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22. Perchè me lo stai dicendo?

JIMIN

"Allora siamo bloccati qui, in sostanza" constatai dopo che Jungkook appurò di avere il telefono senza batteria e non potesse, quindi, chiamare Mark per dirgli di ritornare a tirarci fuori di lì, rimettendomi a sedere sulla panchina dalla quale ci eravamo alzati solamente qualche minuto prima.

Ma, comunque, anche se il suo telefono fosse stato acceso non sarebbe cambiato molto, visto che il mio non prendeva rete nemmeno a pagarlo...

"Fino a domani mattina" aggiunse Jungkook quasi all'esasperazione, prendendomi, poi, per un braccio e trascinandomi fuori dallo spogliatoio senza nemmeno dirmi cosa avesse intenzione di fare.

Fu solo non appena arrivammo ad una porta vicino all'area dove, quando ero andato a vedere il suo allenamento, l'avevo visto riscaldarsi che mollò la presa sulla mia pelle, diventata praticamente bollente al solo contatto con la sua mano, iniziando a spostare i vari oggetti che si trovavano posati sopra il mobile adiacente alla porta ed ad aprirne i cassetti alla ricerca di qualcosa.

"C-che stai facendo?" mi azzardai a chiedere solo dopo qualche secondo, sperando di non incombere in una sua ira furibonda.
"Eccola!" esclamò lui, invece, mostrandomi vittorioso la chiave che aveva tra le mani e dicendomi che quello era una specie di ufficio, dove sapeva per certo esserci un divano ed un frigo con qualcosa da bere e mangiare, mentre apriva la porta.

"Davvero esiste un posto del genere in questa piscina e nessuno ne sa l'esistenza?" gli domandai in tono stupito nel momento in cui vidi com'era veramente "quella specie di ufficio".

E...beh, era messo meglio di camera mia.

"Penso che Mark e Johnny hanno deciso di tenerlo nascosto a chiunque, tranne quelli del club di nuoto, perchè, altrimenti, sai quanta gente verrebbe qui abusivamente?" suppose Jungkook in risposta, avvicinandosi al frigo ed aprendo lo sportello in modo da vedere cosa ci fosse all'interno.
"Ci sono dei sandwich che sembrano mangiabili. Sai, per cena" disse dopo un po', richiudendolo e sedendosi al mio fianco sul divano.
"Quando sono arrivato qui erano quasi le sei, quindi...direi che non manca molto alla cena" provai a scherzare, cercando di non avvampare nel momento in cui Jungkook spostò leggermente la gamba verso di me e le nostre ginocchia andarono a scontrarsi, provocandomi una scarica di brividi lungo tutta la spina dorsale.

"Che hai voglia di fare? Tanto abbiamo tutta la sera..." mi domandò dopo qualche istante, incontrando i miei occhi con un'espressione interessata dipinta in faccia, arrivando a mordersi il labbro inferiore al termine delle sue parole.
E, dopo quel gesto ed il fatto che, sempre esso, mi fece sentire il cavallo dei pantaloni molto più stretto, io avrei voluto fare solamente una cosa...

*******

"Sul serio ti è successo?" mi chiese in tono divertito circa tre ore più tardi, finendo anche la seconda bottiglia del succo al mirtillo che aveva rubato dal frigo perchè credeva che fosse fantastico.
"Te lo giuro" gli risposi senza riuscire a smettere di ridere, rimanendo semplicemente a guardarlo, stravaccato sulla poltrona dietro alla scrivania, come se fosse la cosa più bella che avessi mai visto.

E, nonostante la poca eleganza che avesse in quel momento, lui lo era veramente. La cosa più bella che avessi mai visto, intendo.

"Jimin, grazie. Di essere venuto, dico. Non tutti l'avrebbero fatto" mormorò Jungkook dopo qualche secondo di silenzio, rivolgendomi un sorriso sincero e facendomi tremare le gambe.
"Perchè me lo stai dicendo?" gli chiesi in cerca di una spiegazione, sperando, nonostante sapessi che non avrei dovuto farlo, nella risposta che la mia mente avrebbe voluto sentire.

"Perché mi sono reso conto che, ultimamente, quando sono giù di morale e ho bisogno tirarmi su, non è Tae quello a cui penso. Ma sei tu..." mi rivelò lui con sincerità, causando come reazione da parte mia il fatto che, più o meno, mi ammutolissi.

Perchè quella risposta era molto di più di quanto avrei mai potuto sperare...

E mi illudeva un po' troppo, forse.

"Ho un'idea" esclamò Jungkook dopo un paio di secondi, rendendosi conto che non avrei mai trovato il coraggio per rispondere alle sue parole precedenti.
"Ovvero?" chiesi con titubanza, avendo seriamente paura di scoprire cosa si fosse pensato.
"Buttiamoci in piscina" affermò con serietà, facendomi aggrottare le sopracciglia.

"Kook...sicuro di non essere ubriaco?".
"Era succo al mirtillo, mica chissà che".
"Sempre che Mark e Johnny non abbiano fatto qualche scambio...".

"Allora? Andiamo in acqua o no?" insistette nuovamente, guardandomi con gli occhi praticamente sbarrati in attesa di una risposta.
"Sono vestito...e non ho un costume" gli spiegai in tono confuso, non capendo il perchè di quella "strana voglia".

"Mi lancerei vestito anche io. Dai, è divertente" si affrettò a rassicurarmi, guardandomi, poi, con il labbro inferiore leggermente sporto in avanti e gli occhi praticamente preganti.
"Okay" mi arresi dopo qualche secondo, alzando lo sguardo al cielo facendo un piccolo sospiro, fingendo che la cosa non mi stesse tanto a genio quando, effettivamente, la mia mente un po' bacata credeva che sarebbe potuto essere divertente per davvero.

