Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Chapter 18.

Eren's pov.

Il giorno dopo avevo deciso di uscire assieme ad Armin e Mikasa per fare una passeggiata per tutta la città e fare anche un salto al parco in cui andavamo sempre quando eravamo piccoli, dopo la scorsa notte avevo dormito qualcosa in più fortunatamente, non molto ma abbastanza per affrontare la giornata, o almeno ci provavo.

Eravamo andati al centro guardando alcuni negozi che erano aperti e poi abbiamo corso fino alla grande fontana che c'era affianco al nostro bar dove andavamo di solito lanciando una monetina per esprimere un desiderio, una leggenda che conoscevo di questo gesto era che dovevamo lanciare una monetina mettendoci di spalle alla fontana, tenendo gli occhi chiusi e con la mano destra sulla spalla sinistra, avrà la garanzia di tornare nella Città Eterna.

Eravamo tutti e tre indecisi su dove andare, Arm preferiva restare a casa a guardare un film o qualche serie TV sotto le coperte, Mikasa che voleva fare shopping fino alle nove di era e infine io che decisi di andare al parco la quale era l'unica opzione ovvia e soprattutto più facile in quel momento, ci eravamo fermati al parco dove in questo orario del pomeriggio non c'erano molti bambini anche per il fatto che era nuvoloso e fra non molto sicuramente avrebbe piovuto e anche molto.

Ridacchiai leggermente quando vidi Mikasa che corse attorno ad un albero e Armin la seguì da dietro per poi prenderla a sé iniziando a fargli il solletico nei fianchi ben sapendo che era uno dei suoi punti deboli, mi avvicinai e con l'ombrello chiuso che avevo in mano siccome era un po' nuvoloso, li separai sospirando e andammo a sederci su una panchina che dava davanti al grande lago guardando quella distesa di acqua enorme.

Sentì le loro teste che si appoggiarono su ognuna della mia spalla così sorrisi leggermente allacciandomi il giacchetto paravento di un verde chiaro e mi misi l'ombrello in mezzo alle gambe per tenerlo, amavo quei momenti di tranquillità assieme a loro a fare gli scemi per le strade della città, mi era mancato davvero molto stare con loro in questo modo.

"Armin approposito, domani ho sentito che c'è la verifica di storia? Non è vero, vero? Dimmi che è solo una voce che gira ti prego."

Dissi subito preoccupato pensando su cosa dovevo studiare, non ero andato a scuola ieri e questo è vero ma ogni tanto i due qui presenti mi tenevano in aggiornamento su cosa c'era da fare o da studiare ma in questi giorni non mi hanno detto nulla, quindi speravo che quello che ho letto nel gruppo della scuola sia solamente una ipotesi.

"Si è vero, il professore Pixis ce lo ha detto oggi, scusami se non te l'ho detto prima ma insieme a Mika avevamo cose da studiare."

E quando sentì quelle parole mi sentì completamente arrabbiato contro il mio migliore amico, diedi una leggera gomitata ad entrambi di loro nelle loro teste e mi alzai di scatto facendoli andare a sbattere contro di loro guardandoli innocenti.

"Grazie amori ora mi sento molto meglio perché avrò poche ore per studiare! Grazie davvero!"

Dissi sarcasticamente con un tono felice e feci una giravolta girando su me stesso, sospirai massaggiandomi le tempie con le dita cercando di calmarmi, potevo tranquillamente trovare una scusa e andarmene prima e avremmo finito il giro della città in un altro momento, si avrò fatto così.

"Va bene va bene! Ci dispiace d'accordo? Se vuoi quando torni a casa ti mandiamo le foto dei nostri schemi così sarai più avvantaggiato."

Disse Mikasa e io sorrisi maleficamente e feci ridere i due per quella mia espressione e risi anch'io sentendo una goccia cadere sopra hai miei capelli così confuso alzai il viso e me ne cascò una proprio sopra alla mia guancia così sobbalzai togliendola con il dito e riabbassai lo sguardo guardando i due, a piccole gocce, a poco a poco si trasformarono in piccole e fitte gocce che mi fecero aprire l'ombrello.

"Ragazzi sta piovendo, voi ora andate a casa, il giro lo riprenderemo un'altro giorno d'accordo?"

