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Non so dove mi trovo. Ho caldo, non riesco a stare in piedi, non credo nemmeno di trovarmi sulla terra. Intorno a me solo tanto fumo, mi arriva alle caviglie e somiglia vagamente alle vestigia del one for all. Sembra un ambiente astratto, completamente staccato dalle leggi della fisica e da tutto quello che so del mondo.

In lontananza vedo delle formazioni rocciose, due figure, una a terra e l'altra che volteggia sulla sua testa. A tentoni cerco di avvicinarmi, perché la visuale è davvero ridotta.

Più mi avvicino e maggiormente mi rendo conto di essere arrivato in un universo simile a quello assurdo della prima volta. Non ci sono draghi ma i due figuri hanno le ali.

Riconosco me, con ali bianche, vestito con una tunica dello stesso colore.

Sono io quello a terra.

Si guarda attorno circospetto, alzo lo sguardo sulla sua testa e vedo Kacchan, o almeno lo riconosco come tale. Le sue ali sono nere, le gambe scoperte finiscono con degli zoccoli, come se l'altra metà del suo corpo fosse di un animale. Due corna spuntano dalla testa bionda, è vestito completamente di nero, in questo mondo fumoso riesco a stento a distinguere la sua figura.

"C'è qualcuno" Sento dire al me stesso angelico, così mi volto nella sua direzione.

Mi sta guardando.

Comincio a tremare, forse essere scoperto qui non è un vantaggio, credo sia il posto più pericoloso che abbia mai visitato, anche se apparentemente non sembrerebbe, vista la mancanza di paesaggio. Tuttavia i brividi che si rincorrono lungo la mia nuca non mentono; C'è qualcosa di molto oscuro in questo luogo.

"Lo so, ma non è di qui" Annuncia Kacchan, come se conoscesse la mia verità. Lo vedo planare fino a toccare il terreno con gli zoccoli, sbatte le grosse ali un paio di volte prima di chiuderle dietro la schiena. Cammina verso il me vestito di bianco, che non sembra intimorito da lui.

"Potremmo dargli un bello spettacolo" Kacchan ha la voce roca, vedo il me di questo universo diventare rosso come un peperone.

"Lo sai che non dovremmo nemmeno vederci, è vietato agli angeli e ai demoni frequentarsi" Lo dice con un dolore nella voce che nemmeno io stesso riesco pienamente a comprendere.

"Sono millenni che ti osservo da lontano, mi sono rotto i coglioni di guardare. Anche tu non riesci a farne a meno, angelo, quindi perché cerchi ancora di fare resistenza?" Izuku sussulta, è in pieno conflitto interiore.

"Ci siamo fatti la guerra per così tanti secoli, ti ho perso più volte di quante non sia riuscito a contare" La voce di Izuku è graffiata, la sofferenza del suo cuore addolcisce perfino lo sguardo del demone. Si stringe a lui e lo sento respirare forte, come se volesse incorporare il suo profumo nei polmoni fino a farli bruciare.

Dal canto mio metto in discussione la mia intera vita, se in qualche universo esistono angeli e demoni allora esiste anche un Dio?

Non sono ateo, tuttavia non mi sono mai interessato troppo delle religioni.

Ma stavolta devo davvero ricredermi.

"Sai che tutti questi secoli non hanno mai scalfito l'amore che provo per te, Kacchan" Le lacrime mi ostruiscono ulteriormente la visuale, ormai sono due figure sfuocate e acquose ai miei occhi.

Sono davvero destinato ad amarlo?

È questa la mia condanna?

Kacchan si avvicina a lui e lo prende tra le braccia senza dire nulla, si guardano negli occhi e si dicono così tante cose che quasi posso sentire l'amore uscire fuori dal loro corpo e avvolgerli come un'aura calda e confortevole, dove vorrei rimanere per sempre.

