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Gita a Los Angeles 1

A Robert veniva da vomitare, i portali gli facevano quegli effetti ma Michael era fresco come una rossa e sorrideva.
All'improvviso Michael si accorse che non erano insieme agli altri, erano in un tunnel buio e Robert sentiva anche una puzza che lo fece veramente vomitare.
Michael uscì la stregaluce e vide una scala che portava ad un tombino. Si trovava sotto la città e non capiva perché. Qualcosa di freddo attraverso Robert, facendolo rabbrividire e Michael lo raggiunse.
- c'è qualcosa - disse Robert a quella sensazione. - penso che sia quella cosa che mio nonno ha liberato -
- forse ci ha portati qui - disse Michael mettendo in alto la strega luce per vedere se c'era qualcosa. - non vedo nulla -
- Forse è stato una corrente fredda - disse Robert notando un tubo alla sua destra. - mi sono impressionato dai racconti di mio nonno. Qui non c'è niente -
- oh forse è lui o lei che te lo vuole far credere - disse Michael riflettendo. - ci sarà un motivo per cui ci ha portati qua -
Robert decise di risalire le scale per uscire da là e raggiungere gli altri all'istituto ma Michael lo fermò.            - aspetta un attimo. Proseguiamo e vediamo dove ci porta - disse Michael senza paura.                                                 
- ok, ma facciamo in fretta - disse Robert scendendo da là.
Così i due si ritrovarono ad esplorare, Robert non staccava la mano da Michael che teneva nell'altra mano la stregaluce che illuminava la loro strada. Era la loro avventura.
Sentirono un rumore, si voltarono ma non videro nulla. Continuarono a camminare e sentirono ancora qualcosa, sembrava qualcuno che correva ma non sembrava il passo di un umano e poi si trovarono di fronte ad un licantropo.
Subito Robert si mise davanti a Michael e usci la sua arma per attaccare il licantropo ma Michael lo fermò.
- Robert, aspetta - disse Michael guardando gli occhi del lupo spaventati. - non è nostro nemico -        Robert vide Michael avvicinarsi a licantropo e portare una mano sul suo manto.                                                            - Michael, ti potrebbe attaccare... -        Il licantropo si godette le coccole di Michael e Robert vide che era un po ferito alla zampa.
- la zampa, michael - disse lui indicandogliela.                               
- sembra una ferita fatta da una lama - disse Michael esaminando. - povero piccolo -
Insieme i due lo aiutarono, Robert lo teneva fermò e Michael lo medicava. lo disinfettante bruciava molto, il lupo si dimenava e Robert con modi delicati lo teneva immobile.
Michael gli fasciò la zampa e gli sussurrò che si sarebbe rimesso presto e gli diede un bacio sulla testa. Robert guardava la sua dolcezza infinita con tutti.
Aveva amore per tutti. Il cuore di Michael era cosi grande e lui era così fortunato ad appartenergli.
All'improvviso il licantropo mutò, Michael si trovò sopra ad un ragazzo nudo e grande.
Robert uscì subito qualcosa dallo zaino per il ragazzo, lui si scusò per l'improvvisa mutazione e prese a vestirsi.
Robert si trovò a guardare il suo sedere e Michael tossi.
- non si guarda - disse Michael geloso, sottovoce.
- tu hai guardato tuo fratello e Jeff. Senti da che pulpito viene la predica - disse lui sottovoce.
- é diverso, Robert. Lui é mio fratello e invece lui non lo conosci - disse Michael precisando.
- che ci posso fare io se si veste di fronte a noi - ribatté  Robert con tono innocente ma apprezzando il corpo del ragazzo.
- potresti anche non guardare per esempio - disse Michael con le braccia incrociate.
Michael aveva ragione, non doveva guardarlo e si vergognò.
- scusami, Michael - disse lui dispiaciuto.
- stasera dovrai farti perdonare come bene - disse Michael approfittando.
Il ragazzo lupo era vestito e si girò verso di loro, si scusò di nuovo con loro e li ringraziò.
- siete stati molto gentili. Non molti shadowhunters avrebbero fatto ciò - disse lui colpito. - siete diversi -
- crediamo nell'uguaglianza tra nascosti, shadowhunters  e mondani - disse Michael con un sorriso.
- mi piacete molto - disse il ragazzo così spontaneo.
Era la loro prima avventura e già aveva aiutato un licantropo e fatto amicizia con lui.
Il ragazzo si chiama Ethan e li fece da guida in quel tunnel, Michael e Ethan chiacchieravano molto mente Robert era dietro come al solito.
- Robert, non fare il solito asociale - disse Michael portando in mezzo a loro. - questo ragazzo sempre sulle sue e anche spesso imbronciato é il mio amore -
- Michael, sei impazzito!!! - disse Robert a quella frase.
- dai, rilassati. Ethan non dirà  nulla - disse Michael capendo già il tipo. - non scattare ogni due secondi. Siamo liberi per 5 giorni. Godeteli -
- abbiamo un membro del conclave. Dobbiamo stare... -
-... Attenti. Si lo so ma adesso siamo soli quindi calmati - disse Michael mettendo le mani alle spalle. - ti ci vuole un massaggio -
Michael era così, faceva tutto quello che gli passava per la testa e Robert si ritrovò seduto su un tubo con l'altro che lo massaggiava.Il bel massaggio però fu interrotto dell'arrivo di qualcuno.
