Capitolo 8
[Istinto animale ]
Sei infastidita, arrabbiata per come sei stata tratta, non tanto dal lato lavorativo quanto da quello privato, nulla poneva nelle sue maschili mani, coperte da vene aggettanti il diritto di prendere una decisione importante al posto tuo, non aveva il diritto di decidere che tu saresti stata ospite nella sua abitazione a tempo indeterminato, questo è il principale motivo per il quale, da quando sei di rinvenuta, hai deciso di non uscire dalla stanza, per non avere occasione di incontrarlo.
La notte trascorre fin troppo lenta, turbolenta con la tua mente confusa incapace di porsi a riposo, forse per il nervoso che ti circola nel corpo minuto o forse proprio per quelle innumerevoli domande che rimbalzano senza sosta nella tua testa.
La mattina la stanchezza ti pervade, i muscoli sembrano urlare per il dolore che li percorre ad ogni minimo movimento compiuto, gli occhi stanchi sono ancora annebbiati dal sonno e cerchiati di scuro, la carnagione pallida a causa di stress e stanchezza.
Tutto questo ti fa risultare davvero simile ad un non morto appena uscito dalla tomba, uno zombi ma devi prepararti, anche se quasi non ti reggi in piedi, per andare a lavoro.
Mentre indossi la divisa e ti scrolli di dosso la stanchezza della notte turbata che hai avuto, contatti Michela spiegandole nel dettaglio tutto quello che è successo prima di quel momento, omettendo qualche particolare che riguardava la notte di luna piena, non le dici di Jin, non sai se ti crederebbe.
La sua voce divertita raggiunge il tuo orecchio dall'altro capo del telefono, sembra davvero essere a conoscenza di qualcosa che ti sfugge «Tranquilla (t/n), tutti i nodi vengono al pettine quando arriva il momento, sono certa riuscirai a capire tutto » dopo quello si congeda dicendo di dover proprio andare, che il lavoro la chiama e non ha intenzione di tardare, ti rivolge qualche breve esortazione a fare del tuo meglio prima di riagganciare.
Sospiri, vuoi solo delle risposte, non ti importa se ti piaceranno o meno e neppure hai interesse a comprenderle fino in fondo, desideri semplicemente che quelle continue domande spariscano prima di perdere la lucidità mentale che ti resta.
Con questi pensieri in testa scendi a fare colazione nel più totale silenzio, non una parola sfiora le vostre orecchie, che sia da parte tua o da parte di Jin.
Vi dirigete a lavoro senza parlarvi, tu non fai nulla per sembrare non irritata da quello che ha fatto e neppure ti comporti come se ti potesse interessate avere un qualsiasi tipo di rapporto amichevole con lui, non hai tempo per pensare anche alla situazione tesa fra voi, quello è certamente l'ultimo fra i tuoi pensieri, confusa come sei.
Stai svolgendo le tue mansioni nella piscina, fa piuttosto freddo ma non è quello il motivo della sveltezza dei tuoi gesti, infatti si stanno avvicinando tre ragazzi muscolosi ed imponenti che non ti piacciono, sui loro volti sono stampati dei sorrisi pericolosi e maliziosi, dunque cerchi di liberarti del tuo lavoro e correre nella struttura ma non sei abbastanza celere.
I tre ti spingono indietro e sbatti la schiena stanca contro la parete di mattoni dietro di te, i ragazzi si pongono dinnanzi alla tua figura tappando qualsiasi via di fuga, impedendoti in ogni modo di superare la barriera costituita dalla loro corporatura.
Ti guardi attorno agitata, non puoi fare nulla e nelle vicinanze non c'è anima viva, sei terrorizzata al pensiero di sapere quello che vogliono da te.
Uno di loro, il più alto, ti ferma il mento con due dita, una risata viscida scivola fuori dalla sua bocca mentre dice che sarà un piacere divertirsi con te, sbianchi, non vuoi essere toccata e non sai come ma sei piuttosto sicura che siano dei lupi.
Ne hai la conferma quando avverti la loro presa inumanamente forte addosso al tuo corpo fragile, il tuo improvviso tentativo di scappare era stato sventato, uno di loro scivola dietro di te bloccandoti le braccia dietro la schiena e iniziano a toccare luoghi che sembrano bruciare, sciogliersi come esposti all'acido sotto il loro tocco viscido.
Delle amare lacrime iniziano a scendere lentamente lungo le tue guance mentre la tua voce viene bloccata, sei in ginocchio a terra, immobilizzata, sai cosa stanno per fare perché ti hanno strappato le calze, non vuoi che ti tocchino, ti fa schifo la sensazione, in qualche modo diversa da quella provata al tocco inaspettato ma rispettoso di Jin, diverso da quello di quei tre mostri.
