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Capitolo 5

Sara's POV



-Allora? Che ne pensi?-.

Come promesso avevo portato Nyssa a fare una tipica colazione americana: uova, bacon e pane tostato.

Era divertente come lei mi guardasse male per il fatto che mangiavo quella roba quasi tutte le mattine.

-Non è male, anche se non batterà mai la mia- disse ingoiando un pezzo di pane.

Risi e lei fece un finto broncio. A volte mi chiedevo cosa le passasse per la testa in quei momenti, quando le mostravo cosa suo padre le aveva sempre vietato di fare.

Mentre tornavamo a casa passammo davanti ad un cartellone pubblicitario che presentava un concerto in un locale in zona: a quanto pare era una band ancora poco conosciuta che cercava di farsi notare.

In quel momento mi venne un'idea: avremmo potuto andarci insieme, era da un bel po' che non uscivamo per divertirci.

-Sei mai stata ad un concerto?- le chiesi e lei scosse la testa.


-Secondo mio padre erano tutte distrazioni-.

-Allora sabato sera ci andiamo!- dissi convinta -Non puoi non essere mai stata ad un concerto!-.

-Ne sei sicura?- mi chiese nervosa.


-Certo! Sono esperienze che si devono fare nella vita. Magari viene pure mia sorella, ci meritiamo una serata di svago-.

-Sempre se Talia non torna all'attacco- la sentii borbottare.


Mi auguravo di no, dopotutto ce la meritavamo una serata per divertirci!



Qualche ora dopo passai da mia sorella in ufficio, dovevamo andare a pranzo insieme e le avrei chiesto per sabato sera.

-Sabato? Non posso, devo lavorare-.


-Andiamo Laurel! Sei tutto il giorno o in ufficio o in tribunale, te la meriti una pausa!- dissi mentre la sentivo sorridere.

-Lo so, ma il lavoro non si svolge da solo e in questo momento sono piena di cose da fare!- disse visibilmente frustrata.

Mia sorella era così, quando si puntava su qualcosa non si arrendeva finchè non riusciva a risolverla.


Sapendo che era inutile cercare di convincerla, sospirai.

-Almeno ci vieni a pranzo?- chiesi.


-Certo!- disse sorridendo.


****


Talia's POV



-Il Collezionista è morto, mia signora- disse David arrivando in giardino.


Strinsi la rosa che avevo in mano, spezzandola.

-È stato ucciso da delle frecce-.


Frecce? Ta-er al-Sahfer non era mai stata brava con le frecce... Le opzioni erano due: o aveva imparato col tempo o qualcuno l'aveva aiutata.

-Qual è la prossima mossa?-.


-Voglio che Oscar venga mandato a Crystal City. Lui sa cosa fare- dissi stringendo i pugni.

-Sì mia signora-.


Prima che se ne andasse lo fermai: -Come erano quelle frecce? Quelle che hanno ucciso il Collezionista?-.

-Erano rosse, mia signora-.


Ghignai: allora anche la mia cara sorellina era a Crystal City...


****


Sara's POV



Sabato sera...



-Sei pronta?- mi chiese Nyssa dalla camera da letto.

-Quasi!-.


Avevo deciso di indossare un completo bianco: pantaloni bianchi stretti, maglietta bianca senza spalle con dei bottoni, scarpe con tacco color argento.


Uscii dal bagno dopo due ore di preparazione e trovai Nyssa vestita abbastanza elegante (era già un passo avanti conoscendo i suoi standard): indossava una maglia color verde smeraldo mista all'azzurro, maculata e scollata, pantaloni di pelle neri e stivali con tacco dello stesso colore.


-Stai benissimo- dissi e lei sorrise.


-Anche tu. Andiamo?-.


Annuii e ci incamminammo al locale.

Non era male come posto, molto ampio e con molti posti; in fondo alla stanza c'era il palco dove la band si stava esibendo.

