Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

34 ||Il primo bacio non si scorda mai

«Dici che dovremmo schiantarla?»

L'orologio appeso alla parete della sala comune dei Grifondoro segnava appena le quattro del mattino e il divano, quello su cui avevano preso posto quando la situazione era precipitata rovinosamente, aveva assunto la stessa solida consistenza della pietra nell'esatto istante in cui Rose Weasley era scattata in piedi, con lo sguardo assente e la tipica aria di chi non aveva ancora appreso a pieno cosa stava accadendo.

«Secondo te funzionerebbe?»

Angelica sedeva su di esso a gambe incrociate, con i lunghi capelli corvini raccolti in una crocchia frettolosa e le iridi vitree che prontamente saettavano al cielo: la bocca arida e impastata dallo scadente alcool babbano, le mani poggiate sui fianchi sinuosi ed un palese cipiglio contrariato ad inasprire i tratti regali del suo volto.

«Non saprei, è pur sempre di Rose che stiamo parlando. I sotterrai non vanno a fuoco e Scorp è ancora vivo, è chiaro che qualcosa non va.»

Al suo fianco giaceva un esasperato Albus, con il capo reclinato lungo lo schienale e la zazzera di ciuffi scuri che gli ricopriva totalmente la fronte. Le labbra sottili piegate in una smorfia sofferente, le iridi smeraldo fisse sul ticchettio delle lancette e la mente proiettata al tema di Incantesimi che l'indomani avrebbe dovuto quasi sicuramente copiare. Da chi, restava ancora un mistero.

«La fase dell'accettazione è la più complicata.» a fatica, Angelica soffocò un rumoroso sbadiglio, lanciando una lunga occhiata in direzione dell'amico mentre stendeva le gambe ormai intorpidite in avanti e lisciava distratta le pieghe della propria gonna.

«Non guardarmi in quel modo Nott, era scritto su una di quelle stupide riviste di Lily.» il tono concitato di Albus fece ridacchiare appena la giovane Serpeverde, che alle prese con un nuovo sbadiglio posò per l'ennesima volta lo sguardo su un assente Rose Weasley.

Prima di allora, Angelica aveva fortemente creduto che nulla potesse privare la Grifondoro di quell'aria battagliera che da sempre la circondava, di quell'espressione saccente e sicura che nascondeva in realtà il riflesso di un mondo accessibile a pochi. 

Ai suoi occhi Rose era sempre apparsa come la più maestosa delle fiere, testarda, caparbia, orgogliosa e terribilmente intelligente, ma mai smarrita nei meandri dei suoi pensieri come stava accadendo in quel preciso istante.

«E cosa ci facevi tu con una di quelle stupide riviste?» le gote di Albus divennero ben presto di un'intesa sfumatura di rosso, con le iridi smeraldo fisse sulle braci del camino e la fronte aggrottata in un cipiglio di pura disapprovazione.

«Ci leggevo l'oroscopo brutta stronza.» ma proprio come aveva immaginato, l'accenno di ghigno beffardo non lasciò nemmeno per un istante le labbra piene della Serpeverde, nemmeno quando Rose mosse un passo in avanti lasciando che un fragile sospiro si infrangesse nell'aria.

I lunghi e ribelli ricci scarlatti le coprivano il volto etereo, fatta eccezione per i grandi occhi azzurri, lucidi e assenti da quando la maggior parte degli invitati aveva lasciato la sala comune, avvolta ora in un religioso silenzio.

Le guance rosse per il respiro trattenuto troppo a lungo e un labbro inferiore ben stretto tra i denti, mentre ferma dinanzi al camino percepiva ancora e con una sconcertante chiarezza le labbra bollenti di Scorpius Malfoy premute con forza sulle sue.

Una manciata di secondi, un misero istante, quanto bastava per far sì che l'ennesima parte di sé appartenesse ancora una volta a colui che odiava da tutta una vita, alla sua nemesi per eccellenza.

Scorpius Malfoy le aveva rubato il suo primo bacio, ciò che Rose custodiva gelosamente per sé da forse fin troppo tempo, senza chiederle il permesso, senza fare alcun rumore, con le tempestose iridi grigie pronte a trascinarla sul fondo degli abissi e le labbra piene intente a firmare l'ultima delle condanne.

