CAPITOLO 47
<State lì... fermi... dite cheese...>.
L'anziano signore dello studio fotografico scattò le foto e quando gliele fece vedere, sia Nico sia Maria sorrisero: erano venute proprio bene.
<La ringrazio, signore. Sono fantastiche!> Nico gli diede i soldi.
L'uomo ridacchió e andò verso la stampante.
<Oh, beh... modestamente è per questo che il mio studio non ha mai chiuso in questi anni>.
Accese la stampante e stampó le foto che aveva fatto.
Una aveva come sfondo piazza San Marco dove c'erano i tre bambini che correvano allegri - non poteva mancare però Miss Kitty - e qualche metro più indietro i loro genitori, Nico e Maria che camminavano abbracciati.
L'altra invece, si vedevano solo i loro visi.
I gemelli tutti sorridenti erano messi uno vicino all'altro e sopra di loro i volti felici ed orgogliosi dei loro genitori.
<Ecco a voi, e grazie> gli consegnò la busta con le foto.
<A lei. Arrivederci>.
Uscirono dallo studio e mano nella mano si avviarono verso l'accademia dove le loro amiche Gaia e Chiara, ormai fidanzate da un anno e mezzo, erano di turno al bar.
Entrarono e andarono verso la caffetteria.
Tanti ragazzi erano seduti al bancone o ai tavoli che chiaccheravano, mangiavano o stavano in compagnia per studiare.
<Weelaaa bellocci!> gridò una voce femminile con un forte accento sardo.
Riconobbero all'istante la voce di Chiara.
<Chialaaa!> esclamarono all'unisono i bambini.
Per loro, Chiara e Gaia erano come delle sorelle maggiori.
La giovane donna si inginocchió e aprí le braccia.
Eleonora, Tommaso ed Enrico ci si buttarono dentro e lei gli strinse a sé.
<Piccoli come state? Fate i bravi a casa?> loro annuirono.
<Ho fame> mugugnó Enrico.
<Gelato! Gelato!> esclamarono allora tutti e tre.
Chiara, insieme a Maria e Nico risero leggermente.
<Dai forza, vi accompagno ad un tavolo> si alzò e prese per mano Eleonora.
<Principessa prendi Miss Kitty, che ti è caduta> la bambina guardò in giro sul pavimento e quando vide la bambola corse a riprendersela e l'abbracció forte.
<Oh, Miss Kitty mi dipliace... peldonami> le diede un bacietto sulla fronte.
<Amore, andiamo al tavolo, forza> Maria la prese in braccio e si avviò verso il tavolo dov'erano già seduti Nico e i piccoli Tommi ed Enri.
<Che gusto volete?>.
<Flagola!!> gridò Enrico battendo le manine.
<Io pelò voglio cioccolato> frignó Tommaso mettendosi composto sulla sedia come gli era stato insegnato.
Eleonora invece si limitò a dire che, per favore, voleva una coppetta alla stracciatella.
Sorridente, Chiara si alzò e si diresse alla cucina dove insieme ad altri ragazzi dell'accademia, lavorava anche Gaia.
Maria si sedette vicino a Nico.
<Mi manca Selina>, Nico chiuse gli occhi e le strinse le mani, <anche a me... anche a me>.
<E Lorenzo... ne è uscito distrutto e poi ti ricordi che ci aveva detto della bambina... poveri, non ho altro da dire> espiró profondamente.
Nico se ne restò in silenzio a pensare.
Anche a lui mancava Selina, molto, il loro gruppo era davvero legato.
Dopo la sua morte, suo fratello gemello non era più lo stesso; nessuno lo era più.
Quando gliela aveva detto si era sentito come.. come niente. Non riusciva nemmeno a parlare, sentire qualcos'altro.
E per Maria era stato peggio, molto peggio.
D'altronde era la sua migliore amica dopo Emma, che però era a Napoli.
Si conoscevano da quando erano entrate in accademia; il loro rapporto era solido, solidissimo.
Tanto si ha presente il rapporto che hanno dei migliori amici: profondamente legati, si potrebbe anche dire che alcune volte sono dipendenti l'uno dall'altro, si aiutavano a vicenda e lottavano insieme per qualsiasi cosa, anche la più futile.
<Ma guarda un po' chi c'è qua> una voce contenta li venne alle orecchie.
Si girarono e Gaia era davanti a loro, sorridente con le mani in grembo.
<Bambini!!> esclamò all'improvviso catapultandosi su quest'ultimi per rinchiuderli in un grande e caldo abbraccio (@crika07, ne sai qualcosa ahaha).
<Come mi siete mancati> diceva dandoli tanti baci dappertutto.
I bambini sghignizzarono e la abbracciarono di risposta.
Mangiarono il gelato e chiacchierarono fino a quando non scese la sera: si era fatto tardi.
