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Capitolo 7

ZampaBlu si accasciò a terra, i polmoni che bruciavano.
—Sei già stanco?— Gli chiese divertito e incredulo il suo mentore, VolodiFringuello.
L'apprendista tentò di rialzarsi, ma le gambe gli cedettero e si ritrovò di nuovo col muso nella polvere.
—Sono... Tre... Giorni... Che camminiamo!— Si giustificò.
VolodiFringuello scosse la testa e si sedette accanto a lui. —Hai idea di quanti chilometri dovremo ancora percorrere? Se continui a cadere sfinito ogni cento metri tanto vale che ti lasciamo qui!—
ZampaBlu la prese come una battuta, ma riprese lo stesso a camminare: con quel gatto non si poteva mai sapere.
In suo soccorso arrivò ZampaMinerale, che lo sorresse con la spalla. Quando si erano conosciuti gli era sembrato un gatto rigido e serio, invece poi si era rivelato molto simpatico.
ZampaBlu fece una smorfia. —Le mie zampe mi stanno uccidendo!— Sibilò
—Non dirlo a me... Per un po' ho anche dovuto portare ZampadiRosmarino perché a Mister "cucciolodimamma" era entrata una spina nella zampa!— Sbuffò l'apprendista bianco e rosso.
ZampaBlu non poté fare a meno di sorridere pensando a quella scena ridicola.
MusodiSalmone, il mentore di ZampaMinerale, li affiancò saltellando. —Forza ragazzi, prendetela come una sessione di addestramento!— Disse, senza un briciolo di stanchezza nella voce.
ZampaBlu lo guardò irritato. —Come cavolo fai a non essere stanco?— Chiese. Il vice rispose con un'alzata di spalle e saltellò via.
I due amici alzarono gli occhi al cielo e trotterellarono in silenzio, per risparmiare il fiato. Dopo un po' ZampaMinerale sussurrò timidamente: —Amico, riguardo alla predizione di AladiRondine...
Non poté finire perché ZampaBlu si fermò all'improvviso, costringendo il compagno a fare lo stesso. —Sai una cosa? Io scelgo di non crederci. È solo una stupida profezia! Nessuno di noi potrebbe mai tradire il clan- Esclamò risoluto.
ZampaMinerale sembrava ancora scettico, ma annuì.
A dir la verità, ZampaBlu si preoccupava eccome. Ormai il silenzio calato fra i due apprendisti era diventato imbarazzante, tanto valeva andarsene. Camminò da solo per un po' nelle retrovie del gruppo, ma essere soli equivaleva a pensare, e con tutti quei nuovi misteri pensare non era una buona cosa. Avrebbe fatto di tutto per parlare un po' con Zampad'Oceano e ZampadiMarea, ma al momento le due erano impegnate a portare le erbe della sciamana, ed era meglio se non le ingoiavano chiacchierando.

—ATTACCO NEMICO!— ZampaBlu non fece in tempo a girarsi che una massa di pelo grigio lo investì, facendolo andare per la seconda volta in un giorno a faccia a terra. —Ma che... Mirtillo!— esclamò ridendo. —Che stai facendo?—
Il cucciolo non si curò di rispondere e si appollaiò sulla schiena del fratello. —Sono bravo, eh?— Chiese gonfiando il petto.
ZampaBlu se lo scrollò di dosso e lo bloccò delicatamente a terra con una zampa. —Non sei male, ma qualcosa la possiamo rivedere— Affermò sorridendo.
Mirtillo si divincolò e cominciò a pulirsi il manto con aria offesa. —Ehi! Non dovresti prenderti gioco del futuro leader del Clan della Pietra!— Gnaulò.
ZampaBlu gli diede un buffetto con la coda. —Intanto diventa apprendista, poi ne riparleremo!—
—Ma ci vogliono ancora due lune!— Si lamentò Mirtillo, poi però si bloccò, gli occhi che luccicavano. —Se domani imparerai delle belle mosse potrai farmi tu da mentore, no?— chiese speranzoso.
—Assolutamente!— Concordò l'apprendista. —E ora torna da MantoPrezioso! Se continui a scappare così le farai venire un infarto.—
Mirtillo ridacchiò, e trotterellò via dicendo a tutti quelli che passava di essere il guerriero più forte del clan.

ZampaBlu lo guardò andare via, e un fremito gli passò per la spina dorsale: come aveva detto il cucciolo, domani avrebbe affrontato il suo primo addestramento, probabilmente insieme alle sorelle. Il solo pensiero gli fece tendere i muscoli; fremeva dalla voglia di cominciare!

Per la terza volta da quando erano partiti il sole calò sulla pineta. Fortunatamente per ZampaBlu, StellaTurchese decise di fermarsi e far dormire tranquillo il clan stremato. Trovarono una radura riparata dalle intemperie da un piccolo burrone, e ZampaBlu non poté fare a meno di ricollegarla alla conca dov'era cresciuto. La leader mise un guerriero e un apprendista di vedetta davanti a ogni uscita possibile, così da non essere presi di sopresa. Quando il gatto grigio seppe che non doveva fare la guardia e che poteva riposarsi un po', per poco non crollò addormentato lì su due piedi. Andò invece dritto da ZannadiCinghiale: adesso aveva proprio bisogno di parlare con le sue sorelle.
—Ciao ZannadiCinghiale! Dove sono ZampadiMarea e Zampad'Oceano?— Chiese allegro.
La gatta maculata puntò i suoi penetranti occhi ambrati su di lui. —Sono a fare la guardia, è meglio se non le disturbi—Miagolò.

ZampaBlu si sentì all'improvviso molto più stanco di ciò che era. La sciamana notò la sua delusione e gli diede un colpetto con la coda. —Mentre aspetti ti va di intrattenermi un po'? Io guardo quali erbe mi mancano, tu mi racconti di come siete sopravvissuti da soli per sette lune. Ci stai?—
L'apprendista avrebbe preferito andare a fare un giro, ma anche parlare con la sciamana non era male. Almeno lo distraeva da quella misteriosa profezia...

Le raccontò di come una solotaria, Marina, li avesse allevati e addestrati a vivere da soli, di come avevano imparato a dissotterrare le prede degli altri gatti, della loro continua lotta per difendere la conca, e tanto altro ancora. Alla fine del racconto ZampaBlu sentì sonore fusa provenire dalla gatta. —Non so gli altri,— Disse —Ma per me siete stati dei veri eroi proteggendo la nostra casa dopo che ce n'eravamo andati, anche se non sapevate cosa stavate facendo. Farei di tutto per rivederla un'ultima volta...—
ZampaBlu miagolò un grazie e si congedò: quella chiacchierata gli aveva fatto davvero bene, era come se ricordare la sua vecchia vita gli avesse fatto apprezzare ancora di più ciò che aveva.

Prese un tordo scheletrico dal piccolo mucchietto di prede appena cacciate e si sedette in un angolo. Era con il clan da meno di una settimana, eppure si sentiva già perfettamente integrato. Cuccioli che giocano, guerrieri che parlano tranquilli, compagni che si coccolano... Anche se erano a miglia dal loro vecchio territorio, quello scenario pacifico contribuiva a creare un clima familiare che tanto gli era mancato. Senza neanche accorgersene si mise a fare sonore fusa: dopo tanto tempo finalmente si sentiva a casa.

ANGOLO AUTRICE:
Finalmente ho aggiornato!!!!
Lo so, lo so, ora potete smettere di inchinarvi al mio cospetto!

... Già...

Comunque!
Questo era un capitolo molto tranquillo, ma godetevelo perché non durerà 😈
Domandina: per ora qual è il vostro personaggio preferito?

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