CAPITOLO 33
Nico si svegliò alle prime ore del mattino.
I primi raggi solari gli sferzavano il viso.
Si voltò leggermente e abbassò lo sguardo.
Sorrise.
Osservò attentamente il bellissimo e solare volto di Maria.
Dormiva serena, con un'espressione angelica.
Sembrava un angelo, era un angelo.
Aveva la testa appoggiata al suo petto,. una mano sul suo collo e l'altra sulla pancia.
Nico ripensó a quello che era successo la sera prima: avevano sentito per la prima volta loro figlio, il frutto del loro amore.
Scalciava e scalciava ma nonostante questo era riuscita ad addormentarsi.
Lui teneva una mano dietro alla nuca mentre con l'altra le accarezzava il braccio.
Passarono minuti e lui non smettè di osservarla... era così bella...
Maria rabbrividí.
Mugugnó qualcosa di incomprensibile e si posizionó meglio sul suo petto.
Nico le accarezzò i capelli.
Alzò la testa e lo mise a fuoco.
Sorrise accocolandosi meglio e poco più in alto.
<Ma che ore sono?...> chiese sbadigliando.
<l'alba> e lei annuì.
Gli lasciò un bacio fugace e si mise a sedere portando i capelli spettinati all'indietro.
Si voltò a guardarlo e si alzò.
Gli porse la mano e la tirò.
<Vieni, guardiamo il sorgere del sole> lo esortó.
Si alzò anche lui ed aprendo le porte finestre si diressero in terrazza.
Rabbrividirono entrambi: soffiava un leggero venticello.
I capelli di Maria presero a svolazzare leggermente.
Il dopo sole turchese pure.
Presero un grande telo da spiaggia e si avvicinarono alla balconata.
Si sedettero e Maria appoggiò la testa sulla spalla di lui.
Passarono più di mezz'ora così, a guardare il panorama e il sole sorgere.
Restarono in silenzio e si goderono quel magnifico momento di tranquillità.
***
Dopo aver svuotato le valigie, Lorenzo s'era rifugiato in cucina.
Cercó e la trovò: una bellissima bottiglia di bourbon.
Selina.
Selina.
Selina.
L'unico nome che non gli usciva dalla testa.
E l'unica soluzione che gli era venuta in mente era quella di affogare i dispiaceri nell'alcol.
Un sorso.
Due, tre, quattro... fino alla fine della bottiglia.
... Tu portami via
Quando torna la paura e non so più reagire
Dai rimorsi degli errori che continuo a fare
Mentre lotto a denti stretti nascondendo l'amarezza dentro una bugia
Tu portami via
Se c'è un muro troppo alto per vedere il mio domani
E mi trovi lì ai suoi piedi con la testa fra le mani
Se fra tante vie d'uscita mi domando quella giusta chissà dov'è...
La canzone "Portami via" di Fabrizio Moro rimbombava nel silenzio della stanza.
Cominciò a piangere.
Doveva sfogarsi.
Una delle tante finestre era aperta e come una furia ci buttò la bottiglia rompendola in mille pezzi.
Si accovacció a terra prendendosi la testa fra le mani.
Pianse e pianse ma non gridò: non voleva far preoccupare suo fratello e Maria.
Si appoggiò con la schiena all'isola in cucina.
Moro aveva ragione... Lorenzo si medesimava in quella canzone: era pieno di rimorsi per tutti gli errori che aveva commesso.
Come per esempio aversi lasciato scappare l'amore della sua vita, di Sarah... quella puttana che aveva trovato a Xiropigado e successivamente a Corinto.
Di non aver avuto il coraggio di scrivere a Selina, di essere stato impassibile davanti a lei a Corinto mentre flirtava con Sarah... e di non aver insistito ad entrare nella stanza dove lei alloggiava e di non aver mandato al diavolo quell'uomo che le pendeva dalle labbra.
Pianse fino a che non si addormentò
... Amore mio portami via...
***
Si svegliò con un grande mal di testa.
Per come mi sono ubriacato e pianto ieri sera non mi sorprende per niente, pensó mentre a fatica si rialzava dal pavimento.
Guardò l'orologio: le 10.47.
Si passò una mano sugli occhi e si portò indietro i capelli.
