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L'importanza del nome

ZampadiTè
ZampadiTè stava osservando SquamadiLuccio dall'altra parte del campo, che fissava con sguardo truce i gatti, i quali svolgevano tranquillamente le attività quotidiane.
L'apprendista sapeva che si stava occupando del Clan al posto di StelladiRana, che ancora non usciva dalla sua tana a causa delle ferite da poco accusate. Cicatrice passava la maggior parte del tempo a curarlo.
La sciamana era cambiata, aveva acquistato una maggiore sicurezza, e ZampadiTè sapeva perché: ZampadiDuna gli aveva raccontato la lotta tra lei e il leader, e della rivelazione della gattina.
ZampadiTè adesso la rispettava più del solito, anche se non era sicuro che una sciamana potesse comportarsi in questo modo...
L'apprendista dorato si alzò e si stiracchiò, e si guardò attorno pulendosi i baffi dai residui del cibo appena terminato.
Vide sua madre AcquaBianca che gli si avvicinava, e la accolse con sonore fusa.
La gatta chiara lo leccò sulla testa e lo strinse a sé, e il giovane sentì una fitta al cuore.
Ripensò a quella notte, a ciò che il Clan della Stella aveva detto loro. Non sapeva cosa fare... Non voleva abbandonare il Clan del Fiume... Avevano bisogno di più guerrieri, no? Dopotutto StelladiRana dava non pochi problemi, e tutti i gatti del Clan dovevano sostenersi a vicenda, dovevano essere in tanti.
Eppure non poteva ignorare la chiamata degli antenati, non poteva ignorare il fatto che fra tutti i gatti della foresta lui fosse uno dei prescelti.
Il Clan della Stella lo riteneva degno di un compito così importante! Gli sembrava incredibile.
"AcquaBianca..." iniziò a miagolare, ma si bloccò. Come poteva parlarle del suo destino?
La guerriera lo guardò preoccupata "C'è qualcosa che ti turba?"
'Sì, eccome!' pensò lui, ma non lo disse. Si limitò a strusciarsi contro il petto della madre e a fare lamentose fusa. "Ti voglio bene."
"Anche io, ZampadiTè."
ZampadiTè imprecò contro se stesso mentalmente. 'Sono un codardo...'
Si costrinse a staccarsi da AcquaBianca e miagolò: "V-vado a pescare, eh."
"D'accordo..." AcquaBianca gli lanciò un'ultima occhiata sospettosa, poi lo lasciò andare.
ZampadiTè uscì dal campo e si diresse al fiume, il naso vibrante per la voglia di piangere. 'Come posso lasciare i miei genitori? Io, il loro unico figlio!'
Giunto al fiume si sedette sulla riva e guardò il suo riflesso. Aveva una brutta cera.
Poi accanto a lui si materializzò una bella soriana argentea, che lo guardò dalle increspature dell'acqua.
ZampadiTè alzò lo sguardo per incrociare il suo accanto a sé, ma non lo trovo. La gatta era solamente nel fiume.
Sospirò e scosse la testa "Non ce la faccio, AcquArgentea."
La soriana lo guardò dolcemente "Non devi decidere subito."
"Io... È difficile."
"Lo so, piccolo." miagolò lei rassicurante.
"E p-poi cosa d-dovrei essere?" domandò l'apprendista "Non mi è ancora stato d-detto."
AcquArgentea scosse i baffi e miagolò: "Lo saprai quando sarà opportuno."
"P-perchè?" Ma non ottenne risposta. ZampadiTè iniziò a tremare. "E p-poi cosa c-c'entra il mio nome col mio marchio? L'unica c-cosa a cui p-posso pensare è la mia c-coda." e mosse la punta della coda biforcuta "Ma c-cosa c-c'entra c-con il t-tè?"
Ad AcquArgentea scintillarono gli occhi più del normale. "Domanda interessante." miagolò entusiasta, per poi svanire.
ZampadiTè allungò una zampa verso il punto in cui si trovava e la bagnò. 'Che risposta è questa?' brontolò.
Poi sentì un odore sconosciuto, che però gli ricordò il fiume e il pesce. Si voltò e si ritrovò davanti a un bel gatto rosso, uno spirito del Clan della Stella.