- ma chi abbiamo qua. Due angeli e un cane - disse un vampiro molto altezzoso. - mi sembrava di sentire un cattivo odore e non parlo solo le fogne -
- perché non torni nel tuo hotel? Un vampiro perfettino come te che scende nel fogne - disse Ethan a tono.
- non é ovvio, mi diverto troppo a tormentarti, cagnolino - disse il vampiro sprezzante. - vuoi un biscottino? -
- non sono un cagnolino quante volte te lo devo ripetere - disse Ethan prendendolo per la camicia. - devi smetterla -
Michael e Robert si resero conto che c'era tensione sessuale tra i due, era evidente e non sapevano se intervenire o lasciarli sfogare.
- Ethan, noi dobbiamo andare - disse Michael per correttezza.
- perché non sparisci semplicemente. Non vedi che ci stai interrompendo - disse il vampiro seccato.
- la vuoi smettere di trattare male le persone - disse Ethan rimproverandolo. - si, Michael. Ci vediamo in giro -
Il vampiro si ingelosì del tono affettuoso e lo salutava anche con la mano. Il vampiro gli afferrò quel polso e lo portò a lui.
Fu l'utima cosa che vide Robert prima di andarsene.
Entrambi speravano che tutto andasse bene per Ethan, rilassarono le scale e Michael fece pressione sul tombino per alzarlo e si trovò in mezzo alla strada. Per fortuna non c'erano macchine e nessuno poteva vederli. Uscirono da lì tranquillamente, la gente vedeva solo un tombino che si apriva e si chiudeva da solo.
Si trovarono di fronte ad un hotel molto moderno, era differente al Hotel Dumort e Robert aveva sentivo dai suoi che anche li vivevano qualche vampiro e anche quel tipo veniva da là. Raggiunsero l'Istituto di Los Angeles e le porte si aprirono a loro. Un ragazzo grande di 25 anni andò loro incontro. Michael rimase spiazzato dalla bellezza dello shadowhunters e Robert ne fu geloso.
Capelli castani scuri, occhi blu-verdi e portava gli occhiali.
- voi dovete essere Robert lightwood e michael wayland. Sono tutti preoccupati per voi. Venite subito con me - disse lui serio. - io sono Arthur Blackthorn -
Robert e Michael arrivarono nello studio dove c'erano Felicity e Jeff. Tutte e due li abbracciarono sollevati ma dopo partirono le ramanzine.
In quel momento arrivarono tre bambini: il primo aveva la maglietta bianca era molt sorridente, il secondo aveva la maglietta verde e lo sguardo molto dolce e infine il terzo era quello più serio. Michael e Robert notarono la somiglianza dei due gemelli con Arthur. Che fossero dei fratellini o cugini?
- papà, Henry ha... - cercò  di dire Walker.
- Walter, quante volte ti ho detto di non dire così quando ci sono degli estranei - disse Arthur serio, prendendoli da parte.
- hai ragione, papà. Mi dispiace - disse Walker con la faccia triste.
Arthur lo prese in braccia, accarezzò e disse: -
-  Voglio solo che il conclave non li porti via da me -
Era la sua più grande paura. Lui era gay, aveva un compagno e aveva avuto tre figli in un modo che il conclave non approverebbe. Una sua amica si era offerta di partorire i loro bambini con la fecondazione artificiale. Un metodo mondano. Il conclave non approvava le relazione dello stesso sesso quindi lui nascondeva la sua storia e i figli per proteggerli.
- ragazzi, so che ci chiedo tanto ma non dite nulla - disse Arthur con i figli che si stringevano a lui.
- tranquillo, si può fidare - disse Michael subito.
- lo prometto anch'io - disse Robert guardando quel padre che non voleva perdere i suoi figli per colpa del conclave.                
Aveva molto coraggio, aveva costruito una bella famiglia e forse poteva seguire il suo esempio
Sarebbe stato bello che anche lui e Michael avrebbero formato una famiglia insieme.
Per tutti, Kit, Walker e Henry erano bambini trovati per strada e lui se ne prendeva cura.
Robert e Michael si ritrovarono pensare che doveva essere difficile per loro, trattenersi nel dire papà o Arthur non poter stare come voleva con il proprio compagno.
- conoscerete presto il mio Christopher  - disse Arthur tenendo per mano Walker. - andremo in un bel posto a mangiare -
La vita non era facile per Arthur e Eddie ma rifarebbero tutto. I momenti vissuti con l'altro e la nascita dai loro figli erano le gioie più grandi per loro.
I loro figli crescevano forti, nulla li fermava e la gioia di stare insieme sconfiggeva tutto il resto e anche i momenti in cui erano lontani.
Michael e Robert lo ammiravano, aveva una forza d'animo incredibile e desideravano che le cose potessero cambiare così quella famiglia poteva stare per sempre insieme.
Arthur li portò in quel studio che stava per diventare suo e di suo fratello Andrew. Si stavano trasferendo lì a Los Angeles. Lui per star stare vicino di più al suo Eddie e Andrew aveva già l'idea di vivere là. Loro due erano legati, erano come due parabatai anche senza giuramento o rune e Andrew sosteneva Arthur nella sua scelta.
Nello studio c'erano Jeff, Felicity, suo fratello e un membro del conclave. I bambini erano andati a giocare.
Felicity  e Jeff abbracciarono Michael e Robert con sollievo e dopo parti la ramanzina.