-Prendo un drink. Vieni?- chiesi a Nyssa dopo un po'. Eravamo sedute al tavolo e avevamo chiacchierato come non avevamo mai fatto da anni.

-No, stavolta passo. Ti aspetto qui- disse ed io mi avviai verso il bancone.

Una volta arrivata ordinai un mojito e mentre aspettavo un ragazzo si avvicinò a me.


-Hey!- disse ed io accennai un sorriso.
-Hai bisogno di compagnia?- continuò.

Perché i ragazzi devono essere così insistenti?


-No grazie, un'amica mi aspetta al tavolo- dissi.

Fu questione di un istante: vidi scattare la sua mano da sotto la giacca e vidi spuntare una lama. La bloccai prima che mi colpisse e nella sala scoppiò il panico, tutti che si accalcavano per uscire e alcuni chiamavano la polizia.

-Molla quella lama- dissi.


-Mai. La mia padrona desidera fare due chiacchiere con te- disse e in quel momento vidi la stella sulla sua spalla.
Accidenti, nemmeno una sera si poteva stare tranquilli!

-Sara!- urlò Nyssa avvicinandosi.


-Quindi è vero quello che si dice alla Residenza, anche tu sei qui-.

-Ne è passato di tempo, Oscar. Una volta eri uno dei migliori-.

-Lo so, ma ho capito che stavo dalla parte sbagliata. Lei co darà il vero potere, non ci tratterà come pedine inutili che possono essere sostituite in poco tempo!-.

Riuscì a liberarsi dalla mia presa e mi graffiò il braccio con la lama, facendomi fare una smorfia di dolore.

-Come fai senza frecce? Nel corpo a corpo sono più bravo io, ricordalo- disse Oscar e iniziò a colpire Nyssa, la quale evitò tutti i colpi, ma si vedeva che dopo qualche minuto era stanca. Forse il suo piano era proprio quello di farla stancare.

Sentii dei passi arrivare dall'ingresso del locale e la voce di mio padre: poco dopo la sala fu invasa dai poliziotti.


-Arrenditi sei circondato! Lascia andare le ragazze!-.

Oscar rise e guardò me: -È arrivato il paparino, che paura!- disse e si lanciò verso di me.

Non avrei fatto in tempo a schivare, era troppo vicino.


-No!- e mio padre sparò un colpo, colpendo Oscar alla gamba e facendolo cadere.

Gli agenti si avvicinarono e lo ammanettarono mentre mio padre ordinava di non perderlo di vista per nessun motivo. Se era veramente un uomo di Talia non sarebbe arrivato al giorno successivo.

-Stai bene piccola?!- disse mio padre avvicinandosi -Dobbiamo andare in ospedale, la ferita sanguina-.


Mi aiutò ad alzarmi e si bloccò quando vide Nyssa.

-Vieni in ospedale con noi- le dissi e mio padre annuì, riluttante.


Sapevo che lei non gli piaceva, ma in quel momento la volevo al mio fianco.



-Solo un graffio, sarebbe potuta andare molto peggio- disse il medico.


-Vado a controllare il tuo aggressore; spero tanto che stia soffrendo- disse mio padre uscendo e facendo entrare Nyssa.

-Tutto bene?-.


-Sì, solo un graffio, posso andarmene anche subito. Grazie- dissi sorridendo.

Ricambiò il sorriso e si avvicinò.


-Stasera, quando ti ho quasi persa, ho capito che sono stata una sciocca a pensare di poter vivere senza di te nella mia vita- si fece più vicino -Ricominciamo?-.

Sorrisi e la baciai: quanto tempo era passato dall'ultima volta? Quanti anni? Eppure mi sembrava che non se ne fosse mai andata.

-Sì, ricominciamo; ma un passo alla volta, ok?- dissi.


Annuì e la abbracciai.


Note:


Fatemi sapere che ne pensate con un commentino se vi va 😊


Bye


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