«Merlino, è di Scorpius che stiamo parlando. La maggior parte delle ragazze venderebbe la bacchetta per essere al suo posto.» al mormorio seccato di Angelica, Albus non poté che essere dello stesso avviso, ma quella che avevano davanti era pur sempre Rose Weasley e tutti quegli anni trascorsi tra scherzi infantili di pessimo gusto, fatture e schiantesimi sembravano pesare come mai prima di allora.

E mentre l'odio divampava, dando vita ad un incendio che non avrebbe mai avuto fine, Rose sollevò appena una mano, sfiorando con le esili dita le proprie labbra, lì dove quelle del Serpeverde ancora bruciavano.

Nelle braci vivide del camino vide il riflesso di sé stessa, l'ardere di quell'indignazione che insolente le attanagliava le viscere e la consapevolezza di un sentimento sconosciuto che bruciava in ogni singola fibra del suo corpo. Perché con Scorpius era sempre stato così e mentre lui non chiedeva mai, Rose si ritrovava a fare i conti con le conseguenze delle sue azioni, con la forza devastante di quell'uragano che trascinava irrimediabilmente con sé.

Fu solo allora che la bolla scoppiò e la rabbia trattenuta esplose incontrollata, con i grandi occhi azzurri che ardenti si posarono per la prima volta sui volti dei due amici. Rose vide Albus deglutire più volte, con lo sguardo allarmato e la tipica espressione di chi sapeva che a breve avrebbe detto addio al suo migliore amico, al contro di Angelica, le cui labbra di piegarono impercettibilmente in un sorriso fiero.

Quando voltò loro le spalle, senza proferire alcuna parola, avvolta da uno spesso silenzio e con i lunghi ricci scarlatti che sferzarono l'aria, Rose udì chiaramente il sospiro affranto che lasciò le labbra di suo cugino.

«Quando la smetteremo di essere tutti così dannatamente incasinati?» nessuno ebbe la forza di replicare al mormorio sconsolato del Serpeverde, tanto meno Rose, che a passo di marcia varcò il buco del ritratto ignorando le sonore minacce di un assonnata e contrariata Signora Grassa.

L'impatto con il freddo gelido dei corridoi le mozzò per alcuni istanti il respiro, mentre il martellare incessante del suo cuore risuonava a tutto volume, incapace di frenare quella corsa che condusse Rose ai sotterranei in una manciata di miseri minuti. 

Il fiato corto, un labbro inferiore ben stretto tra i denti e la mente annebbiata dal sapore di Scorpius, da quel profumo di menta fresca impregnato ormai in ogni angolo della sua memoria.

Nella sala comune dei Serpeverde regnava incontrastata la quiete, accompagnata da un docile silenzio che raramente si addiceva alle temperature pungenti del Lago Nero e all'oscurità che albergava indiscussa in quelle quattro mura. 

E mentre Rose risaliva impaziente le scale che l'avrebbero condotta finalmente al dormitorio maschile, rischiando più volte un doloroso incontro ravvicinato con il pavimento, un'imprecazione colorita rivolta all'intera discendenza dei Malfoy lasciò con irruenza le sue labbra piene.

Non bussò, tanto meno si premurò di placare l'ira funesta che scorreva copiosa nelle sue vene. Vestita dei suoi soliti modi burberi e della collera più profonda, Rose spalancò con un colpo ben assestato la porta, per nulla preoccupata di svegliare l'intero castello.

Ad accoglierla furono l'espressione seccata di Theo Zabini e le tempestose iridi grigie di Scorpius Malfoy, le stesse che la Grifondoro percepì ardere su ogni singolo centimetro della sua pelle. Le spalle larghe, gli addominali scolpiti da Merlino in persona in bella mostra e indosso un misero paio di pantaloni grigi dal tessuto morbido, tutto pronto a renderle quell'impresa una vera e propria missione impossibile.

«Dannazione rossa, non ti hanno insegnato che bisogna bussare?» Zabini si era sollevato dal proprio letto con aria truce, le iridi scure grondanti di fastidio e un ampio cipiglio contrariato in bella mostra sulle labbra.