- ragazzi, non si sparisce in questo modo senza dirlo. Poteva succedere qualcosa - disse Felicity rimproverandoli.
- non é colpa nostra. Ci siamo trovati in un altro posto - disse Michael subito.
Michael e Robert raccontarono tutto ai due,  loro trovavano strano e anche Andrew e Arthur. I portali non cambiavamo direzione almeno che qualcosa di potente non si metteva in mezzo. Raccomandarono ai due di stare attenti.
Maryse si precipitò da Robert appena lo vide e lo abbraccio. Michael non lo sopportava e Robert la tranquillizzata che stava bene, svincolando dal suo abbraccio e lei un po fu delusa ma non si arrese. Robert doveva essere suo.
Andrew e Arthur fecero vedere a tutti le proprie stanze. Misero anche gruppi di quattro o di cinque così da farsi socializzare di più  e poi Arthur si avvicinò a Michael e Robert.
Loro lo seguirono, spuntarono anche i tre figli e i gemelli presero per mano i due. Robert aveva sempre voluto un fratellino, Walker era dolcissimo e si era stretto a lui con una spontaneità incredibile.
- gli piaci molto - disse Arthur a Robert.
-é cosi tenero - disse Robert accarezzando la testolina di piccolo.
Arrivarono di fronte la stanza, Arthur la apri e i due entrarono. Era molto bella.
- questa é la vostra stanza - disse Arthur facendo l'occhiolino. - cosi non si saranno problemi. La stanza accanto é la mia e quella ancora più giù quella di loro tre -
Michael e Robert capirono che lui aveva capito tutto.
- tra noi ci dobbiamo aiutare. -
- grazie - disse Michael molto grato.
Walker non voleva staccarsi da Robert.
- dai, Walker, devono sistemarsi e poi uscire - disse Arthur al figlio.
- andiamo anche noi - disse lui al padre con quegli occhietti. - così vediamo anche papà -
Anche l'altro fece gli occhi dolci e lui non poteva resistere a ciò.
- dai, non fate i capricci - disse Kit serio. - staccatevi e state tranquilli. Vedremo papà quando sarà il momento -
- ma io vogliamo vedere papà adesso. Sei il solito guastafeste, Kit - disse Henry diretto.
- si un guastafeste - disse Walker concordando, non staccandosi da Robert.
- anch'io voglio vederlo ma dobbiamo essere forti - disse Kit prendendo le loro mani.
Michael e Robert videro come i gemelli si staccarono da loro e strinsero a Kit.
Erano una famiglia cosi unita. Sentirono stringersi il cuore a quello che dovevano vivere per colpa del conclave. La rabbia di Michael sali tanto, non era giusto.
Jeff bussò alla porta per avvisarli che era pronto il pullman per iniziare il giro della città, i due insieme ai Blackthorn raggiunsero gli altri. Appena Robert salì Maryse subito prese il suo braccio e lo porto a sedersi con lei.
- finalmente un po insieme - disse Maryse felice. - sarà una bella gita -
- veramente Maryse, io... -
- tranquillo, non farò nulla. Voglio solo averti vicino - disse Maryse tranquillizzandolo.
- Maryse, sei una mia amica ma non mi interessi in quel senso - disse Robert esasperato, alzandosi da là.
Wow, pensò Michael. Non se lo aspettava.
Robert si sedette con lui, gli sorrise e lui gli sussurrò: sono così orgoglioso di te, baby -
- non potevo continuare così, avevi ragione e poi vedere il tuo viso triste ogni volta era una pugnalata al cuore- disse Robert sottovoce.
Michael gli sorrise, avrebbe voluto baciarlo ma si accontentava di quelle parole. Maryse non era più un problema. Ne era convinto.
Il pullman iniziò a partire, Michael prese la sua macchina e iniziò a scattare delle foto. Fece delle foto con Corey, Colton, Jason, Angel e Max.
Ma anche con Luke e Jocelyn e poi cercò di convincere Robert.
A lui non gli piacevano molto le foto.
- dai, un sorriso - disse Michael facendogli il solletico.
- fermati, Michael - disse Robert ridendo alla mano birichina dell'altro.
Michael lo immortalò e poi si mise anche lui. Erano così  divertenti.
Il pullman si fermò in un punto, tutti scesero e iniziarono a visitare la città. Erano così spensierati, non erano shadowhunters in quel momento ma semplici ragazzi come tutti gli altri.
Visitarono prima Venice Beach, un'aria progettata che ricrea una sorta di nuova Venezia. C'era un ampio lungomare da cui si godersi la vista stupenda di Los Angeles e dove c'erano artisti di strada e venditori di oggetti. I ragazzi rimasero a bocca aperta da ciò. Michael fotografava ogni angolo, c'era anche una biblioteca e Robert ci entrato.
Lo segui, Robert si immerse tra quegli scaffali e lui lo fotografo. Era così concentrato mentre leggeva un libro. Quel sorriso soddisfatto di aver trovato un libro molto bello. Michael non si perse una sola sfumatura di lui. Entrò anche Corey e Jason lo seguì.
Pur di seguirlo Jason si trovava sempre in posti con libri e a lui veniva l'orticaria ogni volta che vedeva un libro. - non preferisti uno spuntino? - chiese Jason a Corey. - ho visto che qui a fianco c'è un café -                                  - qualche volta devi nutrire l'anima e non sempre la pancia - rispose Corey guardando quei libri.                                 - preferisco la pancia più appagante - disse Jason senza pensarci.
Corey lo guardò, scosse la testa come a dire 'perché perdo tempo con lui?' e riprese a guardare i libri.
Jason non piaceva essere ignorato sopratutto da lui per giunta dei libri. Doveva fare qualcosa per attirare la sua attenzione. Ma che stava dicendo? Lui Jason Sharkbite, non aveva bisogno di fare nulla. Michael si sorprese di vederlo di nuovo in un biblioteca e immortalò il momento e anche il modo in cui guardava Corey. Jason se ne accorse e andò là.
- dammi quella foto. Ne va della mia reputazione - disse Jason rosso in viso.              
- Jason, guardati - disse Michael mostrando la foto. - sei cotto di lui -       - io non sono cotto. Jason Sharkbite non si innamora. Scopa e basta - replicò Jason negando.
- hai anche tu un cuore. Anche lo vuoi nascondere - disse Michael giustamente.
- Corey non è nulla per me. Quando me lo sarò scopato, passerò ad altro - disse Jason convinto.
Michael pensava invece il contrario che si sarebbe legato più a Corey. Corey era immerso nel libro e aveva le cuffiette quindi non senti nulla di ciò.
Robert continuò all'esplorazione della biblioteca e notò una porta con un targa ' libri antichi^ e lui curioso ci entrò.
Si ritrovò davanti una stanza grandissima e antica. Era un po diversa dallo stile di prima ma prosegui. Stranamente c'era una fontana al centro, l'acqua era azzurra come gli occhi di Michael e sembrava chiamarlo. Allungò la mano per toccare l'acqua pnotizzato ma una mano sulla spalla lo fermò. Era Michael.
- Robert, c'è qualcosa di strano. La porta è sparita - disse Michael con la spada tra le mani.
- io ho sentito qualcuno che mi chiamava da quest'acqua - disse Robert confidandogli. - non capisco perché intrappolarci qui -
+ non lo so ma troviamo una via di uscita - disse Michael prendendogli la mano. - insieme possiamo farcela - Robert usci la sua arma e fece si con la testa. Sembrava tutto normale a parte la fontana ma l'improvviso i libri li attaccarono e loro usarono le spade per difendersi. Corsero più veloce possibile perché erano tantissimi e e poi si trovarono di fronte a tre porte.
- ma dove siamo finiti? - chiese Robert a Michael.
- non lo so ma qualcuno vuole giocare con noi sembra - disse Michael guardando che i libri erano tornati a posto.
Sopra la prima porta c'era la scritta Mela, nella seconda: fiume e nella terza Angeli Decisero dopo attenta analisi di prendere la seconda. Mela poteva essere New York, Angeli poteva sembrare la città di Los Angeles ma era troppo facile e il fiume pensarono al canale di Venice Beach.
Entrarono nella seconda porta e si ritrovarono fuori dalla biblioteca, proprio sotto il ponte e in acqua. Michael allungò la mano per prendere Robert ma qualcosa lo tirava giu.
- lasciami, Michael - disse Robert all'improvviso. - finirai per essere trascinato anche tu -
- non ti mollo - disse Michael facendo fatica a tenerlo a galla. - ti seguirò anche all'inferno, Robert -
Robert sorrise e lasciò andare la presa.
- Nooooo, Robert - disse Michael a quel gesto.
Robert fu trascinato giù da una forza molto potente, Michael si tuffò subito con la spada e lo segui.
Non riusciva a vedere nulla c'erano tanti pesci che lo attaccavano e senti il respiro andarsene dopo una specie di onda potente. Stava per svenire ma qualcuno lo prese. Gli occhi erano blu scuro e sorrise.Robert portò Michael alla riva, gli pratico la respirazione bocca a bocca e il massaggio carico e il biondo sputò tutto l'acqua.
- meno male - disse Robert abbracciandolo.-
+ Avevo paura che ti avevano preso - disse Michael stringendosi a lui. Restarono un po così stretti all'altro, sentendo il loro respiri e poi si alzarono.
.- comunque non farlo più - disse Michael rimproverandolo. - non fare più l'eroe in quel modo. Dove vai tu, dove io. Non scordartelo -
- Io non volevo che ti facesse del male a causa della mia famiglia - disse Robert dispiaciuto di averlo trascinato in quella storia.
- ma ti stavi sacrificando. Non voglio questo. Robert, io morirei se tu mi lasciassi e non perché siamo parabatai ma perché ti amo - disse Michael con gli occhi lucidi.
obert portò la mano al viso di Michael, era emozionato da quelle parole e lui non era bravo in questo cose ma più nei fatti così lo baciò. Un bacio che sapeva di ti amo. Michael sentiva la risposta di Robert, quel ti amo non pronunciato a voce ma sentito in quel bacio alla luce del sole. L'aveva baciato in pieno giorno su una riva di un fiume con lo sfondo della bella Venice Beach.
- io non sono bravo a parlare di sentimenti come te ma spero che in questo bacio tu abbia sentito la mia risposta - disse Robert accarezzando il suo viso e con uno sguardo così intenso.
- la mia anima e il mio cuore ha sentito tutto - disse Michael felice.
Sentirono dei passi e voci che li chiamavano. Erano ancora attaccati l'uno all'altro e si girarono. Era Arthur con i bambini e un'altra persona veramente hot. Doveva essere il compagno di Arthur perché Kit assomigliava molto all'altro a differenza dei gemelli che assomigliavano ad Arthur.
