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La pazzia di StelladiRana

ZampadiCacao
ZampadiCacao balzò su un topo e lo uccise, poi lo sotterrò. Espresse una rapida preghiera di ringraziamento al Clan della Stella e tornò alla caccia.
Sentì un odore confortante e rizzò il pelo. Si bloccò e socchiuse gli occhi, beandosi di quella presenza invisibile.
"Grazie." mormorò a mezze labbra sorridendo serena "Vorrei solo sapere chi sei. Dimmelo, ti prego. Ho bisogno di sapere..."
"ZampadiCacao?"
L'apprendista marrone e bianca si voltò piano, e vide ZampaBianca che la guardava con la testa inclinata.
"Che c'è?" fece brusca.
"Ehm, con chi parlavi?"
"Non sono affari tuoi!" Le dette le spalle e mormorò alla presenza misteriosa: "Scusa, rovina sempre tutto."
ZampaBianca mugolò senza capire.
ZampadiCacao ringhiò: nessuno la capiva. C'era questa presenza attorno a lei da sempre, e le piaceva parlarci, ma gli altri la credevano strana, troppo strana...
ZampadiCacao pensava che il suo spirito guida, o comunque un antenato del Clan della Stella, fosse colui che le stava accanto, per guidarla.
A lei non importava cosa pensassero gli altri. Amava quella presenza.
"CristalloAstrale! Torna qui!" udirono urlare.
ZampadiCacao rizzò le orecchie 'E ora che c'è?'
La gatta nera a strisce bianche spuntò dai cespugli e per poco non la travolse. Si fermò a guardarla e si voltò ad affrontare i fratelli e i genitori. "Il Clan è in pericolo!" ringhiò.
MantodiSole si avvicinò comprensivo e chiese: "Almeno ci spieghi cosa succede?"
La gatta soffiò: "Il Clan della Stella mi ha parlato! Dobbiamo andare! Un assassino si aggira per qui!"
MezzaLuna fece le fusa "Non è che fingi di essere una sciamana?"
CristalloAstrale le lanciò un'occhiata di ghiaccio "Io sono una sciamana." disse perentoria.
MezzaLuna sbuffò sprezzante, ma PeloNebuloso la zittì "Cosa vuoi dire, CristalloAstrale?"
CristalloAstrale sbuffò esasperata e guardò i genitori, implorandoli di capirla.
ArtiglioMicidiale annuì, e CuorediLupo scattò in avanti "Al campo, presto!"
Tutti corsero avanti, ma le due apprendiste rimasero ferme.
"Dobbiamo trovare ZampadiDrago e ZampadiFormica." fece ZampaBianca.
Le due partirono dove sapevano fossero gli amici, ovvero verso il territorio dei Bipedi.
Raggiunsero i nidi ma sentirono solo odori deboli.
"Se ne saranno andati senza di noi?" gnaulò singhiozzando ZampaBianca.
ZampadiCacao scosse la testa "Eravamo insieme, perché avrebbero dovuto?"
ZampaBianca si voltò "Dividiamoci. Io torno indietro."
"Sei scema? C'è un assassino in circolazione!" le urlò dietro ZampadiCacao.
ZampaBianca si fermò un attimo tremando, poi scosse la testa "Non m'importa." e tornò a correre.
ZampadiCacao rimase sola. Entrò nel territorio dei Bipedi e si guardò intorno. Che ZampadiDrago e ZampadiFormica fossero da quelle parti?
La strada puzzava ovunque e le inacidiva l'olfatto, perciò non avrebbe potuto sentire bene i loro odori. Ma perché avrebbero dovuto essere lì?
Di nuovo percepì quella strana presenza, e la sentì dirigersi tra i nidi.
"Da quella parte?" mormorò la piccola gatta. Seguì la presenza, ed entrò in varie strade, e sentiva qualcosa di particolare, che le apparteneva. Alla fine si ritrovò a entrare nella foresta, e, ancor più confusa, procedette cauta.
"Che succede?" miagolò.