«Si può sapere cosa ci fai qui? L'ultima volta che ho controllato la torre dei Grifondoro era dall'altra parte del castello.» il mormorio seccato dell'ignaro Serpeverde si perse nel denso silenzio che avvolse i tre ragazzi, nello stesso istante in cui Rose raggiunse il letto di Albus privandolo delle lenzuola e del morbido cuscino.

Quando tese entrambi in avanti, con la tipica espressione di chi non ammetteva segno di repliche, le folte sopracciglia scure di Zabini si sollevarono visibilmente verso l'alto.

«Prendili e sparisci.» sbottò tagliente, incapace di tenere a freno la rabbia, ma stando comunque ben attenta a non incrociare le tempestose iridi grigie di Scorpius, ancora premute con ostinata perseveranza su di sé.

«Spero tu stia scherzando Weasley, perché non ho alcuna intenzione di dormire sul divano.» i grandi occhi azzurri di Rose scattarono prontamente al cielo, mentre uno sbuffo seccato lasciava le sue labbra piene.

«Per quanto mi riguarda Zabini puoi anche trascorrere la notte sulle rive del Lago Nero, non mi importa. Ma adesso ti voglio fuori di qui, ho un conto in sospeso da chiudere.» le iridi scure del Serpeverde si posarono irrimediabilmente sul volto rilassato di Scorpius, che con le braccia incrociate al petto nudo e le labbra piegate in un accenno di impercepibile sorriso divertito, osservava quell'assurdo sipario.

Fu solo quando il giovane Malfoy mosse appena la chioma bionda in un cenno d'assenso, che dalle labbra di Zabini fuoriuscì un verso contrariato, nello stesso istante in cui seccato si solleva dal proprio letto pronto a lasciare quella gabbia di matti.

Quando la porta alle sue spalle si chiuse con un rumoroso tonfo, Rose strinse i pugni lungo i fianchi con così tanta forza da sbiancarne visibilmente le nocche. I ricci ribelli le incorniciano alla perfezione il volto furente, con i grandi occhi azzurri assetati di vendetta e le labbra piene pressate in un'intransigente linea sottile.

«Sono sorpreso Weasley, non ti aspettavo così presto.» Scorpius d'altro canto, non parve per nulla colpito dalla rabbia che inaspriva i tratti delicati del suo volto, né dal passo misurato che Rose mosse in avanti.

L'orologio appeso alla parete segnava ancora le quattro del mattino, eppure si sentiva sveglio come non mai, con i grandi occhi azzurri della Grifondoro ben saldi nei suoi e l'irrefrenabile voglia di replicare quell'indesiderato regalo di compleanno.

«A cosa devo questa visita? Non mi dire che non hai gradito il mio regalo.» se solo avesse potuto, Rose avrebbe di certo sfoderato la bacchetta, pronta a lanciare uno dei tanti incantesimi oscuri letti a notte fonda nella sezione proibita della biblioteca e che avrebbero lasciato al Serpeverde poco da dire.

«Sei un essere spregevole Malfoy. Peggio della spruzzolosi, peggio del vaiolo del drago!» e mentre il serbatoio del buon senso si svuotava, la Grifondoro mosse un ulteriore passo in avanti, fino ad azzerare quella fastidiosa distanza tra i loro corpi ma senza lasciarsi intimidire dai venti centimetri con la quale Scorpius la sovrastava in altezza.

Rose aveva il fiato corto, il volto in fiamme e i grandi occhi azzurri che ardevano di collera, così densa e incandescente da riscaldare le gelide temperature che attanagliavano i sotterranei.

Al contrario, le labbra di Scorpius si sollevarono in un accenno di sorriso insolente nello stesso istante in cui inclinò leggermente il capo a lato, quanto bastava per imprimere nella memoria ogni singola sfumatura del suo volto.

Rose profumava di primavera, di primule e peonie, di ritrovata quotidianità, di un sentimento a cui non sarebbe mai stato in grado di dare un nome e proprio come accedeva ogniqualvolta la Grifondoro si aggirava nei paraggi ad una manciata di miseri metri da lui, Scorpius provò l'impellente bisogno di baciarla, l'urgenza di congiungere le loro labbra in un bacio che avrebbe fatto di certo girare la testa ad entrambi.