- state bene? - chiese Arthur vedendoli bagnati.
- ora si ma c'é la siamo vista brutta - disse Michael ripensando a qualche minuto fa.
Walker e Henry si abbracciarono e Arthur li presentò Christopher.
- lui è Christopher Bomer, il padre dei miei figli e l'amore della mia vita - disse Arthur con emozione.
- invece loro sono Robert Lightwood e Michael Wayland, due allievi dell'Accademia -
- shadowhunters innamorati da quello che visto - disse Eddie da come si guardavano prima.
- non siete gli unici a proteggere il vostro amore - disse Robert tenendo la mano di Michael.
- si vede che c'é un gran sentimento - disse Christopher ai loro sguardi e gesti.
- venite, andiamo a mangiare - disse Arthur ai due. - siete sotto la mia ala protettiva. Ho avvertito Jeff e Felicity -
I gemelli abbracciarono Michael e Robert. Andarono in un locale con vista sulla spiaggia, erano nella terrazza e si misero sui divanetti con il tavolo in mezzo.
- benvenuti al Angel, il mio locale - disse Christopher orgoglioso.
I due ragazzi rimasero a bocca aperta a quella notizia, era fantastico.
- angel, un nome particolare - disse Michael con un sorriso.
- mi sono sempre piaciuti gli angeli e in più loro cinque sono veramente angeli. I miei angeli. Così ho dato questo nome - disse Christopher stringendosi a loro
Michael immortalò quella famiglia in molte foto. Erano bellissimi.
Christopher li lasciò un attimo per andare in cucina. Arthur sapeva che il suo compagno era un perfezionista e voleva che il pranzo era perfetto per loro e i suoi ospiti.
- Arthur Blackthorn, Felicity mi aveva detto che eri qua - disse un ragazzo molto particolare avvicinandosi con un cocktail. A Michael piaceva già con quei colori sgargianti.
- Magnus Bane, ti credevo a New York - disse Arthur con un sorriso. - sei in vacanza? -
Quello era Magnus Bane, il sommo stregone di Brooklyn!!!! Robert se l'era immaginato diverso.
- vorrei essere in vacanza ma gli shadowhunters non lasciano in pace e poi hanno delle tali pretese come se tutto gli é dovuto - disse Magnus sedendosi nella poltroncina vicino. - ovviamente non parlo di te -
Michael capiva perché Magnus aveva un disprezzo per la maggior parte degli shadowhunters. Anche lui aveva una rabbia contro molti shadowhunters o il conclave.
- i tuoi tesori crescono bene vedo e abbiamo anche delle aggiunte tra cui un lightwood -
- perché mi guardi così ? - chiede Robert irritato.
- mi ricordi una persona - disse Magnus con nostalgia
La sua mano andò al viso di Robert, lo guardò attentamente come a cercare qualcosa ma al moro non piace essere osservato in quel modo.
- potresti smetterla. Mi da fastidio - disse Robert allontanandosi infastidito.
- che caratteraccio. Tale a quale a tuo padre. Vi danno Latte acido nella culla ? - disse Magnus rimettendosi a sedere.
- Magnus, Robert fatte i bravi - disse Arthur mettendosi in mezzo.
Michael cercava di calmare Robert ma senza risultati.
- tu sei in suo amico?be ti consiglio di scappare. Sei ancora in tempo sai - disse Magnus agitando il bicchiere. - mi sembri simpatico -
Robert si offese ancora di più dalle parole di Magnus. Era irritante.
- veramente é il mio parabatai - disse Michael a quelle parole.
Stava per aggiungere qualcosa in difesa di Robert ma Magnus ricominciò a parlare.
- sei fregato, amico - disse Magnus serio.
- lui non é come sembra... -
- lascia stare, Michael. Non c'é ne bisogno - disse Robert chiudendosi di nuovo.
Chistopher arrivò con gli antipasti e ne erano tantissimi. I ragazzi non avevano mai visto tutto quel cibo tutto insieme e l'aspetto era molto invitate. Altro che mensa dell'Accademia. Insieme a lui c'era una bambina dolce che servi un piatto. Arthur le sorrise e la bimba si tuffò tra le sue braccia.
- papà - disse la bimba con un grembiule carino - ho deciso diventerò una pasticcera -
- ecco perché mi hai portato un cupcakes - disse Arthur baciandola tutta. - veramente bello. Hai talento come il tuo papà -
Kit e gemelli abbracciarono la sorellina subito dopo, erano molto protettivi e legati tra loro anche se non si vedevano spesso.
Michael non perse l'occasione per fotografare, erano una bella famiglia e Cristopher si uni all'abbraccio di famiglia. Robert li invidiava e avrebbe voluto anche lui una famiglia così.
- zio Magnus - disse la bimba correndo dallo stregone.
- biscottino, non dare confidenza a quel ragazzo mi raccomando - disse Magnus prendendo il braccio e indicando Robert.
- perché? É così bello - disse la bimba guardando il giovane Lightwood. - sarà simpatico -
Robert arrossi al complimento dalla bimba e fulminò con lo sguardo a Magnus.
- io me ne intendo sai, zio. Ho già un fidanzatino - disse la bimba dolce. - mi porta i fiorellini -
- fidanzatino? Questa mi é nuova - disse Arthur sorpreso.
- nostra figlia é una rubacuori proprio come me - disse Christopher con orgoglio. - racconta a papà come l'hai conquistato? -
- come ha fatto papà. Prendendolo per la gola - disse la bimba orgogliosa di ciò.
Arthur guardava sua figlia Astrid che parlava del suo fidanzatino e che da grandi si sarebbero sposati. Era così convinta.
- l'ho conosciuto. É un bambino inglese tanto carino - disse Christopher aggiornandolo.
- ma un po piccolina per i fidanzati - disse Arthur geloso.
- papà ha ragione - disse Kit altrettanto geloso.
- io ero precoce come lei, non dovete preoccuparvi - disse Christopher molto tranquillo.
Michael e Robert mangiavano e guardavano. Erano stregati dal cibo e da loro. Quella famiglia era entrata nel loro cuore subito.
- é tutto squisito. Dovrebbe cucinare lei alla mensa dell'Accademia - disse Michael subito. - questo si che é passione e talento -
- esattamente, sarebbe bellissimo mangiare queste pietanze - disse Robert concordando.
Christopher era felice di quei commenti, far felice le persone con il suo cibo era il suo sogno e condividere la sua passione con la sua famiglia. Il pranzo fu bellissimo, Michael e Robert si divertirono con i Blackthorn Bomer e Magnus capì che tra Michael e Robert c'era qualcosa.
Per il dolce li portò attraverso una scaletta a chiocciola in un salottino delizioso. Christopher aveva fatto quella stanza per Astrid. Lì la piccola si divertiva e inventata cose.
Arthur non aveva potuto vedere la nascita di quella stanza per Astrid. Era il butto di stare divisi ma condividevano altri momenti.
- questo é il mio salottino - disse Astrid con un sorriso, stringendo la mano del suo papà Arthur.
Arthur si sedette in una poltroncina e Astrid gli mise una corona in testa. Gli altri sorrisero a quella scena, papà e figlia erano dolci e si accomodarono nelle poltroncine.
Magnus schiocco le dita e due scatoline apparvero nelle mani di Arthur e Christopher e i due sorrisero.
Michael e Robert erano curiosi, Arthur e Christopher li aprirono e tirarono fuori due anelli particolari con un B incisa. Erano perfette. Christopher si inginocchiò davanti alla poltroncina e gli infilò l'anello con emozione e gli posò un bacio sopra le dita. Arthur lo raggiunse in ginocchio e lo mise l'anello al dito di Christopher per poi baciarlo. Fu un momento così speciale. Michael e Robert erano testimoni di quell'amore e dello scambio degli anelli.

Sera...

Michael e Robert erano di nuovo con gli altri, erano nel bel mezzo di un attacco di demoni e loro due erano come una cosa sola mentre combattevano. Erano tra gli studenti più bravi. Capivano l'idea dell'altro con un solo sguardo. Era bellissimo.
Corey si trovò in un vicolo con due demoni, era bravo a combattere ma i due erano così feroci. Jason arrivò con Angel. Angel si occupava di uno e Jason di quello che aveva attaccava Corey.
- stai bene? - chiese Jason a Corey.
- mi ha morso - disse Corey prima di svenire.
Jason lo prese appena in tempo, lo teneva in braccio e gli disse: - ci penso io a te -
Angel vedeva come il suo parabatai si occupava di Corey. Era diverso. Non era il solito Jason che gli importava solo di scopare. Lui ci teneva a Corey.
Colton lancio le frecce al demone, era uno dei più eccezionali arcieri insieme ad Allison Silverwolf. Colpirono i demoni con lanci perfetti, Jeff e Lydia poi diedero il colpo per ucciderli. Tutti erano molto preparati, Jeff e Felicity lo stavano vedendo e dopo quell'attacco dei demoni tornarono all'Istituto.
Jason portò Corey in infermeria, gli fece la runa e lo vegliò.
- come sta? - chiese Michael avvicinandosi a lui.
- starà meglio - disse Jason allontanando da Corey. - tu? Hai fatto altri errori? -
- se ti riferisci alla storia di Robert, stiamo insieme e vorrei che tu capissi che lui non é la persona orribile che pensi - ribatté Michael difendendolo.
- Robert non é come la sua famiglia - disse Michael contraddicendolo. - e poi gli zii di Robert sono diversi. Sono aperti. Dovresti andare oltre il tuo naso sai -
- ti concedo il fatto dei suoi zii ma per il resto sono marci dentro - disse Jason con rabbia.
- che ti hanno fatto? - chiede Michael per quella tanta ostilità.
- sono stato ingannato da uno di loro - disse Jason per la prima volta.
Questa cosa gli era nuova.
- che cosa vuoi dire? - chiese Michael confuso.
- é una cosa che ho tenuto sempre per me. Io mi ero .. Odio quella parola... Innamorato - disse Jason ammettendo. - di uno di quei Lightwood -
Michael non avrebbe mai immaginato una cosa del genere. Jason innamorato di un Lightwood. Che ironia. Si sedette di fronte a lui e aspetto che gli raccontasse la storia.
- avevo 15 anni quando incontrai Louis Lightwood per la prima volta... -
Flashback
Jason era in un festa noiosa con i suoi, non vedeva l'ora di andarsene e se ne andò in giardino, tanto i suoi erano occupati a parlare e il suo fratellino era dagli zii perché era influenzato. Queste feste da adulti non le sopportava proprio e gli mancava la compagnia di suoi amici.
Camminava in quel giardino e sentiva una musica molto rock provenire dalla villa a fianco, decise di saltare dall'altra parte e si fece una runa. Un attimo aveva scavalcato il muro.
