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LA PAROLA PROIBITA

Rachel girò la chiave nella toppa di una porta bianca e entrò nella stanza di Kiba: una ragazza dai capelli neri lunghi e lisci, snella intenta a mettere in ordine sul pavimento bianco le posate usate nei suoi giorni di permanenza nella struttura.

Era la mania del momento e comunque in qualche modo doveva pur passare il tempo.

"Cosa fai?"

Chiese con finto interesse la rossa, la mora sapeva che la dottoressa faceva la falsa gentile perciò senza nemmeno voltarsi o fermarsi continuò a mettere in ordine le posate grigie.

Rachel dopo una breve smorfia di rabbia prese a calci gli attrezzi della mensa spedendoli qua e là per la stanza.

"Ops".

Sussurrò divertita, Kiba si alzò e iniziò a dare su e giù per la stanza chinandosi a raccogliere ogni singola posata per poi sedersi sul letto e ricominciare da capo.

Pochi secondi dopo Rachel tirò a sé la coperta bianca le posate emisero dei suoni metallici quando caddero tutte insieme.

"Che sbadata".

Ridacchiò.

La mora la fissò e emise un respiro forte e intenso a causa della rabbia ma poi voltò lo sguardo e si chinò a raccogliere nuovamente la sua mania.

La rossa, messa alle strette, poggiò il piede sul dorso della mano sinistra della mora e premette leggermente, Kiba sussultò ma non poteva dargliela vinta sfilò la mano e massaggiò il punto dolente per poi usare la coperta come sacco fai da te per raccogliere le posate.

"Non lo finirai mai".

La provocò la dottoressa.

"Se non ci provo non lo saprò mai".

Rovesciò il contenuto della coperta sul lenzuolo bianco e sottile e ricominciò.

La dottoressa spinse la ragazza sul letto un coltello le ferì il palmo, e non appena la mora si rimise in piedi rovesciò il materasso.

"Te l'ho già detto...no".

N e O, quelle lettere insieme formavano quella piccola parola che scatenava una grande reazione nella mora.

Iniziò a tremare, si chinò con le mani sulle orecchie.

"No...no...no...no...".

Continuò a ripetere la negazione a sé stessa, la dottoressa sorrise e si chiuse fuori appena in tempo...Kiba l'aveva rincorsa con l'obiettivo di farle del male.

La mora si avventò più volte sulla porta nel tentativo di buttarla giù ma la divisione fra lei e la rossa restava lì.

"No...no...no...no...".

Continuò a ripetere la parola proibita.

Hannah era seduta sul suo letto e sorrideva continuamente, povera Mei pensava, non era riuscita a risolvere il suo indovinello.

Come si fa a tenere segreto qualcosa al più grande detective del Mondo?

Fissò il punto interrogativo nero sulla sua coperta.

"Semplice...metti la soluzione proprio sotto il suo naso e aspetti che gli eventi facciano il loro corso".

Disse mentre afferrava la chiave nera mimetizzata nel punto interrogativo.

CIAO A TUTTI spero che il capitolo vi sia piaciuto se avete domande o curiosità scrivetele nei commenti e ci vediamo al prossimo capitolo CIAU.

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