la mia testa, guardai dalla finestra infondo davanti a me con occhi socchiusi il cielo blu notte con mille stelle in esso che lo rendevano ancora più unico e brillante, sorrisi lievemente mentre mi addormentai avendo in mente quei piccoli punti di luci così minuscoli ma allo stesso tempo così immensi.
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