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Chapter 1.

Eren's pov.

La mattina dopo finalmente era arrivata, spensi la sveglia spengendola dal pulsante ritirando il braccio inziando a stiracchiarmi mettendo un piede fuori le lenzuola volendolo ritirare subito sentendo il freddo assalirmi ma già so che se mi stendevo di nuovo, non mi sarei più alzato.

Scendo dal letto, ancora un po' scosso dal sogno che ho fatto su mia madre, cercai di pensare ad altro ed andai davanti al mio grande armadio posto vicino alla scrivania ancora piena di fogli di tutti i compiti che avevo fatto durante le vacanze.

Presi i vestiti che già avevo preparato la sera precedente prima di addormentarmi, mettendomi una semplice felpa verde chiaro, la quale fa risaltare i miei occhi color smeraldo, un paio di Vans nere a strisce bianche e infine dei jeans chiari, cerco di aggiustarmi i capelli, essendo corti più di quello potevo aggiustare come volevo io ma come vedo sembra impossibile per i ciuffi che mi incominciano a scendere lungo la mia fronte.

Preparai lo zaino con tutti i libri opportuni e mi dirigo verso il bagno per specchiarmi e sistemarmi meglio, aggiustai per l'ultima volta i miei capelli e mi diedi una sciacquata al viso con dell'acqua fresca per svegliarmi al meglio lavandomi poi i denti.

"Pronto Eren per il tuo primo giorno di scuola?"

Mi dico mentre mi fisso sulla superficie riflettente, tirai un grande sospiro e presi i miei anelli dal piccolo sportello che era dedicato a tutti i miei gioielli che mettevo, senti il freddo nelle mie dita quando li misi stringendo le mani in dei pugni più volte per poi chiudere le luci assieme alla porta inziando a scendere le scale mettendomi lo zaino nelle spalle.

Scesi le scale vedendo mia madre mettere la colazione in tavola, sorrisi spontaneamente guardandola muoversi allegramente nella cucina, pur vedendo ogni mattina quella stessa scena, il mio cuore si riempiva di gioia nel vedere quel sorriso ogni mattina per migliorarmi la giornata sia se era brutta o bella, ero ogni giorno più grato di avere lei nella mia vita ma soprautto come mia madre.

Andai dietro di lei dandole un bacio sulla guancia e dedicandole un "buongiorno" sussurrato, senti che lei si girò poco dopo di me lasciando un bacio nella mia testa e mi guardò con un sorriso con una punta di malizioso guardandola confusa quando mi appoggiai al bancone con le braccia incrociate.

"Cosa hai in quello sguardo?"

Dissi guardandola e la vidi ridere per poi darmi una leggera pacca nel sedere facendomi sobbalzare guardandola male, chiesi con lo sguardo il perché di quel gesto e di quello sguardo.

"Sei solo bellissimo Eren, sono sicura che tutti cadranno hai tuoi piedi e muoviti che tra poco devi andare a scuola."

Prima che potessi replicare, mi mise un toast con della marmellata in bocca facendomi azzittire così sospirai lasciandola passare solo per questa volta e andai a sedere a tavola prendendo altre due fette biscottate con un po' di marmellata e un po' di latte, il mio pasto preferito di ogni mattina.

"Oggi potrebbe essere nuvoloso quindi stai attendo quando esci d'accordo? Porta sempre con te l'ombrello."

Mia madre si appoggiò davanti a me con il gomito nella superficie di legno con il pugno sotto al suo mento mettendo in vista i suoi lineamenti leggermente orientali e il leggero trucco che aveva messo, la guardai lanciandole un fazzoletto ironicamente annuendo.

"Tranquilla lo farò, ora devo andare, ci vediamo dopo."

Gli diedi la mia tazza finita e la confezioni delle fette biscottate assieme al barattolo di marmellata, mi pulì la bocca e andai in salotto prendendo l'ombrello mettendolo nello zaino quando senti la sua voce dietro di me così mi girai.

"Tesoro tieni, non dimenticarti le pillole."

Me le diede così la ringraziai maledicendo silenziosamente la mia mente per dimenticarmi sempre di qualcosa prima di uscire, le misi dentro alla tasca più piccola dello zaino e mi allungai con il viso schioccando un bacio nella sua guancia sentendo l'odore della sua cipria.

"Grazie come sempre mamma, a più tardi."