Il gatto lo guardò con affetto "ZampadiTè... Figlio di PioggiadiSole e AcquaBianca."
Il giovane si alzò e lo guardò incuriosito.
Lo spirito si sedette e chiese: "Tua madre ti ha mai parlato di me?"
ZampadiTè cercò di ricordare, ma non gli venne in mente niente.
Il gatto invece di essere offeso ridacchiò "Sono CodadiCarpa."
ZampadiTè strabuzzò gli occhi: ma certo, CodadiCarpa era stato il primo compagno di AcquaBianca, ma poi era morto tragicamente a causa di un mostro.
CodadiCarpa scosse i baffi "Vedo che allora ricordi. Dunque, tu chiedi del tuo nome. Ebbene, sappi che tua madre voleva che il tuo nome portasse qualcosa di me."
ZampadiTè alzò un sopracciglio, sempre più confuso "E il t-tè ha a-a c-che fare con le carpe?"
CodadiCarpa rise "Ti spiego come." Improvvisamente alle sue spalle spuntarono pesci colorati, che nuotarono in direzione dell'apprendista e gli danzarono intorno prima di gettarsi nel fiume.
ZampadiTè si voltò meravigliato per ammirare quei pesci, e CodadiCarpa gli si avvicinò.
"Sono carpe." spiegò.
ZampadiTè allungò una zampa verso di loro "Mai viste così sfavillanti."
"Non sono di queste parti. Vengono da molto lontano. Sai, nel Clan della Stella si può fare ciò che si vuole, e non è un problema se si entra in altri territori."
ZampadiTè lo guardò sorpreso "Sei entrato in altri Clan di antenati?"
"Già. In uno di questi i gatti erano particolarmente interessanti: avevano due code."
"D-due code?!"
"Esatto! Comunque, nei loro territori c'erano questi tipi di carpe. Sono chiamate carpe koi, e sono molto apprezzate dai Bipedi del posto per abbellire i loro nidi. Insomma, quando AcquaBianca è rimasta incinta sono andata a trovarla in sogno per congratularmi, e lei ha espresso il suo desiderio di chiamare uno dei suoi figli con un nome che le ricordasse me. Io allora le ho fatto conoscere le carpe koi e l'ho istruita sui loro nomi." CodadiCarpa si sporse verso l'acqua e indicò delle carpe dorate "Il tuo manto ha lo stesso colore delle loro scaglie, perciò tua madre si è basata sul loro nome. Sono carpe koi Chagoi, che significa "Color tè". Ora, confronta le code delle carpe con la tua."
ZampadiTè osservò la sua coda, la punta biforcuta come quella di quei pesci. "Ho capito." fece infine.
CodadiCarpa annuì soddisfatto, poi lo toccò col naso "Ora vieni."

ZampadiTè apri gli occhi e si guardò intorno. Era tra le stelle, nel Clan della Stella.
Il gatto marrone incontrato quella notte si avvicinò. "Bentornato, ZampadiTè." miagolò "Ti ricorderai di me: sono MantodiPalude."
"C-certo." rispose nervoso l'apprendista. CodadiCarpa era sempre al suo fianco, e adesso c'era anche AcquArgentea.
Poi una bella gatta grigia dai contorni ondulati venne avanti, e osservò il giovane con risolutezza. "Benvenuto, ZampadiTè." parlò "Sono StellaPulita, ex-leader del Clan del Fiume prima di StelladiRana. Ti abbiamo chiamato affinché tu riceva il tuo nome da guerriero."
ZampadiTè strabuzzò gli occhi "C-cioè mi nominerete voi? Sto per diventare guerriero? M-ma perché?"
"Perché hai voluto conoscere chi sei, e hai appena iniziato. La volontà è un buon inizio. Ora riceverai il tuo nome, e poi continuerai a conoscerti in modo autonomo."
ZampadiTè non fu sicuro di aver ben capito, ma lasciò fare.
AcquArgentea disse: "Non vogliamo che sia StelladiRana a darti il tuo nome."
StellaPulita si avvicinò e miagolò: "ZampadiTè, prometti di essere fedele ai tuoi compagni e di combattere per difenderli?"
"Prometto."
"E prometti di essere leale e coraggioso?"
"Prometto."
