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Capitolo 22

(La quiete che viene prima della tempesta)

Ti svegli sentendo dei bisbigli in sottofondo, dischiudi gli occhi, coccolata dal calore delle pesanti coperte che avvolgono il tuo corpo nudo, ti volti di lato e qualcosa si stringe a te, al tuo bacino e solo allora ti sforzi di aprire gli occhi e incontri il profilo dormiente di Jin.
I capelli corvini sono sparpagliati sul cuscino bianco, i suoi occhi chiusi in un'espressione di rilassamento e le labbra dischiuse lasciano uscire un lieve respiro, segno del suo quieto dormire.
Le sue braccia lunghe e dalla muscolatura ben delineata, in un gesto inconscio, sono strette saldamente attorno al tuo corpo e questa visione, tanto dolce ma allo stesso tempo bellissima riempie il tuo cuore di un amore tale da poterti far quasi scoppiare in lacrime di gioia, facendoti rendere conto che la felicità che provi è reale, tangibile.
Poi lentamente i fumi del sonno svaniscono dalla tua mente e rammenti quanto accaduto nelle ore precedenti, in quella stanza in penombra, fin troppo vicina a numerose persone che avrebbero potuto, e che nel peggiore dei casi lo hanno fatto, sentire la tua voce acuta e le tue urla lussuriose dovute a quella notte di passione, di unione profonda di corpo e anima avvenuta fra voi due.
Vieni distratta dall'imbarazzo causatoti dai tuoi pensieri e dalla delicatezza della visione di Jin dal suono repentino di passi che vengono schiacciati sul pavimento ligneo fuori dalla stanza, poi ecco una voce gentile e femminile che, a causa del sonno, impieghi un po' a riconoscere «Ti prego basta Dafne...»  «Perchè? Eravate così carini tu e Jungkook, mio dio ti stava stringendo come fossi la sua cosa più preziosa, vi adoro troppo, ah, mai più di quei due, ieri ci hanno dato dentro, li hai sentiti vero?» a quelle parole, pronunciate dalla bionda arrossisci terribilmente nascondendoti nel petto del moro che, nel mentre, si è destato.
Ora ti bacia la fronte delicatamente, le sue grosse mani maschili accarezzano la tua chioma disordinata, di un bellissimo (c/c) e la sua voce rauca, ancora impastata parzialmente dal sonno ti scuote e ti fa rabbrividire come fossi stata colpita in pieno dall'aria invernale «Buon giorno piccola, dormito bene? » chiede stringendo di più il tuo corpo contro il suo mentre le sue gambe scivolano fra le tue gentilmente, strofina il suo viso perfetto fra i tuoi capelli, un po' come un bambino davvero carino eppure sai, che può essere molto altro.
Le voci vivaci delle tue amiche si sentono ancora una volta rovinando l'atmosfera «Si, dovevo andare in bagno, sono passata per il corridoio e-» la voce di Veronica vine improvvisamente interrotta, la cosa risulta certamente strana a meno che  non sia successo qualcosa nel mentre del suo discorso, per un attimo ti agiti poi la voce calma e quasi inespressiva di Michela spezza e allo stesso tempo rafforza le tue preoccupazioni ingenti.
«Ah, smettetela di spettegolare in mezzo al cazzo, mentre voi parlate e vi fate i cazzi vostri a me tocca lavorare, al posto vostro per giunta, con quella rottura di palle di Jimin che mi vine dietro e mi fissa a mo' di stalker e quelle sfracagna coglioni delle ragazze che gli sbavano dietro che mi intralciano, Dio che nervi!» rabbrividisci e spalanchi gli occhi, Jin lo nota e ti osserva confuso mentre scivoli via dalla sua stretta, indossi qualcosa alla buona e apri la porta di corsa rischiando di inciampare sui tuoi stessi piedi nudi e mostri un sorriso preoccupato in viso.
Guardi silente la castana nello sguardo, vedi una luce pericolosa in questo e noti la durezza nascosta da una calma fasulla essere esposta sul suo viso dalla carnagione pallida, allora la inviti ad entrare, prima che le venga voglia di uccidere qualcuno e, dopo quanto hai scoperto, non dubiti che potrebbe davvero farlo.
Si siede sul letto senza badare alle occhiataccie che Jin le rivolge mentre ti stringe con fare possessivo a sé, appoggiando il suo mento sul tuo capo accarezzando il tuo ventre con le dita, ma non riesci a rilassarti, sai che è pericoloso quando ella perda la calma e lo ha fatto, altrimenti avrebbe parlato con la sua solita aria eloquente.
«É inutile che mi guardi così alfa dei miei coglioni, che non ho per inciso,  sono di pessimo umore e se vuoi posso dimostrartelo, non che ti piacerà comunque » dice affilando lo sguardo con una luce per nulla rassicurante ad illuminarlo, schioccando la lingua contro il palato e senti come dopo quella sua occhiataccia il corpo di Jin sia diventato duro come pietra, rigido come mai e come il suo respiro si sia fatto irregolare, ancora sotto l'influsso della tua natura animalesca, percepisci l'odore della paura invadere la stanza e te ne sorprendi, ti chiedi come qualcuno di forte come lui possa temere lei, umana.
«SeokJin fa qualcosa nella tua vita e dì a quel rompi palle di Jimin di smetterla di pedinarmi, io gliel'ho detto ma non mi ha ascoltata e soprattutto vedi di risolvere le faide interne. Mi sono rotta di giocare a nascondino con dei ribelli che minacciano di fare un altro casino o ti giuro che vi stermino, fottutamente tutti! » ringhia con lo sguardo oscurato, quasi completamente nero, tanto da far paura anche a te che sai che lei non ti farebbe mai del male, ma per un attimo ne dubiti, non l'hai mai vista essere d'umore tanto terribile.
