Animali dei quartieri
PanteraNera si è accorta che c'è qualcosa che non va: mi osserva con preoccupazione. Mi accarezza la testa con la sua e i nostri baffi si sfiorano piacevolmente. Per fortuna capisce che non ho voglia di parlarne, ma più tardi le raccontaterò del mio incubo. Le lacrime mi pungono gli occhi mentre mi riaffiora alla mente mio padre, e la rabbia verso StellaCandida per poco non mi fa estrarre gli artigli. Il pelo mi si rizza sulla schiena e PanteraNera sospira, ansiosa, ma io cerco di tranquillizzarla con un sorriso.
PeloArruffato ci chiama e continuiamo a camminare. Abbiamo da poco salutato CuorediLupo, che ci ha indicato la strada verso il villaggio e ci ha augurato buona fortuna. Non so cosa sia successo stanotte, ma lei e ArtiglioMicidiale si osservavano con intensità e per qualche minuto entrambi sono spariti, per poi tornare insieme alla tana.
Adesso il mio amico guerriero cammina in silenzio davanti a noi, a testa bassa ed emettendo rari e bassi versi gutturali.
PanteraNera e MacchiaChiara si lanciano occhiate divertite mentre lo puntano. Gli si avvicinano con passo felpato.
Lancio uno sguardo interrogativo a PeloArruffato, che però fa spallucce, confuso quanto me.
Quando i due arrivano alle spalle di ArtiglioMicidiale, MacchiaChiara balza e gli atterra a fianco, esclamando: "Allora... Come va con CuorediLupo?" La sua espressione è canzonatoria.
ArtiglioMicidiale gli lancia un'occhiata e poi guarda altrove. "Come dovrebbe andare?"
"Non so. Dimmelo tu." e mentre lo dice tira fuori diverse volte la lingua.
PanteraNera si avvicina. "Stanotte abbiamo sentito rumori strani. Forti fusa. Hai idea di chi siano?"
"Tu e LucediFuoco?" risponde lui.
Mi poso una zampa sul muso, imbarazzato.
Ma PanteraNera scuote la testa. "No no. Noi due abbiamo dormito alla grande."
ArtiglioMicidiale aumenta il passo, ma i due gli corrono dietro.
MacchiaChiara inizia a canticchiare: "Ad ArtiglioMicidiale piace CuorediLupo!"
Drizzo le orecchie. "E quindi stanotte..."
PeloArruffato ride. "Amico, volevi tenerlo nascosto?"
PanteraNera ridacchia. "Rose e fior, nasce l'amor, ArtiglioMicidiale e CuorediLupo si vogliono sposar!"
ArtiglioMicidiale si volta e le lancia una zampata sulla schiena, leggera ma abbastanza forte da farla cadere a zampe all'aria.
Ma lei continua a ridere, e non posso fare a meno di sentirmi meglio.
ArtiglioMicidiale sbuffa. "Non abbiamo fatto niente di che. Ci siamo scambiati qualche leccata, poi lei si è sdraiata accanto a me e abbiamo dormito accoccolati."
"Niente di che? Amico, ti sei trovato la compagna!" esclama PeloArruffato.
Lui sembra troppo serio. "Tanto siamo destinati a stare divisi."
MacchiaChiara e PanteraNera tornano seri, si guardano e decidono di cambiare discorso.
Arriviamo al villaggio dei Bipedi ed entriamo nei viali. È molto più grande di quello da dove viene PanteraNera. Sento odore di sporco ovunque, e anche di una specie di aria strana provenire da mozziconi bianchi, una delle loro estremità è fumante. PanteraNera ci spiega che ad alcuni Bipedi piace tanto che il fumo entri nei loro polmoni. Io non ne capisco il divertimento.
Alcuni ci guardano storto. Forse non sono abituati a veder passare gruppi di gatti come il nostro. Alcuni Bipedi più piccoli ci indicano con sorrisi ed esclamazioni. Sembrano particolarmente attratti da me e MacchiaChiara.
Entriamo in un vialetto, lontano dai Bipedi.
Ci fermiamo un attimo per riposare. I nostri stomaci brontolanti. Il sole è già alto. "Come si racimola il cibo quaggiù?" chiedo. PanteraNera esita a rispondere. "Rubando. Alcune case di Bipedi contengono pesce o carne, ma è di loro appartenenza."
Lo stomaco di MacchiaChiara brontola troppo forte, e questo non facilita le cose.
PanteraNera chiede: "Andiamo contro il volere del Clan della Stella se mangiamo cibo dei Bipedi? Insomma, se ce lo offrissero loro?"
PeloArruffato non sembra convinto. "Non so dirtelo."
Sento un rumore dietro di me. Alcuni sacchi sudici si muovono lievemente. Mi avvicino di soppiatto e spiego il naso, le narici assalire da quel tremendo odore. Da un sacchetto spunta fuori un naso nero con enormi baffi, poi l'intera testa di um ratto.
Gli tiro una zampata e lo sbatto per terra, poi lo blocco. È come un topo, dopotutto, solo più grosso. E poi, abbiamo tutti fame.
Avvicino i denti, pronto a morderlo, ma sento urlare: "Non farlo! Ti prego!"
Chiudo la bocca e osservo il ratto, il suo cuore batte all'impazzata.
"Non uccidermi, ho una famiglia! I miei piccoli mi aspettano a casa."
Non dico niente. Perché non riesco a farla fuori? Forse perché non voglio che altri cuccioli crescano senza dei genitori...
"Avete fame, non è vero?" continua lei.
Chiudo gli occhi, atterrando l'impulso di mangiarla. "Sì." biascico. Cavolo! Ero così vicino dal riempirmi la pancia.
"Conosco qualcuno che può aiutarvi."
PeloArruffato si avvicina e posa una zampa sulla coda del ratto, osservandola con sguardo minaccioso. Mi fa cenno di spostarmi, poi le sussurra: "Che non ti venga in mente di fuggire, perché siamo molto affamati, veloci e addestrati a cacciare."
Il ratto annuisce, terrorizzato e si tira dritta sulle zampe. PeloArruffato le afferra la coda con la bocca, e lei inizia a farci da guida.
Io e PanteraNera stiamo vicini. "Non mi fido."
Lei dice: "Non so. I ratti sono spesso astuti e maligni, sia che siano del bosco o della città."
Non mi preoccuperei più di tanto: dopotutto è in zampa nostra.
Ci conduce in una stradina tranquilla, ai lati piena di case con giardini ampi e verdi. Il ratto ne indica una e ci avviciniamo alla staccionata, saltandoci poi sopra.
Vedo un uccellino in una gabbia sul suo trespolo. MacchiaChiara lancia un'occhiata al ratto. "Ma che maligna."
"No!" grida lei "Non è lei il vostro pranzo. Scendete."
Le ubbidiamo e restiamo nascosti in un cespuglio, per controllare che i proprietari della casa non siano in giro.
Percepisco un odore strano, non piacevole. Sembra pipì di coniglio. Seguo l'odore e trovo, nascosto lì vicino, proprio un coniglietto, bianco. Trema come un matto. Non ho mai mangiato un coniglio, e l'idea di mangiarne uno così indifeso non mi piace. Non è abituato a correre come le prede della foresta, dopotutto è domestico.
Sentiamo ringhiare.
"Aiuto! Canon!"
ArtiglioMicidiale tappa prontamente la bocca alla prigioniera, ma troppo tardi. Un grosso cane color panna ci trova e tenta di morderci.
Spingo via PeloArruffato che, cadendo, perde la presa sul ratto, che corre a nascondersi tra le zampe del cane. "Hanno fame. Puoi aiutarli?"
MacchiaChiara inclina la testa, confuso. "Allora vuoi aiutarci davvero?"
"Certo!"
Il cane, che a quanto ho capito si chiama Canon, addolcisce lo sguardo. "Siete viaggiatori?"
"Cerchiamo un amico." risponde PanteraNera.
"Se proprio siete affamati vedrò cosa fare."
"L'importante è che non mangiate alcun ratto." fa l'altra.
ArtiglioMicidiale sbuffa. "In genere ci bastano i topi, ma oggi siamo particolarmente affannati."
Lei trema e poi dice: "Comunque, io sono Muna."
Ci presentiamo.
Il canarino nella gabbia cinguetta: "Guarda come sono magrolini, magari il nostro amico fosse così."
Canon scuote il capo. "Millie, sai perché è grasso."
Lo stomaco di MacchiaChiara brontola di nuovo, e lui fa vibrare i baffi d'imbarazzo e divertimento.
PanteraNera chiede: "Che tipo di cibo avete?"
"Croccantini."
Rispondo, deluso: "Il nostro codice ci impedisce di mangiare cibo simile."
"Ehm..."
Ci voltiamo.
Il coniglietto balbetta: "P-potreste mangiare q-q-questa."
Ci avviciniamo: sta indicando delle foglioline verdi scure.
"Buona idea, Cocò." fa Canon.
Annuso: è piacevole.