La tua vista è offuscata dalle lacrime amare che bruciano lungo le tue guance, il respiro bloccato nella gola insieme ai singhiozzi di disperazione che non ti è permesso di lasciare fuoriuscire, il corpo trema, come una foglia secca intrappolata fra due correnti opposte, a causa del forte shock e della paura ingente che ti circola nelle vene ma la voce cupa e minacciosa di Jin si fa udire fra quelle risate malvagie.
«Allontanatevi, adesso!» urla imbestialito, ma viene ignorato, non si voltano neppure per scorgere chi ha pronunciato tali parole dall'accezione tanto minacciosa nei loro confronti, qualche istante dopo i tre vengono scagliati a terra da una forza innaturale, almeno mille volte più forte della loro, allora lo vedi, i suoi tratti sono quasi completamente quelli di un lupo, gli occhi non ambra ma scuri, quasi neri, sono puntati su quei tre mentre ringhia minaccioso.
Quelli scappano guaendo spaventati, poi si volta con un brusco movimento verso di te, sembra infuriato mentre ti osserva, ringhia ancora e tu ti stringi contro la parete tremando più forte con le lacrime a soffocarti.
Non ha pietà di te e delle tue orribili condizioni psicofisiche, ti trascina bruscamente per un braccio, con tanta forza da spezzarlo quasi, poi ti butta in acqua con violenza con il vento spietato dell'inverno che spira forte, poi si butta in acqua a sua volta.
Tu sei troppo provata sia fisicamente che psicologicamente per riuscire a sopportare lo sforzo del nuoto, annaspi verso le sponde cercando di uscire prima di perdere le forze e soffocare, inondata da disgusto e paura, quando ci sei quasi riuscita lui con violenza ti tira indietro spingendoti sotto al livello dell'acqua.
Ti dimeni quando senti il respiro mancarti, non ce la fai più, sei disperata e temi davvero che stia per ucciderti senza motivo perché non hai fatto nulla di male, a quel punto Jin sembra tornare in sé, lo sguardo cambia nuovamente di tonalità, si fa più chiaro ma non calmo e ti caccia fuori dall'acqua e per quanto tremi, ti sei limitata a rannicchiarti su te stessa, incapace di allontanarti.
Lui soffia a denti stretti, ti mette in piedi e di dice, con voce profonda e rabbiosa di farti una doccia e non uscire del suo ufficio, ti intima di sbrigarti e non cercarlo perché sara occupato e ti lascia lì, tremante, infreddolita, spaventata e segnata da quanto accaduto.
Ti lavi per toglierti di dosso la sensazione di sporco che senti sulla pelle ma non importa quanto ci provi non ci riesci, piangi mordendoti il labbro mortificata, ancora terrorizzata da quel Jin sconosciuto, tremi come un cucciolo spaventato e senti un bruciore insopportabile al centro del petto, come se il cure stesse per esploderti tanto più ti sovviene alla mente la sua rabbia verso di te, quasi avesse desiderato strapparti la vita e non sai perché ma soffri.
Soffri come se la morte stesse per coglierti ma forse lo avresti preferito, avrebbe smesso di fare male.
Fai come il tuo capo ti ha ordinato, tremi e ti rannicchi in un angolo della stanza, non ti muovi, ti chiudi a uovo su te stessa coprendoti il viso con le mani tremanti, ti paralizzi quando senti la porta aprirsi e trattieni il fiato mentre le lacrime bagnano il pavimento sotto di te, una mano gentile ti sfiora e vedi le tue amiche attorno a te.
«Ehy, che succede?» chiede gentile la mora, Veronica, piuttosto preoccupata con gli occhi strabuzzati quando vede lo stato pietroso nel quale sei «Che diavolo è successo,(t/n) dimmi chi è lo ammazzo» dice poi Dafne sconcertata e all'apparenza furente, poi parlò Michela, che aveva un'espressione dura sul viso, credi che avesse capito, anche se non sapevi come.
Ti chiese di toglierti la maglia che avevi addosso e vide delle macchie scure, allora si avvicina a te, abbassandosi alla tua altezza e ti abbraccia con fare materno accarezzando la tua chioma (c/c) con gentilezza, la sua voce calda e tranquilla ti aiuta a calmarti mentre ti dice di non preoccuparti e che non ti sarà fatto del male, non più.
La porta è rimasta aperta e senti un insolito via vai di persone, la vedi drizzarsi con la schiena affidando lo sguardo castano «Perchè così presto, non ha senso? » bisbiglia fra sé e sé forse credendo che tu non abbia udito le sue parole.
Nella stanza, mentre tu ti calmi lentamente accoccolata al petto della ragazza e consolata dalle altre due entra Jimin «Dovete sbrigarvi, tutti nella hall, cosa, aspetta che è successo?» chiede preoccupato avvicinandosi ma questo ti fa spaventare, irrazionalmente.
Lui allora sorride mortificato dicendo che non ha intensione di farti del male, sembra sincero allora ti fai forza e ti rimetti in piedi, non puoi dannarti per quello che è successo e startene ferma aspettando che qualcosa accada, dunque vi dirigere nella hall.
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