Sentí delle voci, sempre più vicine, dalle scale.
Poi si sentirono anche i passi.
Si guardò intorno: disastro.
L'unica parola per descrivere tutta la cucina.
Sospirò rumorosamente e con le mani si appoggiò al bancone della cucina.
Ieri sera era riuscito a dimenticare addirittura il proprio nome.
Ma quello no.
Selina, il suo nome non voleva andarsene dalla sua mente.
Si accorse di aver cominciato a piangere solo quando Maria gli venne accanto e con un fazzoletto gli asciugava le lacrime.
Nico era appoggiato allo stipite della porta, serio e osservava la scena.
<Che succede?> chiese dolcemente Maria mentre gli affermava il volto fra le mani.
Lorenzo non riuscì a proferire parola.
Fece la prima cosa che gli venne in mente: l'abbracció scoppiando di nuovo a piangere.
Maria fu sorpresa del gesto perché lo ricambió dopo minimo un minuto.
Lo strinse al proprio petto e gli accarezzava i capelli e la schiena con fare materno.
Lorenzo cercò di sfogarsi del tutto.
La stringeva forte mentre gli riaffioravano tutti i ricordi su Selina.
Quando si era visti per la prima volta, quando si erano conosciuti meglio.
Il loro primo bacio, la spiaggia, il magnifico sesso e i mesi passati insieme.
Quel pomeriggio dove gli aveva detto che non sarebbe tornata con lui, le lacrime quando glielo aveva riferito.
Quando l'aveva fermato e assicurandosi di fargli sapere che lo amava ma lui se n'era andato.
I giorni a venire, quelle giornate così grigie e cupe...
Si sfogó per bene.
Si erano seduti sul divano e Maria lo stringeva ancora a sé, mormorandogli dei 'va tutto bene' oppure 'vedrai che si sistemerà tutto' o cose così.
Con la testa nell'incavo del suo collo, Lorenzo pensó che non poteva vivere senza una donna accanto, senza Selina accanto.
Ma come poteva riprendersela?
Dopo interminabili minuti, le lacrime finirono.
Singhiozzava ancora però.
Maria stava per staccarsi per guardarlo in faccia ma lui non glielo permise: si strinse più a lei prendendola per la parte superiore del vestito.
<No, ti prego non lasciarmi anche tu> le diceva con voce strozzata, <non farlo anche tu>.
Maria annuì semplicemente accarezzandogli i capelli.
Maria alzò lo sguardo verso Nico.
Quest'ultimo aveva un'espressione compassionevole ma allo stesso tempo un po gelosa.
Lei sorrise mentalmente e scosse la testa togliendo il suo sguardo dal suo.
Lo puntò su Lorenzo.
Qualcosa lo aveva per forza distrutto.
Era come scandalizzato da qualcosa.
Quando si stava cercando di spostare per guardarlo in volto lui le aveva detto delle parole che l'avevano lasciata interdetta.
<ti prego non lasciarmi anche tu>.
Così aveva detto, non lasciarmi anche tu.
Aveva un sospetto che stesse parlando di Selina, ma non voleva forzarlo a dirle che cosa stava succedendo.
Quando su sarebbe sentito pronto avrebbe detto tutto.
O almeno, lo sperava.
Passarono altri minuti.
Lorenzo aveva il respiro convulso ma deglutendo riuscì a dire:
<Io ho provato a dimenticarla, ci ho provato, davvero> sì, era decisamente distrutto.
<Ma lei... lei non se ne vuole andare via dai miei pensieri!> Finalmente avevano capito il trauma: Selina.
<Ho sempre il rimorso di averla lasciata andare. Lei è l'amore della mia vita,. di essere andato con quella puttana di Sarah,. di non aver insistito ad entrare nella sua camera del motel a Corinto... e chi era quell'uomo? L'ho persa... l'ho persa per sempre...> diceva mentre cominciava a gesticolare ansioso e col cuore spezzato.
<Non mi vorrà più vedere, non vorrà più parlarmi... ma io come posso farcela senza di lei? > mentre si prendeva la testa fra le mani.
Nico finalmente si avvicinò al divano.
Gli strinse la spalla con una mano come fargli coraggio.
<Adesso Lorenzo io ti giuro che ti uccido se non farai come ti dico...>.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro