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A letter fo you

Consiglio canzone: So Cold-Ben Cooks

Il freddo di fine dicembre lo fece rabbrividire.
Si strinse di più nel suo lungo cappotto nero e continuò il suo cammino varcando il possente cancello di ferro.

La ghiaia scricchiolava sotto alle sue scarpe. Passo dopo passo.

L'unico rumore udibile.

Si fermò a metà strada dalla sua destinazione. Rimase incantato dalla possente statua, era venuto così tante volte in quel luogo ma era la prima volte che ci faceva davvero attenzione.

L'imponete statua rappresentava un angelo inginocchiato. Il volto rivolto verso il basso, il busto leggermente rialzato sostenuto dal peso delle sue braccia e le ali spezzate. Quella statua da una bellezza straziate gli fece venire in mente un'antica credenza Babbana.

L'angelo Samael dopo la sua ribellione fu cacciato via dal paradiso. E privato delle sue stesse ali. Il primo angelo caduto, il primo di tanti altri. La luce che portava in se divenne oscurità un cambiamento doloroso. Al posto delle sue ali comparvero delle cicatrici completamente nere che gli segnavano il punto in cui si trovavano le ali.

Superò statua e continuò il suo cammino a testa bassa. Continuava a pensare se quello che stava per compiere fosse effettivamente la scelta giusta, ma d'altronde lui non trovava altro metodo.

Fra le mani teneva stretta una rosa privata delle sue stesse spine, la sua unica vera protezione.
Una rosa rossa macchiata dal candido bianco della neve. L'unica rosa che era sopravvissuta;le altre erano tutte morte a causa del freddo.Aveva resistito ad uno degli inverni più rigidi degli ultimi 10 anni.

Come se sapesse di essere destinata a un mittente speciale. Come se fosse stato proprio il mittente stesso a proteggerla da quel freddo.

Giunto al fatico luogo alzò finalmente lo sguardo.

June Shaw 1 luglio 1980- 2 maggio 1998

Riconosciuta con l'Ordine di Merlino. 'Il coraggio che ti è costato la vita, non è stato vano.'

Si inginocchiò davanti alla lapide, allungò la mano e ne accarezzò le scritte.

Una lacrima gli solcò la guancia. La lasciò scendere, non gli importava. Non questa volta.

Erano passati 2 anni dal fatidico giorno eppure a lui sembrava solo un secondo.

Il dolore era sempre lo stesso da due anni. E non sembrava voler diminuire.

Gli incubi lo tormentavano ma nello stesso tempo lo facevano sentire bene. Perché nei suoi incubi, risuonava la sua risata.
Sapeva quel sogno a memoria oramai. Lei che rideva e poi all'improvviso si accasciava a terra oramai morente. Poi lo spirito di lei che si scagliava contro di lui.

'È colpa tua! Non hai saputo proteggermi' urlava e poi lui puntualmente si risvegliava sudato al centro del suo letto.

Un loop costante da due anni oramai.

Poggiò la rosa sulla tomba ed estrasse la lettera dalla tasca interna del suo cappotto.

Alzò lo sguardo verso il cielo e sorrise malinconico.

Non sapeva perché avesse scritto quella lettera.

Semplicemente lo scorso luglio in una notte di luna piena circondata da stelle, aveva passato la sera ad ammirare il cielo. Osservava ogni singola stella -se pur impossibile-come se in ognuna di esse potesse trovare un riflesso di lei.

Ricordava quanto amasse le stelle. E non dubitava nemmeno un secondo che lei dopo la sua morte fosse diventata una di essa.
Così dopo qualche bicchiere di whisky incendiario e qualche lacrima versata. Inizio a scrivere.

E solo dopo mesi, aveva trovato il coraggio di portargliela.

Fece un sospirò e iniziò a leggere:

Cara June,

Sono passate poche ore dal tuo compleanno. Avresti compiuto 20 anni, chissà se saresti cambiata in questi due anni.

Due anni, fa strano dirlo sai? Sembra passato solo un secondo.

Come stai?

Io non tanto bene, sai? Dopo la tua morte niente ha avuto più senso per me.

Ogni cosa sembrava aver perso valore. Ogni tanto mi capita di sognare i tuoi occhi che brillavano di luce e di vita.

Sono deluso per ciò che fatto, ma il mio più grande rimpianto rimarrà sempre ciò che non ti ho mai detto. Quindi oggi sono qui, consapevole che non leggerai mai questa lettera per dirti ciò che tenuto per me.

Quando il primo anno sei stata smistata in Serpeverde non potevo credere alle mie orecchie.

Una mezzosangue in Serpeverde? Impossibile. Pensai.

Eppure una parte di me era felice che tu fossi nella mia stessa casata.

Per i successivi tre anni, mi comportai come se tu non fossi importante. Come se fossi niente.

Ma ogni volta che stavi male, qualcosa in me si muoveva come se il tuo dolore fosse un po' del mio. Continuavo ad ignorare questa sensazione come se fosse un qualcosa si superficiale.

Tutto è cambiato all'inizio del quarto anno, era una sera di marzo e tu ti trovavi su nella torre di astronomia -dove io ero solito rifugiarmi-a guardare le stelle.

Eri immersa in un mondo tutto tuo, che neanche ti accorgesti di me. Rimasi per un tempo, a me ignoto, ad osservarti. Fu solo dopo poco che le notai. Delle lacrime contornavo il tuo viso.

Non so perché ma non ci pensai due volte. E ti abbracciai.

Da lì è cambiato tutto.

Passavamo le sere, nascosti nella torre di Astronomia a raccontare di noi.

Tu mi parlavi di alcune cose del mondo Babbano, le storie che più ti affascinavano. Mentre io ti parlavo del mio. Tralasciando sempre dettagli sulla mia famiglia che avrebbero potuto allontanarti.

E poco a poco ci innamorammo.

Costruemmo il nostro amore nell'ombra
Lo consummamo nel buio della camera delle necessità- accompagnati solo dai nostri sospiri che rompevano il silenzio-lo cellammo a occhi indiscreti per paura del giudizio. Ci ammammo in silenzio, ci parlammo con gli sguardi quando c'era qualcuno intorno a noi. Perché bastava uno sguardo per capirci.

Ma la cosa più importante è che ci ammammo nonostante le difficoltà. E questo ciò che conta

Passammo così tutto il quarto e quinto anno. Tutto sembrava perfetto ma non fu così.

Ma alla fine fu proprio il nostro amore a consumarci.

Il sesto anno dovetti allontanarti da me. Saresti stata in pericolo, ed io non volevo.
Ero così innamorato di te che avrei fatto di tutto pur di proteggerti.

Per di più tu eri una mezzosangue e loro non avrebbero fatto scrupoli a farti fuori. Ed io non potevo accettarlo.

Ricordo la tua espressione sofferente quando ti dissi che per me, eri stato solo un passatempo. Ricordo le tue lacrime e ricordo il dolore del mio cuore spezzarsi.Per giorni hai provato a parlarmi ma io continuavo ad ignorarti, finché non ti sei arresa.

Ricordo ancora le tue ultime parole:
-June! Io non posso, mi dispiace stammi lontano.-

-Come puoi chiedermi questo Draco? Io ti amo... - dicesti in un sussurro e poi ti allontanasti una volta per tutte.

Ma credimi, non pensavo nessuna di quelle parole, anzi in quello momento come non mai avrei voluto averti accanto, ma non avevo scelta. O proteggerti e tenerti lontano oppure essere egoista e tenerti con me e farti rischiare.

Come avrai ben capito io ho scelto la prima opzione.

Ti chiedo scusa per essere stato un vigliacco e per non averti detto tutte queste cose quando ne avevo l'occasione.

Sai prima mi è venuto in mente una storia di cui tu mi hai parlato, in una di quelle famose sere.

Una lucciola s'innamora di una stella, e l'ama per tutto il resto della sua breve vita.

'La sua Evangeline'... così mi dicevi sempre con aria sognante guardando il cielo.

Se non erro si chiamava 'la principessa e il ranocchio' ma ora non è importante il nome.

Forse è tardi per chiedertelo ma:

'Ti va di essere la mia Evangeline?'

Perché non riesco nemmeno per un secondo a pensare, al fatto che tu ora non sia una stella.

Ci vediamo presto June, te lo prometto.

Ti amo Evangeline. Scusami se non ho mai avuto il coraggio di dirtelo.

Draco Malfoy.

Quando finì di leggere,scoppiò a in pianto disperato.Il suo corpo era scosso dai singhiozzi.
Non sapeva come fosse riuscito a trattenersi per tutto quel tempo.

E pian piano gli vennero in mente dei ricordi atroci.

Si ricordò il suo funerale.
Era rimasto per tutto il tempo in disparte, col capo chino, lontano da occhi indiscreti.

Si ricordò di quella notte.
Quando aveva trovato il suo corpo, avvolto da una camicia - appartenente al ragazzo- privo di vita nel mezzo di uno dei tanti corridoi.
Si ricordò lei che le dedicava le sue ultime parole:'Va tutto bene'
Si ricordò di come aveva stretto il suo corpo - privo di vita- e delle sua urla disperate.
Si ricordò i suoi occhi spalancati privi di vita.

'Mi dispiace tanto, amore mio.' Disse.

Si rimise in piedi e guardò un'ultima volta il cielo.

Estrasse dalla tasca interna del capotto la sua bacchetta e l'avvicino alla lettera:

'Incendio' mormorò

In pochi attimi, quella lettera composta dalle sue più sincere parole divenne cenere che si mischiò alla terra sotto i suoi piedi.

Polvere con polvere.

'Ci vediamo fra poco June' disse in un sussurro.

Detto ciò se ne andò.

Quella fu l'ultima volta che Draco Lucius Malfoy, visitò quel luogo, non ce ne fu più bisogno.

Aveva mantenuto la sua promessa.

Spazio autrice:

Ho scritto questa bozza un paio d'anni fa. E ieri mi sono detta: Perché non cambiarla?

E quindi eccomi qua. Si ringrazia i miei amori (voi sapete) per avermi sopportato.

Prima che mi diciate: si lo so che la principessa e il ranocchio è uscito anni dopo il tempo in cui è narrata la storia ma facciamo finta che non sia così,purtroppo la citazione ci stava troppo bene e non potevo non metterla.

Spero vi sia piaciuto, a presto.

Su Instagram è appena uscito una sorta di trailer. Se vi va passate a dare un occhiata.
Account:lepazzediwattpad.

Baci, Killer

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