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Capitolo 2

I quattro gatti camminarono per ore, senza mai fermarsi. Attraversarono una lunga striscia di costa e una brulla zona interna ricoperta di arbusti, per poi arrivare in tardo pomeriggio a un ripido crinale di rocce e spuntoni che la comitiva si mise a scalare. Durante il viaggio Calma fantasticò sui suoi genitori per tutto il tempo: come si erano conosciuti? Erano innamorati clandestini? Forse uno dei due era il leader del clan? O forse lo sciamano? Com'era morto suo padre? Sua madre si sarebbe ricordata di lei? Era così immersa nel suo mondo immaginario che neanche si accorse di essere arrivata sull'orlo di un precipizio.

-Cuccioli, come potete vedere questa è l'unica via per la caverna- Indicò uno stretto crinale di roccia, che collegava la costa a una grotta scura circondata da scogli appuntiti. -Passateci sopra lentamente, e soprattutto non guardate mai giù.- Li istruì MusodiSalmone, con una punta di apprensione. Calma, Dolce e Blu fissarono il passaggio indicato dal vice, poi si guardarono fra di loro, chiedendosi chi sarebbe andato per primo. Alla fine fu Dolce che inaspettatamente prese la rincorsa e partì veloce come un fulmine verso la grotta. Rischiò di cadere un paio di volte, ma dopo attimi che parvero ore arrivò dall'altra parte, illesa.

MusodiSalmone la guardò a bocca aperta, ma quando vide che stava bene, fusa compiaciute risuonarono dalla sua gola. -Accidenti, avete lo stesso coraggio di vostro padre! Chi è il prossimo?-

Calma sapeva che toccava a lei. Da quando erano rimasti soli nella conca, la gattina aveva assunto il ruolo di sorella maggiore: anche se inconsciamente, Blu e Dolce si affidavano a lei. Non poteva permettersi di avere paura; d'altronde, era solo una caduta di dieci metri fra i flutti marini. Fece un respiro profondo, tese i muscoli e attraversò a balzi la striscia. Appena sentì la roccia solida sotto le piccole zampe non riuscì a trattenere un'esclamazione di trionfo, a cui si unì anche la sorella. Insieme si girarono indietro e invitarono Blu a passare, ma Calma notò che il gattino grigio sembrava paralizzato dallo spavento. Per un attimo incrociarono gli occhi, e Calma provò a infondergli coraggio. Non sapeva se per merito suo, ma Blu scambiò qualche parola con MusodiSalmone che non riuscì a sentire, poi, con un'espressione di puro terrore, si fiondò verso di loro con il gatto bianco e nero alle calcagna. Il fratello atterrò addosso a Dolce, mentre MusodiSalmone si fermò appena in tempo.
- Visto, Blu? Non era così spaventoso!- Esclamò il vice, ma non ottenne nessuna risposta: Blu si era buttato a terra, con la pancia rivolta al cielo.-Chiunque provi a farmelo rifare verrà squartato e buttato in pasto agli squali, intesi?- Sibilò il gattino. Calma e Dolce fecero fusa divertite e lo aiutarono ad alzarsi, poi insieme entrarono nella caverna.

Mai Calma si sarebbe immaginata una caverna così grande. Sembrava poter contenere metà della loro vecchia conca: c'erano tane fatte con rocce accatastate, e al centro si trovava un dosso di pietra che doveva servire da punto di ritrovo per i gatti del clan (anche se in spazi così ristretti c'era poco da radunare). Per la gattina grigia e i suoi fratelli era la prima volta che vedevano così tanti gatti riuniti. Ce n'erano di tutti i tipi, e stavano par lottando fitto fitto fra loro; Calma notò le loro code gonfie e le espressioni tese, e cominciò a pensare che era successo qualcosa di brutto.

