Quella terribile età
StellaRossa scese dal tronco caduto, e l'assemblea di gatti si sciolse per riunirsi attorno alle due nuove apprendisti: ZampaStriata e ZampaScura.
MantoMoro si avvicinò alla madre. "Grazie, mamma. Sei sicura che sono pronta a fare la maestra?"
"Sì. ZampaScura riceverà ottimi insegnamenti da te. Quanto a tua sorella, mi sembra un po' troppo fra le nuvole. E poi LucediSperanza sarà perfetta per ZampaStriata."
MantoMoro annuì. "Bene. Porterò ZampaScura a fare un giro del territorio." Chiamò la sua apprendista e si allontanarono.
StellaRossa si voltò verso MammaAmorevole, che condivideva la colazione con IlCacciatore, e questo le faceva gli occhi dolci.
La leader scosse la testa: certo reputava quel guerriero adatto per sua figlia, ma questa aveva troppe farfalle nella testa oltre che nello stomaco.
StellaRossa avvertì Soffiod'Autunno che era intenzionata a fare una passeggiata, e magari a cacciare qualche preda.
Certo una leader sarebbe dovuta rimanere al campo in caso di necessità, ma voleva comunque tenere le zampe allenate.
Incontrò alcuni suoi guerrieri durante la mattinata.
Giunse poi vicino al territorio dei Bipedi, dove MantoMoro e ZampaScura stavano annusando l'aria.
StellaRossa approvò: recentemente alcuni mici domestici erano entrati nella foresta, e il Clan del Sangue doveva far capire loro che non era zona libera.
Si avvicinò alle due giovani. "Ne avete visto qualcuno?"
"No." rispose MantoMoro "Ma qualcuno è stato qui qualche ora fa."
Le tre si avvicinarono ai nidi Bipedi, e ZampaScura rizzò il pelo e si acquattò.
StellaRossa seguì il suo sguardo fino a vedere un gatto bianco con macchie marroni sbiadite, che si stava arrampicando su un albero. Era molto grasso e goffo.
L'apprendista sussurrò: "Lasciate fare a me." Si avvicinò e posò le zampine anteriori sul tronco dell'albero. "Ehi tu! Non dovresti stare qui!"
Il micio domestico rizzò le orecchie e abbassò lo sguardo, sorridendo poi a quella micetta che non aveva uno sguardo spaventoso. "Ma ciao! E tu chi sei piccolina!"
"Mi chiamo ZampaScura, e tu sei nel mio territorio!"
Il gatto fece sonore fusa. "Mi dispiace. Ma sto solo riposando, non ti darò fastidio."
ZampaScura ringhiò e si arrampicò goffamente, sguainando gli artigli.
Il gatto domestico strabuzzò gli occhi "Calma, non volevo offenderti!"
StellaRossa e MantoMoro decisero di intervenire. La leader miagolò: "Questo è il territorio del Clan del Sangue. Siamo gatti della foresta e nessuno di voi può entrare quaggiù."
Lui scosse i baffi. "Ah ok. Scusatemi allora. Se scendo me ne andrò, però non fatemi del male."
ZampaScura ringhiò più forte, ma MantoMoro rispose: "D'accordo. Ma tu di' ai tuoi amici gatti di non entrare più nelle nostre terre."
"Sarà fatto."
Il gatto chiaro scese, e anche ZampaScura, che lanciava occhiate soprese alle due compagne di Clan.
Il gatto fece per andarsene, ma poi si fermò e chiese: "Com'è vivere in un Clan?"
StellaRossa vide la sua curiosità risplendere nei suoi occhi, e decise di accontentarlo. D'altronde non era una vera minaccia. Gli raccontarono come si svolgeva la loro vita, e del codice guerriero e del Clan della Stella.
Lui sembrava affascinato. "È davvero interessante, però... La mia vita è molto più semplice. I miei padroni mi danno il cibo quando ne ho bisogno, e sempre abbastanza. Sono libero di andare quando e dove voglio. Sto con i miei amici, riposo sotto il sole e non mi manca il calore. La mia cuccia è comodissima. Non ce la farei a vivere come voi."
La leader rispose: "Scusa se mi permetto, ma lo capisco conoscendo le tue condizioni."
Il gatto non sembrò offeso. "Non è un problema per me." E vedendo le facce confuse di MantoMoro e ZampaScura spiegò: "I miei Bipedi mi hanno portato tempo fa alla taglierina. Sono cambiato, ora sono più svogliato, ma mi sento meglio. Non sento la necessità di avere una compagna, e anche se volessi non potrei."
MantoMoro trattenne il fiato, poi arrossì per la sfrontataggine della madre: "Mamma..."
ZampaScura chiese: "E quel coso attorno al tuo collo."
"È il mio collare. Se mi perdessi, alcuni Bipedi possono controllarlo per riportarmi al mio nido."
"Ma non ti annoi a non far niente tutto il giorno?"
"No. In realtà sono libero di fare quello che voglio e non ho mai problemi..."
"Aiuto!" si sentì urlare.
StellaRossa percepì l'odore di Clan del Fiume, e un grosso soriano scuro a pelo lungo li raggiunse col fiatone.
"BrinadiFalco?"
Il guerriero dallo sguardo di ghiaccio era preoccupato. "Devo raggiungere i territori Bipedi! Mi serve dell'erba gatta! Una mia amica è malata e rischia la vita."
"Va bene. Lascia che ti aiuti..."
Il gatto domestico si intromise. "I miei Bipedi la coltivano un po' nel nostro giardino."
BrinadiFalco esclamò: "Per favore gatto, aiutami."
"Certo. Ma mi chiamo Caffellatte, non gatto."
Così seguirono Caffellatte a tutta velocità.
Intanto BrinadiFalco spiegava: "Scusa, StellaRossa, se sono entrato così nel vostro territorio. Ma nel villaggio Bipede vicino al nostro Clan non c'è nessuna erba gatta."
Caffellatte li condusse attraverso i nidi Bipedi, fino a un grazioso giardino fiorito. Saltarono sulla staccionata che delimitava l'abitazione, e il gatto domestico indicò molta erba dall'odore invitante che cresceva in un angolo del giardino. "Prendine quanta né vuoi."
BrinadiFalco si affrettò a scendere per raccoglierla.
ZampaScura intanto si guardava intorno. "I nidi Bipedi sono così graziosi e ordinati."
Caffellatte le indicò un punto interno visibile del suo nido. "Vedi quel coso colorato. Lì ci dormo, e sembra di stare su una nuvola."
BrinadiFalco tornò pieno di erba, e ringraziò con tutto il cuore quel gentile estraneo.
MantoMoro fece: "Lascia che ti aiutiamo a portarne un po'." Così afferrò dell'erba.
StellaRossa rizzò leggermente il pelo: avrebbe dovuto chiederle il permesso.
Anche ZampaScura aiutò, e per poco non inghiottì quella deliziosa erba.
I tre gatti si allontanarono a tutta velocità, lasciando StellaRossa con Caffellatte.
"Grazie per l'aiuto." miagolò la leader. "È stato un piacere. Statemi bene." Il gattone tornò nel suo nido, e StellaRossa rimase sola.
Quello sera, al Raduno, la leader rossa vide che MantoMoro e ZampaScura parlavano con BrinadiFalco. Avevano salvato la gatta malata, e ora il grande guerriero raccontava loro del Clan del Fiume e delle loro famose zampe palmate.
MantoMoro sembrava davvero affascinata e i suoi occhi splendevano di quelli del soriano. Inoltre non teneva ferma la coda o i baffi.
StellaRossa ringhiò piano, e dovette trattenersi dal balzare addosso al guerriero marrone.
Al ritorno, la leader lasciò la guida a Soffiod'Autunno, e chiamò la figlia per parlarle a quattrocchi.
La osservò un po', fin che non iniziò a parlare. "Quando io ero solo una cucciola, lui era già adulto."
MantoMoro piegò la testa. "Cosa?"
"È molto più grande di te, anche se è ancora in gamba."
"Mamma..."
"E soprattutto... appartiene a un Clan diverso!"
"Parli di BrinadiFalco? Ma cosa credi? Non c'è niente! Siamo solo amici."
"Da quel che ho visto... Gli facevo gli occhi dolci e scuotevi i baffi."
MantoMoro rizzò il pelo. "Cosa? Conosco il codice guerriero. Non tradirei mai il mio Clan!"
"Se ti innamori di un gatto di Clan diverso, allora avrai doppia lealtà."
"Non mi piace BrinadiFalco come credi tu! Ero solo socievole, e non è un gene di mio padre."
"Puoi avere amici, ma non..."
"Mamma, non stavo facendo niente! Sono leale al Clan e a chi amo!" MantoMoro abbassò le orecchie. "Non hai fiducia in me."
"No, se ti comporti così."
La figlia aveva gli occhi bagnati. "Come ti permetti? Arriverei in capo al mondo pur di proteggere chi amo. E io amo il mio Clan!"
StellaRossa sbuffò: "Tua sorella... Dovresti essere più come lei..."
"Ma se proprio oggi mi hai detto che ha sempre la testa fra le nuvole. Perché non affidi a lei ZampaScura? E poi non ho tempo per pensare ai micioni in questo momento! StelladiGhiaccio sta diventando più forte e..."
"Ho molti guerrieri nel Clan."
MantoMoro scosse la testa, ferita nell'orgoglio. "Sai una cosa? Io so di essere fedele al Clan, non ho bisogno di dimostrare niente a te! E anche se hai tantissimi guerrieri, io continuerò a combattere per il Clan, anche se a te non servo a nulla." Detto questo, la guerriera scura corse via come una scheggia.
StellaRossa era di nuovo sola.
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