I piedi lo condussero verso la musica dietro la villa e c'era una finestra. Ci sbircio dentro e vide dei giovani uomini che suonavano rock. Fu rapito dal cantante, aveva una voce potente e ammaliante. Capelli castano e occhi verdi. Rimase lì a guardarli suonare, il suo guardo era sempre su di lui e all'improvviso qualcuno si accorse di loro.
- abbiamo un intruso, Louis - disse uno della band avvertendolo.
Louis lo guardò molto attentamente, fece un sorrisetto e si voltò.
- lasciamolo guardare -
Per Jason era fantastico, guardare Louis con il suo abbigliamento di pelle e sentire la suo voce da orgasmo. A fine canzone Louis si era toccato anche. Lo faceva sempre. Jason era la prima volta che vedeva un shadowhunters libero sessualmente.
- vuoi venire dentro ? - chiese Louis avvicinandosi a lui.
- cazzo si - disse Jason subito senza pensarsi un attimo.
Jason si ritrovò proiettato in un altro mondo:c'era di beveva, chi fumava o faceva altro. Li sentiva odore di libertà.
Lui era sul divano e Louis lo raggiunse, si passò la mani tra i capelli e prese un bicchiere. Jason lo guardava in estasi. Quel tipo era molto intrigante.
- lo vuoi? - chiese Louis dopo un sorso.
- si, sembra buono - disse Jason curioso.
Louis posò un dito sulle sue labbra, era così vicino e dischiuse le sue labbra.
Gli versò il liquido in bocca, Jason era affascinato da lui e mandò giù.
- ti piace? -
- é forte ma si - disse Jason volendone altro. - che cos'è? -
- rum - disse Louis versandolo nel bicchiere.
Gli altri suonavano mentre Louis portò Jason a ballare, si scatenarono e il giovane  lightwood era molto sensuale mentre cantava qualcosa cosa di sexy e lo seduceva il suo atteggiamento non viene dal nulla.
Jason aveva vissuto una serata differente. Ringrazio Louis Lightwood per quello.
Jason pensava a lui in quelle settimane, voleva vederlo e neanche la compagnia dei suoi amici lo distoglieva da quel pensiero. Lo rivide a New York, ricordava di essere ristorante e stava andando in bagno quando lo vide che suonava il pianoforte.
Era un suono dolce. Era differente. Tutto perfettino. Chi era veramente Louis?
il giovane rock che gli aveva fatto vedere un altro mondo o il ragazzo perfettino? Jason lo salutò da lontano ma Louis sembrava non vederlo, si avvicinò alla famiglia e non sapeva cosa pensare. Era così confuso. Per tutto il pranzo non pensò ad altro e guardò il tavolo dei Lightwood. Max lo chiamava per giocare con lui ma era troppo impegnato a capire. Poi la sua famiglia lo richiamò perché stava ignorando il suo fratellino. Si mise a giocare con lui da bravo fratello, Max perse il suo peluche da qualche parte e Jason si mise a cercarlo.
- cerchi questo? - chiese Louis appoggiato al muro con lo squaletto di Max in mano.
- Ora mi parli, prima mi hai ignorato - disse Jason risentito.
- oh, Jason. Mi dispiace  ma non potevo con i miei che hanno gli occhi addosso - disse Louis molto convincente.
Louis gli raccontò del fatto che la sua famiglia era molto rigida, doveva essere perfetto ma il vero Louis l'aveva conosciuto quella sera. La si poteva sfogare con gli amici e tutto resto. Jason si cascò, Louis gli restituì il peluche e gli sussurrò qualcosa prima di andarsene. Gli diede appuntamento di sera, Jason non vedeva l'ora e trascorse il tempo con la sua famiglia ma con la trepidazione per quell'incontro. Quella sera
Louis lo portò a Brooklyn dove c'era il pandemonium. Jason adoro quel posto, c'erano anche nascosti e buona musica. Si buttarono nella mischia, si stava divertendo con lui e vedeva gli sguardi degli altri verso Louis ma anche verso di lui. Louis gli mise un collana al collo, Jason fu felice di quel regalo e gli salto addosso per la contentezza. A quel tempo non sapeva che quella collana aveva un altro significato. Lui ingenuo pensava che Louis tenesse a lui. Presero a ballare in un modo cosi sensuale, gli altri erano conquistati da lui ma poi all'improvviso si allontanavano stranamente. A lui non gli importava più di tanto, era con Louis e senti l'altro sfiorargli il sedere e poi si ritrovò le labbra sulle sue.
Louis lo baciava in un modo passionale mentre le sue mani lo palpavano, senti il suo bacino che si strisciava contro di lui. Lo stava eccitando.
Il suo primo bacio era da proprio orgasmo. Non se lo aspettava così. Senti Louis lasciare la sua bocca e lo portato verso i divanetti, tenendolo per mano. Senti le sue labbra sul collo, Louis lo morse anche e lui se pur sentendo un po di dolore, gli piaceva molto quel marchio. Dopo quel momento sul divanetto, uscirono fuori e Louis prese a baciarlo in un vicolo buio contro il muro. Louis lo accarezzava sotto la maglietta mentre gli baciava il collo. Jason rabbrividi al tocco, una mano sapiente gli toccava un capezzolo e poi la mano scese ad accarezzargli in mezzo alle gambe.