"I nostri padroni la piantano per il gatto dei vicini. Sapete, vanno molto d'accordo." spiega Millie dalla sua gabbia.
PeloArruffato sospira. "O questo o niente. Non mi sembra così fuori dalle regole."
Do un assaggio per primo: è assolutamente... "Deliziosa!" esclamo e mi tuffo a mangiarne ancora. Non posso farne a meno.
"Non esagerate!" esclama il cane.
Gli altri mangiano, compiaciuti quanto me.
"L'erba gatta è stupenda, vero?"
Mi volto e vedo un gatto salire sulla staccionata per poi scendere: è un soriano grigio, in carne, domestico visto il collare.
"Tecnicamente quella è mia."
"Tecnicamente il giardino è dei nostri padroni e quest'erba possiamo darla a chi vogliamo." ribatte Canon.
Il soriano si avvicina con un ghigno. "Tanto ce n'è in abbondanza per tutti." Si mette a mangiare con noi. "Mi chiamo Baffo."
Finito di mangiare, ArtiglioMicidiale si rivolge a Canon: "Grazie per l'aiuto."
"Dove siete diretti?"
"Alla foresta, verso nord." risponde PanteraNera.
"La strada è lunga e pericolosa. Baffo, perché non li accompagni?"
Il gatto grigio si pulisce la testa. "Perché dovrei?"
"Qualcuno deve aiutarli. Sono un cane, non posso muovermi da qui."
"Io devo tornare dai miei piccoli." fa Muna.
"Forse non lo sai, ma ho problemi a volare: sono cresciuta in una gabbia." ribatte Millie.
Cocò squittisce: "Sono piccolo e debole."
Il gatto alza gli occhi al cielo.
"Non importa." dico lanciandogli un'occhiataccia "Sappiamo cavarcela."
Canon ringhia contro Baffo, il quale rizza il pelo e sbuffa. "D'accordo. Seguitemi."
Esce dalla recinzione.
Ringraziamo ancora gli animali e lo seguiamo.
"B-b-b-buona fortuna." mormora Cocò, abbastanza forte.
Baffo ci fa da guida attraverso mezza città. È strano questo terreno. Puzza proprio come il Sentiero del Tuono, per non parlare delle case dei Bipedi. Sembra non esserci il minimo di natura... O pulizia.
Nel tardo pomeriggio, Baffo osserva il sole e il suo stomaco brontola. Sembra molto affaticato: i gatti domestici non sono abituati a camminare così tanto senza riposare, soprattutto se sono castrati. Ricordandomi del motivo della sua pigrizia e ciccia mi vengono i brividi e mi sale il ribrezzo. Cavolo, ma come fa?!
Baffo si ferma e si volta verso di noi. "Mi sono allontanato troppo, i miei padroni saranno preoccupati. Devo tornare a casa prima di buio."
PanteraNera lo guarda con comprensione. "Torna da loro." dice con dolcezza.
Il suo sguardo è strano. Mi chiedo a cosa pensi.
Baffo torna sui suoi passi. "Buona fortuna, giovanotti."
Noi continuiamo il cammino. Ormai siamo più sicuri camminando per queste vie strane.
Baffo ci aveva consigliato di non viaggiare al buio, perché ci sono in giro malviventi.
MacchiaChiara si avvicina a una casa e sale su un albero lì vicino, percorre con attenzione il ramo e poi balza sul tetto.
Lo seguiamo, cercando di posizionarci in un punto nascosto da possibili occhiate dei proprietari.
Mangiamo alcuni ciuffi di erba gatta che PeloArruffato ha trasportato per tutto il viaggio.
Tutti si coricano, tranne io e PanteraNera.
"Cos'hai?" mi chiede con una leccata.
Le racconto in breve il sogno. "StellaCandida ha ucciso mio padre. Non so se riuscirò a perdonarla. Odio lei e tutto il suo Clan. Voglio vendetta."
"La vendetta non è il modo migliore per sentirsi bene." si affretta a dire.
"Tanto dovrò farlo. Lo dice la Profezia. Distruggerò StellaCandida, e tutto ciò che le appartiene, quindi il suo Clan."
PanteraNera mi squadra, preoccupata.
Io continuo: "Se la sta prendendo con la mia famiglia. Non voglio che faccia del male a qualcun altro che amo, soprattutto a te." La sfioro col muso e ci coccoliamo.
La sua zampa, piccola e morbida, si posa sulla mia. "Ti amo, LucediFuoco."
Le lecco una guancia. "Anch'io ti amo, PanteraNera."
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