19
Jungkook's pov
Pochi minuti dopo io e Jimin stavamo ripassando mentalmente le battute che ci eravamo preparati, avvicinandoci lentamente al bancone della hall.
<Ben ritrovati!> ci accolse un uomo, entusiasta, alzandosi in piedi e facendo il giro del ripiano per venirci incontro.
Oh no...
Capelli castani, occhi verdi, faccia da pesce lesso... Cazzo il coglione era ancora lì!
E fu così che Jungkook si sentì di nuovo a scuola, convinto di sape-NO ASPETTA MA LA SCUOLA?! DA QUANTO NON CI VADO?!
Respirai profondamente, per mantenere la calma e mi misi d'accordo con me stesso per pensarci più avanti.
<Amico mio!> rispose Jimin, un finto sorriso ad incorniciargli il volto, avvicinandosi a lui.
<Sono felice di informarvi che siete arrivati nel momento giusto, difatti questo è l'orario delle visite! Seguitemi, vi ci porterò io!> ci spiegò, e senza attendere una risposta circondò i fianchi di entrambi con le mani, facendo per salire le scale.
<Se non levi subito le tue luride dita dal mio culo, ti faccio ingoiare questa> sbottò Jimin, tirando fuori la pistola da sotto la giacca.
Sì, ok, suona male, ma come avrei avrei potuto dirlo?
L'agente strabuzzò gli occhi, e in quell'esatto momento i ragazzi entrarono nel salone, armati fino ai denti e un'espressione per nulla rassicurante in volto.
<Finalmente ci divertiamo!> urlò Hoseok euforico, un attimo prima di sparare un colpo all'uomo accanto a noi, che senza avere avuto nemmeno un momento per chiamare i rinforzi, cadde a terra morto.
In pochi secondi, ovviamente, fummo circondati da poliziotti e guardie armate, e riuscimmo a sentire le sirene delle volanti e i passi di coloro i quali scendevano le scale per raggiungerci avvicinarsi sempre di più.
<Pensateci voi, noi andiamo da Nam> disse Taehyung, prima di afferrarmi una mano e precipitarsi su per le scale.
Salimmo due rampe senza problemi né interruzioni, affrettandoci a raggiungere il piano giusto, cosa che mi sembrò alquanto strana.
<Perchè n-> <Shhhh!> posò un dito sulle mie labbra, appiattendosi contro il muro.
Due poliziotti passarono di corsa, senza notarci per nostra fortuna, e dirigendosi al piano inferiore.
<Andiamo?> chiesi, sentendomi mancare, ma volendo mostrare al biondo quel poco di coraggio che era rimasto rinchiuso nell'angolo più remoto di me stesso.
<Aspetta...> si sporse oltre il muro, sparando una decina di proiettili, e riuscii a sentire un urlo e il tonfo di almeno due corpi cadere sul pavimento.
<Ora sì. Vieni!> cercai di afferrare la mano che mi stava tendendo ma mi sentii tirare da dietro.
D'istinto sollevai la gamba, assestando un calcio alla cieca a chiunque fosse alle mie spalle, ma a giudicare dall'espressione di Tae non andò bene.
Mi girai, e vidi Jimin reggersi al muro, tenendosi una mano sul ginocchio.
<Oh cazzo! Scusa Chim!> lo aiutai a raddrizzarsi, preoccupato.
<N-non importa davvero...> mormorò, appoggiandosi a me.
<Perchè non sei giù con gli altri?> si intromise Taehyung, avvicinandosi a noi e fronteggiando il rosa.
<Perchè giù c'è un casino allucinante, quindi abbiamo bisogno di almeno uno di voi!> sbraitò Jimin, fulminando Tae con lo sguardo. <Molto gentile abbandonarci così da parte tua!> continuò, puntando un dito sul suo petto, gonfiando le guance in una tenera espressione imbronciata.
<Ok vengo io, non preoccuparti. Tae, tu vai da Nam> li divisi, e mi avviai con il rosa per raggiungere i ragazzi, ma Taehyung mi bloccò.
<No, vado io. Sono tutti di sotto per il casino, quindi qui non troverai quasi nessuno. Accompagno io il nano, tu sbrigati a raggiungere Namjoon> non aspettò un secondo, mi diede una pacca sulla spalla e corse giù per le scale con Jimin appresso.
<Bene, sono nella merda! Bravo Kook, ti sei fatto abbandonare!> mi congratulai con me stesso a bassa voce.
Coraggio Jungkook, puoi farcela!
Iniziai a correre, controllando ogni volta che non ci fosse nessuno prima di girare l'angolo, fino a che non mi ritrovai a fronteggiare tre ragazzi all'apparenza poco più grandi di me e con la divisa da carcerato.
<Per favore non uccidetemi sono ancora giovane!> urlai con voce stridula e allungando le braccia davanti a me per difendermi.
Non successe nulla, quindi tornai a guardare davanti a me e vidi il trio entrare a uscire dalle celle dalle porte spalancate di quel corridoio.
Sgattaiolai di lato, sperando che tenessero la bocca chiusa su di me e tornai a cercare il nostro amico.