Dissi guardandoli, li vidi annuire a malincuore ma tutti e tre odiavamo girare per la città con la pioggia perché non si sarebbe visto nulla e l'atmosfera sembrava più triste, gli diedi un forte abbraccio assieme ad un bacio nella guancia ad ognuno e li vidi correre con il giacchetto di Mika sopra alle loro teste per ripararsi dalla pioggia, ridacchiai a quella scena tanto buffa, soprautto per il modo che avevano di correre.

Alzai lo sguardo leggermente volendo guardare il cielo in che stato era in questo momento, aveva cambiato colore e tutto si è trasfigurato sotto la luce calda e terribile, il vento si è placato, tutto è rimasto immobile,
come sospeso nel tempo e nello spazio, sembrava che un peso enorme si fosse
appoggiato sul paese che brillava sotto l'insolita atmosfera.

Girai dalla parte opposta in cui andarono e mi incamminai per le strade del parco guardando tutti i bimbi che c'erano in quel momento scappare via ma solo due rimanerono, si misero a saltare sopra a delle grandi pozzanghere che si erano create con i loro piccoli stivali di gomma.

Mi venne in mente un giorno quando ero insieme a Mikasa ed Armin, dopo che eravamo usciti dell'asilo, avevamo avuto una discussione e il primo a rompere quel silenzio che si era creato fra noi fu Armin, ci prese per mano come se non fosse successo nulla e corremmo fino a delle piccole pozzanghere che c'erano nella strada principale dove in quel momento non passava nemmeno una macchia e si mise a saltare sopra una buca piena d'acqua e noi lo seguimmo senza esitare.

Vedendo quei bambini e ricordandomi di quel giorno, mi scappó inconsapevolmente un sorriso, questo parco è come una parte della mia infanzia perché a quei tempi nella zona esisteva solo questo e invece oggi ne hanno fatti tanti altri anche nella cittadina affianco alla nostra e un'altro a pochi metri da questo ma noi avevamo un posto 'fisso' ed era e rimarrà sempre questo piccolo ma grande parco.

Andando più avanti, mi misi seduto su una panchina che era sotto ad un grande albero che mi riparava dalla pioggia, lo ringraziai mentalmente e richiusi l'ombrello mettendolo al mio fianco e mi guardai attorno sentendo solo il rumore della pioggia che picchiettava contro il terreno, è un ticchettio inconfondibile, ritmato, é una melodia è una frequenza, ogni volta diversa, che riesce a calmare il nostro cervello, l'effetto ci culla e facilita il sonno o risveglia la nostra immaginazione, avevo sempre amato quel rumore.

Sentì che la pioggia si fece sempre più forte così mi alzai riaprendo l'ombrello quando vidi che qualcuno si avvicino alla panchina poco distante davanti a me, la guardai e uscì un poco da sotto l'albero e sgranai gli occhi quando riconobbi quella figura, inziai a lacrimare da subito e un leggero tremolio si fece strada fra le mie mani.

"Levi.."

Sussurrai e lo guardai mettendosi seduto in essa, era ritirato in mezzo a tutta quella nube che si era creata per colpa della pioggia, dava l'idea di volersi isolare dal mondo esterno, molto probabilmente non mi aveva ma poco importava, richiusi l'ombrello e inziai a correre sotto la pioggia senza fermarmi mentre le lacrime mi scesero nelle guance assieme all'acqua della pioggia, le mie gambe si mossero da sole finché non arrivai dietro alla sua panchina e lo guardai.

Rimasi lì, immobile, a guardarlo come se fossi un fantasma che lo stava tormentando, so che dovevamo parlare, dovevamo chiarirci su quello che era successo e mettere un punto di fine o una virgola per continuare il nostro rapporto, mi morsi il labbro cercando di reprimere il pianto che voleva uscire dalla mia bocca ma mi lasciai uscire un singhiozzo che lo fece girare e alzare spaventato.

Lo vidi, il suo viso così delicato ma marchiato allo stesso tempo con una piccola cicatrice che andava a finire sopra l'occhio finendo nella guancia, smisi di piangere per un momento non avendola mai notata ma solo in quel istante, era sopreso nel vedermi e io senza dire nulla mi avvicinai e lo abbracciai nascondendo il viso nella sua spalla.

"Eren?..cosa ci fai qui?.."

Sussurrò mente sentì le sue braccia andare sotto hai miei fianchi per alzarmi leggermente così da avermi più vicino a lui e avvolgermi completamente, scossi la testa staccandomi dalla sua spalla tirando su col naso cercando di smettere di piangere asciugandomi il viso con la manica del giacchetto.

"Mi dispiace per essere sparito..mi dispiace per non averti cercato o essere venuto da te..mi dispiace se ti ho baciato io non volevo farlo e scusami se ti ho solo messo in confusione, mi dispiace se sono sparito nel nulla.."

Dissi con la voce ovattata dato che mi ero messo di nuovo contro la la sua spalla e rotta dal pianto che non cessò di smettere, ero così felice in quel momento quando sentì le sue braccia stringermi più forte a sé come da proteggermi da un qualcosa che non esisteva, mi lasciai cullare quando sentì che parlò dopo pochi secondi di silenzio.

"No Eren non sei te quello che si deve scusare ma io..sono stato un egoista del cazzo che è sparito proprio nel momento peggiore, non dovevo andarmene dopo quello che era successo davvero sono io quello che si deve scusare.."

Sussurrò e io alzai lentamente il viso e lo guardai per ogni minimo dettaglio guardando da più vicino quella cicatrice che aveva sopra l'occhio e ne trovai anche un'altra nel collo, ci misi un dito sopra sentendo un suo mugolio di dolore così mi scusai a bassa voce e tolsi il dito guardando poi quel viso, guardai anche i suoi occhi e scorsi quello sguardo, quello sguardo che mi sembrava che aveva perso qualcosa che per lui valesse tutto.

I suoi occhi, ogni volta che mi capitava di guardarlo negli occhi sentivo in me una vocina che diceva 'quando guardi bene negli occhi qualcuno sei costretto a guardare te stesso.', erano blu come il mare più puro, blu come il cristallo più lucido, blu come il cielo infinito in una notte ricoperta di stelle.

La sua mano si tolse dal mio fianco e con essa mi mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio che mi era caduta in viso, non staccando il suo sguardo da me, lo guardai anch'io per poi riabbracciarlo appoggiandomi contro il suo petto, non ero mai riuscito a guardare dritto negli occhi qualcuno per molto tempo, mi metteva a disagio e soprautto in imbarazzo e in quel momento mi sentivo più come nella seconda opzione.

"Davvero mi dispiace.."

Sussurrai di nuovo sentendo che però mi alzò il viso con estrema delicatezza come se avesse paura di rompermi, lo guardai e poco dopo sviai lo sguardo nei suoi capelli corvini che erano leggermente bagnati per via della pioggia, mi asciugò con il pollice la mia guancia destra facendo andare via le lacrime, ripetendo lo stesso gesto dall'altra guancia.

Nel frattempo sentì la pioggia bagnarci completamente sentendo i vestiti attaccarsi completamente a me, se ero in un'altra situazione in questo momento molto probabilmente sarei andato di matto e avrei sbattuto il mio ombrello da qualche parte e avrei chiamato mia madre per farmi venire a prendere, ma in quel momento, era l'ultima cosa a cui pensavo.

Guardai le sue labbra e i suoi occhi per poi distogliere di nuovo lo sguardo dal suo viso, se avessi rifatto di nuovo lo stesso gesto so che me ne sarei pentito e molto probabilmente se ne sarebbe andato e in quel caso non sarebbe più tornato, ho come la sensazione che si stia trattenendo per qualcosa che aveva paura o che non voleva che accadesse, ne volevo tanto parlare con lui ma le parole mi morirono in gola.

Tu guardi le stelle, stella mia, ed io vorrei essere il cielo per guardare te con mille occhi.

Dissi fra me e me guardandolo e sobbalzai quando mi prese la mano e se la mise sopra al petto accadazzandomi lentamente le nocche con le sue dita morbide e rovinate con delle piccole cicatrici che vidi che erano anche in quel punto, mi lasciai uscire qualche lacrima andando ad accarezzare cautamente quelle cicatrici sentendo in me il bisogno di sentire cosa gli era sucesso, cosa gli avevano fatto per avere tutte quelle cicatrici nel viso.

"Eren.."

Disse guardandomi negli occhi mettendo la mia mano lungo la sua guancia che presi ad accarezzare senza che me ne accorsi, potevo sentire i miei occhi rossi e gonfi dal pianto ma in quel momento capì una cosa, che era vero, il mio cuore saltava sempre un battito quando pronunciava il mio nome.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro