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La ferita

Quella notte, nella sua nuova tana, ZampaRossa dormì dolcemente.
Il mattino dopo suo padre sarebbe andato in perlustrazione per il territorio, ma ZampaRossa non se la sentiva di andare con lui.
Gli disse che avrebbe badato agli anziani.
Quando raggiunse SpinadiRosa, si sedette accanto a lei e abbassò le orecchie. "Ho mentito a mio padre. So che dovrei aiutare il Clan, nonna, ma ho bisogno di sapere."
"Che succede, piccola?" chiese preoccupata l'anziana.
ZampaRossa chiese finalmente: "Perché ieri gli altri gatti, a sentire il nome del nostro Clan, si sono agitati?"
SpinadiRosa rizzò il pelo, e per un attimo riflettè sul se dire o no la verità alla nipote. Alla fine si sistemò a sedere e iniziò a raccontare: "Tanto tempo fa, in una di queste case Bipedi, viveva un micino. Veniva preso in giro dai fratelli a causa della sua piccola taglia. Un giorno il cucciolo si addentrò nella foresta, ed ebbe uno spiacevole incontro con tre gatti del Clan del Tuono. Per poco un apprendista non lo uccise, e quando il piccolo riuscì a fuggire, fu così attratto dagli artigli, lo sguardo del guerriero e il sangue... che fuggì. Incontrò un Clan di gatti randagi, che lo accolsero dopo averlo visto... uccidere un cane."
"Un cucciolo come lui ha ucciso un cane?"
"Sì, e non fu l'unico che uccise. Divenne un potente guerriero del Clan, e ogni volta che sconfiggeva un cane o un gatto, appendeva le loro zanne o artigli al suo collare, come facevano i compagni."
"Il Clan si chiamava..."
"Clan del Sangue." affermò SpinadiRosa "Ma loro non credevano nel Clan della Stella, e il loro leader, che poi divenne quel gatto, non aveva nove vite."
"Come si chiamava il gatto?"
"Una creatura piccola e nera, dallo sguardo di ghiaccio. Attila era il suo nome, un vero e proprio flagello. Quando reincontrò l'apprendista che lo aveva aggredito, e che ormai era un forte gatto chiamato StelladiTigre, lo uccise senza pietà. Fu StelladiFuoco, leader del Clan del Tuono, a togliere la vita ad Attila."
"Ma cosa c'entra tutto questo con noi?" fece spaventata ZampaRossa.
SpinadiRosa sospirò. "Nel Clan del Sangue c'era una micina: una bella cucciola rossa quasi nera, con sfumature bluastre. Entrò nel Clan quando aveva sette lune, e Attila, ormai superato il suo primo anno di età, la osservò crescere. Un anno prima la sconfitta del Clan del Sangue, Attila si ritrovò in una missione da solo con la micia."
"Il nome della gatta?"
SpinadiRosa scosse la coda nervosa. "Sangue fu chiamata, e il suo collare era il più leggero. Al ritorno dalla missione, Attila iniziò a parlarle dolcemente, fin che il suo sguardo non fu più carico che mai di follia. Inchiodò a un muro la povera Sangue, e mentre lei lo graffiava lui iniziò a leccarla ovunque! Non gli importavano i graffi che le procurava. Sangue non era abbastanza forte per liberarsi, e Attila la molestò. Nessuno sa se l'amasse davvero o se provava solo un forte desiderio carnale. Sta di fatto che Sangue pianse tutta la notte, ferita e confusa, e terrorizzata. Non sarebbe mai riuscita a tornare al Clan, per rivedere quello sguardo azzurro folle. Allora fuggì, e fuggì e fuggì. Scoprì, durante la fuga, di essere incinta. Partorì un gatto e una gattina, e al parto pensò da sola. Lei sopravvisse, e i cuccioli erano abbastanza forti. Continuò a viaggiare. Incontrò un gatto della foresta, che offrì loro alloggio. Ma Sangue voleva continuare a scappare, e il gatto, in pena per lei, la seguì. In seguito divenne suo compagno. Incontrarono molti solitari, che si unirono a loro. E formarono tutti un Clan. Giunsero in una città accerchiata da una foresta. Sangue voleva cercare lì un territorio, ma quando vide un Clan di guerrieri che portavano collari con zanne e artigli, la gatta fu scossa dal terrore: si liberò del proprio collare e decise di vivere per strada. Ma i gatti non l'abbandonarono. La bella gatta sognò gatti stellari, che le donarono nove vite. Infatti Sangue aveva iniziato a sperare in qualcosa, e a credere nel Clan della Stella. Fu chiamata StelladiSangue, e la leader nominò così il suo Clan: dopotutto le ricordava la sua prima famiglia, e sperava inoltre che questo nome un giorno avrebbe portato sorrisi e non paura. Allenò i suoi figli e raccontò le loro origini. Un giorno la figlia sparì: evidentemente si spaventò dalla storia della madre. Suo fratello divenne poi leader, e la discendenza continuò, fino a te, ZampaRossa."
ZampaRossa, a quelle parole, traballò sul posto, sotto shock, e iniziò a tremare.
SpinadiRosa, preoccupata, si avvicinò e l'avvolse con la coda inspida. "Tesoro, solo perché discendi da Attila non vuol dire che devi essere come lui. Discendi anche da StelladiSangue, e credimi se ti dico che era una gatta buona e meravigliosa, e un'ottima leader."
ZampaRossa si asciugò una lacrima. "Non me l'aspettavo proprio. E anche tu discendi da..."
"No. Ma il mio compagno sì. Però non è mai diventato leader." aggiunse cercando di distrarla. "In effetti, non è che ci ha mai provato molto..."
ZampaRossa si era voltata verso il nonno paterno: EruzioneVulcanica.
Il gatto sonnecchiava russando.
"Perché papà non me l'ha mai detto?" chiese l'apprendista interrompendo la nonna che continuava a parlare.
"Forse perché temeva che tu ci rimanessi male. Te l'avrebbe detto quando saresti cresciuta."
"Però tu me l'hai detto subito."
"Sono vecchia! Tendo a dimenticare cosa è giusto da dire e a chi."
ZampaRossa riuscì a sorridere, e ringraziò SpinadiRosa, poi uscì.