Jason emise gemiti a tutte quell'attenzione e soprattutto alle carezze al suo membro. Aveva la testa buttato all'indietro, gli girava la testa e aveva la testa buttava all'indietro, le guancia rosse e le mani erano contro il muro e non sapeva dove mettere le mani, era impacciato ma non voleva che Louis se ne accorgesse. Lui era così grande. Non voleva farsi dire che era un bambino. La mano andò ai pantaloni dell'altro e fargli una carezza. Si accarezzavano a vicenda e si guardavano negli occhi.
Carezze bollenti nel vicolo, mani andavano su e giù lungo i membri e si baciavano. Louis gli avvicinò  al suo orecchio: sei cosi naturale. Mi stai facendo impazzire -
Jason sorrise a quel complimento.
Jason raggiunse l'orgasmo sia per la mano ma anche per la sua voce che lo eccitava moltissimo. Tremava dal piacere, il suo  primo vero orgasmo e le gambe stava per cedergli ma Louis lo prese a volo. Jason era in braccio a lui. Era così pieno di emozioni. Louis lo portò in un palazzo, si ritrovò in una vasca di appartamento da lusso e accanto c'era un letto matrimoniale. L'altro lo spoglio, senti il getto dell'acqua e lui che lo lavava. Si prendeva cura di lui. Jason si sentiva più legato a lui. Poi lo avvolse con il telo e lo portò a letto. Erano sul letto, lui era stretto a Louis e non voleva che quel momento non finisse mai ma doveva tornare. Staccarsi da Louis era difficile ma non poteva far altrimenti per adesso. Ogni volta che potevano si vedevano, Jason era così  innamorato e voleva stare per sempre con lui. Si erano trovati anche in una festa insieme, ricordava che erano andati in una stanza e si erano spinti oltre. 
- non posso trattenermi, ti voglio - disse Louis baciandolo sul letto.
- non aspettiamo allora, facciamolo qui - disse Jason deciso.
Fu cosi che ebbe la sua prima volta, là in quello letto che non sapeva che era della ragazza di Louis o meglio non sapeva neanche che Louis avesse una ragazza. La cosa peggiore che dopo la sua prima volta, era tornato in sala e il padrone di casa fece un annuncio.
- voglio condividere con voi una notizia. Mio figlio Louis si sposa -
Jason si senti morire, Louis il suo amore l'aveva ingannato e si sentiva uno stupido.
Come aveva potuto farlo?
Avrebbe voluto piangere, urlare o dire tutti che stronzo era Louis ma non era come quel lightwood. Non distruggeva la vita altrui. Louis lo raggiunse nel corridoio.
- Jason, ascolta... -
- Jason un corno. Come hai potuto? Io pensavo che tu ci tenessi a me e invece volevi solo divertirti. Mi hai preso nella casa della tua ragazza. Che razza di persona sei? - disse Jason urlando, distrutto.
- Mi devo sposare. Gli shadowhunters si sposano. Io non ti ho ingannato, Jason  - disse Louis cercando di toccare il suo viso.
- come lo chiami tu una persona che ti mente per tutto questo tempo? - disse Jason togliendosi la collana, furioso. - fai il bravo soldatino. Sposati, fai figli ma sarai infelice se fai le cose per dovere -
- Jason, ci tengo veramente a te. Anche se mi sposo, potremo stare lo stesso insieme. Tanto dovevamo comunque nasconderci, gli shadowhunters non possono sempre gay apertamente - disse Louis.
-
- ma ti senti? Questa non è vita. Avro anche 15 anni ma ragiono meglio di te che ne hai 25 - disse Jason a quella proposta.
- è l'unica vita che possiamo avere insieme. Ti ho dato la collana apposta cosi che sapessero che sei mio -  disse Louis prendendolo per un polso.
- ecco il perché. Sei orribile. Non sono una mucca o un animale da marchiare - disse Jason inorridito.
- non voglio più saperne nulla di te. Per me sei morto, Lightwood. Tu e la tua stirpe maledetta -
Fine flashback
- ora capisco perché odi tanto i lightwood. Mi dispiace. Louis non doveva farti questo - disse Michael dispiaciuto, tentando di abbracciandolo. - mi dispiace che non ti sono stato accanto -
- tu avevi trovato Robert, eri concentrato su di lui e io ho preso a scopare per dimenticare quello stronzo. ecco perché non voglio innamorarmi e perché ti metto in guardia - disse Jason. - Robert farà come Louis. Si metterà con Maryse e ti vorrà come amante perché non avrà il coraggio -
Michael capiva perché parlava così. Si preoccupava per lui ma Robert non era Louis. Non l'avrebbe mai fatto. Ne era sicuro.
- Jason, so che non sei contento di Robert ma adesso voglio solo pensare a te. Al mio amico - disse Michael stringendolo. Jason ringraziò Michael per esserci sempre e Corey li guardò, era sveglio da un po e aveva le lacrime agli occhi per il racconto di Jason. Gli era spezzato il cuore. Ora capisco il suo atteggiamento. Era una difesa per non essere ferito ancora. Avrebbe voluto essere la sua persona speciale.
Michael si accorse di Corey e decise di lasciarli soli, l'ultima immagine che vide era Corey che abbracciava Jason. Era quello che gli serviva. Corey avrebbe curato le sue ferite.
Michael decise di tornare in camera, apri la camera e quello che vide lo sconvolse. Maryse semi spogliata sul suo Robert.

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