"Allora, io, ex-leader e ormai gatta del Clan della Stella, di fronte a un ex-sciamano, a una ex-regina e a un ex-guerriero, ti nomino guerriero, e ti dono il tuo nome, CodadiTè."
"CodadiTè! CodadiTè!" inneggiarono i pochi presenti.
StellaPulita toccò il naso del neoguerriero e mormorò: "Ora va'."

CodadiTè sbattè le palpebre. Il fiume scorreva di fronte a lui, le carpe koi scomparse assieme a CodadiCarpa.
Il giovane si osservò la coda, riflettendo sull'accaduto. 'Sono un guerriero.'
"ZampadiTè."
ZampadiDuna lo affiancò e lo guardò con estrema serietà. "Andiamo." disse e si tuffò nel fiume.
CodadiTè lo guardò confuso, poi ricordò: lui e il cugino dovevano andare nel Clan del Tuono. Se l'era completamente dimenticato, e per fortuna che si trovava lì, altrimenti ZampadiDuna sarebbe andato da solo e se la sarebbe presa.
CodadiTè nuotò assieme all'amico sull'altra sponda, si scrollarono l'acqua dai manti e si avviarono.
"Sei sicuro di volerlo fare?" domandò CodadiTè.
ZampadiDuna annuì deciso "Meglio ora che mai."
CodadiTè continuò a seguirlo, poi gli venne un dubbio: "Che intendi?"
ZampadiDuna virò per Settealberi e rispose rapido: "Te lo spiego dopo."

StellaSpedita era fuori all'ingresso del campo, perciò fu il primo a vederli. Alzò un sopracciglio, incuriosito, e andò loro incontro chiedendo brusco: "Che ci fate qui?"
CodadiTè portò la coda tra le zampe per far intendere che non volevano attaccare briga.
ZampadiDuna invece rispose tranquillamente: "Devo parlare con il tuo vice."
StellaSpedita lo fissò sospettoso "Cosa vuole questa volta StelladiRana?"
"Niente. E se avesse voluto qualcosa, penso che avrebbe voluto che parlassi con te."
StellaSpedita indugiò un attimo, e CodadiTè si ritrovò a pensare: 'Sa forse qualcosa riguardo MantoArgenteo e SabbiadelDeserto? E StelladiRana già sospettava qualcosa e ne aveva parlato con lui?'
StellaSpedita li fece passare e li condusse nella tana delle sciamane.
ZampadiDuna allora affrettò il passo, e una volta entrato chiese con ansia: "Gli è successo qualcosa?"
CuordiTifone e SognoOscuro alzarono sorprese gli sguardi su di lui, e StellaSpedita guardò l'apprendista con crescente sospetto. "SabbiadelDeserto viene spesso a trovare sua madre, e la mia compagna, MenteMultipla."
CuordiTifone fece un cenno con la coda verso un angolo della tana.
I due gatti del Clan del Fiume si diressero da quella parte, dove il vice color sabbia stava badando a un'anziana gatta tricolore.
Il gatto li guardò e fissò lo sguardo su ZampadiDuna.
CodadiTè pensò che fosse meglio lasciarli soli, ma ZampadiDuna lo sfiorò con la coda per fargli cenno di rimanere.
"Devo parlarti." fece al vice.
Questi continuò a guardarlo, lanciò un'occhiata agli altri presenti più lontani e si alzò. Poi però si bloccò, e ricadde a sedere con stanchezza. "Possiamo farlo qui." SabbiadelDeserto guardò i giovani e sorrise tristemente, poi indicò la gatta tricolore "Vi presento mia madre, MenteMultipla. Da troppo tempo vive tra gli anziani, ma spesso viene qui."
La gatta tremò e guardò il figlio con sguardo vuoto "SabbiadelDeserto?"
"Sì, mamma, questo è mio figlio."
ZampadiDuna sussultò appena, e MenteMultipla lo guardò con dolcezza "Com'è bello." commentò.
CodadiTè non potè non notare che la gatta non stesse mostrando interesse su chi fosse la compagna del figlio.
SabbiadelDeserto si voltò verso ZampadiDuna e disse: "So che lo sai. L'altra notte non ce l'hai fatta a parlarmi..."
"Mi dispiace..." sussurrò l'apprendista.