Giunse a Lago Stellare, alla riva, e si guardò intorno. Non sentiva gli odori di ZampadiDrago né di ZampadiFormica, ma di Clan della Neve e di Clan della Tenebra sì, anche se ormai passati.
"Che succede?" chiese alla guida.
Si avvicinò all'acqua e si dissetò, e proprio quando alzò lo sguardo si ritrovò di fronte alla sagoma di un gatto.
Sussultò sorpresa, ma non indietreggiò. Finalmente, dopo tanto tempo, la sua guida si faceva vedere.
"Chi sei?" chiese.
"ZampadiCacao?"
La gattina sussultò di nuovo e, oltre la sagoma della guida, vide PiedediGrillo avvicinarsi.
La raggiunse e la leccò "Con chi stavi parlando?"
"Papà, non sono pazza! Qui davanti a me c'è uno spirito. Devi credermi..."
PiedediGrillo seguì lo sguardo della figlia e assunse un'espressione triste e impaurita.
"P-papà?"
Il gatto grigio la guardò e la toccò con la coda mozzata da una vecchia ferita "La vedo anch'io."
ZampadiCacao strabuzzò gli occhi. Davvero suo padre lo vedeva?
Scosse i baffi. Finalmente qualcuno che non avrebbe potuto ritenerla strana. Finalmente poteva sentirsi come gli altri.
"Siediti." fece poi PiedediGrillo.
ZampadiCacao obbedì confusa.
Il padre la guardò tristemente e miagolò: "ZampadiCacao, è qui che ti ho incontrata."
La gattina scosse la coda "Ah, certo. Mamma mi ha detto che non si trovava al campo in quel momento..."
"La mamma si trovava poco lontano da qui." la zittì lui "BiancoSiero aveva preso delle erbe in tutta fretta ed era andato ad aiutarla. Eravamo solo io, lui e lei. BiancoSiero mi mandò a prendere dell'acqua col muschio. Quando arrivai qui... Lo trovai..."
"C-chi?"
"Un gatto... Era grigio, ferito, stanco. Portava una neonata, e si era fermato a riposare, anche se era allo stremo delle forze. Sentii subito che era uno straniero. Mi guardò disperato e mi chiese di aiutarlo, diceva di aver perso tutto, che non poteva prendersi cura della piccola. Mi implorò di adottarla. Come potevo dirgli di no? Lui era disperato, e quella piccolina sarebbe morta..." Strinse i denti e gli occhi e deglutì per continuare: "Quindi accettai. Presi la cucciola e tornai da MerlaCanterina, che già aveva partorito ZampadiFormica. BiancoSiero si era allontanato per cercare altre erbe. Spiegai tutto a MerlaCanterina e lei accettò."
ZampadiCacao lo guardò per un attimo, scossa dai tremiti "E cosa diceste a BiancoSiero?"
"Quando tornò gli dissi che avevo aiutato MerlaCanterina a partorire la piccola... A partorire te..."
ZampadiCacao abbassò lo sguardo, sentendosi vuota, ancor più diversa di prima. "Io non sono tua figlia..."
"Sì che lo sei!" miagolò lui con gli occhi lucidi "Ma non ti ho concepita. E non l'abbiamo detto, altrimenti non saresti potuta entrare nel Clan del Sangue, e non volevamo separarci da te..."
ZampadiCacao annuì, evitando il suo sguardo.
"Perdonaci..." gnaulò lui.
L'apprendista gli guardò una zampa, grossa accanto alla sua piccola, e si strusciò poco contro il suo pelo. "Grazie per esservi presi cura di me."
PiedediGrillo la leccò forte "Ti vogliamo bene, lo sai."
"Anche io vi voglio bene." ZampadiCacao, nonostante lo shock, decise di mettere tutti i suoi pensieri da parte e si alzò "Dobbiamo tornare indietro. Siamo in pericolo, e ZampadiFormica e ZampadiDrago non si trovano."
PiedediGrillo, a quelle parole, scattò in avanti verso il campo, seguito dalla gattina.