Il demone mette le sue mani nodose dietro al collo di Izuku e le loro labbra si scontrano in un bacio che forse stavano aspettando da molti secoli, Izuku è in lacrime, trema tra le braccia del suo demone. Kacchan lo sorregge quando vede che gli cedono le gambe, l'emozione di ritrovarsi dopo così tanto tempo è tale da scuotere i loro corpi.

"Kacchan, come faremo, non posso rinunciare a te ora che conosco il tuo sapore" Il demone sogghigna, Izuku si rende conto che le parole che ha pronunciato in modo innocente e disperato siano state percepite con malizia dal biondo. Così arrossisce nuovamente e nasconde il viso nel suo collo.

"Raderei al suolo anche l'inferno per te" Lo stringe al petto, ma guarda me. So che in qualche modo può vedermi, o quantomeno sentire la mia presenza in quel luogo, tuttavia quegli occhi mi scrutano dentro l'anima e mi fanno crollare.

Piango a singhiozzi, a stento respiro.

Anche quell'Izuku sarebbe stato al sicuro, tra le braccia del suo amore.

Mi accascio a terra, tirandomi i capelli fin quasi a strapparli, sto impazzendo di dolore, voglio solo uscire, dimenticare, andare avanti, perché il Kacchan del mio universo non avrebbe mai potuto amarmi, non sarebbe mai nemmeno riuscito a guardarmi.

Io non esisto per lui.

Un sassolino a bordo strada, così mi aveva chiamato.

Sono passati anni, lui è maturato ed è diventato un grande Hero, lo vedo ogni giorno migliorare sempre un po' di più e mi rende incredibilmente fiero ogni suo piccolo progresso, ma da qui ad amarmi come io vorrei...

Alzo lo sguardo verso le due figure che sono dritte davanti a me, mi guardano quasi con compassione.

"Sai che possiamo vederti, vero?" Strabuzzo gli occhi e mi tiro su, cerco di darmi un contegno asciugandomi le lacrime e scuotendo i pantaloni sporchi di polvere con le mani.

"Da dove vieni?" È ancora l'angelo a parlare, Kacchan mi guarda soltanto senza però dire nulla.

"Come fate a vedermi? In ogni universo in cui sono stato nessuno aveva il potere di-"

Kacchan a questo punto sbuffa, come se fossi un deficiente che dice solo assurdità, e in un certo senso mi fa davvero sentire così.

"Non lo vedi che noi siamo al di sopra di tutto? O al di sotto, dipende dove guardi" Sia io che l'angelo scoppiamo a ridere alle parole del biondo, Izuku si stringe al suo petto come se avesse paura di vederlo volare via da un momento all'altro.

"Io non so come fare per tornare a casa" Ammetto, grato di poter parlare finalmente con qualcuno, ma frustrato da tutta quella storia.

Izuku mi posa una mano sul viso.

"Asciuga le tue lacrime, non siamo destinati a cose di poca importanza" È enigmatico, Kacchan alza gli occhi al cielo.

"Gli angeli hanno questo vizio del cazzo di fare gli indovinelli, ho sempre odiato queste puttanate. Alza il culo e combatti, come facciamo noi e come fa ogni essere vivente dall'inizio dei tempi"

In qualche modo entrambi mi spronano, chi per un motivo, chi per un altro, tuttavia esito ancora, perché vedo il fascio di luce in lontananza arrivare e vorrei restare ancora un po' con loro.

"Kacchan, grazie per essere riuscito ad amarmi così tanto in questo universo" L'angelo mi osserva, è in pena per me. Entrambi sappiamo che questo dolore nel cuore lacera fino alla pazzia.

"Non lasciare che i secoli passino, non hai tutto questo tempo"

Anche se per enigmi, come dice Kacchan, comprendo perfettamente cosa voglia dirmi l'angelo. Abbasso la testa in segno di rispetto e saluto, mentre il fascio di luce mi investe in pieno e mi porta via.

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