"Non devi dispiacerti." sbuffò il vice con amarezza "Dispiace a me. Non avrei voluto darti questa vita difficile, ma sono felice che tu ci sia." Allungò la coda verso di lui "Non pensavo a StelladiRana, e a quanto sia ossessionato da tua madre. Ma io l'amo... Mi ha raccontato quel che è successo..."
ZampadiDuna spostò distrattamente il muschio con le zampe "Almeno adesso so chi è davvero mio padre. E mi sta bene così."
"Io sono così orgoglioso di te." mormorò con affetto SabbiadelDeserto.
"E io di te, papà." rispose ZampadiDuna, e CodadiTè sapeva che diceva la verità. "Sono venuto a salutarti, a dirti addio."
Sia SabbiadelDeserto che CodadiTè lo guardarono a occhi sbarrati.
L'apprendista annuì e spiegò: "Il Clan della Stella mi ha scelto per una missione importante: dovrò lasciare la foresta. Accetterò il mio compito."
SabbiadelDeserto fece per protestare, poi però squadrò il figlio e rimase in silenzio. A un certo punto gli si avvicinò e lo strinse a sé, e allora disse: "Ti appoggio, figlio mio. Fai buon viaggio, ZampadiDuna."
"Ci rivedremo al prossimo Raduno, ma adesso posso salutarti davvero." ZampadiDuna si strinse al gatto e rimasero così per un po'.
CodadiTè mosse la coda a disagio, e si voltò lentamente a guardare le sciamane e il leader, che li stavano fissando.
Il gatto macchiato non sembrava arrabbiato, anche se mantenne la sua espressione severa. SognoOscuro li guardava con tristezza e comprensione. CuordiTifone scosse la testa e sbuffò esasperata. "Una volta mi innamorai," brontolò "ma seppi trattenere i miei istinti. Oh, perché non vi date una calmata?"
SognoOscuro la guardò incuriosita "E chi era questo gatto così incredibile? Chi mai ha attirato la tua attenzione?"
CuordiTifone sbuffò forte "Guarda, lascia perdere! Non ne vale proprio la pena. Almeno è stato un bene che mi attenessi ai miei doveri!"
"Non so se essere preoccupato o divertito per tutto questo." mugugnò StellaSpedita, imbronciato.
CodadiTè si alzò e lanciò un'occhiata all'amico, che era troppo impegnato per accorgersi di lui, quindi uscì.
Fuori incrociò BiancoSogno, che con ZannaFiammeggiante e VoloBuio gli venne incontro.
"Ehilà!" fece allegro.
VoloBuio sbuffò "Un altro amico?"
BiancoSogno afflosciò i baffi e gli lanciò un'occhiata di sbieco. Tornò a guardare CodadiTè e assunse un'espressione sorpresa. "CodadiTè?"
Il gatto del Clan del Fiume rimase meravigliato, poi sorrise senza allegria "Hai davvero un grande potere, BiancoSogno."
ZannaFiammeggiante sbuffò forte e guardo altrove a zanne snudate.
CodadiTè imboccò il tunnel di felci e iniziò a percorrerlo piano. Quando fu fuori, ZampadiDuna lo raggiunge e si incamminarono verso casa.
CodadiTè teneva la testa bassa e la coda strascicante, e chiese miagolando: "Hai deciso, eh?"
ZampadiDuna annuì con aria seria "Stamattina ho accettato il mio incarico: sono il Consigliere, ZampadiTè."
"Mi chiamo CodadiTè." disse l'altro "StellaPulita mi ha nominato guerriero."
ZampadiDuna lo guardò incuriosito, ma sembrò credergli "Che onore." Tornò a guardare avanti e disse: "Mi sento in dovere di partire, CodadiTè. Il Clan della Stella mi sta dando un'opportunità per redimermi dalla mia colpa, e non posso ignorarla."
"Tu non hai colpa di niente." ribattè CodadiTè.
L'amico sospirò "Può darsi, ma è così che mi sento. Non sto incolpando i miei genitori, né me stesso. Eppure mi sento in colpa. E se proprio non è una possibilità per redimere me, almeno è per redimere loro." ZampadiDuna tornò a guardarlo con dispiacere "Ti chiedo scusa, CodadiTè. Non vorrei lasciarti, ma io non mi sento più al mio posto quaggiù. Non sentirti abbandonato, almeno sei a casa con chi ti ama."
