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Capitolo 30

[Quando la penna si poggia]

Il panorama in quel luogo è delizioso, delle colline dal profilo dolce contornano quella piccola vallata ricoperta da un prato fiorito, splendido, l'erba folta, di un verde brillante è resa più piacevole allo sguardo da numerosi fiori d'ogni specie, dei colori più sgargianti e i profumi più delicati.
Finalmente il gelo dell'inverno è terminato e la piacevole brezza primaverile accarezza ogni cosa in quel luogo inaccessibile ed ignoto, inaccessibile a molte creature ma non a tutte.
Il cielo azzurro è terso, con un luminoso sole ad irradiare ogni cosa con i suoi confortevoli raggi e la dolcezza di tale atmosfera viene accentuata dal lieto cantare di uccelli di varie specie, tutti estremamente leggiadri nel farlo.
In quel piccolo paradiso terrestre si cela una grande casa dall'aspetto deteriorato esternamente, le mura paiono sbiadite e attaccate dalla rigogliosa vegetazione, ciò nonostante l'arredamento al suo interno risulta accogliente e dei più pregati, con legno di ciliegio, stoffe damascate, velluti e tappeti persiani, con cristalli e ceramiche delle più nobile provenienze.
Pare dunque ovvio che tale luogo non possa essere abbandonato a sé stesso ma bensì solo amalgamato al panorama meraviglioso che lo circonda.
Il dolce suono di una canzone unica si ripete con le note del pianoforte che danzano nell'aria dolcemente esprimendo dolci sentimenti, delicati come la carezza della seta sulla pelle, capaci di far tremare ogni spettatore o quasi, con quella lieve malinconia ad accompagnare la piacevolezza del suo meraviglioso suono.
Le grandi finestre di quella stanza sono spalancate, il vento leggero che entra da lì fa fluttuare in aria il tessuto leggiadro delle tende candide come un amore che neppure la morte stessa potrebbe mai spezzare e oltre quelle, il vento, scompiglia una chioma scura che suole essere sempre perfetta come il suo proprietario.
Le ciocche leggermente lunghe scivolano dolcemente su quel viso pallido come la prima neve dell'anno, accarezzano quegli occhi allungati dal taglio a mandorla, chiusi con fare irrequieto ma comunque di dolcezza senza limiti.
Le labbra carnose, morbide di un delicato color rosa a renderle più belle e vive sono inclinate verso il basso con un alone di malinconia che accompagna quelle sue mani mascoline, dalle lunghe dita, intente nel creare quella delicata sinfonia ad espressione di tutto l'amore che per troppo tempo non ha potuto più condividere con la sua persona profondamente amata.
Tutti i giorni, quella melodia risuona incessante fra quelle bellissime mura come eco di quella voce che non ha potuto sentire e che continua a non udire, in quella solitudine pericolosa che affligge il suo cuore gentile.
Si interrompe solo quando dei piccoli passi leggiadri irrompono nella stanza, allora Jin si volta guardando dietro le sue spalle, vede una piccola figura che si sorregge contro lo stupide della porta in legno.
È indecisa se entrare oppure non farlo,  quella piccola bimba lo fissa con due grandi occhioni (c/o) che a lui ricordano dolorosamente la sua, bellissima e tanto profondamente amata (t/n).
La bimba ha i capelli lunghi fino alle spalle, neri, proprio come quelli del padre, la pelle di un dolce candore, il naso all'insù e delle piccole labbra rosee contratte in un piccolo sorriso.
Il corpicino minuto è fasciato da un abitino bianco con balze e fiorellini tipici di un abbigliamento femminile; le gambe esili sono fasciate da delle calze bianche e hai piedi ha delle scarpe, incredibilmente piccole, rosa, come i fiori sull'abito, sono delle ballerine tremendamente carine.
Lui la guarda accennando faticosamente un sorriso mentre ella, per sconfiggere la timidezza stringe forte fra le sue manine delicate la bambola che tanto ama, l'ultimo regalo che la sua mamma le ha fatto.
«Posso suonare quella canzone bella con te, sono sicura che alla mamma sarebbe piaciuta...» dice triste tirando su con il nasino minuto.
Lui le fa cenno di avvicinarsi e la solleva con le sue braccia muscolose ponendo la sua amata bambina sulle sue gambe, le insegna le note più semplici da compiere perché ella sia in grado di accompagnarlo e suonano insieme con una tristezza irreprimibile nel cuore.
Una lacrima bagna la guancia della bimba ma nessuno dice nulla, sanno entrambi come è la situazione, sanno che non possono fare nulla per la loro malinconia e suonano, lasciando che la loro solitudine aleggi per quelle mure troppo grandi senza (t/n), senza di te.
Poi ancora una volta quella triste ma dolcissima canzone viene spezzata, questa volta da delle dolci risate provenienti dal cortile, Jin e la sua bambina che tiene amorevolmente fra le sue braccia, gettano lo sguardo su quel prato rigoglioso e sorridono.
C'è un bambino con i tuoi capelli e quei profondi occhi a mandorla, alto per uno della sua età, con i vestiti tutti sporchi che gioca con Jungkook, Taehyung e Hoseok, quella scena è davvero dolce e deve ammetterlo, lui non avrebbe saputo come gestire quella situazione da solo, senza di te.
Poi ancora una volta dei passi, li sente, vengono dal sentiero da percorrere per arrivare lì.
Non ha mai amato i suoi sensi di lupo tanto nella sua vita come in quel momento, fa scendere la sua adorata bimba fuori dalla finestra, è il piano terra dopotutto.
Lui corre in modo infantile fuori dalla porta quando vede spuntare una scompigliata chioma scura, si tratta di un Jimin sudato dalla testa ai piedi, sconvolto come se lo avessero aperto a metà e gli avessero strappato via gli organi mentre era cosciente di quanto gli accadeva e ha gli occhi lucidi.
«Non partorirò mai più, lo giuro» sbuffa Michela tenendo fra le braccia una coppia di bellissime gemelline ridenti, le sue bambine.
«Perchè?» chiede Jin piegando di lato il capo confuso, lei ride in risposta «Guardalo, manco avesse partorito lui!» dice indicando Jimin che, a quanto pare, deve ancora riprendersi.
Non può trattenersi, sa che non è il massimo ma non ce la fa più, ha sopportato per troppo tempo e corre velocemente verso di te, seguito dai vostri figli.
«Perché state tutti piangendo? » chiedi confusa, temi che sia successo chissà cosa mentre sei stata via per due giorni, per stare un po' con le tue amiche, fato però ha voluto che fosse il momento del parto di Michela.
Temi, anche se non lo dici, che Jungkook abbia fatto esplodere qualcosa, perciò lo guardi di sottecchi mentre le calde braccia di tuo marito stringono il tuo corpo con possessività e amore.
Però sei costretta a scivolare fuori dalla sua stretta sentendo i tuoi bambini lamentarsi, allora li prendi entrambi fra le tue braccia senza badare troppo alla terra che finisce irrimediabilmente suoi tuoi vestiti, ti sono mancati tanto dopotutto.
«Papà» urlano in coro i due gemellini dai capelli scuri e gli occhi a mandorla correndo velocemente verso Jungkook che li prende al volo riempiendoli di dolci baci, allora getti uno sguardo a Veronica e ridacchi nel notare quel sorriso gentile sulle sue labbra.
Namjoon e Dafne invece sono ancora in viaggio, nella loro fantastica luna di miele, a distruggere il mondo, mentre il tuo cuore batte allegro nel tuo petto, esplodendo d'amore.

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