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Capitolo 5

ZampadiMarea aprì gli occhi di scatto, sobbalzando.
Invece di trovarsi in una comoda tana nel campo del clan della collina, la gatta si era svegliata in un'isoletta erbosa circondata da quattro piccole cascate. Davanti a lei si stagliavano cinque rocce, una enorme al centro e quattro più piccole ai lati.

Dove sono? Si chiese la gatta maculata, guardandosi intorno con ansia.
—Sei alle Quattro Cascate. Benvenuta.— Rispose una voce ai suoi pensieri.
ZampadiMarea guardò in alto e vide che sull'enorme roccia centrale era seduto un gatto grigio dai grandi occhi blu. Non sembrava pericoloso, ma c'era qualcosa in lui che anche da così lontano faceva drizzare il pelo all'apprendista. —Un tempo— continuò il gatto, —i clan si incontravano qui ogni luna piena, per parlare in pace. Stagioni e stagioni fa...—

I pensieri di ZampadiMarea, però, seguivano un corso diverso da quelli dello sconosciuto: un gatto della stessa tonalità di grigio e con gli stessi occhi di ZampaBlu che mi appare in sogno, c'è solo una spiegazione... Ma è impossibile!
—Tu sei StrisciadiFumo?— Chiese l'apprendista, traboccante di speranza.
Il gatto le sorrise, desolato. —Ci sei quasi, ma no.—
ZampadiMarea avrebbe voluto chiedere tante altre cose, ma all'improvviso il gatto del clan della stella si rabbuiò. —Non abbiamo molto tempo, ZampadiMarea. Molto lontano da qui sta avendo luogo un'altra battaglia fra Fuoco e Ghiaccio, non posso restare oltre. Dovete trovare l'ultimo rimasto.— Disse serio.
—L'ultimo di che cosa?— Urlò ZampadiMarea rivolta al gatto grigio, ma egli era già sparito.
Intanto si era alzato un forte vento che le rimbombava nelle orecchie e non la faceva stare dritta. Davanti ai suoi occhi la roccia centrale si divise in due: una parte splendeva come il sole, l'altra era buia come la notte...

—ZampadiMarea? Ci sei?—
ZampadiMarea saltò in piedi e tirò una zampata ad artigli ritratti alla figura che torreggiava sopra di lei.
—AHI! Ma che ho fatto?— Si lamentò ZampadiRosmarino, mentre indietreggiava con la zampa sulla guancia.
La gatta grigia si scusò, ancora stordita dal sogno.
—Ricordami di non farmi mai più convincere a svegliarti da ZampaBlu— Borbottò l'apprendista color crema nascondendo un sorriso. —E comunque stiamo per partire, quindi è meglio se cominci a mettere in moto il cervello—
ZampadiMarea sorrise suo malgrado e seguì il compagno fuori da quella che una volta era stata una tana degli apprendisti. Fuori ad aspettarla c'erano Zampad'Oceano con un graffio sull'orecchio e ZampaBlu che ridacchiava.
—Che ti è successo all'orecchio?— Chiese ZampadiMarea alla sorella.
ZampaBlu si mise a ridere più forte e Zampad'Oceano si girò verso di lei, irritata. —La prossima volta ti lascerò ai corvi piuttosto che tentare di nuovo di svegliarti.— Soffiò.
Tutti e quattro risero con le loro voci ancora troppo acute, guadagnandosi le occhiatacce degli adulti.
—ZampadiMarea! Vieni, tocca a te!— La chiamò MantoPrezioso dalla postazione provvisoria di ZannadiCinghiale.
L'apprendista salutò i compagni e andò dalla madre. —Che devo fare?— Le chiese.
—Entri, ti fai dare una controllata, mangi le erbe che ti dirà ZannadiCinghiale e poi ti unisci al resto del clan. Semplice, no?- Le spiegò la madre aprendole un  varco fra l'erba.
ZampadiMarea leccò MantoPrezioso sulla guancia ed entrò. Ad aspettarla c'erano ZannadiCinghiale, intenta a sistemare i mucchietti di erbe, e Zampetta, che la aiutava.
—Vieni cara, siediti qui.— La sciamana le indicò un giaciglio e lei ci si sedette, ubbidiente. Mentre la gatta marrone controllava la sua salute, ZampadiMarea meditava sul suo sogno. Era saggio tenerselo per sé? Forse riguardava qualcosa di importante, e chi meglio di una sciamana poteva dirglielo?
Mentre ZannadiCinghiale le esaminava gli occhi, la gattina le sussurrò, così da non farsi sentire dall'apprendista nera: —Ti devo parlare. In privato.
ZannadiCinghiale annuì con discrezione, poi si rivolse alla sua aiutante: —Zampetta, mi faresti il favore di portare questo fagotto di erbe a StellaTurchese? Se si rifiuta di mangiarle hai il mio permesso di ficcargliele in bocca a forza.—
Zampetta ridacchiò: —Vado subito capo!— Esclamò, uscendo di corsa dalla tana con le erbe in bocca.