CodadiTè si fermò a guardarlo, costringendo anche lui ad arrestarsi. Gli tremò il naso, sentendo che sarebbe potuto scoppiare in singhiozzi, ma cercò di mantenere un tono fermo mentre diceva: "Io verrò con te."
ZampadiDuna sospirò "Non sei costretto..."
"Non ti lascio, ZampadiDuna." lo interruppe CodadiTè "Tu sei il mio migliore amico, sei come un fratello per me, e affronteremo questa cosa insieme, come abbiamo sempre fatto. Tu faresti lo stesso."
ZampadiDuna scosse i baffi e sorrise "Se proprio sei sicuro. Ti ringrazio, CodadiTè. Non potrei desiderare compagnia migliore."
CodadiTè ricambiò il sorriso, allontanando i sensi di colpa verso i suoi genitori. "Andiamo, ti racconto di CodadiCarpa."

Zampad'Ossidiana
Si svegliò ringhiando, infatti qualcuno la stava pungolando.
Animad'Incendio abbassò le orecchie timidamente. "Hai dormito troppo." mormorò.
"E allora? Ricordi cos'abbiamo fatto stanotte?" sbottò lei.
Il cugino la guardò a baffi flosci, e uscì, seguito dall'apprendista.
Zampad'Ossidiana prese un respiro profondo per calmarsi e osservò l'attività al campo.
SognodiSperanza le si avvicinò non appena la vide, e aveva un'espressione severa. "Ben alzata." sibilò sarcastica "Dormito abbastanza?"
Zampad'Ossidiana guardò altrove. Non era giusto...
SognodiSperanza sospirò "Non importa, per una volta te la possiamo perdonare."
"Devo fare qualcosa?" domandò la figlia, grata che la madre fosse così comprensiva.
SognodiSperanza le sorrise divertita "Facciamo così: scegliti un compito. Potresti andare a caccia, o in ronda."
"D'accordo." annuì Zampad'Ossidiana, e SognodiSperanza si allontanò soddisfatta.
Animad'Incendio le dette un buffetto col naso "Ti va di venire con me? Dobbiamo controllare i confini col Clan del Sangue."
Zampad'Ossidiana strinse gli occhi guardandolo insospettita "Non preferiresti il Clan della Tenebra?"
Il guerriero scrollò le spalle e sospirò con candore: "E va bene."
Lei gli si paró davanti e lo fissò truce "Non fare il finto tonto con me! Ti sei invaghito di ZampaFredda, vero?"
Animad'Incendio la guardò come se avesse la coda al posto del naso "ZampaFredda?" rise "Scherzi?"
"L'altra notte vi siete dimostrati particolarmente amichevoli l'uno verso l'altra." gli fece notare.
Animad'Incendio fece le fusa "L'ho conosciuta rapidamente la notte del Raduno, quando ero in "missione speciale". È molto simpatica, e si è fin da subito rivolta in maniera gentile e affettuosa verso di me. Ma credo che sia il suo carattere e che lo faccia con tutti. Mi sta simpatica, ma non mi attira nel modo che pensi tu."
Zampad'Ossidiana ringhiò, rifiutandosi di credergli.
Animad'Incendio, allora, abbassò le orecchie e confessò: "In realtà trovo molto carina AuroraBoreale..."
L'apprendista ebbe un singulto e le si rizzò il pelo dall'irritazione "Stupido! Non puoi avere relazioni con gatte di altri Clan." sibilò per non farsi sentire dagli altri gatti.
Animad'Incendio la trascinò rapido fuori dal campo, poi rispose: "Tanto diventeremo un unico Clan. Lei ha già accettato, come me."
"E se CuorediDrago e BiancoSogno rifiutassero?" ribattè lei. Estrasse gli artigli e li conficcò nel terreno spoglio. "Tu non partirai." ringhiò. "Cosa penserà tua madre? E tuo fratello? Anzi, glielo vado a dire..."
Zampad'Ossidiana fece per tornare indietro, ma Animad'Incendio le pestò la coda bloccandola, e la guardò seriamente.
