Capitolo 7
[Arrivi movimentati]
Arrivati all'albergo cerchi di mantenere le distanze da quell'uomo imponente che è il tuo datore di lavoro, più gli stai vicina più ti sovviene quanto accaduto, non solo la notte precedente ma anche quanto ha fatto la stessa mattina, in piene facoltà e con pieno controllo di sé stesso.
Un rossore disagievole sulle gote accompagna il tuo sguardo tremante per un bel po', senza che tu possa fare nulla a riguardo mentre aspetti al centro della hall l'arrivo di questi fantomatici ragazzi tanto importanti per il signor Kim.
Attendi pazientemente, qualche passo dietro al moro dalla schiena larga, fino a quando un gruppo di sei ragazzi piuttosto vivaci a rumorosi irrompono nella struttura con un gran numero di bagagli.
Si guardano attorno per un breve periodo, poi quando scorgono la figura di Jin corrono verso di lui con grande gioia, sembrano bravi ragazzi, piuttosto alla mano e dotati di una grande vitalità, si abbracciano e forse per la prima volta vedi un sorriso sinceramente felice su quel viso perfetto e credi che gli stia fin troppo bene.
Un ragazzo basso ma dal fisico muscoloso da una grossa pacca sulla schiena del tuo capo, con tanto impeto da creare un suono sordo che si diffonde per tutta la hall, Jin lo guarda male ma egli non se ne cura affatto, mostrando un luminoso sorriso che trovi adorabile, quel ragazzo sembra molto gentile e carino a differenza del tuo capo, anche se a dire il vero non puoi davvero inquadrarlo.
Inizialmente è stato insopportabile, poi gentile e questo ti rende difficile capire cosa gli passi per la testa, è una battaglia persa, anche perché non ti interessa, o almeno cerchi di convincere te stessa di questo.
«Oh, Jin-hyung, sai che ti sei perso Jimin all'aeroporto che è rimasto a bocca aperta dietro una ragazza, era davvero triste da vedere...» dice un ragazzo più alto e muscoloso prima di essere raggelato da un'occhiata omicida da quello che a quanto pare è Jimin, colui che ha dato quella poderosa pacca al tuo capo «Beh Jungkook, almeno io non sono rimasto fermo a fissare una ragazza facendomi notare e, quando se ne è accorta, non sono scappato via come un maniaco!» ringhia il ragazzo dalla chioma argentea facendo arrossire e zittire il castano.
Jin ridacchia, la sua risata è strana, assomiglia allo stridio prodotto dai tergicristalli e sembra non riuscire a smettere, tanto che gli occhi scuri gli si fanno lucidi mentre tu te ne resti in disparte combattendo un piccolo sorriso che si affaccia sul tuo viso. Non sai bene il motivo ma vederlo tanto tranquillo e a suo agio per qualche ragione ha fatto nascere in te una certa dolcezza che non sei sicura da dove provenga, fai qualche passo indietro per non essere d'intralcio a quella riunione sentendo Jimin parlare di questa ragazza che ha incontrato fugacemente.
«Andiamo Jimin è stato solo uno sguardo dopo che ha fermato quel ladro, come fai ad esserne tanto ossessionato?» «Beh era davvero strana, un'aura particolare direi, da dura, un fascino tutto particolare ma Namjoon ha ragione » dice un ragazzo all'apparenza esile ma con una voce immensamente profonda «Tae non è che vuoi provarci tu?» chiede un ragazzo dalla chioma scarlatta e un sorriso luminoso.
Tutti parlottano ancora fra loro soprattutto il ragazzo dalla chioma fumo che sembra essere davvero stato colpito da quel primo incontro, anche se, da quel che hai potuto sentire, quella ragazza suona stranamente familiare ma non può trattarsi di lei, della tua migliore amica che ha minacciato di ucciderti per non averle scritto.
Poi improvvisamente il silenzio avvolge i sette che si voltano verso di te, esaminando la tua figura attentamente con lo sguardo, sembrano piuttosto curiosi e non te lo spieghi «É lei?» chiede il più basso fra tutti puntandoti, allora Jin ti presenta come la sua segretaria, ma per te è una finzione, dopotutto ti tratta più come una schiava a lavoro, ti spreme come un limone, pensi fra te e te tirando un sorriso.
L'attenzione è puntata su di te, almeno finché Jimin si avvicina alla porta, quel ragazzo tenero e carino che hai visto, velocemente si trasforma in un uomo dannatamente sensuale e appetibile il cui charme ha già fatto cadere ai suoi piedi tutte le ragazze nelle vicinanze, indossa sul volto un sorriso sensuale capace di sedurre persino la più casta delle suore, rivolto alla tua migliore amica, quando la vedi sbianchi, sei troppo giovane per morie.