-MUSODISALMONE!- Urlò una voce. I tre fratelli si voltarono all'unisono, con le orecchie piegate, e videro arrivare un soriano grigio dall'aria molto arrabbiata. -DOV'ERI?-
Il vice parve ritornare un esile cucciolo sotto lo sguardo del compagno. -Ho pensato di andare a cercare erbe per la sciamana... In più ho trovato questi...-
-LO SAI CHE È SUCCESSO MENTRE ERI VIA? UN MASSO HA SCHIACCIATO STELLATURCHESE!- Soffiò adirato il soriano, quasi letteralmente sprizzando scintille.
MusodiSalmone sbiancò. - Co-cosa? Come? Ora sta bene?-
Il gatto lo guardò ostile, ma intanto appiattì il pelo. -Ha perso una vita, ma ora sta meglio. Un vice dovrebbe sempre stare accanto alla sua leader, lo sai vero? Se mia sorella dovesse rifarsi male non credere che sarò ancora così comprensivo.- A Calma il gatto non sembrava per nulla comprensivo, ma non osava intromettersi.
Il vice piegò là testa, in segno di rispetto.-Mi dispiace, VolodiFringuello,non accadrà più.- Sussurrò.

Il gatto grigio annuì serio. -E ora dimmi- Cominciò, indicando i cuccioli con la coda, -Chi sono questi tre?
MusodiSalmone si rianimò. -I figli di MantoPrezioso e StrisciadiFumo!- Esclamò.
VolodiFringuello lo guardò esterrefatto, poi fissò i tre cuccioli con fare indagatore. A Calma si rizzò il pelo: e se MusodiSalmone in realtà si era sbagliato, e li avessero riportati nella conca? Come avrebbero fatto senza cibo?
VolodiFringuello però la sorprese, cominciando a fare fusa sonore. -Come potreste non esserlo? La somiglianza è impressionante. MantoPrezioso non crederà ai suoi occhi, dovete andare subito da lei!-. Detto questo, indicò con la coda una tana di rocce addobbata di fiori ormai secchi. -Intanto, io e MusodiSalmone dobbiamo farci una chiacchierata.-
I due gatti rimasero a guardarli mentre si allontanavano; MusodiSalmone li fece un cenno d'incoraggiamento, anche se sembrava più agitato lui da VolodiFringuello che loro.

Calma guardò i fratelli. -Siete pronti?- Chiese. I due annuirono, tesi. Calma si guardò intorno: erano arrivati passando inosservati, ma ora che la loro leader non era più in pericolo, il Clan della Pietra aveva cominciato ad osservare i tre cuccioli; i più avevano l'confusa, ma alcuni sorridevano e chiamavano i compagni, indicandoli. Calma cominciò a sentire troppi sguardi su di sé, e pensò che se non si fossero sbrigavati qualcuno avrebbe chiamato MantoPrezioso -sua madre- prima di loro. Così, dopo un sospiro, quasi si fiondò nel Nido con Dolce e Blu a seguito.

Ci trovarono una gatta grigia dai lineamenti duri che tentava di riposare, dei cuccioli che giocavano e, sul fondo, una bellissima gatta tricolore sdraiata a fissare il vuoto: non poteva parlare per gli altri, ma Calma la riconobbe subito, istintivamente.
Rimaseto tutti e tre impalati sull'entrata della tana, incapaci di muovere un altro passo, ma decisi a non scappare. La gatta grigia li fissò, e si mise con il proprio corpo davanti ai  figli, stando sulla difensiva.
L'improvviso movimento della compagna fece voltare la gatta tricolore, che puntò sui tre fratelli i suoi profondi occhi verdi. Un tempo dovevano aver brillato come foglie sotto il sole estivo, ma quella luce antica se n'era andata, lasciando due occhi che sembravano pozzi senza fine. Con un sussulto, Calma si accorse che i suoi occhi erano dello stesso colore.
-Chi siete?- Chiese MantoPrezioso, stupita. Quasi tutto, in lei, ricordava a  Calma la sorella Dolce.
Proprio lei fletté gli artigli un paio di volte, prima di rispondere: -Noi dovremmo essere i... tuoi figli-

Entrambe le gatte rimasero a bocca
aperta. -In effetti noto una certa somiglianza, amica mia...- Disse la gatta grigia, abbandonando la sua espressione diffidente e avvicinandosi ad analizzare i tre fratelli.
MantoPrezioso invece si ritrasse ancora di più: i suoi occhi si trasformarono in tempeste color smeraldo.-No- Sussurrò, -Non è possibile. Questo è un brutto scherzo del Clan della Stella. Voi... voi siete morti...- La gatta tremava, ma, riluttante, incrociò gli sguardi dei tre cuccioli che aveva davanti. Avanzò lentamente, come se non volesse concedersi il lusso della speranza.
Calma, intanto, era convinta di essere fatta della stessa pietra della caverna.
Finalmente, MantoPrezioso si ritrovò a pochi centimetri da loro. Ormai non poteva più negare l'evidenza, e neanche Calma.
-Marea? Blu? Oceania? Siete davvero voi?- Chiese la regina, con voce rotta.
I fratelli si guardarono, ognuno con il proprio tumulto di emozioni. -Ci chiamavamo con altri nomi, ma sì, siamo noi.- Disse Blu, anche lui con voce spezzata. Era vero? Avevano trovato la loro famiglia?

Dopo un attimo carico di tensione, MantoPrezioso proruppe in sonore fusa, forse per la prima volta da tanto tempo. -Assomigli così tanto a tuo padre...- Sussurrò, rivolta a Blu, prima di prenderli tutti e tre e stringerli forte al petto.
La gatta grigia esultò, e da dietro di loro si sentirono fusa deliziate ed esclamazioni di gioia: a quanto pare, mezzo clan si era riunito a vedere l'incontro.

All'improvviso sbucò da un angolo del Nido un cucciolo dal lungo pelo grigio chiaro, con la testa troppo grande per il corpo. Calma, lo fissò, confusa dall'inquetante somiglianza fra il gattino e Blu. Il piccolo si affiancò a MantoPrezioso, e la chiamò con la zampina. -Mamma- cominciò in un pigolio, -E questi chi sono?- Chiese.

Davanti agli sguardi sbigottiti dei tre figli maggiori, MantoPrezioso sorrise. -I tuoi fratelli più grandi, Mirtillo.- Rispose la gatta, prima di rivolgersi di nuovo a loro tre. -Ero incinta da poco quando ci fu il terremoto. StrisciadiFumo... Vostro padre... Non ha mai saputo della sua esistenza. Senza di lui non so se sarei riuscita ad andare avanti- Sussurrò, con voce flebile, attenta a non farsi sentire dal figlioletto.

A questo punto, però si fece avanti anche la regina grigia. -Come avete fatto a sopravvivere per tutto questo tempo da soli?- Chiese incuriosita, con lo sguardo pieno di pietà.
-Ci ha allevato una solitaria: ci ha insegnato come sopravvivere, e a cinque lune ci ha lasciati. Ormai sono due lune che non la vediamo.- Rispose con una punta di tristezza Calma. O forse ora doveva chiamarsi Marea?
Il sorriso di MantoPrezioso si adombrò, forse per la consapevolezza che i suoi figli erano cresciuti con un'altra gatta, ma non ebbe il tempo di replicare. Una piccola cucciola rossa balzò davanti a Dolce ed esclamò: -Avete già sette lune? Non dovreste essere apprendisti?
MantoPrezioso si riscosse. -Sai Spinata, hai proprio ragione! Vi porto subito dalla leader- Esclamò. Si avviò verso l'uscita, ma senza sfiorare i figli, come se avesse paura di vederli sparire di nuovo.
-Se avete altre domande, possiamo restare un altro po'- Suggerì timidamente Dolce.
La madre la guardò, con gli occhi pieni d'amore, e dopo una breve esitazione si decise a sfiorato a con la coda. -Mio tesoro, abbiamo una vita intera per parlare. Adesso la priorità è mettervi al vostro giusto posto, dentro il clan- Lo disse con malcelato orgoglio, anche se il suddetto "clan" ormai consisteva in una manciata di gatti bloccati sottoterra.

Insieme alla madre i tre si incamminarono verso un'altra tana sotto gli sguardi gioiosi degli altri. La voce si era sparsa in fretta. Si fermarono davanti a un'apertura fra le stalagmiti, che insieme formavano la tana della sciamana.
-ZannadiCinghiale? Ci sei?- Chiamò la gatta tricolore.
Dalla tana uscì una muscolosa gatta marrone maculata, con i canini così lunghi che le uscivano dalla bocca.-Certo che ci sono! Non ho molti posti in cui andare, di questi tempi- Rispose sarcastica.
MantoPrezioso sorrise, senza curarsi del tono della sciamana.- Ti presento i miei figli. Devono essere dichiarati apprendisti dalla leader.-
ZannadiCinghiale reagì esaminando meticolosamente i tre con lo sguardo, per poi fare un sorriso dentato. -Ecco chi sono i "cuccioli miracolosi" di cui si parla tanto! Che bellissima notizia, amica mia. Davvero bellissima- Disse, e li invitò ad entrare. In mezzo alla tana spaziosa era seduta una soriana marrone scuro con il ventre bianco e il pelo lungo. Calma notò che aveva delle ragnatele appiccicate al fianco e sul collo. Davanti a lei, la regina chinò la testa rispettosamente. -StellaTurchese, come ti senti?- Chiese.
-MantoPrezioso, che piacere vederti. Diciamo che le cose potrebbero andare meglio- La leader aveva una voce pacata ma stanca. Si voltò verso i cuccioli.- Loro chi sono?- Chiese, scuotendo la coda.
-Sono Marea, Blu e Oceania! Te li ricordi?- Rispose la gatta tricolore. Ormai non riusciva a contenere l'euforia, e li strinse tutti a sé.

Il volto di StellaTurchese si illuminò, dandole un'aspetto più giovane.-Certo che sì!- Esclamò, facendo le fusa. -Ecco la causa di tutto il trambusto. Li ha portati MusodiSalmone?-
Calma stava per rispondere, ma MantoPrezioso continuò:-Visto che hanno già sette lune sarebbe opportuno nominarli apprendisti, dico bene?-
La leader sospirò. -Dici bene, anche se in questo momento essere apprendisti non serve poi a molto... Però agli altri farà bene sentire una buona notizia, di tanto in tanto-. Detto questo si alzò e uscì dal giaciglio con andatura barcollante, beccandosi non poche proteste da parte di ZannadiCinghiale. Chiamò attorno a sé tutto il clan, abbastanza stupito nel vederla già in piedi, e cominciò a parlare: -Sarò breve, amici miei, perchè voi avete i vostri compiti e io ho delle ferite da rimarginare. Ormai penso che tutti bene o ma le sappiate della speranza di tre anime che credevamo salite da tempo al Clan della Stella. Per una volta, gli antenati ci hanno sorriso: diamo il benvenuto ai figli di MantoPrezioso!-

Il clan, dopo un attimo di silenzio, esplose in miagolii gioiosi.
-Questi cuccioli hanno del miracoloso: sono sopravvissuti da soli per sette lune! Ritengo che meritino di diventare apprendisti più di chiunque altro-, Annunciò la leader, seguita dalle fusa di consenso dei gatti.

-Marea, Blu, Oceania, venite avanti.-Disse ancora, voltandosi verso di loro, e i cuccioli si avvicinarono. -Da oggi verrete conosciuti come ZampadiMarea, ZampaBlu e Zampad'Oceano! I vostri mentori saranno: per ZampaBlu VolodiFringuello, per Zampad'Oceano CuorediLapislazzuli e ZampadiMarea... Io.-
I gatti nominati si avvicinarono e toccarono sorridendo il naso ai nuovi apprendisti. Nonostante la conoscesse solo da pochi minuti, ZampadiMarea nutriva già un gran rispetto per la leader, e si sentì rabbrividire di onore e sorpresa quando sentì che sarebbe stata la sua mentore. Eppure c'era qualcosa che non andava: sentiva come un senso di pericolo, un'ombra che incombeva su di lei e i suoi fratelli. Drizzò il pelo, ma non servì a far sparire quel pensiero. Poi sentì addirittura una voce che le sussurrava: Corri finché sei in grado, apprendista. Si voltò di scatto, ma l'unica cosa che vide fu l'enorme parete di pietra che torreggiava sopra di lei.

ANGOLO AUTRICE:
E la revisione continua!

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