ZampadiCacao, durante la corsa, osservava la mezza coda del padre adottivo e pensava. Perciò quello spirito guida era uno dei suoi genitori morti? Suo padre genetico aveva detto di aver perso tutto... Perciò sua madre era morta? E suo padre era ancora vivo? E perché fuggiva? E da chi?
Senza nemmeno accorgersene giunse al campo, dove tutti erano già in fermento.
MerlaCanterina si avvicinò non appena li vide arrivare e sbottò: "Dov'eravate?!"
PiedediGrillo lanciò un'occhiata alla figlia "A parlare..."
MerlaCanterina sembrò capire tutto con quelle due sole parole, e osservò ZampadiCacao con colpevolezza e tristezza "I-io..."
"Va tutto bene..." miagolò l'apprendista, un po' mentendo. Osservava il manto della guerriera, dei suoi stessi colori. In effetti, non ci voleva molto per credere che fossero madre e figlia.
Chissà se la sua vera madre le somigliava così tanto...
MerlaCanterina la leccò, negli occhi c'erano lacrime trattenute. "ZampadiFormica è appena tornato..."
Infatti il gattino nero si avvicinò a ZampadiCacao e fece: "Siamo tornati a cercarti. Dove cavolo eri?"
A ZampadiCacao venne il pensiero che, non essendo davvero suo fratello, non aveva il diritto di parlarle in quel modo. Perciò ringhiò: "Non c'è tempo ora, chiaro?"
La giovane corse verso StellaAstuta, che stava organizzando i guerrieri: "Vi voglio numerosi a difendere il campo, mentre altri devono setacciare le zone..."
ZampadiCacao sentì un sussurro nell'orecchio: "Tuono..."
La gattina si bloccò con un nodo alla gola. Era la prima volta che le parlava... Era una voce femminile... "Mamma?" mormorò.
Cercò con lo sguardo CristalloAstrale e, non appena la vide, la raggiunse dicendo: "Dobbiamo aiutare il Clan del Tuono."
La gatta la guardò, poi il suo sguardo si spostò su un punto al suo fianco, impassibile ma scintillante.
ZampadiCacao seguì il suo sguardo, e vide di nuovo il gatto spirito. "Lo vedi?" domandò a CristalloAstrale.
Quella non rispose e tornò a guardarla un attimo, poi si allontanò per andare a mormorare qualcosa a StellaAstuta.
La leader chiara ringhiò e le disse qualcosa, poco convinta. CristalloAstrale guardò altrove, stizzita e sfacciata, e ribattè. StellaAstuta quindi estrasse gli artigli e tornò a parlare al Clan "Il Clan del Tuono sembra essere in pericolo."
MacchiaColorata soffiò: "Allora chi rischia? Noi o il Clan del Tuono?"
"Entrambi, a quanto pare..."
CristalloAstrale si fece avanti e montò sulle parole della leader: "Dobbiamo anche aiutare il Clan del Tuono! Siamo da sempre alleati o sbaglio?"
StellaAstuta la rimandò indietro ringhiando forte, mentre altri mormoravano parole contro la giovane sfrontata.
ZampadiCacao estrasse gli artigli nervosa. Possibile che fossero tutti così stupidi?
Decise di avvicinarsi a CristalloAstrale e urlare: "Io le credo!"
StellaAstuta la guardò male, ma non le importava.
Anche ZampadiDrago e ZampaBianca si unirono e affiancarono CristalloAstrale, poi Zampad'Ombra, Zampad'Edera e ZampaCorvina, e anche ZampadiFormica, PeloNebuloso, ScheggiadiMeteora e MantodiSole.
PanteraNera si avvicinò preoccupata assieme a LucediFuoco "StellaAstuta, CristalloAstrale ha ragione e lo sai..."
La leader abbassò la testa, scuotendo la coda, indecisa sul da farsi.
Alla fine BiancoSiero si fece avanti e toccò con la coda CristalloAstrale, che prontamente si scostò. Lo sciamano ignorò il gesto e disse: "Concordo."
StellaAstuta ringhiò: "Va bene! Va bene! Allora PanteraNera e LucediFuoco, guidate un gruppo di soccorso nel Clan del Tuono. Portate ZampadiDrago, Zampad'Ombra, Zampad'Edera, ZampadiCacao, ScheggiadiMeteora, LaMassiccia, LinceRossa e TigreBianca. ZampaCorvina, occupati dei feriti. BiancoSiero resta qui."
CristalloAstrale disse: "Resto io qui per i feriti."
StellaAstuta le andò muso contro muso "Non m'importa di quel che farai! Basta che ti rendi utile."
"Lo sto già facendo." ringhiò la giovane di tutta risposta "Sono una sciamana. BiancoSiero deve andare con loro."
StellaAstuta sembrò arrendersi con lei e acconsentì.
ZampadiCacao si avvicinò a PanteraNera e incrociò lo sguardo di PiedediGrillo più in là, carico di preoccupazione.
Ma ZampadiCacao non era preoccupata. Vedeva ancora sua madre, stretta al suo pelo.

ZampadiDuna
Il pelo di ZampadiDuna, di solito argenteo, adesso era più scuro perché impregnato d'acqua. Persino la parte inferiore, gialla sabbia, adesso era dorata.
Si scosse il manto e miagolò: "Tutto regolare." Si voltò verso il confine col Clan del Cielo, e lo sguardo gli cadde sul suo stesso riflesso nel fiume: i suoi occhi arancioni-rossi ondeggiavano come sempre, bellissimi e misteriosi.
Accanto al suo riflesso si aggiunse quello del giovane ZampadiTè. Il suo manto color bronzo chiaro brillava alla luce del sole. La sua coda biforcuta, malformata, si mosse accanto a quella dell'amico.
"Allora torniamo al campo? Muoio di fame..."
"Non dire così." ringhiò ZampadiDuna "Altri gatti muoiono seriamente di fame."
ZampadiTè abbassò le orecchie e mormorò: "Hai capito, insomma."
Il gattino tornò indietro e ZampadiDuna lo affiancò.
"Come va l'allenamento?" chiese l'altro.
"Direi bene. ZannadiLupo sembra soddisfatta. Anche la mamma."
"E... tuo padre?"
ZampadiDuna fece spallucce senza rispondere. Suo padre, SquamadiLuccio, non era un tipo che lasciava trasparire troppo le emozioni, soprattutto col figlio, ma lui non ci stava male. Anzi, gli dava una spinta nella determinazione a essere forte.
Raggiunsero il campo e presero due pesci dalla pila di prede.
Mentre mangiavano, StelladiRana si avvicinò loro scuotendo i baffi "Finito il turno?"
"Sì." rispose ZampadiTè soddisfatto.
"Molto bene. Dunque riposate pure, miei cari."
Quando il leader si allontanò, ZampadiDuna rimase a osservarlo parlare con SquamadiLuccio.
Passò lì accanto MantoArgenteo, ma non degnò il gatto grigiastro di un'occhiata, né lui fece lo stesso.
ZampadiDuna c'era abituato: i suoi genitori praticamente facevano come se l'altro non esistesse.
In realtà MantoArgenteo non aveva mai detto al figlio chi fosse suo padre, né SquamadiLuccio lo aveva fatto, ma era stato il resto del Clan a dirglielo. Probabilmente i due avevano litigato pesantemente, ma nessuno osava parlarne, e ZampadiDuna non aveva mai fatto domande a riguardo. Aveva accettato la situazione e la stava vivendo con nonchalance.
MantoArgenteo si avvicinò al figlio e lo leccò, poi si avvicinò alla sorella AcquaBianca poco più in là, la madre di ZampadiTè.
ZampadiDuna si stiracchiò, con ancora qualche pezzo di pesce penzolante dai denti, così si affrettò a inghiottirlo.
Dalla tana della sciamani uscì Cicatrice, che come al solito camminava a testa bassa, tremando a ogni singola parola.