«Sono certo di aver afferrato il concetto Weasley.» il tono canzonatorio e le sopracciglia chiare sollevate in un'espressione tanto saccente quanto beffarda ebbero il potere di rendere maggiormente instabili i già provati nervi della Grifondoro, e fu solo quando le labbra di Scorpius si piegarono in un ampio ghigno soddisfatto che Rose si sporse in avanti con la chiara intenzione di colpirlo.

«Ti odio Scorpius Malfoy, come non ho mai odiato nessun altro.»

Accadde tutto in una manciata di miseri secondi, quanto bastava per stravolgere nuovamente quel fragile equilibrio che da tutta una vita li teneva in bilico. Scorpius percepì la mente lontana anni luce e le proprie braccia avvolgere i fianchi sinuosi di Rose, troppo impegnato ad inspirare a pieni polmoni il suo profumo per fermare la scarica di deboli pugni con i quali la Grifondoro lo colpiva ripetutamente al petto.

Le unghie smaltate di azzurro premettero con forza nella carne ma nessun verso contrariato lasciò le sue labbra: Rose aveva il respiro spezzato dai singhiozzi che provava ripetutamente a trattenere, il labbro inferiore stretto con foga tra i denti e i grandi occhi azzurri ricolmi di lacrime amare.

«Sei contento adesso?» ma Scorpius non lo era per niente, non se a bagnare il proprio petto erano le lacrime copiose di Rose Weasley e per un motivo a lui ancora sconosciuto. Stordito e confuso dal martellare incessante del suo cuore che minacciava con prepotenza di uscirgli dal petto, una delle sue mani risalì lungo la schiena della Grifondoro, fino a depositarsi con sorprendente delicatezza tra i ribelli ricci rossi.

«Ti sei preso anche questo, quanto ancora vuoi portami via?» Rose urlava, la voce spezzata dal pianto e da una sofferenza che Scorpius non riusciva a comprendere, arrendevole e smarrita tra le braccia di colui che professava di odiare con tutta sé stessa.

«Era mio Scorpius e tu me l'hai portato via.» perché lo odiava, così tanto da annullarsi, così forte da smarrirsi.

Scorpius Malfoy le aveva rubato il suo primo bacio e quando con un sospiro stanco poggiò la fronte sul suo petto, lasciandosi cullare dal calore delle sue braccia e dal fresco profumo di menta della sua pelle, Rose seppe che quella parte di sé sarebbe irrimediabilmente appartenuta a lui.

Dondolarono sul posto per un lasso di tempo che parve ad entrambi indefinito, con il silenzio spezzato dal ritmo incalzante dei loro cuori e dalle ultime lacrime di Rose, mentre tutto intorno a loro assumeva una nuova dolorosa consapevolezza.

«Va meglio ora?» la voce del Serpeverde risuonò bassa e delicata, esattamente con il suo sguardo, che impaziente risalì il volto di Rose.

«Ti odio.» stretta tra le sue braccia, cullata dal calore della sua pelle, Rose scoprì di odiare anche sé stessa e quell'abbraccio che sembrava modellato apposta per loro. Il ritmo forsennato del suo cuore, il respiro corto e la consapevolezza di aver appena firmato il proprio esilio.

«Lo so.» delicate, le labbra di Scorpius si posarono tra la moltitudine di ciocche rosse che ancora stringeva tra le dita in un flebile bacio che sapeva di ritrovato equilibrio e quando Rose tirò rumorosamente su col naso, l'ombra di un sorriso gli illuminò per poco il volto stanco.

«Era il mio primo bacio Malfoy e tu non avevi alcun diritto di rubarmelo.»

A quella debole confessione, le tempestose iridi grigie di Scorpius si spalancarono sorprese, per la prima volta colto alla sprovvista, privato di quella maschera adornata di ghiaccio e indifferenza. Allora non poteva sapere che l'amore non era altro che una segreta pazzia e che quel flebile bacio, rubato sotto gli occhi di molti, avrebbe decretato l'inizio di tutto.

Il suo sguardo corse inevitabilmente veloce alla bocca piena della Grifondoro, la stessa che a pochi miseri centimetri dalla sua attendeva assetata di risposte. Ma le labbra di Rose erano pura perdizione, un peccato originale che lo avrebbe costretto ad una vita lontano dal paradiso, un biglietto in prima fila per le porte dell'inferno.