Quella sera suo padre la portò a Bocca di Madre.
ZampaRossa fu affascinata da PietradiLuna e da ciò che le mostrò: sangue, sangue diverso per odore e con varie sfumature. E la voce di FogliadiMenta: "Tu sei il Sangue." E poi l'immagine peggiore di tutte: un gatto nero con una zampa bianca, che indossava un collare pieno di denti e artigli, e il suo sguardo azzurro scintillante. ZampaRossa rizzò il pelo, mentre Attila la leccava alla testa, emettendo fusa. La gatta fu presa alla sprovvista da quel gesto affettuoso, poi Attila sparì.
Mentre tornavano a casa, ZampaRossa rifletteva, ancora col lungo pelo dritto. Alla fine sbottò: "Perché non mi hai mai detto che discendiamo da Attila?"
StelladiRubino si fermò di colpo, e osservò intensamente la figlia. "Te lo volevo dire. Te l'avrei detto." Si accorse che la piccola era turbata. "Attila voleva il meglio per il suo Clan, anche se l'ha dimostrato con azioni malvagie. Ed era anche molto vendicativo. Da lui ci è arrivata una grande forza esteriore, e a volte anche interiore. Da StelladiSangue l'amore per la famiglia, la dolcezza, la severità... Tu puoi scegliere chi seguire di più, ZampaRossa."
"I-io non voglio essere come Attila."
"Nemmeno io. E infatti non lo siamo. Però non dimenticare da chi proviene la tua forza. Il Sangue importante per Attila era quello nemico, per StelladiSangue era quello che lega due gatti in una stessa famiglia. E noi seguiamo quest'ultima idea. Per questo nessun gatto non imparentato con uno di noi può entrare nel Clan."
ZampaRossa annuì, più tranquilla.
StelladiRubino sorrise e la leccò.
Una volta a casa, il leader entrò nella tana dei guerrieri, sorprendendo la figlia.
Il gattone rosso si distese accanto a PelodiRatto.
ZampaRossa non resistette e saltò sulla schiena dei genitori.
PelodiRatto aprì gli occhi e la spinse giù davanti a sé, poi si mise a leccarla.
Pian piano ZampaRossa si addormentò.

Autrice
Ehi amici domani è Natale.
Riguardo la storia di Attila e StelladiSangue, ho dovuto inventare un po' le cose. Spero vi piaccia.
Domani vi faccio gli auguri, ciao a tutti!!!

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