ZampadiTè le lanciò un'occhiata prima di rivolgersi al cugino "Ieri non è andata per niente bene al Raduno."
"Non me ne parlare..."
"Pensi che StelladiRana abbia ragione?"
ZampadiDuna si mosse sul posto "Non avrebbe dovuto dire quelle cose. Cicatrice ha dimostrato che il Clan della Stella ce l'ha con noi."
"Oh forse... solo con StelladiRana."
ZampadiDuna non rispose e osservò SquamadiLuccio. Se StelladiRana sbagliava significava che SquamadiLuccio non era bravo a consigliargli, o che lui stesso appoggiava quel comportamento. ZampadiDuna non voleva giudicare troppo il padre, perciò voleva evitare quella conversazione.
Si alzò e si avvicinò a Cicatrice "Devi raccogliere erbe?"
La gatta minuta tremò e annuì impercettibilmente.
"Vuoi una zampa?"
Di nuovo la sciamana fece un cenno d'assenzo, e ZampadiDuna la seguì verso il fiume.
La gatta sfregiata non parlava, e sembrava molto occupata a cercare ingredienti medici.
"Cicatrice," miagolò cauto ZampadiDuna "il Clan della Stella è contro di noi?"
La sciamana tremò di nuovo e continuò a dargli le spalle.
"Possiamo fare qualcosa?" insistette lui "StelladiRana può cambiare?"
Cicatrice abbassò ancora di più la testa e afflosciò la coda.
ZampadiDuna capì e rizzò il pelo "Mio padre gli da ragione, vero?"
Finalmente Cicatrice si voltò e lo guardò negli occhi. Sembrava spaventata, indecisa, come se non sapesse se dire qualcosa o meno. Poi parlò balbettando: "T-t-tu che f-f-f-faresti?"
ZampadiDuna si sorprese a quella domanda "Ehm... Ora regna la pace, e se proprio il conflitto tra Clan deve tornare è bene non iniziarlo. Se rompessimo la quiete potremmo ritrovarci tutti i Clan contro, e per noi sarebbe la fine. Meglio far iniziare le battaglie a qualcun altro..."
Cicatrice annuì piano e abbozzò un sorriso "Saresti un buon l-leader."
ZampadiDuna si sentì onorato da quelle parole da parte di una sciamana, ma scosse la testa "Non penso che avrei così tanta pazienza."
Cicatrice gli sorrise dolcemente e tornò a cercare erbe.
ZampadiDuna le si avvicinò "Vorrei provare a convincere mio padre, ma non penso di riuscirci... Almeno, non mi starebbe a sentire."
Cicatrice si fermò e di nuovo incrociò il suo sguardo, in pena.
"Che c'è?" chiese lui insospettito.
"ZampadiDuna... SquamadiLuccio non è tuo padre..."
L'apprendista la fissò un attimo, senza capire, poi riuscì a formulare la domanda fondamentale: "A-allora chi è mio padre?"
Cicatrice scosse la testa, con le lacrime agli occhi, e li strizzò "Non posso... Non devi... Tu..."
L'erba alta si mosse e uscì un gatto: era StelladiRana.
"Mi sorprende che tu non mi abbia sentito arrivare." disse al giovane "Mi hai un po' deluso." Gli sorrise gioviale e gli si avvicinò, accucciandosi per incrociare il suo sguardo "Non ho potuto fare a meno di ascoltare la vostra ultima conversazione."
ZampadiDuna mantenne il contatto visivo, ma dentro di sé era in ansia: il leader aveva ascoltato anche i commenti sulla sua leadership?
StelladiRana scosse i baffi "A quanto pare è ora di dirti la verità. Già, io sono tuo padre, giovanotto."
ZampadiDuna abbassò un orecchio, un po' confuso un po' deluso.
StelladiRana suo padre? StelladiRana colui che commetteva tutti quegli errori? Era peggio di SquamadiLuccio...
Però, ripensandoci, ZampadiDuna si accorse che StelladiRana si era sempre comportato bene con lui, gli aveva dato ottimi consigli sul combattimento. Lui stesso gli aveva insegnato a nuotare, nonostante non fosse il suo mentore.
