Capitolo 2
Sara’s POV
-Fermati!- urlai inseguendo il criminale. Avevamo sventato una rapina, ma uno dei ladri stava scappando.
Corsi a più non posso, raggiungendolo in poco tempo; gli saltai addosso, atterrandolo e intrappolandolo a terra.
-Arrenditi- dissi e lui rise.
-Mai- disse ghignando e sparò.
Schivai il colpo, ma così facendo mi sbilanciai e lui riuscì a farmi cadere sull’asfalto. Picchiai con forza la spalla, facendomi scappare un gemito di dolore.
-Non siete così in forma come giustizieri- e riprese a correre, mentre cercavo di rimettermi in piedi. Mentre lo facevo notai un dettaglio: quell’uomo sul braccio aveva un tatuaggio che avevo già visto da qualche parte.
Ripresi a correre, ma una volta che arrivai all’incrocio della strada lui era sparito nel traffico di Crystal City.
-Mi è scappato. Torno alla base- dissi e tornai al magazzino dove ad aspettarmi c’era mia sorella.
Arrivai sbuffando e togliendomi la maschera che posai sul tavolo.
-Andiamo, abbiamo sventato una rapina! Non farla sembrare una tragedia!- disse Laurel.
-Un uomo ci è scappato, non possiamo considerarlo un successo-.
-Ora stai diventando come Oliver. Andiamo Sara, siamo qui da un mese, un fallimento ci può stare ogni tanto!-.
Sospirai e mi tolsi la giacca, rimanendo in canottiera; allo specchio notai che sulla spalla era comparso un grosso segno rosso che probabilmente si sarebbe trasformato nell’ennesimo livido.
-Non hai il turno al locale tra qualche ora?- chiese mia sorella.
-Infatti, vorrei riuscire a farmi una doccia prima di andare al lavoro-.
Mi infilai il giubbotto e una volta salutata Laurel uscii in strada.
Non riuscivo a non pensare a quel tatuaggio, mi sembrava di averlo già visto da qualche parte… Forse in qualche vecchia missione, oppure in qualche altra epoca.
-Tutto ok?- chiese Amy, la mia collega di lavoro.
-Sì, è solo che non ho dormito molto stanotte e mi sono persa un attimo- dissi sorridendole e continuando a pulire i tavoli.
-È tutto il giorno che sei pensierosa, è successo qualcosa?-.
-No, te l’ho detto. Solo stanchezza-.
Passai uno straccio bagnato sul tavolo, ripulendolo dalle tracce rimaste dei precedenti clienti; alzai lo sguardo e vidi in lontananza l’uomo che stavamo inseguendo dopo aver fermato la rapina.
-Scusa un attimo Amy, vado a darmi una rinfrescata- dissi andando in bagno, dove presi il cellulare e chiamai Laurel.
-Laurel? Ci sei?-.
-Non è un buon momento Sara, sto per andare in aula-.
-C’è l’uomo di ieri sera di fronte al bar con uno sguardo poco promettente. Ho paura possa fare qualcosa-.
-Tieni gli occhi aperti, cerco di fare il più in fretta possibile-.
Riagganciò. Stavo per aprire la porta del bagno, quando sentii delle urla: Amy.
-Ho detto dammi i soldi!- disse una voce maschile: era quell’uomo.
Feci un respiro profondo e afferrai la maniglia, aprendo la porta.
Lui puntò subito l’arma verso di me. -Dammi i soldi!-.
Lo ignorai e avanzai, schivando i suoi colpi, mentre Amy urlava come una pazza nascosta dietro il bancone.
Arrivai vicino a lui e lo colpii, atterrandolo. Mi colpì sulle gambe e caddi pure io, iniziando a colpirlo.
Lui schivò i miei colpi e io schivai i suoi.
Ecco ancora quel tatuaggio. Lui si accorse che lo stavo fissando e sorrise: -Lo conosci eh?-.
Non feci in tempo a dire nulla che sentimmo le sirene della polizia in lontananza. Lui scattò in piedi, facendomi cadere all’indietro e corse via.
Un’ora dopo i poliziotti ci stavano ancora interrogando sull’accaduto e alcuni si congratulavano con me per il coraggio che avevo avuto.
-Sara!- urlò mio padre facendosi largo tra la folla.
-Papà!- dissi e mi abbracciò.
-Mio Dio stai bene. Sei stata bravissima tesoro-.
Sorrisi, beandomi del suo abbraccio che mi era tanto mancato.
-Troveremo il colpevole, sta tranquilla- mi disse ed io annuii.
Quando quella sera andai al magazzino con mia sorella ero più determinata che mai a trovare il colpevole.
-Hai scoperto qualcosa su dove possa essere?- chiesi mentre indossavo la mia divisa.
Annuì e mi disse che so trovava al porto, probabilmente stava aspettando qualcuno.
E fu lì che andai; una volta arrivata al punto indicato da Laurel trovai effettivamente il nostro uomo, il quale non fu sorpreso di vedermi.
-Ci avete messo poco a scovarmi-.
-Non fare mosse false- dissi avvicinandomi con cautela.
-Non mi uccideresti mai, Sara-.
Sussultai e mi bloccai, guardandolo sorpresa: -Come fai a conoscere il mio nome?- chiesi.
-Sara Lance, ex-assassina ed ora giustiziere di Crystal City. Ho capito chi eri dal modo in cui guardavi il mio tatuaggio. Probabilmente al mio capo farebbe piacere fare due chiacchiere con te-.
Vedendolo avanzare minaccioso mi misi in posizione, pronta ad attaccare o a difendermi.
Iniziammo a combattere ed eravamo in perfetto pareggio.
-Chi è il tuo capo?- chiesi.
Lui ghignò: -La conosci molto bene sai?-.
La conosci… quindi era una lei.
-Avanti dimmelo!- dissi atterrandolo.
-È Tal...- e una freccia lo colpì in testa, uccidendolo, in modo che non parlasse.
Scattai in piedi guardandomi intorno, ma non vidi nessuno.
-Sara? Stai bene?- disse mia sorella alla radio.
-Sì. Il nostro uomo è morto- dissi e guardai la freccia che l’aveva colpito: solo una persona aveva quelle frecce e se era chi pensavo che fosse allora eravamo nei guai.
-Come sarebbe a dire che è morto?- disse Laurel una volta che tornai al magazzino.
-Stava per dirmi il nome del suo capo e gli hanno sparato con una freccia per non farlo parlare-.
-Una freccia?-.
Annuii. -Penso di sapere chi fabbrica frecce come quelle e se ho ragione sull’identità misteriosa allora siamo davvero nei guai-.
-Chi pensi che sia?- chiese Laurel sedendosi accanto a me.
-Quando ero nella Lega degli Assassini io e Nyssa eravamo una delle squadre migliori, non fallivamo praticamente mai…
Nyssa aveva una sorella, Talia. Anche lei era molto forte, ma aveva lasciato entrare troppe tenebre nel suo corpo e suo padre dopo alcuni anni la cacciò via.
-Mi vendicherò!- aveva detto prima di lasciare la Lega.
Un anno dopo era tornata con un esercito. Li aveva addestrati lei stessa ed erano tutti molto forti, ma riuscimmo comunque a vincere.
I suoi uomini si distinguevano per un tatuaggio che avevano sul braccio raffigurante una stella che stava ad indicare la notte stellata in cui Talia è stata cacciata via.
Pensavo che Talia fosse morta in quello scontro dato che avevamo perso qualsiasi traccia di lei, ma…
… ma a quanto pare non è così, a meno che qualcuno non abbia preso il suo posto- raccontai.
-Capisco… Dobbiamo tenere gli occhi aperti allora-.
Annuii. -L’unica cosa che voglio fare ora è una bella doccia- dissi alzandomi e cambiandomi i vestiti.
Arrivai a casa che erano le 2.00 am passate. Mi feci una doccia veloce e mi infilai il pigiama, pronta per andare a dormire (o almeno cercare di farlo).
Quando accesi la luce della camera da letto, però, trovai una figura femminile all’interno della stanza.
La donna si voltò ed io spalancai gli occhi: -Nyssa-.
Lei sorrise: -Ciao Sara. C’è qualcosa che devi assolutamente sapere. Riguarda mia sorella Talia-.
Note:
La storia del tatuaggio è di mia invenzione.
Fatemi sapere che ne pensate con un commentino se vi va 😊
Bye
P.S.: vi lascio qui alcune immagini relative al capitolo.
Tatuaggio
Divisa di Laurel (Black Canary)
Divisa di Sara (White Canary)
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