"Sarò io a dirlo a FlussoNotturno." disse.
"Bene, almeno ti fermerà subito."
"Io partirò, Zampad'Ossidiana. Ormai ho promesso questo al Clan della Stella."
Zampad'Ossidiana scosse il capo con rabbia "Non vale! Ti hanno imbrogliato!"
Animad'Incendio abbassò le orecchie "Non dire così..."
"Non permetterò che tu lasci questo posto!" soffiò lei e, prima che il cugino potesse dire altro, fuggì.
Non voleva separarsi da Animad'Incendio. Lui e FlussoNotturno erano suoi grandi amici oltre che suoi affezionati parenti. E lei di certo non aveva intenzione di lasciare il Clan, e la sua foresta. Era tutto ciò che conosceva e amava...
Imperterrita si diresse verso il territorio del Clan della Tenebra. Se proprio Animad'Incendio non voleva restare, magari l'avrebbe fatto se lo avessero fatto gli altri che già avevano accettato l'incarico.
Avrebbe parlato per prima cosa con NasodiGhianda, che le era sembrato un tipo ragionevole. Poi si sarebbe spinta da AuroraBoreale, che oltre al fatto di essere la gatta dei sogni di Animad'Incendio, non sembrava molto entusiasta dell'imminente partenza. MusodiVolpe forse sarebbe stata più difficile da convincere, ma valeva la pena provare. E poi c'erano BiancoSogno e CuorediDrago, le tessere principali di quel puzzle.
Zampad'Ossidiana era decisa a impedire quella pagliacciata. Almeno riguardo suo cugino, e lei non avrebbe mai accettato il suo incarico. Credeva fermamente che il Clan della Stella volesse solo far sentire obbligati coloro che già avevano acconsentito al loro ruolo, ma in realtà era solo un astuto stratagemma. Lei non ci sarebbe cascata.
Raggiunse il confine col Clan della Tenebra ed entrò senza troppi complimenti.
Dopo qualche battito di cuore, fu raggiunta da una gatta color sabbia dagli occhi misteriosi, che le ringhiò contro. "Intrusa!"
Zampad'Ossidiana alzò gli occhi al cielo "Datti una calmata. Devo solo parlare con un tuo guerriero."
La gatta la guardò sospettosa "Osi rivolgerti a me, la vice del Clan della Tenebra, con questo tono?"
Zampad'Ossidiana si costrinse a fare un cenno educato con la testa.
La gatta si ricompose e borbottò: "Non penso che sia tu... Sei troppo stupida a entrare così con nonchalance. E poi l'odore era di un maschio..."
Zampad'Ossidiana si sentì offesa e soffiò "Di che parli?"
"Non sono affari tuoi! Comunque in questo momento il nostro Clan ha da fare."
"Farò in fretta." insistette testarda la recluta "Devo parlare con NasodiGhianda."
"E perché mai?"
Zampad'Ossidiana pensò velocemente "Animad'Incendio ha un messaggio per lui. Sono vecchi amici. Voleva vederlo all'ultimo Raduno ma non ne ha avuto la possibilità, e in questo momento è impegnato."
La gatta alzò gli occhi al cielo "Solo perché si tratta del figlio di StelladiGhiaccio. Sì, hai indovinato, ho preferenze." Le fece cenno di seguirla.
Zampad'Ossidiana la guardò con interesse "Ti chiami OcchioAzzurro, vero? Proprio come l'altro vice del Clan della Tenebra."
"Una spiacevole coincidenza!" sibilò lei "Vado fiera del mio nome, ma purtroppo lui l'aveva come me."
Zampad'Ossidiana percepì un odore familiare, e NasodiGhianda spuntò dagli alberi scuri e le scrutò incuriosito.
"Questa recluta del Clan della Neve ha un messaggio per te."
NasodiGhianda si avvicinò e OcchioAzzurro si diresse più in là, rispettosa della privacy.
Il grosso gatto fissò Zampad'Ossidiana con curiosità "Ehi, piccoletta, che succede?"
"È una cosa urgente..."
"Ti fermo subito. Se si tratta della Profezia non è affatto il momento."
Zampad'Ossidiana fece per ribattere, ma si accorse che il guerriero aveva un'aria assai abbattuta. "Tutto bene?" domandò.