In effetti tutto tornava. StelladiRana era suo padre. Un padre con idee sbagliate, ma almeno gli era sempre stato vicino.
"M-ma perché tu e MantoArgenteo non me l'avete detto?"
StelladiRana si alzò e guardò Cicatrice "Andiamo a fare un giro. Puoi cercare le erbe da sola?"
La sciamana annuì senza guardarlo.
StelladiRana fece segno a ZampadiDuna di seguirlo, così si diressero verso nord, in direzione delle cascate.
Mentre camminavano fianco a fianco, ZampadiDuna sentiva una particolare sensazione di serenità e contentezza.
"Dunque, io e MantoArgenteo andavamo d'accordo, fin quando non ci accorgemmo entrambi che ero molto occupato nel ruolo di leader. Poco dopo averti concepito, lei è rimasta incinta e ha iniziato a richiedere attenzioni, ma io non potevo dargliele, ahimè. Per questo si è arrabbiata molto e diciamo che non siamo stati più così intimi."
"Ma... tutti credono che SquamadiLuccio sia mio padre."
"Già..." rise amaramente il leader "Io e MantoArgenteo non siamo mai stati affettuosi di fronte agli altri. Preferivamo avere la nostra privacy. Era molto amica di SquamadiLuccio, perciò tutti pensano così. In realtà, lui l'amava, e quando l'ha scoperta incinta il suo cuore si è spezzato. Ha accettato per me di fingere di essere tuo padre, o almeno non l'ha negato."
ZampadiDuna annuiva. SquamadiLuccio non era suo padre, ed era un sollievo. Almeno StelladiRana sembrava voler essere presente per lui.
"So che sto commettendo molti errori, ma ho costantemente il pensiero di MantoArgenteo. Vorrei che tornassimo come una volta, ma non voglio che il Clan sappia che ho pensieri amorosi per la testa. Per questo ho nascosto il legame che ho con te."
ZampadiDuna iniziò a pensare che forse, se loro due fossero stati più uniti, il comportamento di StelladiRana sarebbe cambiato. Magari era influenzabile.
ZampadiDuna si avvicinò a StelladiRana, ed entrambi emisero fusa.
Camminarono per buona parte del territorio, parlando e giocando, e ZampadiDuna, per la prima volta rideva forte e si sentiva davvero felice.
StelladiRana, suo padre, era un gatto fantastico! Bastava solo penetrare nel guscio del leader.

Tornarono al campo al tramonto, e StelladiRana si allontanò nella sua tana.
ZampadiDuna, sorridendo allegro, vide ZampadiTè e lo raggiunse.
Non appena lui lo vide strabuzzò gli occhi "Che ti è successo?"
"Perché?"
"Sei... diverso..."
ZampadiDuna si accucciò accanto a lui, scuotendo i baffi "Devo raccontarti una cosa..."
Dalla tana della sciamana però giunse un grido, e Cicatrice uscì incespicando.
Tutti accorsero a vedere cosa fosse successo.
La sciamana gridava: "Il bianco! Le macchie nere! Disgrazie e benefici! L'Assassino è nella foresta! Il Tuono è in pericolo!" poi si fermò e rimase a tremare accucciata.
StelladiRana si avvicinò col suo vice.
AladiFalena uscì dalla tana degli anziani e si avvicinò a consolare la sua ex-apprendista "Avete sentito? StelladiRana, dobbiamo fare qualcosa."
"Difenderemo il campo! Presto, tutti qui per organizzare le pattuglie!"
AcquaBianca si avvicinò e disse: "Non hai sentito? Il Clan del Tuono è in pericolo!"
"Quindi?"
PioggiadiSole soffiò: "Ci sono i nostri amici! ZannadiTigre..."
"FuriadiPantera e SabbiadelDeserto." aggiunge MantoArgenteo.
StelladiRana ruggisce: "Che me ne importa di loro! Volete sopravvivere o no? Allora fate quel che vi dico!"