Dopo che acconsentii, ci guardammo solamente per un istante prima di correre fuori da quella stanza e lanciarci, così come stavamo, nell'acqua della piscina con un salto.
E, effettivamente, numerose risate uscirono dalla mia bocca per tutto il tragitto...

"Menomale che le scarpe ce le siamo tolte prima" commentò Jungkook in tono divertito, lasciando aprire le sue labbra in uno dei bellissimi sorrisi che vedevo sempre quando era felice.
"Sembriamo due idioti" ribattei io con ironia, non riuscendo ad evitare di scoppiare a ridere per tutta la situazione che si era venuta a creare.

"Allora facciamoli fino in fondo, no?" mi chiese lui a sorpresa, rivolgendomi un sorrisetto furbo ed accattivante.
"Cioè?".
"Vediamo chi riesce a trattenere di più il respiro sott'acqua" propose con leggerezza, come se quello non fosse un gioco per bambini e, quindi, non adatto a due, ormai, diciottenni come noi.

"Bene. Ma, ti avviso: non sono uno facile da battere" gli risposi con aria di sfida, squadrandolo con attenzione.
"Correrò questo rischio. Sei pronto?".

Non appena annuii, Jungkook contò fino a tre prima di dare il via, facendomi prendere una grossa boccata d'aria e, poi, immergermi nell'acqua.
Credevo di avere tutto sotto controllo, ma, poi, sentii qualcosa premere leggermente sulle mie labbra per poi allontanarsi all'improvviso.
E, per quanto cercassi di non farmi i film da un mese, riuscii a capire perfettamente che quelle erano delle altre labbra...

Così, preso un po' dal panico risalii in superficie, passandomi un dito sulla bocca nel tentativo di capire se fossi veramente cosciente oppure se fosse tutto un sogno.

"Vittoria!" esclamò, però, Jungkook non appena tornò in superficie, distraendomi per un attimo da quel pensiero e facendomi risalire addosso il senso di competitività.
"Non vale, mi hai distratto!" mi lamentai a gran voce, dipingendomi in faccia un broncio piuttosto evidente.
"Okay, allora possiamo rifarlo" mi concesse lui, alzando le mani davanti a sè.

E...fu allora che mi venne un'idea.

Sapevo benissimo che, facendo quello a cui stavo pensando, sarei andato contro tutti i principi ed i limiti che mi ero fissato fino a quel momento. E sapevo anche che Jungkook e Tae, nonostante l'unico motivo per cui mi trovassi nell'acqua della piscina del mio liceo vestito fosse il loro ultimo litigio, stavano ancora insieme.

Ma...in quel momento, dopo che Jungkook aveva fatto la prima mossa senza nemmeno che io lo provocassi, decisi che ne avevo abbastanza di tutte queste preoccupazioni e paranoie.

Quindi, quando lui diede il via e ritornammo sott'acqua, fui io quello che si avvicinò a lui ed al suo corpo, facendo unire nuovamente le nostre labbra, ma con molta più forza.
Non appena Jungkook si accorse di questo, fece risalire in superficie i nostri corpi e si allontanò leggermente dalle mie labbra, prendendo fiato per un secondo.

Quel gesto mi fece dannatamente preoccupare e sentire in colpa, ma, poi, prima che potessi anche solamente dire una parola, ritrovai ancora le sue labbra sulle mie e le sue mani a tirarmi i capelli.

Chiaramente risposi al bacio con la stessa esigenza, ritrovandomi spinto dal corpo di Jungkook fino a quando non toccai con la schiena la scaletta per entrare in acqua, reggendomici con una mano.
Sentii Jungkook, invece, appigliarcisi con un piede, andando avanti a baciarmi fino a quando non dovette staccarsi per riprendere fiato, rimanendo, però, a guardarmi senza un'espressione definita in faccia e con la fronte posata alla mia.

"Kook, io ti amo" mormorai all'improvviso, dopo qualche secondo, mantenendo il contatto tra i nostri visi, rendendomi conto solo pochi istanti dopo di quello che avessi fatto e tentando di spiegarmi subito dopo.
"N-non volevo d-dire..." iniziai a balbettare a raffica, venendo, però, interrotto dalle sue labbra nuovamente sulle mie.

"Per favore, non parlare. Non per stasera" gli sentii sussurrarmi all'orecchio prima di riprendere il controllo delle mia labbra, chiedendo l'accesso alla mia bocca con la lingua.
Ed io, dal canto mio, non potei fare a meno di concederglielo, posandogli le mani a livello delle spalle, stringendo la sua pelle tra le dita sopra la maglietta ormai fradicia che portava.

Eppure, nonostante il calore che sentivo nel petto in quel momento, sapevo che la mattina dopo il senso di responsabilità ci sarebbe caduto addosso con il peso di un'incudine.

SPAZIO AUTRICE:
Calma, calma, calma: so già che state pensando.
"O mio dio, ma questa scena è uguale a quella del primo bacio di Isak ed Even (o Martino e Niccolò a seconda di quale Skam abbiate guardato) di Skam".
Lo so già da sola, quindi non serve che lo scriviate. L'ho inserita appunto perché in tutti i remake che ho visto di Skam, questa era la scena che ho sempre atteso con più ansia.
Quella che mi creava proprio un senso di formicolio a livello della pelle e dello stomaco.
E...niente, volevo farvelo sapere✌🏻😂.

Del resto, siate contenti che almeno li ho fatto baciare prima del capitolo 50😂🙊❤️.

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