Guardai l'orario nel mio telefono vedendo che ancora mancavano trenta minuti alla prima campanella, avevo le cuffie nelle orecchie e un libro fra le mie mani che stavo leggendo assieme ad altri due sotto al mio braccio, quando ero in ansia prima di qualcosa, leggere era la cosa che mi calmava di più assieme alla mia musica che mi accompagnava in ogni momento.

Non camminai per molto siccome avevo la scuola abbastanza vicina, mia madre voleva sempre accompagnarmi ma io gli dicevo sempre di no perché sapevo che lei doveva stare al lavoro prima che io entrassi quindi preferivo sempre lasciarla andare con calma e a me fare una passeggiata ogni giorno anche per distrarmi o per pensare ad altro.

Dopo un paio di minuti, inziai a correre vedendo che ero in ritardo, mi ero perso troppo nella lettura come al solito e finivo sempre per arrivare all'ultimo minuto, sapevo che non potevo correre così velocemente perché mi avrebbe fatto male ma se anche questo giorno ovvero il primo della scuola arrivai in ritardo, ero già partito con il piede sbagliato.

Corsi per diversi isolati finché per sbaglio mi scontrai con una persona, per fortuna caddi solo in ginocchio vedendo i miei libri che andarono lontani da me così mi allungai il più che potevo per cercare di prenderli avendo paura che si fossero già rovinati.

"Oi, cerca di stare più attento, non stai mica facendo una maratona."

Senti una voce profonda e irritata allo stesso tempo, alzai lo sguardo vedendo un ragazzo alto con un braccio incrociato e l'altro con in mano i miei libri appena bagnanti, i suoi capelli corvini era la cosa che mi avevano colpito subito assieme hai suoi ciuffi lungo il suo viso incorniciandolo perfettamente, non avevo mai visto un ragazzo con questo taglio di capelli, almeno non nella zona in cui abito io.

Sbattei più volte gli occhi rialzandomi velocemente pulendomi i pantaloni con le mani e presi i miei libri, lo ringraziai più volte sussurrando delle scuse più volte grattandomi la nuca imbarazzato per la scena appena successa.

"Grazie per avermi salvato dallo sfracellarmi a terra, comunque scusami tanto per esseri venuto addosso."

Dissi guardandolo negli occhi vedendo che fece lo stesso, lo vidi tirare un grande sospiro scuotendo la testa allacciandosi il cappotto blu che aveva avvolto alle spalle mettendo una mano sopra nella spallina del suo zaino.

"Non preoccuparti, stai attento la prossima volta."

Disse per poi passarmi davanti ma senza che me ne accorsi uscì fuori dalle mie labbra delle parole che dopo che le dissi mi resi conto di ciò che gli avevo chiesto, sentendo subito in me l'imbarazzo crescere.

"Come ti chiami?"

Chiesi con tutta la sicurezza che avevo nel corpo, avevo molti amici come Armin e Mikasa e gli altri della mia classe, però mi era sempre piaciuto fare nuove amicizie anche se avevo sempre paura che mi rifiutassero, ma io provavo sempre.

Lo vidi girarsi con un sopracciglio innalzato avviciandosi a me mettendo le sue muscolose braccia incrociate nel suo petto guardando il suo sguardo sicuro di sé.

"Credi davvero che te lo dica?"

Sgranai gli occhi a quelle parole pentendomi subito della domanda che feci, io pensavo solo di essere gentile come cercavo sempre di esserlo con tutti, abbassai lo sguardo giocando nervosamente con l'angolo del mio maglione facendomi per girare e andare via.

"Ehi calmati stavo solo scherzando, mi chiamo Levi e te?"

Disse abbasandosi di poco per guardare il mio viso abbassato che poco dopo si rialzò guardandolo sentendo pian piano di nuovo la sicurezza che avevo un attimo fa riacquisire il mio corpo e la mia mente.

"Eren Jaeger..piacere mio."

Lo guardai vedendo che si riallontanò ed annuì a me girandosi solo di lato per potermi ancora guardare salutandomi con un cenno della testa prima di parlare di nuovo.

"Piacere mio Eren, non sono nella tua classe siccome sono al penultimo anno ma ci vediamo a scuola."

Disse indicando lo stemma della scuola che avevo nello zaino vedendo quando si girò che lo aveva anche lui, se ne andò sparendo dentro all'autobus vedendo quel veicolo giallo e nero allontanarsi sempre di più, rimasi sopreso ma felice allo stesso tempo sapendo che era nella mia stessa scuola, misi i libri dentro allo zaino e ripresi a correre verso la scuola.

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