StelladiRana dette loro le spalle e si allontanò.
ZampadiDuna e ZampadiTè rimasero a osservare i genitori.
AcquaBianca lanciò un'occhiata a MantoArgenteo e PioggiadiSole, poi con quest'ultimo scattò fuori dal campo.
ZampadiTè ringhiò: "Che stanno facendo?" poi li seguì.
ZampadiDuna rimase a guardare MantoBianco e MantoArgenteo uscire, così si decise a fare lo stesso.
Raggiunse la coda della madre e la chiamò.
Quella si fermò e lo guardò sorpresa "Torna al campo!"
"StelladiRana ha detto di difendere il Clan!" ringhiò lui.
MantoArgenteo lo guardò senza capire.
"Sta facendo del suo meglio per farsi amare da te!" continuò il figlio "E non negarlo! So che è mio padre!"
La guerriera continuava a fissarlo, immobile, fin che non ringhiò: "Che stai dicendo?"
"Lo ignori perché ha troppi doveri da leader. Cerca di capirlo invece!"
MantoArgenteo sibilò: "Non sai cosa stai dicendo. Ma ora non ho tempo..."
In quel momento i due furono raggiunti da StelladiRana, che affiancò il figlio "Non hai tempo? Adesso sei tu a non averne, eh?"
"Ma che dici, StelladiRana?"
"Lui è mio figlio, lo sappiamo entrambi." sibilò il leader avvicinandolese.
Due zampe grigie si posarono ai lati di ZampadiDuna, e il giovane alzò la testa per vedere SquamadiLuccio, Cicatrice dietro di lui.
MantoArgenteo osservava furiosa StelladiRana e sibilò: "ZampadiDuna, vieni qui."
L'apprendista rimase sorpreso dal tono della madre, così acido.
"Resta lì." ribattè StelladiRana.
ZampadiDuna però si mosse e si frappose tra i due. Prima che potesse dire qualcosa però MantoArgenteo lo afferrò e lo nascose sotto la sua pancia.
Poi la gatta continuò a soffiare: "Vattene, StelladiRana."
"È mio figlio." continuò a dire lui, e si voltò verso Cicatrice "Dillo!"
La sciamana gemette e tremò "È-è così, no?"
"No, Cicatrice..." mugolò esasperata MantoArgenteo "Non è lui."
La sciamana sembrava non capire, mentre StelladiRana rideva forte "Smettila di mentire, bellissima."
"Non chiamarmi così!" urlò lei "Non è tuo figlio, lo sai!"
"Io so che è così." continuò il leader "Noi due..."
"Non è successo niente quella volta, mi hai sfiorata appena, sporco ratto!" Rizzò il pelo "Come la prima volta fallisti!"
Cicatrice sussultò.
StelladiRana si voltò a guardarla e ringhiò, sguainando gli artigli.
"Ci hai provato di nuovo?" gemette la gattina.
"Chiudi la bocca!" sbraitò lui. Tornò a fissare MantoArgenteo "Chi è suo padre?"
MantoArgenteo non rispose, e in un attimo ZampadiDuna si ritrovò allo scoperto.
Si voltò e vide StelladiRana sopra MantoArgenteo, e la premeva a terra.
"Che stai facendo?" ansimò l'apprendista. Perché suo padre stava maltrattando sua madre in quel modo?
Fece per correrle in soccorso, ma fu atterrato da SquamadiLuccio, che gli ringhiava in un orecchio.
"Dillo!" urlava StelladiRana conficcando gli artigli nella carne di MantoArgenteo "Dillo allora! Chi è il padre di questo gatto? Chi è?!" continuava a sbraitare graffiandola.
"No!" piangeva ZampadiDuna sentendo le grida della madre.
Cicatrice gnaulò: "Smettila!"
"Dillo!"
MantoArgenteo mugolava e tremava, poi riuscì a dire: "S-S-SabbiadelDeserto è suo padre..."
StelladiRana ruggì continuando a ferirla "Traditrice! Madre di un impuro!"