<Oh, è sera Nico. Non ce ne siamo nemmeno accorti... è troppo buio per tornare a casa, è così tardi maledizione!> imprecó Maria.
<Mami io ho sonno...> Tommaso sbadiglió e appoggiò la testolina sul petto del suo papà.
Si portò una mano tra i capelli scuotendo la testa.
<Se volete l'accademia, non si sa perché, ma ha lasciato la vostra vecchia stanza vuota> disse Gaia.
<I bambini possono stare nella mia vecchia camera mentre voi starete soli e soletti nella vostra> mostrò un sorriso tutt'altro che solare, anzi, malizioso.
<Che ne dici?> le domandò sussurrandole all'orecchio Nico con improvvisa voce roca.
<Ehm...> si morse il labbro, <perché no?!>
(…)
Dopo aver messo a letto i gemelli, Nico e Maria andarono nella loro vecchia camera.
<È esattamente come l'avevamo lasciata> mormorò lui, <certo, la pulizia non è una delle migliori, però...>.
La abbracció da dietro.
Maria sentiva il suo fiato sul collo.
<Mmh... è da tanto che non abbiamo un po di tempo per noi...> piano, le spostò i capelli sulla spalla sinistra e cominciò a baciare il collo dalla parte opposta.
Quando le sue labbra calde le sfiorarono il collo freddo, tremò ed ansimó.
<Nico...>, <Mmmh....cosa c'è...> ad ogni parola un bacio.
<... letto...> disse solo.
Nico la prese in braccio e la distese delicatamente sul letto.
Si baciarono con dolcezza e passione.
Con le mani, come se avesse paura di farle male, le sfiorò ogni centimetro del corpo.
I contorni del viso, delle labbra, la gola e la bació anche lì; i seni, la pancia...
Maria gli sbottonó la camicia e lui se la tolse.
Con l'indice fece una linea perfetta tra gli addominali.
Nico gemette leggermente e lo portò a sfilarle la maglia e toglierle il reggiseno, scaraventandoli a terra, da qualche parte della stanza.
Coi baci sul viso era sceso ai seni, alla pancia, alla...
<Nico!...> esclamò gemendo mentre lui le toglieva i pantaloni e le baciava l'intero coscia e si avvicinava sempre di più al suo punto sensibile.
Maria gli impiantó le unghie sulla schiena.
Cominciò a darle piacere con la lingua finché non venne.
Si sentiva da dio... Nico le faceva provare sensazioni incredibili ogni volta che si avvicinava a lei e la sfiorava o semplicemente il suo sguardo.
Poi non c'è la fece più: lo portò su e lo bació.
Lo fece girare e si mise a cavalcioni su di lui.
Poteva sentire perfettamente il contatto tra le loro due intimità.
Si abbassò e sentí completamente l'erezione di lui.
Ansimó leggermente.
Lo bació sulla bocca e intrufoló la lingua dentro essa.
Le mani di lui erani una sul suo fondo schiena e l'altra fra i suoi capelli.
Gli slacció la cintura, abbassò la lampo dei pantaloni.
Col suo aiuto glieli tolse e rimasero solo, lei nuda e lui coi soli boxer.
Piano e delicatamente, gli accarezzò il rigonfiamento e lo fece perdere le staffe:
<Oh cazzo... Mary, cazzo!> urlò.
Lei sghignazzó contenta: lui l'aveva fatta patire e stessa cosa faceva lei.
Cominciò a strusciarsi sull'erezione finché lui non riprese il controllo.
<Basta,ho aspettato abbastanza> detto questo la rimise sotto di sé e senza nulla, la penetró dandole un piacere così immenso che non provava da molto, molto tempo.
I movimenti diventarono subito sincronizzati e dopo vari urli, gremiti ed ansimi; dopo spinte forti e dolci vennero gridando i loro nomi e baciandosi.
<Oh, Mary, non hai idea di quanto ti ami..>
<Idem>.
/MY CORNER/
Ciauuuu 👋❤️
Come va? Io bene, anche se i compiti sono molti e non ho voglia di fare 🙃😅
Domani è pasqua... mi regaleranno, al posto dell'uovo, il terzo libro de "Le sfide di Apollo": "Il labirinto di fuoco".
Sinceramente non vedo l'ora.
È da tanto che aspetto e sono curiosa... il secondo libro è finito con la suspense (si scrive così?).
Tornando a noi.
Vi è piaciuto il capitolo?
Mi duole dirvi che sarà l'ultimo del "passato".
Dal prossimo capitolo in poi si ritornerà nel presente.
Non so se farvi un piccolo riassuntino o meno... sapete come sono... un po' scansafatiche 😂.
Comunque vi auguro come al solito una buona lettura e buona Pasqua 🐣
Ale ❤️
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