NasodiGhianda lanciò un'occhiata a OcchioAzzurro più in là, poi sospirò "Non dovrei dirlo a gatti di altri Clan, ma consideralo un segno di fiducia per la nostra alleanza futura."
A quelle parole Zampad'Ossidiana dovette trattenersi dallo sputare.
NasodiGhianda mugolò: "È stata tolta una vita a StellaOscura questa notte."
L'apprendista strabuzzò gli occhi "Cosa? M-ma non era l'ultima, vero?"
"Per fortuna no. Però è stato orribile, e io non c'ero..." aggiunse in un lamento "L'assassino portava la traccia di Clan della Neve, però anche di Clan della Tenebra..."
Zampad'Ossidiana sentì le zampe molli "È lui? Assassino?"
NasodiGhianda annuì tristemente "Non so cosa volesse da StellaOscura. Probabilmente gli avrebbe tolto tutte le vite se i guerrieri non avessero sentito movimenti sospetti. In ogni caso è fuggito prima che potessero vederlo, ma è palese che fosse lui."
Zampad'Ossidiana si strinse nelle spalle. Come poteva chiedere a NasodiGhianda di rinunciare alla Profezia proprio ora che quel gatto malvagio che dovevano combattere aveva ucciso il suo leader? Dovette rinunciare a contare su di lui, e maledisse quel gatto straniero venuto a portare zizzania. Zampad'Ossidiana era determinata, ma aveva tatto.
Guardò dispiaciuta il giovane guerriero e mormorò: "Mi dispiace tanto." Poi, senza dire altro, corse via, ignorando i richiami di lui.
C'era solo una cosa da fare: convincere il grande amore di suo cugino.

AuroraBoreale
"Non vedo l'ora quando partiremo." fantasticò ZampaFredda "Sarà bellissimo."
"Bah!" soffiò AuroraBoreale, si alzò e si allontanò a grandi passi.
Non sopportava più l'amica apprendista. Dal ritorno da Bocca di Madre non faceva altro che nominare l'avventura imminente.
AuroraBoreale si sentiva in trappola. Non voleva partire, ma il Clan della Stella... Lei aveva accettato il suo ruolo, anche se in effetti nessuno le aveva spiegato niente. Chissà se gli altri si sentivano come lei.
Guardò CuorediDrago, intento a scambiarsi leccate con i suoi fratelli. Il suo destino era nelle sue zampe, incredibile! Quanto le faceva prudere il pelo!
Inoltre quel moto d'orgoglio che sentiva costantemente era una puntura costante. Il Clan della Stella l'aveva scelta come Stratega, e la riteneva dunque intelligente e astuta, qualità di cui era sempre stata consapevole, ma che acquisivano maggiore importanza se sottolineate dai grandi antenati.
"Ehilà, AuroraBoreale!" la chiamò ZampaMarrone dalla tana degli apprendisti. Stava scambiando leccate con ZampaDanzante.
AuroraBoreale fece un cenno rapido e fece per allontanarsi. Non se la sentiva di stare in compagnia.
Ma i due apprendisti le si avvicinarono. ZampaMarrone le iniziò a leccare la spalla e ZampaDanzante il fianco.
AuroraBoreale iniziò a ricredersi: l'affetto e la compagnia degli amici era un vero toccasana. Emise fusa e prese parte al rituale. Come poteva rinunciare a tutto ciò?
"Qualcosa ti turba?" domandò ZampaDanzante, molto più pacata e seria della sorella ZampaFredda.
AuroraBoreale scrollò le spalle e tacque.
ZampaMarrone sbuffò "Sfido io. Con questo assassino che si aggira per la foresta. Non aver paura, AuroraBoreale, sei una delle migliori guerriere del Clan."
AuroraBoreale fece le fusa, e lanciò un'occhiata a suo padre PeloArruffato, poco più in là. Si era impegnata solo per lui, conosciuto come uno degli eroi della recente guerra. Ammirava suo padre, e come sua unica figlia voleva tramandare la sua forza.
Certo aveva ottenuto qualità combattive anche dalla madre LaMassiccia, oltre che la straordinaria bellezza. Non per vantarsene, ma perché era così, e tanti glielo dicevano. Zannad'Ombra era arrivato a dire che era bella quanto MezzaLuna, e sentirselo dire da lui, che di solito non era propenso ai complimenti verso amici e familiari, contava molto.