Appena la gattina fu fuori ZannadiCinghiale si rivolse a ZampadiMarea. —Se hai da dirmi qualcosa di importante fallo in fretta, c'è gente che aspetta.— La ammonì.
ZampadiMarea le raccontò del sogno particolare per particolare. La sciamana dal canto suo la ascoltava attentamente, senza mai toglierle lo sguardo di dosso. —Quindi ti chiedo: questo sogno c'entra con la tua profezia o è una cosa insignificante?— Concluse l'apprendista.
ZannadiCinghiale non rispose subito, stava ancora ragionando sul sogno. —Nulla dì ciò che viene dal Clan della Stella è insignificante, ZampadiMarea, hai fatto bene a dirmelo. Purtroppo non so dirti di quale ultimo parla -forse è un singolo gatto, forse un luogo- e neanche so se è collegato alla profezia... Ma una cosa posso dirtela.— Le sudsurrò la gatta maculata.
—E sarebbe?— ZampadiMarea saltò in piedi. —Riguarda la battaglia fra fuoco e ghiaccio?—
ZannadiCinghiale annuì.—Sai, il clan della stella ha un potere enorme, che noi non possiamo neanche immaginare. Può fare cose così straordinarie che neanche gli sciamani riescono a comprendere a pieno. Qualche luna fa, prima del vostro arrivo, il clan della stella mi aveva inviato delle immagini di gatti di clan molto lontani da noi: una gatta rossa, circondata da un'aura di potere, intenta a combattere con un gatto grigio coperto di sangue. Non so bene cosa stia a significare per noi, ma sta pur certa che non siamo i soli a combattere una battaglia.
—Ah...— ZampadiMarea abbassò lo sguardo, un po' delusa: era senz'altro stupita dell'esistenza di altri clan, ma ora come ora avrebbe preferito qualcosa che la aiutasse a capire cosa avrebbe dovuto fare.
Clan della Stella, se davvero sei così potente, ti scongiuro, mandaci un segno! Pregò la gattina. Accanto a lei, ZannadiCinghiale le diede un buffetto confortante sull'orecchio. —Tranquilla, gli antenati non lasciano mai nulla al caso. Vedrai che...—

La gatta non poté finire la frase. In quel preciso istante entrarono nella tana tre rondini molto particolari: erano di una strana tonalità di blu e sul petto avevano una macchia a forma di stella. ZampadiMarea non era certo una sciamana, ma capì lo stesso che quelli non erano uccelli qualsiasi.
—ZannadiCinghiale, che significa? È... Un segno?— Chiese, stupita.
ZannadiCinghiale non rispose, continuando a fissare i tre uccelli a bocca aperta. Uno dei tre piegò la testa verso l'apprendista come a farle un invito, poi con le sue compagne volò fuori.
La sciamana si riscosse. —PRESTO!— Urlò. —PRENDI I TUOI FRATELLI E SEGUITE QUELLE RONDINI!

ZampadiMarea si precipitò fuori. —Zampad'Oceano! ZampaBlu! Seguitemi!— Urlò, correndo all'inseguimento. Non si guardò indietro, ma sentì i familiari passi dei fratelli.
In poco tempo i due le furono accanto. —Che succede?— Le chiese il fratello senza rallentare.
—Stiamo scappando?— Gridò Zampad'Oceano, all'improvviso spaventata.
—Ma no! Vedete quelle rondini? Sono un segno del clan della stella, dobbiamo seguirle!— Spiegò, accennando fra una curva e l'altra al suo sogno.
Avevano ormai raggiunto le pendici della collina quando le rondini volarono in una buca nel terreno, che si rivelò l'entrata dì una tana.
I tre fratelli tentarono di frenarsi, ma scivolarono direttamente nella fossa.