«S-scusaci» bisbigliano le altre due preoccupate sebbene contrariate, ma basta un solo sguardo da parte della vostra amica perché queste si pentano davvero moltissimo, si crea dunque nella stanza un silenzio pesante, soffocante, spezzato dall'entrata di Hoseok e Taehyung.
«Scusate se vi interrompiamo ma questa dovete vederla » dicono ridendo come degli idioti invitandovi al piano di sotto, tu e Jin vi rivestite quanto più in fretta possibile e correte al piano inferiori incerti se preoccuparvi o meno e vi trovate davanti ad una scena inaspettata.
Ci sono delle ragazze vestite di maniera provocante, avverti un odore dolce come il miele sporcare l'aria e noti come tutti i lupi maschi stiano tentando di avvicinarsi a loro, bloccati da un cerchio di strozza lupo fatto a terra nel quale è rimasto incastrato anche Jimin, il quale però non sta avendo nessun tipo di reazione al calore spropositatamente esagerato di quelle omega.
Sembra quasi che lo abbiano soppresso per questo momento, sperando di avere il ragazzo tutto per loro e combatterelselo fino alla fine.
«Qualcuno mi fa uscire?! » si lamenta il ragazzo seduto a terra circondato da quelle donne viscide che strisciano le loro mani sul suo corpo muscoloso nonostante egli tenti di scrollarsele di dosso e vedi Michela sorridere sadicamente, sembra piuttosto felice del fatto che non avrà più fra i piedi quel ragazzo, sta ferma con le mani incrociate al petto, mentre osserva quella scena ridacchiando sotto i baffi.
Jin accompagna in modo più evidente la sua risata, come tutti gli altri sei ma lo sguardo del ragazzo imprigionato muta velocemente facendo zittire tutti, lo sguardo che gli hai visto in viso è stato persino peggiore e più crudele di quello che hai visto riflesso nel viso del tuo fidanzato e questo ti fa indietreggiare impercettibilmente ma ecco, che ad un certo punto Dafne, mossa a pietà dalla scena, spezza quel cerchio creato da chissà chi con sotto i lamenti di Michela, che si danna sapendo che avrà di nuovo il ragazzo e le sue ammiratrici fra i piedi.
La ragazza soffia come un gatto inaccattivito, il ragazzo di bassa statura si avvicina sorridendo ma ecco che un urlo iracondo sì leva dalla folla di uomini arrabiati «Park adesso basta, non ti vogliamo più nel branco, smettila di rubarci le donne!»«SeokJin, fa qualcosa, per il bene del branco!» urla uno sostenuto dal resto dei presenti che osservano la scena furenti, con gli occhi fiammeggianti, eppure l'oggetto di tanta ira li osserva appena con aria di sufficenza, roteando gli occhi lasciando poi uno sbuffò fuggire dalle sue labbra carnose
«Non sono io a farlo, per la verità non ho fatto un bel nulla, per il momento ho le attenzioni rivolte ad una sola persona e se volete tenerle a freno mordetele, che posso dirvi» replica infastidito grattandosi il collo mentre Jungkook lo osserva spiacente, allora da quel gruppo confusionario arriva un qualcosa, una freccia di strozza lupo, lanciata a mano.
Il ragazzo la blocca con due dita senza subirne danno alcuno, in quel momento vedi Michela mutare d'espressione, inarca un sopracciglio con espressione sorpresa, ma non sei certa che sia un bene o un male quando le sue labbra si inarcano in un sorriso un po' meschino, tipico di quando ha qualche piano malefico che le frulla per la mente.
Sei esterrefatta non credevi che i lupi potessero resistere a quella pianta per loro letale, inoltre realizzi con discreta velocità che non possono essere state mani canine a sferrare quel colpo, allora aguzzi la vista, preoccupata e scorgi un giovane ragazzo intrappolato fra la folla e ti sembra stranamente familiare, lui ti osserva in silenzio, vede in esso il tuo disappunto e china il capo mentre tu sei assillata da quella strana sensazione.
Lo sguardo di Jimin si fa nuovamente pieno di rancore e tutti si ammutoliscono in quella stanza, si apre un varco fra la folla che lascia avanzare Jimin che afferra per il collo il giovane sbattendolo al suolo senza una minima parvenza di attenzione o pietà, si abbassa su di lui con la schiena, senza però chinarsi al suolo e in linea con il viso del ragazzo sussurra aspro «Non sono così debole, una quantità tanto patetica di strozzalupo non può farmi nulla, idota, dopotutto anche io sono un alfa».
A quelle parole rimani spiazzata, ti rendi conto che ci sino ancora troppe cose che non sai su come funziona quel nuovo mondo, al quale hai solo recentemente scoperto di appartenere, Jin sembra notare il tuo turbamento e ti stringe contro il suo petto, accarezzando il tuo viso con le mani e ti sussurra a voce bassa, a modo che solo tu possa udire la sua voce, che ti proteggerà, anche a costo della sua vita, perché ti ama, più di ogni altra cosa.
Arrosisci e ti stringi a lui, Jimin colto da un improvviso lampo di pietà lascia libero quel ragazzo di andarsene, anche se non illeso, lo minaccia sibilando come un serpente fra i più letali e lui, prima di scampare a morte certa, ti osserva per poi sparire.

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