Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

7. Pessimi tentativi di corteggiamento

Il mio cervello mi segnala che dovrei essere nervoso, avere le mani sudate, la testa piena di parole sconnesse e che dovrei percepire forse persino un po' di nausea. Di fronte a me ci sono centinaia di persone, centinaia di scienziati con una materia grigia grande quanto una casa, che attendono di sentirmi parlare.

L'Albus di qualche anno fa sarebbe andato nel panico, probabilmente avrebbe anche vomitato, tuttavia il me di adesso è calmo, rilassato e padrone della situazione. Tutti gli occhi sbrilluccicanti di saggezza che si trovano in questa stanza sono qui per me, per l'uomo che loro ritengono abbia la massa di materia grigia più grande: un palazzo a tre piani e non una misera casetta come la loro.

È ancora presto, nonostante la stanza brulichi di persone le panche disposte a semicerchio su più livelli sono quasi vuote: nessuno dei miei colleghi ha preso posto, preferiscono riunirsi in gruppetti distinti e chiacchierare.

Lascio che i miei occhi vaghino per la sala, ignorando accuratamente di incrociare lo sguardo delle persone che non ho alcuna voglia di salutare.

Individuo una dei due Hit Wizard inviati a mettere in sicurezza l'evento. È alta, con la pelle scura e i capelli neri raccolti in trecce attorcigliate così lunghe che quasi mi verrebbe voglia di tirargliele. Il suo compagno deve essere qui da qualche parte. Continuo a cercare, spostando la testa da un lato all'altro fino a che una mascherina chirurgica nera non attira la mia attenzione. Ghigno soddisfatto.

Piegare un soldato davanti alla mia scrivania è il mio più grande sogno, lo è da ieri, quando ci siamo incontrati per la prima volta. Ed è risaputo che bisogna sempre, sempre, seguire i propri sogni.

È in piedi, con le mani nelle tasche in una posa così rilassata che, se non stesse indossando la divisa, dubiterei fosse in servizio.

Quella di fingersi tranquillo, quasi annoiato e affatto minaccioso, deve essere una sorta di tattica per far abbassare la guardia a dei possibili assalitori. Non ci sono altre spiegazioni, Scorpius non avrebbe mai permesso ad uno scansafatiche di entrare nella sua squadra. Inoltre, se fosse stato davvero rilassato non avrebbe fatto caso a me, non mi avrebbe visto arrivare.

Ci separano diversi metri, eppure ho notato come il suo volto si sia girato nella direzione opposta, ignorandomi.

«Sapevo che ti avrei trovato qui» esclamo, posizionandomi di fronte a lui, in modo che tutta la sua visuale sia occupata da me e me soltanto.

«E come facevi a saperlo, si può sapere?» chiede, la voce autoritaria che porta il mio sorriso ad allargarsi sempre di più.

Merlino, lo voglio a quattro zampe.

Passano lunghi, interminabili secondi prima che lui decida di distogliere l'attenzione da un punto imprecisato alle mie spalle e fissarmi, in attesa.

Due occhiaie scure enfatizzano il pallore del suo viso, ha un neo sotto l'occhio sinistro e uno sopra il sopracciglio accanto alla tempia. Ieri notte, al buio, non li avevo notati.

«Ho richiesto esplicitamente la tua presenza. Sai, dal modo in cui mi hai sbattuto al muro sembravi un agente molto preparato, perfetto per proteggermi dai nemici»

Lui solleva le sopracciglia, non convinto, la schiena dritta e gli occhi che si rifiutano di abbandonare i miei, nonostante il suo imbarazzo stia iniziando ad essere evidente.

Il suo atteggiamento non vacilla, continua a mostrarsi sicuro di sé, con la stessa spavalderia di chi è abituato ad avere tutto sotto controllo. La punta rossa delle sue orecchie, tuttavia, lo tradisce.

È adorabile, così carino che voglio vederlo piangere.

«Gli scienziati hanno dei nemici?» chiede.

«Certo. La vedi quella signora laggiù con il camice rosa? È la Pozionista Primaria del reparto di velenologia. Sono anni che cerca di combinarmi un matrimonio con sua figlia»

L'angolo dei suoi occhi si increspa, ma la mascherina nasconde il sorriso. «Deve essere stancante cercare di sfuggire a un pericolo simile» mi asseconda.

«Lo è, terribilmente faticoso» mi piego in avanti, in modo così calcolatamente casuale per avvicinare il viso al suo, come se gli stessi confidando un segreto. «Per questo mi serve sapere come ti chiami, in caso dovessi urlare per chiedere aiuto.

Lui non si scansa ma non mi offre neanche la soddisfazione di vederlo tentennare. «Non conosci il mio nome eppure hai richiesto di me al mio Capitano, come è possibile?»

«Fai un sacco di domande, perché non puoi rispondermi e basta?»

Evidentemente non può rispondermi e basta, andrebbe contro la sua moralità di Hit Wizard o qualcosa del genere, quindi sono costretto a spiegarmi. «Conoscevi Rose, perciò ho supposto che fossi nella squadra di Scorpius. È uno dei miei più cari amici da Hogwarts, quindi gli ho solo chiesto di mandami il "bassetto con la mascherina." Non pensavo che lo avrebbe fatto davvero, in realtà, di solito mi ricorda quanto io sia un viziato capriccioso e ignora le mie richieste»

«E tu lo sei, viziato e capriccioso?» domanda, la voce che si abbassa di un tono.

Lascio che i suoi occhi mi scorrano addosso, studiandomi con attenzione sotto la luce.

Lo vedo indugiare sul mio petto, sulle mie spalle, sull'accenno di barbetta scura che questa mattina ho deciso di ignorare e non radere. Inumidisco il labbro inferiore, divertito dal modo in cui il gesto cattura subito la sua attenzione. «Decisamente» gli confermo.

Mi osserva in silenzio per qualche secondo, come se stesse combattendo con la parte di sé che vuole assecondarmi e quella che, invece, si rifiuta di lasciare andare la presa e cedermi il controllo. In ogni caso, trovo il modo in cui aggrotta la fronte davvero carino. Vorrei accarezzargli con il pollice il solco tra le sopracciglia per distendergli la pelle, ma finché non avrò la certezza che non mi arresterà per averlo sfiorato, non lo toccherò.

Alla fine, sospira. «Mi chiamò Kenji»

Sorrido ampiamente, il braccio che si posa sulla parete alle sue spalle, costringendolo ad indietreggiare di un passo.

«È un piacere conoscerti, Kenji, Io sono Albus. Vedi? È stato semplice da dire no? È così che funzionano le presentazioni»

Kenji mi allontana con una spinta, osservandosi intorno preoccupato. «Per Merlino, ora sparisci. Sono in servizio, non posso essere visto chiacchierare»

«Lo capisco, sei un gran lavoratore, un onesto soldato rispett-»

«Alle otto» taglia corto.

Le mie sopracciglia scattano verso l'alto per la sorpresa. «Mi stai chiedendo di uscire?» chiedo euforico ma allo stesso tempo un po' confuso: non immaginavo che avrebbe ceduto così facilmente al mio pessimo tentativo di corteggiamento.

Lui rotea gli occhi. «No, ti sto dicendo che a quell'ora finisce il mio turno. Ti concederò di provarci con me dalle otto in punto alle otto e mezza, se arrivi in ritardo non ti aspetterò»

Raddrizzo la schiena, portandomi la mano alla fronte per improvvisare quello che penso sia un saluto militare. «Ricevuto, signore. Non ti deluderò»

Senza aspettare una sua risposta mi volto e mi allontano. Sarà divertente.

•••

Avere delle ore libere prima di una missione mi lascia sempre irrequieta. Ho delle pessime capacità di gestione del tempo? Probabilmente si, ma iniziare una qualsiasi attività per poi doverla interrompere a metà mi farebbe sentire insoddisfatta, perciò mi limito a non fare niente.

In qualità di MediMago non devo indossare una divisa, che senso avrebbe? Non devo combattere, non saprei neanche come fare. Ma non importa, perché non sono i miei jeans neri e la mia maglia rossa a farmi sentire fuori posto, d'altronde qui al Quartiere Generale gli Hit Wizard che non sono in servizio gironzolano con i loro abiti personali.

Sono circondata da donne e uomini atletici con corpi scolpiti e resistenti che resterebbero saldi come pilastri in mezzo ad una tempesta.

Quando i loro occhi si posano su di me, temo che possano vedere cosa si nasconde dietro quel velo di apparenza che mi impegno a tirare su ogni mattina, cosa si cela dietro al trucco disposto minuziosamente a coprire le occhiaie e alle mani dalle unghie curate, strette tra di loro, che a volte tremano un po' troppo.

Ho paura che mi guardino e vedano solo un peso per la squadra, un fastidio che Scorpius è costretto a portarsi dietro.

Sono nata con una malattia del sangue che mi indebolisce, mi obbliga a fare trasfusioni periodiche e prendere pozioni che ne mitigano i sintomi.

Mi impegno per fare in modo che da fuori nessuno riesca a sospettarlo, sembro una ragazza in salute, forse un po' gracile, ma se non prendessi i miei farmaci sarei priva di energie, con così poca forza nelle gambe che camminare e respirare allo stesso tempo risulterebbe doloroso.

In questo palazzo risiedono venti squadre, venti Capitani che hanno esaminato il mio fascicolo, letto di me e delle mie competenze.

Non è una casualità o uno scherzo del destino che io sia stata assegnata proprio a Scorpius, non importa quante volte io provi a ripetermelo, la verità è che diciannove di loro hanno ignorato le lodi e le raccomandazioni che mi definisco il medico migliore del mio anno, focalizzandosi sulla breve riga in cui è riportata la mia malattia e mi hanno scartata.

Cerco di non pensarci, di non arrovellarmi la testa sul perché lui mi abbia scelta, se per pietà o se perché mi reputa davvero capace.

Ciò che conta è che io ce l'abbia fatta, sia riuscita ad ottenere il lavoro che volevo nonostante la mia famiglia abbia provato ad impedirmelo in ogni modo, ritenendomi troppo fragile, come un oggetto di cristallo da nascondere sotto una campana di vetro.

Sospiro, ignorando l'immagine che si è appena fatta strada dietro le mie palpebre: la lettera di Albus, ancora chiusa, posata sul mio comodino.

Sento di essere una pessima cugina, una pessima amica, ma il sentimento svanisce non appena entro in infermeria — una delle poche stanze in cui mi sento a mio agio: quando mi annoio mi piace venire a guardare gli scaffali pieni di pozioni o riordinare l'armadio dei medicinali — e la mia attenzione viene subito catturata dal brusio di voci e di gente.

«Occupati di loro, Drake, ho fiducia nelle tue capacità. Tornerò dopo aver fatto rapporto»

Ad aver parlato, la voce determinata ma al tempo stesso colma di dolcezza, è la donna più bella che io abbia mai visto.

È alta, meno di Olivia, ciononostante le sue gambe magre e slanciate sembrano regalarle immaginari centimetri in più. La divisa nera le aderisce alle cosce, ai fianchi che creano due curve perfette e che culminano in una vita stretta segnata dalla cintura delle armi.

Ha la pelle marrone, di un tono caldo che ricorda il modo in cui il bronzo risplende sotto la luce del sole e, sull'avambraccio sinistro, messo in mostra da uno strappo sulla manica, c'è un intricato tatuaggio dorato che sparisce sotto la stoffa.

Mi sento un po' sciocca, immobile sulla soglia intenta a fissarla, ammirazione e gelosia che mi stringono lo stomaco.

Suppongo che lei e la sua squadra — di cui due membri ridotti in pessime condizioni sdraiati sui lettini, uno in piedi ma con la testa fasciata e Drake, il MediMago — siano appena tornati da una lunga missione: vivo in questo castello da un po' e non ho mai incontrato nessuno di loro.

«Non ti deluderò, Capitano» esclama Drake, la voce salda e l'espressione di chi sta per vomitare.

Lei annuisce decisa, le labbra piene distese in un sorriso incoraggiante, gli volta le spalle e mi sorpassa, uscendo dall'infermeria e ignorando la mia presenza così come si ignora un pezzo di arredamento che è sempre stato lì.

I capelli neri, spessi, ondulati e legati in una coda alta le ondeggiano sulla schiena mentre si allontana.

«Tu con la testa rossa» sbotta Drake, puntando il dito verso di me. «Devi essere sicuramente una delle infermiere o un medico. Non stare lì impalata, vieni a darmi una mano»










Albus>>>

Avevo un'idea troppo carina per un capitolo a tema Halloween ma non c'entra niente con la storia e non posso inserirlo 😭
(Troverò un modo)

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro