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Chapter 17.

Eren's pov.

Stavo dormendo tranquillamente nel mio letto quando sentì qualcuno che mi scosse leggermente la spalla e una carezza fra i capelli che mi fece girare il visoi lungo quella mano aprendo lentamente gli occhi guardando la figura davanti a me, sbattei più volte le palpebre per mettere a fuoco la situazione attorno a me.

"Eren svegliati.."

Sussurrò mia madre che vidi che era seduta nel mio letto mentre con una mano cercava di svegliarmi ancora di più scuotendomi di nuovo la spalla ma la fermai per poi rigirarmi dall'altra parte ma sentì che mi rigirò verso la sua parte guardandomi con un sopracciglio innalzato vedendo già il suo sguardo interrogativo.

"Eren è tardi devi andare a scuola."

Disse per poi alzarsi e aprì le persiane della finestra della mia camera facendomi sbuffare e rimettere la testa sotto al lenzuolo, mi rannicchiai come una pallina sentendo i suoi passi venire verso di me e me la levò di dosso sentendo subito il freddo assalirmi i piedi sapendo pian piano per le gambe e per finire lungo il mio petto.

"Mamma oggi non ci voglio andare, ci andrò un altro giorno ma perfavore lasciami in pace."

Dissi guardandola con uno sguardo supplichevole per poi ritornare con la testa appoggiata al cuscino guardando il corridoio che si intravide attraverso la porta semiaperta della mia camera, sentì il letto muoversi così non mi girai e mi misi le coperte fin sopra le mie spalle sentendo la sua voce che mi parlò.

"Eren hai detto che ci dovevi palrare, non puoi restare per sempre qui e lo sai anche te."

So che aveva ragione, so che dovevo alzarmi e andare a scuola senza fare polemiche ma la mia mente e soprautto il mio corpo non riuscivano a muoversi, era come se delle catene erano per tutta la mia figura e mi pregò di non alzarmi e di non fare nulla e il mio cuore non aiutò perché è da ieri notte che sento delle fitte in esso per le quali non ho dormito nulla.

"Lo so ma oggi non me la sento okay? Non ho nemmeno la forza di alzarmi quindi per oggi resto qui."

Tolsi lo sguardo che avevo nella porta e lo misi su mia madre che mi mise una mano nella fronte e l'altra nel cuore, in questo momento batteva all'impazzata facendomi diventare pallido e vedendo dei piccoli pallini bianchi nella mia vista, succedeva spesso soprattutto quando avevo questi battiti cardiaci elevati.

"Li hai molto alti..sei uscito ieri sera con Armin e Mikasa? Sei un po' caldo."

La guardai e scossi la testa mentre lei si alzò ed andò a chiudere leggermente le persiane vedendo subito il buio farsi presente nella mia stanza, anche se era poco, ero stato da sempre un dormiglione dove addirittura potevo dormire fino alle due e mezza del pomeriggio, forse facevo così per scappare da tutto quanto o era solamente stanchezza, in questo momento so che è la prima opzione, ovvero che sto cercando di scappare da tutto questo anche se so che non dovrei farlo.

"No siamo stati in casa..non siamo usciti e sarà sicuramente il freddo a farmi questo effetto non preoccuparti mamma, sto bene."

Dissi guardandola e gli sorrisi leggermente, la vidi guardarmi con il suo solito sguardo da mamma-confortevole-protettiva che mi aveva fatto sempre sentire al sicuro, mi mise le coperte infondo al letto e alzò solo le lenzuola che mise fin sopra la mia schiena e prese dal mio cassetto la scatola con le pillole che prendevo e si fermò davanti alla porta facendosi una coda di cavallo che lasciò cascare dolcemente sopra alla sua spalla destra.

"Io ora vado a farti un thè e devi prendere queste, non accaldati troppo o diventerai ancora più caldo, te intanto riposa arrivo in un attimo."

E a quelle parole la vidi sparire sentendo i suoi passi per le scale e poi il rumore svanì nel nulla, mi girai sul fianco destro guardando il mio comodino e vidi il libro che avevo sopra ed esso, si intitolava 'Il grande Gatsby' ed era in assoluto uno dei miei libri preferiti, mi ricordo ancora di quando dissi alla signora della biblioteca della scuola di lasciarmi da parte la prima copia che gli arrivava di quel libro, 'la biblioteca..' pensai, strinsi in un pugno la mia mano nascondendomi sotto al cuscino pur di reprimere quel ricordo.

(flashback)

"Possibile che tu sei in ogni posto in cui vado?"

Sobbalzai facendo cadere il libro che stavo leggendo entrando subito nel panico, mi girai e sentì il mio respiro bloccarsi quando riconoscei la sua voce, quella voce.

Lo guardai e mi abbassai per prendere il libro ma nello stesso momento lui fece la stessa cosa facendo sfiorare leggermente le nostre dita, lo ringraziai e mi rialzai tenendolo fra le mie braccia ricordandomi poi delle sue parole.

"Scusa se anch'io amo leggere signorino."

Dissi sarcasticamente con un lieve sorriso, mi guardò prenendomi per il polso e mi portò nell'angolo lettura con due poltrone, le mie guance arrossarono a quella presa e quando arrivammo mi misi a sedere affianco a lui.

"Ho già capito che abbiamo molte cose in comune e di questo sono felice, tutto bene si?"

Mi guardò mentre si sciolse il codino che aveva, i suoi capelli corvini vennero davanti al suo viso incorniciandolo, aveva degli occhi color ghiaccio con qualche sfumatura di grigio, una pelle candida assieme alle rosse e piccole labbra che ora mi stavano parlando, non mi ero mai soffermato a guardarlo nei minimi dettagli.

"Si tutto bene..e te?"

Dissi ritornando alla realtà appogiandomi al morbido schienale della poltrona, mi guardò per un momento per poi prendermi dalle mani il libro che avevo fatto cadere un attimo prima, quando sentì la campanella che segnava l'uscita di tutti che maledissi subito in quel momento.

"Si anch'io, spero di vederti più spesso qui in biblioteca, io ci vengo tutti i giorni."

Sentì il suo sguardo su di me così lo guardai anch'io ma poco dopo non c'è l'ha feci e abbassai lo sguardo nelle mie mani, non ero mai riuscito a guardare nessuno dritto negli occhi per più di qualche secondo se non mia madre, Mikasa e Armin, avevo questo vizio fin da quando ero piccolo.

"Lo spero anch'io..e dovresti andare, vedo che i tuoi amici ti aspettano fuori."

Vidi all'entrata della biblioteca la rossa e il biondino-cenere che aspettarono il corvino, mi alzai per andare a mettere apposto i libri sentendo che mi seguì, quando erano al suo posto mi girai guardandolo.

"Allora a domani Eren, spero che sarà una bella giornata per te."

Disse mettendosi la sua borsa a tracolla in spalla e mi scompigliò appena i capelli per poi andarsene, realizzai dopo un po' il gesto che mi fece e iniziai ad arrossire dalla testa hai piedi mettendomi le mani davanti al viso con un grande, enorme sorriso sul mio volto.

(fine flashback)

Strinsi in una morsa la fodera del cuscino potendo ancora sentire la sua mano fra i miei capelli che sembrava così delicata e dolce allo stesso tempo, volevo dormire per sempre ma appena chiusi occhi sentì di nuovo formarsi una buca nel letto così lentamente alzai il viso e il busto contemporanea mettendomi seduto.

"Ecco tieni, sono sicura che ti farà bene."

Disse porgendomi la mia tazza di thè hai frutti rossi e una pillola che misi nella lingua e con l'aiuto del thè, la mandai giù sentendo pian piano l'ansia sparire quando senti che effettivamente era andata giù completamente, senza che mi si fosse fermata da qualche parte nella gola.

"Mentre che il thè si faceva stavo guardando la posta ed è arrivata una lettera da parte di Armin non so cosa sia ma siccome sono curiosa volevo aprirla con te."