"ZampaFredda e ZampadiFango non commentano niente?" decise di domandare in maniera vaga.
ZampaDanzante scosse la testa divertita, mentre ZampaMarrone sbuffò dicendo: "Mio fratello è solo un megalomane."
AuroraBoreale scoppiò a ridere forte, e immaginò ZampadiFango con lo sguardo da pazzo mentre tentava di comandare dei loro in miniatura. Troppo buffo!
I pensieri svanirono quando un micio grigio scuro si avvicinò e le disse: "AuroraBoreale, dovresti venire con me."
La guerriera si alzò incuriosita. "Certo, ZampadiPipistrello."
L'apprendista la condusse al confine col Clan della Neve senza dare spiegazioni. Lì trovò PeloNebuloso, intenta a controllare una micetta familiare.
"Zampad'Ossidiana, giusto?" la riconobbe. Fece cenno a PeloNebuloso che era tutto apposto e questa se ne andò con ZampadiPipistrello.
L'apprendista del Clan della Neve andò subito al dunque: "Devi rimanere nella foresta. Rifiuta l'incarico."
AuroraBoreale rimase un attimo sbigottita da tanta sfacciataggine, ma rispose: "Vorrei, ma è troppo tardi."
"Non è vero! Il Clan della Stella l'ha detto solo per farvelo fare!"
La guerriera ebbe un singulto. Era così?
Scosse il capo: i nobili antenati non si comportavano in questo modo.
"Non dovresti parlare così del Clan celeste." la rimproverò.
Zampad'Ossidiana rizzò il pelo del collo e soffiò: "Non ho intenzione di perdere Animad'Incendio!"
"Non dirlo a me, piccola manto-brinato! Va' a parlare con CuorediDrago e BiancoSogno. Conoscendo il primo e il suo cuore d'oro però non abbandonerebbe gatti in difficoltà. Perciò va' direttamente da BiancoSogno se proprio vuoi fermare tutto questo."
"Quindi non ho il tuo appoggio." fece l'altra guardandola con gli occhi ancor più sottili del normale.
AuroraBoreale sospirò di nuovo: odiava quando lo diceva qualcun altro, soprattutto ZampaFredda col suo entusiasmo, ma non poteva andare contro gli antenati, e non lo voleva fare.
Scosse il capo "Non andrò contro il Clan della Stella." osservò con interesse e malizioso divertimento quell'apprendista tutta pepe "Ma se proprio tu vuoi farlo allora sono curiosa di scoprire cosa succederà. Una piccola apprendista contro un intero Clan divino." sbuffò divertita "Sarà una storia interessante..."
Zampad'Ossidiana soffiò di nuovo e corse via nel suo territorio.
AuroraBoreale scosse la coda: quella sciocca non aveva chance.

Giglio
La piccola Giglio fiuto tra gli alberi. Non voleva arrendersi, non poteva permettersi rischi.
Il graffio del ratto incrociato poco prima era lieve ma frizzava, e doveva curarlo. Temeva in un'infezione, anche se non era una ferita così grave. Ma lei voleva arrivare a tutti i costi dai suoi futuri compagni di viaggio.
A un certo punto sentì un odore familiare e gradito. Lo seguì fino a trovare delle calendule. Fece le fusa soddisfatta e ne raccolse una, masticò le foglioline e le passò sul graffio. Sentiva ancora il fastidio, ma sapeva che così sarebbe passato.
"Impressionante." commentò StellaBuia, sua guida.
Giglio strizzò gli occhi in segno di affetto e rispose: "Me l'ha insegnato la mamma. Lei è molto brava quando si tratta di erbe e piante, e perciò anche di cure." Abbassò la testa ripensando al manto caldo della madre e alle sue dolcissime leccate.
StellaBuia si accorse della sua espressione e sospirò: "Piccola..."
"Sto bene." disse subito lei. Si alzò con la determinazione che brillava negli occhi, e guardò l'antenato "Andiamo!" Senza aspettare risposta si lanciò in avanti.
Intanto StellaBuia le sussurrò all'orecchio: "Manca poco."

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