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Pov. Bakugo

Da quando quel nerd di merda è in coma non riesco più a vivere come prima. Anche se l'ho allontanato spesso negli anni e soprattutto negli ultimi mesi, sapere che comunque c'era, che potevo trovarlo sempre al solito posto, era un punto fermo per me; Mi faceva stare tranquillo, beh più o meno. La competizione per il primo posto in classifica, le ronde, le chiacchiere stupide su all Might e tutte quelle cazzate da nerd che in fondo mi facevano sorridere.

Te l'ho mai detto, Deku, che mi fai sorridere?

Non spesso eh, ogni tanto, qualche volta, quando fai quelle espressioni buffe per imitare il nostro Hero preferito. Però mi fai anche incazzare, come quando cominci a borbottare e non la smetti più, mi fai perdere il filo dei pensieri e poi devo ricominciare tutto daccapo anche io.

Quando siamo in battaglia sei così serio da intimorirmi, ma questo non te lo dirò mai. Hai quell'espressione da catastrofe imminente, le sopracciglia quasi si toccano per quanto ti crucci.

Sei capace di spaccarti tutte le ossa per salvare gli altri, e alla fine ho abbracciato questo fardello e ho deciso di guardarti le spalle. Perché sei un coglione, un'incosciente.

Chi salverà la gente se muori come un'idiota? Come potrò vincere senza di te?

Io non riesco più.

Lavoro, faccio ronda, arresto gli stronzi, ma non è più come prima. Da quando sei relegato in quel cazzo di letto non sento nemmeno più il senso di competizione.

Non sento più niente.

Ho un buco nero nel petto che piano piano mi sta risucchiando, trascinandomi a fondo insieme a te.

Perché alla fine, anche se non lo ammetto, so che siamo una cosa sola. Da piccoli non eri solo tu a seguirmi, anche se piaceva a entrambi pensarlo. C'è stato un tempo in cui non riuscivo nemmeno a dormire se non c'eri nel lettino con me. Un moccioso appiccicoso, ecco cos'ero.

Poi sono diventato un coglione.

Poi un bastardo.

Ma tu eri sempre lì, anche se un po' più spaventato, ti sei tenuto a distanza ma i tuoi occhi non mi hanno mai lasciato, nemmeno per un istante. Vorrei avere la possibilità di chiederti nuovamente scusa, stavolta per questi sei mesi di lontananza. Ti ho abbandonato in modo consapevole anche se avevo promesso anni fa a me stesso di non farlo più. So di averti ho ferito, l'ho letto nel tuo sguardo mentre passava il servizio al tg. Mi guardavi e ti tremavano le mani, i tuoi occhi avevano una malinconia che non ti ho mai visto.

Il fatto è che quando sono con te non mi sento più me stesso, il senso di protezione supera quello di competizione.

Eppure, anche dopo sei mesi di nulla totale, ti sei distratto per guardarmi stampato su una pubblicità, perché i tuoi occhi pieni di ammirazione non mi hanno mai lasciato, anche se mi sono auto sabotato all'infinito.

Sei capace di farmeli rivedere quegli occhi, nerd?
Li riaprirai per me?



Pov. Midoriya

Non so quanto tempo sia passato, tuttavia dall'ultimo universo non sono più andato altrove. Non so cosa stia succedendo, ma questo bianco mi circonda e quasi mi schiaccia.

Il mio corpo è ridotto all'osso, sono forse arrivato alla fine della corsa?

E cosa ci sarà dopo?

Mi alzo barcollando, le punte dei miei scarponcini rossi schizzano, c'è dell'acqua per terra. Seguo la scia, che man mano diventa sempre più profonda, finché non intravedo un albero di ciliegio. Alcuni petali rosa cadono, ma non c'è vento qui.

Mi ci appoggio contro e attendo non so bene cosa, forse che il villain si decida a parlarmi o forse solo un'illuminazione divina. O più probabilmente la mia anima si sta solo arrendendo.

Spero di rivedere Kacchan, di avere la possibilità e il coraggio per confessargli il mio amore, una piccola e stupida possibilità di rimediare, questa è l'unica cosa che ancora mi fa respirare. Ho conosciuto tante persone nella mia vita, ho molti amici e molti cari, tuttavia, alla fine di tutto, in questo bianco che mi circonda, mi resta solo lui.

Che poi sono consapevole di non aver fatto nulla di male, però...

Sono sempre stato io quello che si scusava, anche quando mi riempiva di pugni a dodici anni.

Non è più così, ora ne ho la certezza. Questo viaggio nel multiverso non è stato vano, ho capito che alla fine siamo destinati in qualche modo a trascorrere la vita insieme, anche se piena di insidie e pericoli.

Perché siamo lo Yin e lo Yang, ora lo so.

E mi manchi così tanto Kacchan, che questo dolore fisico non riesce a comparare quello che ho dentro. Rivoglio il mio tempo con te, voglio dirti tutte le cose che mi sono tenuto dentro per non darti fastidio.

Voglio dirti che ti amo, così come hanno fatto tutti gli altri Izuku, perché nessuno di loro ha mai ricevuto un rifiuto.

Mi blocco.

Mi si mozza il respiro in gola.

Faccio un ripasso mentale di tutti gli universi in cui sono stato e sì, Kacchan accettava il mio amore in ognuno di essi. Comincio a ridere come un disperato, strisciando contro questo albero di ciliegio spuntato in mezzo al nulla. Mi tengo la pancia e le lacrime cominciano ad annacquarmi la visuale.

Sono un'idiota, un completo deficiente.

Kacchan, hai sempre avuto ragione, sempre. Sono capace di ideare piani macchinosi ma non di vedere quello che è a un palmo dal mio naso. Me lo dici ogni volta ma solo ora mi rendo conto di quanto tu con poche chiacchiere riesca a comprendere tutto molto prima di me.

Tu mi hai amato, in ogni universo, in ogni modo possibile. Hai sfidato chiunque e hai vinto ogni singola volta, abbiamo vissuto mille vite insieme e nemmeno lo sai.

Vorrei potertelo dire.

Ne voglio vivere ancora una, però, voglio tornare da te, dirti che ti perdono qualsiasi cosa, chiederti perdono a mia volta. Voglio sentire la tua voce graffiata che mi chiama Deku e poi sorride perché ormai non è più un insulto, ma un nomignolo.

Perché ora ho capito e posso salvarmi solo grazie a te, al tuo amore.

La costante sei tu, tu che mi ami, che ricambi i miei sentimenti.

Anche il villain aveva ragione, sono uno stupido.

E forse sto impazzendo, forse tutti questi viaggi mi hanno intaccato il cervello, ma ora ho una sola certezza:

Kacchan, tu mi ami.

Ti amo anch'io.

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