Da dentro la tana era molto più grande di quanto sembrasse, ed era anche instabile e buia.
—C'è qualcuno?— Sussurrò ZampaBlu.
I tre si guardarono attorno, ma nessuno rispose.
—Vi stavo aspettando.— ZampadiMarea saltò in aria con gli artigli sguainati: dal buio uscì una grande gatta nera, con una macchia bianca sul cuore e gli occhi della stessa tonalità delle rondini, che intanto erano sparite.
—Chi sei?— Ringhiò ZampadiMarea, soffiando.
La sconosciuta sorrise. —In passato ho avuto molti nomi, ma ora potete chiamarmi AladiRondine. Sono qui per conto del clan della stella, vi aiuterò con il vostro viaggio.— Disse con voce sicura, ma un po' stralunata.
ZampadiMarea scambiò sguardi con i fratelli: chi era questa gatta per essere un missionario degli antenati guerrieri? E in che senso ha avuto "tanti nomi in passato"?
—Chi ci dice che ti ha davvero mandato il clan della stella? Per contattarci hanno già gli sciamani.— Sibilò Zampad'Oceano.
AladiRondine ridacchiò, e fu come se i suoi occhi si riempissero di stelle. —Io sono molto più di ciò che uno sciamano potrà mai essere— Affermò.
—Allora spiegaci perché!—
La gatta si sedette e invitò i tre apprendisti a fare lo stesso, ma nessuno la assecondò. Non sembrava avere cattive intenzioni, ma la vita da solitari aveva insegnato loro che la prudenza non era mai troppa.
—Dovete sapere— cominciò AladiRondine, —che io non sono un gatto come tutti gli altri: io ho avuto il dono della profezia appena nata, così ho da sempre il privilegio di andare nel clan della stella a mio piacimento.—
La gattina grigia sgranò gli occhi, non immaginando che fosse possibile una cosa del genere.
—In questa realtà sono stata mandata dai vostri antenati a vegliare su di voi, narrandovi il loro volere se necessario e guidandovi con le mie profezie. Non c'è di che.— Concluse la profetessa.
—Sei una gatta di clan?— Chiese ZampaBlu.
-Mi è capitato di esserlo, ma solo per un breve arco di tempo: durante i miei viaggi sono stata membro di un clan, una solitaria, una randagia, una micia dei bipedi e tanto altro ancora.— Rispose AladiRondine.
Bipedi. Quando erano piccoli la solitaria Marina gli aveva avvertiti di stare lontano dalle bestie senza peli alte come alberi che venivano nella zona con nidi portatili, cibo, fuoco e spesso anche cani. Come poteva vivere un gatto con loro non ne aveva idea, ma non disse niente al riguardo. In più, la profetessa non sembrava così vecchia da aver potuto viaggiare così tanto. A quanto pare le apparenze inganno... pensò. —Se ti manda il clan della stella, saprai già del mio sogno.— la testò.

—Certo, e so anche cos'è "l'Ultimo" che dovete trovare.— Rispose.
ZampadiMarea saltò in avanti. —Davvero? E ce lo dirai?— Chiese speranzosa.
La misteriosa gatta fece fusa divertite: —Potrei, ma non è compito mio—. Vedendo i loro sguardi adirati si affretto ad aggiungere: —Ma state tranquilli, gli anziani del clan della Collina ve lo sapranno dire. A proposito, abbiamo intenzione di tornare al campo? Prima partiamo meglio è—
I tre fratelli non seppero cosa rispondere.—Aspetta... Vieni anche tu?— Chiese Zampad'Oceano.
AladiRondine la fissò come si fissa un cucciolo ingenuo.—Ovvio che sì, avete ancora bisogno di me!— Rispose.
In quel momento nella tana piombarono rotolando i corpi urlanti di ZampaMinerale, ZampadiRosmarino e infine MusodiSalmone.
—Che ci fate qui?— Urlò ZampaBlu, gonfiandosi dalla paura.
—Vi abbiamo seguiti, ce l'ha ordinato StellaTurchese!— Rispose ZampadiRosmarino, rialzandosi a fatica.
—Ragazzi... Non... Dovete... Più... Correre via... In quel modo! Pensavamo foste fuggiti!— Li rimproverò MusodiSalmone, col fiatone per la corsa.
Zampad'Oceano avanzò trionfante, ignorando le accuse. —Abbiamo trovato una profetessa che ci aiuterà nel viaggio! Gli antenati l'hanno mandata per noi!— Esordì.
ZampaMinerale guardò oltre le loro schiene e disse scettico: —Intendi la pazza che sta fissando il soffitto?—

ZampadiMarea si voltò e vide che AladiRondine si era in effetti immobilizzata, e i suoi occhi brillavano dì una luce strana. Somigliava a ZannadiCinghiale quando aveva rivelato la profezia del clan della stella.
—Prima non faceva così...— Riuscì a sussurrare, sbigottita.
Dopo pochi istanti la gatta chiuse gli occhi, con un'espressione di pietà dipinta in volto, e borbottò parola in una lingua incomprensibile.
—Che ti succede?— Le chiese ansioso ZampaBlu.
AladiRondine riaprì gli occhi pieni di sconforto. —Una profezia.— Rivelò. — Prima della fine della vostra missione, uno di voi morirà da traditore.

ANGOLO AUTRICE:
Capitolo lunghissimo, ma pieno di misteri!
Avete indovinato chi sono i due gatti della battaglia fra il Fuoco e il Ghiaccio? Scrivetemelo nei commenti!
Ciao e al prossimo capitolo✌️❣

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