La guardai confusa cercando di riprendermi dal flashback che avevo avuto poco fa e presi dalle sue mani la busta che aveva in mano, vidi che era una vecchia busta delle lettere come quelle che si usavano una volta e questo punto va ad Armin, sapeva che ero molto all'antica e che delle vecchie lettere ne ero stato sempre innamorato, sorrisi leggermente quando la aprì e vidi una foto che raffigurava me, Armin e Mikasa da piccoli mentre per la prima volta imparavamo ad andare in bici, mi vennero in mente quei ricordi.

(flashback)

"Eren ti sei fatto male?"

Disse Mikasa avvicinandosi alla mia figura mentre io scossi la testa pulendomi nella piccola fontanella che c'era al nostro fianco, mi alzai e misi le mani nei miei fianchi e sospirai gonfiando le guance guardando anche Armin.

"Sto bene e ora andiamo da Armin! Ci sta aspettando!"

La presi per il polso e corremmo contro la figura del biondo che era vicino alla mia mamma che se ne stava tranquilla a guardarci facendo una risata ogni tanto quando tutti e tre ci sporcammo con il fango sotto hai nostri piedi.

Ognuno salì nella propria bici e lentamente facemmo passo per passo insieme e quando facemmo un piccolo tratto di strada facendo avanti ed indietro ritornando da mia mamma, esultammo felici correndo per tutto il parco e saltammo sopra alla panchina andando sopra le gambe di mia madre.

"Ma che bravi che siete diventati eh? Dai mettetevi in posa che vi scatto una foto."

E a quelle parole, ci misimo affianco alla nostra bici fieri di quel piccolo traguardo che avevamo fatto e dopo che sentimmo il flash della fotocamera, ci abbracciammo tutti e tre urlando un 'ce l'abbiamo fatta!' prenendoci per mano e rifacemmo un'altro giro tutti e tre.

(fine flashback)

Sorrisi malinconico guardando la foto che misi sopra al mio comodino e mi appoggiai a mia madre che non perse tempo ad accarezzare i miei capelli facendo dei movimenti lenti che mi fecero chiudere gli occhi rilassandomi sentendo il mio cuore pian piano calmarsi.

"Mi ricordo ancora di quel giorno sai..eravate così felici e spensierati che mi sembrava di ritornare bambina anch'io."

Disse lasciandomi un bacio fra i capelli ed annui sorridendo a quel ricordo, ho sempre pensato che si cresce quando, guardandosi indietro, si cominciano a vedere cose che si vorrebbe poter cambiare, molte volte volevo ritornare a quando ero un piccolo pargolo che non aveva tutti questi problemi nella testa, dove tutto era più semplice.

"Si mi ricordo anch'io..è stato un giorno memorabile e mamma ti prometto..che farò quello che ho promesso d'accordo? Non l'ho detto così per caso, l'ho detto perché lo farò è solo che..ho bisogno di tempo."

Sussurrai e sentì che mi prese il viso stringendomi le guance come mi faceva quando ero piccolo e triste, me le allargava sempre di più fino a farmi ridere e anche in quel momento era successo, come ogni volta che me lo faceva, appoggiai la testa sopra alla sua spalla e chiusi gli occhi.

In quel momento non c'era bisogno di parlare, avevo solo bisogno di un abbraccio, mi feci cullare dalle sue braccia chiudendo gli occhi addormentandomi a poco a poco su di lei e nel frattempo pensai che anche questa volta ce l'avrei fatta anche dopo l'ennesima caduta, le difficoltà spesso preparano le persone normali ad un destino straordinario e in quel momento speravo davvero che fosse così.

~
angolo autrice
mi si sente il cuore spezzarsi vedere Eren così e anche Levi ma ho voluto fare ben capire i loro pensieri e sentimenti in questi capitoli perché a mio parere è importante perché vi immedesimate sempre di più nel personaggio o almeno a me succede così e si ho messo due flashback perché questi due ricordi sono entrambi importanti per Eren, voglio vederli felici e insieme anch'io credetemi, fin troppo e vedrete che pian piano le cose si aggiusteranno..ci sarà qualche intoppo ma si risolverà, forse.
see you soon bbys. 💜☁️

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