Ad un certo punto svoltai, ma essendo di fretta non controllai, e ovviamente andai a sbattere contro un uomo.
Mi allontanai di scatto e con mani tremanti cercai di afferrare la pistola, ma a quanto pare lui fu più veloce.
Sparò un colpo, mi spostai di lato e il proiettile mi beccò il braccio, che iniziò a sanguinare.
Cominciai a sentire freddo e la testa girare, ma dovevo restare concentrato, quindi alzai il revolver e lo puntai alla testa del poliziotto, che però si abbassò rapidamente, facendo sì che il proiettile si conficcasse nel muro dietro di lui.
Cercai di scappare, corsi velocemente sino alla fine del corridoio, sentendo i suoi passi pesanti riecheggiare dietro di me.
Ok Jungkook, è ora di mettere in pratica ciò che hai imparato giocando a GTA.
Mi spostai velocemente dietro la prima sporgenza che mi capitò a tiro, costringendo così l'uomo, che ormai aveva acquistato velocità nella corsa, a fermarsi di scatto e darmi le spalle.
Sparai alla testa, e questa volta lo beccai in pieno, ma non indugiai oltre e ripresi a correre, cercando disperatamente la cella di Namjoon.
Salii un'ennesima rampa di scale, e dovetti ammettere che Taehyung aveva ragione, perché non trovai più nessuno.
Arrivai all'inizio di un corridoio buio, non vi era nessun rumore, quindi mi appoggiai a quella che sembrava essere una cella vuota per riprendere fiato.
Cercai di fare mente locale di cosa stava succedendo, prima fra tutte la ferita.
<Aish, guarda che casino...> sussurrai tra me e me, tirando su la manica della maglia e notando il sangue continuare a colare lungo il mio avambraccio.
<Merda, possibile che finisca sempre nei casini?!> sbattei i piedi a terra, gettando la testa all'indietro.
Questa però finì per sbattere contro le sbarre, iniziando a pulsare e fare un male cane.
<Basta, mi sono rotto> feci per andarmene.
Una mano mi strinse il polso, facendomi serrare gli occhi per il dolore causato dalla ferita di poco prima.
Mi girai di scatto, liberando il braccio da quella presa salda, afferrando la pistola.
<Ti prego, fa' che non sia scarica!> sussurrai tra me e me, puntandola nell'ombra del cubicolo.
<Ma che cazzo fai?> sbottò una voce dal fondo di esso, il tutto accompagnato da una risata di scherno.
<Chi sei?> chiesi, cercando di farlo sembrare un ordine proprio come nel gioco o nei polizieschi, e non un mormorio sperduto e terrorizato.
<Da quando i bambini possono maneggiare quelli?> domandò ridendo Nam, avvicinandosi a me e squadrandomi da capo a piedi.
<Non sono un bambino!> gonfiai le guance, ritenendomi offeso.
<Dai dammela> mi ignorò lui, indicando invece l'arma tra le mie mani.
<Cosa?! No!> mi ritrassi, guardandolo male.
<Che bambino... Allora muoviti ad aprire la cella> sbuffò, e questa volta fu lui ad arretrare.
<Ok. Dov'è la chiave?> gli domandai, iniziando a guardarmi in giro, decidendo interiormente di mostrarmi maturo e ignorare la parola "bambino".
<Oddio... Stai scherzando spero!> mi guardò male.
<Uhm... Come la apro?> riprovai, sperando che non avesse qualcosa di appuntito con cui ferirmi.
<Spara alla fottuta serratura, abbattila, falla esplodere ma fai qualcosa!> sbraitò.
Sì ma stai calmo zio...
<Sono cinque minuti che fissi la porta> mi fece notare Nam <vuoi aprirla con la forza del pensiero?>
<No, non sono mica stupido> mi alzai in piedi, cercando qualcosa con cui forzare l'apertura della porta.
<Dammi la pistola> tornò al discorso precedente lui.
<Ti ho già detto di-> tentai di spiegarmi, ma a quanto pare Nam non era intenzionato ad ascoltarmi.
<DAMMI LA CAZZO DI PISTOLA ORA!> sbottò, allungando una mano verso di me.
<T-tieni...> balbettai passandogliela e allontanandomi lentamente dalle sbarre.
<Ok, adesso stai indietro e controlla gli sbocchi del corridoio: potrebbe arrivare qualcuno da un momento all'altro> parlò molto lentamente, guardandomi negli occhi.
<Non pens-> <PUOI FARE COME DICO IO?! GRAZIE> mi interruppe, e senza ulteriori esitazioni mi avviai alla fine del corridoio.
Diedi le spalle a Namjoon, nonostante fossi sicuro che non sarebbe arrivato nessuno, dati gli spari che sentivo chiaramente dal piano di sotto.
Stavo per tornare sui miei passi quando sentii uno sparo, poi un altro, e un altro ancora, tutti provenienti dalla direzione da cui ero venuto.
Mi girai, pronto ad andare a controllare se fosse successo qualcosa di grave, ma un altro colpo, alle mie spalle, me lo impedì.
Il braccio tornò a farmi male, la testa prese a girare vorticosamente, sentii le gambe molli, e poi non vidi altro se non il buio.
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