«Ciao, io sono Jimin, ti ricordi di me?» chiede con voce profonda e maschile lasciandoti sorpresa, non immaginavi che fosse possibile un tale cambiamento in così poco tempo, forse quel ragazzo è ancora più lunatico del tuo capo, ma scuoti il capo, non credi esista qualcuno più incoerente nei modi di lui o meglio lo speri.
Lei lo guarda con sufficienza scuotendo il capo, dice semplicemente di no per poi superarlo e puntate dritta verso di te con uno di quei sorrisi che promettono una lunga tortura, ma non dice nulla, con tua sorpresa è Jin a parlare con tono servizievole ed educato.
Michela sorride beffarda nei tuoi confronti, sa che sei confusa e vuoi delle risposte, semplicemente dice di volere la solita stanza e fa il tuo nome, vuole che tu la accompagni.
Il tuo capo tentenna per un attimo, sorride con fare adulatore che risultata fin troppo falso rispetto a quello che sai essere il suo reale sorriso e poi parla con voce calma «Non sarebbe meglio una cameriera più esperta?» «Oh, no, certo che no Kim, spero tu non abbia dimenticato perché sono qui» dice lei con quello sguardo affilato e crudele tipico di quando sta sopraffacendo qualcuno, ed ecco che poco dopo sei costretta a seguirla pregando che non ti faccia troppo male.
Una volta chiusa la porta elaborata alle spalle inizia a farti il terzo grado per non aver dato a nessuno tue notizie, allora tu tenti di difenderti come puoi e dici «Beh, tu non mi avevi detto nulla riguardo questo» lei sorride amaramente sapendo che hai ragione «Sono una scrittrice conosciuta, ma non sono qui per questo, diciamo che faccio la scrittrice a tempo perso» dice accendendo in te la curiosità, ma dal suo sguardo capisci che non ti dirà altro da quello che dice.
«Ti sfuggono troppe cose ovvie ragazza mia, cose fin troppo vicine a te, cambiando discorso sai che non ci sono solo io in questo bel posto?» tu rimani sorpresa, questo significa che probabilmente qualcun altro che conosci è lì, troppa confusione, non sopporti più tutti questi interrogativi nella tua vita.
Torni a lavoro dopo aver scambiato quattro chiacchiere con la ragazza e chiedi scusa per il tempo impiegato dicendo che non ti era stato possibile liberati prima, Jin schiocca la lingua sul palato infastidito, fino a poco prima spruzzava gioia da tutti i pori, mentre ora sembra voler mettere sotto le sue mani il collo di qualcuno, certamente è lunatico pensi tra te e te.
Teoria che viene avvalorata quando ti trascina per ogni centimetro di quel complesso di edifici con aria irritata, ti assegna una mole di lavoro impossibile da sostenere per una sola persona ed è quasi mezzanotte quando sei riuscita a completare tutti quei faticosi incarichi, ora lo odi profondamente.
Sei esausta, non riesci a stare in piedi dalla stanchezza, vorresti solo dormire, ma rischi di cadere anche perché le gambe sembrano cedere sotto al peso dello sforzo fisico e quando i muscoli ti abbandonano è il fautore di quella tua situazione ad impedirti di schiantarti al suolo.
Sorride appena «Mi dispiace, ma c'era davvero troppo lavoro» dice con voce pacata e profonda sviando lo sguardo, sei sicura che stesse mentendo perché hai visto un bel po' di gente starsene con le mani in mano mentre tu lavoravi come una pazza.
Non ti piace il suo comportamento, sei arrabbiata per come ti ha fatta ridurre e ti allontani velocemente da lui assicurandoti di trovare una parete alla quale reggerti, lo saluti in modo formale e ti volti su te stessa per andartene a casa, vuoi allontanarti da lui il prima possibile, ma quella sua vibrante voce capace di farti rabbrividire ti ferma.
«Ho fatto portare le tue cose a casa mia, per te è troppo pericoloso andartene in giro di notte, non sono l'unico lupo in questo albergo ma sono uno dei pochi capace di controllarsi» dice serio sottointendendo che d'ora in avanti sarai costretta a vivere a casa sua.
Così dato che non riuscivi quasi a fare un passo, contro il tuo stesso volere, ti ha presa in braccio a mo' di sposa ancora una volta, mettendoti nella sua auto, fantastico, pensi, la tua opinione non conta nulla.
Non sei entusiasta all'idea di vivere con lui, non quando sembra caricarti di lavoro solo perché è di pessimo umore e non sai perché, ma una parte di te sta davvero rigettando l'idea, come se ti stessi infilando in una situazione estremamente sbagliata e da un lato sai che è così, eppure senti che non ci sia nulla di male nel affidarti a lui, la tua testa gira da impazzire, la contusione certamente non aiuta e la stanchezza soggiunse così che tu finisci con il perdere conoscenza.
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