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Pillole di incipit

Ciao, Wattpadiani!

Tra i vari punti che io e Sly prendiamo in considerazione, per decidere se ammettere una storia o meno al servizio, c'è anche l'inizio delle vostre storie. Ma cos'è un incipit?

In un romanzo l'incipit è l'inizio della storia, la parte in cui introduciamo il lettore e lo trasportiamo all'interno del mondo narrativo che abbiamo creato per lui, mostrandogli, ad esempio, il protagonista e gli ostacoli che deve superare, o i suoi desideri.

L'incipit può essere inteso come un'esca per il lettore, un assaggio di quello che troverebbe proseguendo la lettura del nostro romanzo o racconto.

Un buon inizio, però, non dovrebbe passare in rassegna tutti i personaggi, le tematiche o i concetti che sviscereremo nella narrazione, bensì deve avere la funzione di una scintilla, o di una promessa, o di una potenzialità, che le pagine successive metteranno a fuoco.

Quando ragioniamo su come scrivere l'incipit del nostro romanzo teniamo bene a mente che stiamo riflettendo sulle pagine che creeranno nel lettore l'aspettativa. Più la deluderemo, più verremo dimenticati. Questa è la verità.

Io, personalmente, quando cerco nuovi romanzi da leggere, mi soffermo molto sull'incipit.

Anzi, posso dire che è il mio metro di giudizio per capire se vale la pena o meno di proseguire nella lettura di una storia.

Calvino diceva:

[...] L'incipit è il momento della scelta: ci è offerta la possibilità di dire tutto, in tutti i modi possibili; e dobbiamo arrivare a dire una cosa, in un modo particolare. Ogni volta l'inizio è questo momento di distacco dalle molteplicità dei possibili: per il narratore l'allontanare da sé la molteplicità delle storie possibili, in modo da isolare e rendere raccontabile la singola storia che ha deciso di raccontare.

Ora che abbiamo chiarito cos'è un incipit, andiamo a conoscere le diverse tipologie di inizio, per ricavare una panoramica sulle tecniche più largamente usate e capire quella che si sposa meglio con il nostro libro.

Sono tre i metodi per scrivere un inizio efficace:

1- Usando un espediente narrativo;

2- Entrando in medias res;

3- Utilizzando una forma descrittiva;

Vediamoli nello specifico.

1- Incipit narrativo.

Questo tipo d'inizio, in sostanza, fa due cose:

la prima è svegliare la curiosità del lettore,

la seconda è racchiudere delle verità universali.

Immaginate di non conoscere affatto le storie degli esempi che seguono. Immaginate di non avere nemmeno la copertina, né alcun altro indizio. Semplicemente:

«Quando il signor Bilbo Baggins di Casa Baggins annunciò che avrebbe presto festeggiato il suo centoundicesimo compleanno con una festa sontuosissima, tutta Hobbiville si mise in agitazione.»

Il Signore degli Anelli, di J.R.R. Tolkien

Eccoci dentro il racconto, e subito viene da chiedersi: chi è Bilbo Baggins e come fa ad avere 111 anni e perché il fatto che voglia festeggiare un compleanno mette Hobbiville in agitazione? E poi, cos'è Hobbiville?

Oppure:

"Era buio quando arrivai a Bonn. Feci uno sforzo per non dare al mio arrivo quel ritmo di automaticità che si è venuto a creare in cinque anni di continuo viaggiare: scendere le scale della stazione, risalire altre scale, deporre la borsa da viaggio, levare il biglietto dalla tasca del soprabito, consegnare il biglietto, dirigersi verso l'edicola dei giornali, comperare le edizioni della sera, uscire, far cenno a un tassì."

Opinioni di un clown, di Heinrich Böll.

Questo inizio ci introduce nella storia in equilibrio tra mostrare e raccontare: ci spiega dove si trova il protagonista, quali sono state le sue abitudini negli ultimi anni, infine cosa sta facendo in questo momento. Con poche pennellate traccia un primo scenario in cui ci dice molto, usando al tempo stesso immagini dinamiche che coinvolgono immediatamente il lettore.

In conclusione, gli inizi narrativi riescono, in una manciata di righe, a portare l'attenzione su dettagli all'apparenza banali ma che intuiamo essere importanti. Di pari passo, si tende sempre a voler soddisfare una curiosità, anche se solo una scintilla. Questo ci fa andare avanti nella lettura. Inoltre, gli incipit di questo tipo hanno il pregio di condurci quasi per mano all'interno della storia. I termini e i verbi usati ci mettono a nostro agio: non resta che mettersi comodi e proseguire con il racconto.

2- Incipit in medias res (dal lat. nel mezzo del racconto).

Se l'incipit narrativo ci conduce all'interno della storia dolcemente, l'incipit in medias res scardina le nostre comodità, è quasi un fatto fisico: la schiena si raddrizza, i muscoli si tendono, le poche righe lette aguzzano la vista, mentre la scena prende subito forma.

"All'ora del caldo tramonto primaverile comparvero a Patriarši Prudí due signori. Uno, sui quaranta, vestito di un completo estivo grigio, era di statura piccola, bruno, grassoccio, calvo; teneva in mano, piegato, il cappello di buon feltro e il suo viso era ornato da un enorme paio di occhiali di corno nero. Il secondo, largo di spalle, coi capelli ricci e rossicci, il berretto portato indietro sulla nuca, indossava una camicia sportiva, pantaloni bianchi spiegazzati e sandali neri."

Il maestro e Margherita, di Michail Bulgakov.

Questo è un esempio di come si può introdurre il lettore attraverso una tecnica cosiddetta "con suspense", in cui il lettore non ha idea di cosa stiamo parlando, deve procedere nella lettura per scoprire il significato delle prime righe, il ruolo di personaggi e ambientazioni appena introdotti nell'economia della storia.

Altre volte, l'incipit "in medias res" può partire direttamente con dei dialoghi:

«"Tu lo capisci, vero, che dobbiamo ucciderla?". La domanda fluttuò nell'aria tranquilla della notte, parve restarvi un momento sospesa, poi sprofondò via, laggiù, verso il Mar Morto.»

La domatrice, di Agatha Christie

"- Me staje guardanno?

- Neh, ma chi te sta cacanno.

-E che guard'a fà?

- Guarda, frate', che mi hai preso per un altro! Io nun te penzo proprio.

Renatino stava tra gli altri ragazzi, era da tempo che lo avevano puntato in mezzo alla selva di corpi, ma quando se ne accorse lo avevano già circondato in quattro. Lo sguardo è territorio, è patria, guardare qualcuno è entrargli in casa senza permesso. Fissare qualcuno è invaderlo. Non voltare lo sguardo è manifestazione di potere."

La Paranza, di R. Saviano.

Questo tipo d'inizio è tipico dei gialli, dei thriller e dei noir. Viene usato per creare curiosità: non si spiegano gli antefatti, non si spiegano le motivazioni, si mostra direttamente qualcosa senza che il lettore abbia idea di cosa stiamo parlando.

In conclusione, l'incipit in medias res ha il pregio di essere subito comprensibile, funziona come una calamita, perché cala il lettore a storia già avviata: l'incertezza che riesce a generare attrae, volente o nolente, chi legge, costringendolo a voler proseguire la lettura.

Tuttavia un rischio c'è.

Lo scrittore, infatti, deve essere bravo a mantenere alte le aspettative, deve rendere la storia credibile e deve riportare a un ordine delle cose, pur non spezzando la magia del racconto.

3- Incipit descrittivo.

Può partire da un dato cronologico o da un luogo, oppure da una breve descrizione. Per questo, all'apparenza, questo inizio è molto semplice da ricreare. Niente di più sbagliato, perché non deve essere né banale né superficiale, ma deve imporsi nell'immaginario del lettore, facendogli percepire spazi, tempi e personaggi. Un inizio descrittivo ben scritto deve essere in grado di evocare, allargando gli orizzonti.

«All'inizio di un luglio straordinariamente caldo, verso sera, un giovane scese per strada dallo stanzino che aveva preso in affitto in vicolo S., e lentamente, come indeciso, si diresse verso il ponte K. Sulle scale riuscì a evitare l'incontro con la padrona di casa.»

Delitto e castigo, di Fëdor Dostoevskij

Una manciata di righe e abbiamo già tre riferimenti: luogo, tempo e personaggio. Non ne conosciamo il nome ma il fatto che sia "come indeciso" ha un effetto sorprendente, poiché instilla curiosità ma anche sospetto, confermato poi dalla frase seguente.

L'inizio descrittivo funziona come un faro che proietta la sua luce su uno o più dettagli in particolare.

Un incipit, però, può essere descrittivo anche se non va a ritrarre un luogo, etc., bensì una tematica che sarà al centro dell'opera:

"Solo i giovani hanno di questi momenti. Non intendo dire i giovanissimi. No, i giovanissimi, per essere esatti, non hanno momenti. È privilegio della prima gioventù vivere in anticipo sui propri giorni, nella bella continuità di speranze che non conosce pause né introspezione."

La linea d'ombra, di J. Conrad.

Il tema portante del romanzo è il passaggio dalla giovinezza all'età adulta e l'autore sceglie di descriverlo a chiare lettere all'inizio del romanzo, per comunicare subito al lettore le sue intenzioni. Per la sua particolare impostazione, questo incipit è detto anche riflessivo, perché di fatto si basa su una lunga riflessione da parte della voce narrante.

Adesso che abbiamo visto i principali tipi di incipit, cerchiamo di capire quali sono gli errori da evitare quando cominciamo a scrivere la nostra storia.

1- L'incipit alla Manzoni.

Il primo capitolo dei Promessi Sposi è una lunga figura retorica che serve a zoomare il luogo in cui lo scrittore ha deciso di ambientare la sua storia. Ma in questo momento non è consigliabile scrivere un incipit con una lunga digressione ambientale.

Si scrive per farsi leggere, e i lettori di Manzoni non sono gli stessi lettori del 2019. 

Molti lo dimenticano, ma quanti hanno letto "I promessi sposi" solo perché obbligati durante il percorso scolastico? Io sì.

2- L'incipit anticipazione.

Ci sono moltissimi autori che iniziano il romanzo e in cinque righe (cinque!) anticipano tutta la storia che hanno scritto, eliminando pathos e suspense, facendo perdere il desiderio al lettore di proseguire nel racconto.

Ecco un esempio:

"Marco, il barman, stava preparando un cocktail a una cliente, quando un topo lo morse. Il dolore fu inimmaginabile. Marco afferrò una bottiglia e cercò di uccidere il roditore. La sua rabbia era ingiustificata. Non sapeva ancora che grazie a quel morso sarebbe diventato un supereroe, salvando tutta l'umanità dall'estinzione di massa."

3- L'incipit identikit.

Il terzo errore più frequente riguarda la descrizione minuziosa e insostenibile del protagonista della storia.

"Marco, un uomo di trent'anni con i capelli castani, gli occhi scuri, la mascella volitiva, le sopracciglia sempre arcuate, il naso camuso, le mani forti dalle lunghe dita, un piccolo neo sul mento..."

Dare tutti questi dettagli non caratterizza il personaggio, anzi. Quello che fa di sicuro è annoiare a morte il lettore.

Ricapitolando, i passi da seguire, se proprio non sappiamo come iniziare il nostro romanzo, possono essere riassunti così:

1- stabilire la tipologia di incipit (descrittivo, narrativo o in media res);

2- decidere gli elementi della scena (quali personaggi, dove e quando. Cerchiamo d'immaginare la scena nella mente per capire il vero punto di inizio);

3- scegliere le prime parole in base allʼatmosfera che vogliamo dare.

Infine, la cosa più importante, che non deve mancare mai in un incipit efficace, è la curiosità.

- Sì, l'ho capito che devo catturare l'attenzione del lettore, non è il caso che me lo ripeti! -

E invece io lo faccio. Suscitare curiosità: ecco un incipit perfetto. In qualsiasi modo decidiate di iniziare la vostra storia (anche se con un'azione e mostrando sarebbe meglio), dovete instillare la curiosità nel lettore, dovete spingerlo a fargli girare le pagine.

Curiosità, quindi, è la parola chiave principale per scrivere un incipit come si deve.

Ora abbiamo tutti gli elementi per scrivere il nostro inizio, ma se siamo indecisi su quale sia l'incipit migliore per la nostra storia che facciamo?

Niente panico: perché non scriverne due o tre e confrontarli?

Chiedetevi: quale riesce meglio nella sua funzione di attrarre il lettore? Quale fra quelli scritti ha più forza? Quale si adatta meglio alla mia storia?

E ora la parola a voi scrittori: come scrivete i vostri incipit? Quale scelta vi risulta più immediata?





Fonti

- "Creatività e tecniche di scrittura: analisi delle pratiche di editing di un romanzo" di M. Rampazzo;

- "Le dure leggi dell'incipit ovvero: come iniziare un capolavoro" (di ioscrittore.it);

- "Scrivere un buon incipit: appunti di editing" (di studio83.it);

- "L'incipit: corso di scrittura" (ilmiolibrokataweb.it);

- "L'incipit di un romanzo: tre errori comuni in un romanzo" di Stefania Crepaldi (editorromanzi.it);

- Come scrivere un incipit convincente: tre parole chiave" di Emanuela Navone (emanuelanavoneeditor);

- "Iniziare un romanzo: 10 incipit d'autore" (sul romanzo.it).


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