"Mio figlio non è impuro!" reagì MantoArgenteo mordendo il leader alla spalla.
Poi Cicatrice ruggì forte, e ZampadiDuna vide in lei qualcosa che non aveva mai visto: ira, vendetta, desiderio...
Balzò su StelladiRana e lo allontanò da MantoArgenteo.
SquamadiLuccio fece per corrergli in soccorso e ZampadiDuna, libero, si lanciò su di lui tenendo i denti serrati sul suo collo.
SquamadiLuccio si dimenò per toglierselo di dosso, ma ZampadiDuna strinse le zampe attorno al collo squamato e continuò ad affondare i denti nella carne.
MantoArgenteo corse in soccorso del figlio e dette un colpo in testa al vice, così forte da fargli perdere conoscenza.
Madre e figlio si guardarono per un attimo negli occhi, poi entrambi si volsero a osservare la battaglia tra il leader e la sciamana del Clan del Fiume.
StelladiRana osservava con odio la gatta e ringhiò: "Stupida gatta. Sfregiarti il muso non è bastato per farti stare al tuo posto, eh?"
Cicatrice, invece di abbassare il capo come era solita fare, rispose al ringhio del gatto allo stesso modo, e la coda vibrò "Ho taciuto per troppo tempo, nell'ombra della paura che provavo per te. Ma ora basta! Non so perché il Clan della Stella ti abbia donato le nove vite, ma se hanno fatto una cosa del genere allora io posso anche fare questo." Alzò la zampa ad artigli estratti e la fece saettare verso di lui.
Ma StelladiRana si impennò all'indietro schivando il colpo, e rise "Pensi davvero di poter tenermi testa?"
"Non lascerò che altri muoiano per i tuoi desideri lussuriosi." ringhiò Cicatrice, e adesso dal suo tono di voce traspariva la pena "Non dimenticherò mai cos'è successo a FiorediGiunco!"
ZampadiDuna si strinse alla madre senza capire, e anche lei aveva un'espressione confusa.
StelladiRana sbuffò "Quella stupida mi amava, ma poi i suoi sentimenti sono cambiati."
"Volevi solo il suo corpo!" urlò furiosa Cicatrice.
"Ero arrabbiato. Voleva ribellarsi. Tu purtroppo sei stata così sfortunata da trovarti lì in quel momento."
Cicatrice si accucciò ancor di più, e ormai il suo muso non poteva assumere una faccia più irata di quella che aveva "Ti ho sentito mentre eri con MantoArgenteo, ma non pensavo che avessi già provato." Si mosse verso di lui "E StellaPulita?"
"Ah, c'ero quasi, ma era troppo impegnata per far caso a me."
Cicatrice scattò dal basso verso il suo collo. StelladiRana rise pazzo mentre si spostava di lato. Ma Cicatrice svelta si voltò e allungò gli artigli scheggiati verso il suo petto, aprendogli una grossa ferita che iniziò a fiottare sangue.
ZampadiDuna non aveva mai visto niente di così orribile. Chiuse gli occhi, stringendosi ancor di più al caldo pelo grigio accanto a lei, e tremò. Ma subito si fece coraggio e sbirciò la scena.
Cicatrice teneva le zampe sulla spalla di StelladiRana, disteso a terra in preda a spasmi.
La sciamana ringhiò: "Ti ho già tolto una vita una volta, adesso due... Posso farlo fino all'ultima."
StelladiRana strabuzzò gli occhi, poi si fermò.
ZampadiDuna piangeva, e sentì MantoArgenteo leccargli il pelo.
Cicatrice, anche se non sembrava più lei, si voltò verso di loro. Il cielo fu percosso da un tuono potente e la gatta disse: "Il Clan del Tuono chiama aiuto."
MantoArgenteo spinse delicatamente ZampadiDuna in avanti.
L'apprendista passò accanto a StelladiRana, il gatto che aveva creduto suo padre...
MantoArgenteo mormorò: "Andiamo. Dobbiamo salvare tuo padre."

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