Fu allora che lo seppe, con la mente annebbiata dalla sua vicinanza e i suoi grandi occhi azzurri che ancora ardevano di velata collera. Quel bacio rubato, il suo primo bacio, lo avrebbe per sempre custodito e protetto in angolo del suo cuore, lontano dai tormenti e dalle paure, dagli sguardi indiscreti e dai pettegolezzi, perché adesso apparteneva solo e soltanto a lui.

Lui che era stato il primo, lui che non poteva saperlo, lui che non aveva mai desiderato nient'altro se non il cuore di Rose Weasley.

«Non aspettarti delle scuse Weasley, perché non arriveranno.» Rose sollevò appena il capo, scostando in malo modo alcuni ricci ribelli dalla fronte, con le iridi azzurre che ardevano di mal celata collera e un labbro inferiore ben stretto tra di denti. Quando le braccia di Scorpius la lasciarono andare l'attimo dopo, il freddo pungente dei sotterranei tornò a farsi sentire, dritto al cuore e su ogni singolo centimetro della sua pelle.

«Immagino che ad impedirtelo sia la totale assenza di cervello che ti ritrovi, non è così?» Rose ardeva: dalla rabbia, dal fastidio, da quella nuova e sconosciuta sensazione che le attanagliava le viscere e le smorzava il respiro. Le guance rosse e le mani premute sulle curve sinuose dei fianchi, lo sguardo saccente e le labbra piegate in una smorfia caparbia, vestita di fierezza e tracotanza, bella come non lo era mai stata.

«Non mi scuserò per qualcosa che reputo giusto Weasley.» Scorpius aveva affondato le mani nelle tasche dei pantaloni grigi, sulle labbra l'accenno di un pigro sorriso insolente, con alcuni ciuffi biondi che spettinati incorniciavano alla perfezione il volto dai tratti annoiati.

«Stai seriamente cercando di discutere con me su cosa sia giusto e cosa non lo è Malfoy?» il risentimento nella voce di Rose rimbalzò tra le pareti della stanza e mentre il suo sguardo cadeva ancora una volta alle sue labbra piene, fu inevitabile per Scorpius chiedersi quando avesse iniziato a pensare così tanto intensamente a lei.

«Dannazione, si può essere davvero così idioti?» quando Rose mosse un passo in avanti, pronta a fronteggiarlo a viso aperto, una muta preghiera lasciò le labbra del Serpeverde, speranzoso di vederla allontanarsi il più velocemente possibile.

Ma Rose era ancora lì, ad una manciata di centimetri dal proprio naso, con i ricci scarlatti ad incorniciargli il volto dalla pelle diafana e i grandi occhi azzurri vivi come non mai, bellissima e fiera come la più pericolosa delle belve.

«Non mi scuserò Weasley, non lo farò.» avvolto in un religioso silenzio, Scorpius sollevò appena una mano, quanto bastava per sfiorare la piccola costellazione di lentiggini sulle sue guance. La linea armonica del mento, gli zigomi alti, il piccolo neo sulla tempia destra. Le ciglia lunghe, la fronte distesa e le labbra piene, dischiuse ed esitanti, arrendevoli a quel tocco che sapevano essere terribilmente proibito.

«Ti diverte rendere le cose così difficili, non è vero?» una ad una, le dita calde di Scorpius corsero lentamente in rassegna di ogni singola sfumatura impercettibile del suo volto. E Rose divenne porcellana, preziosa e delicata tra le sue braccia, con i battiti frenetici del suo cuore a spezzare il silenzio creatosi intorno a loro.

«Soprattutto quando a guardami in quel modo ci sei tu Weasley.» non esisteva nient'altro, solo Rose e Scorpius e il germoglio di quel sentimento piantato senza nemmeno saperlo. Solo i respiri corti, l'aria carica di un desiderio impaziente e la voglia di perdersi ancora, l'uno negli occhi dell'altro, senza mai ritrovarsi per davvero.

«Ora è mio Weasley, è sempre stato mio. E non mi scuserò per aver preso quello che mi spetta dal primo giorno in cui ti ho vista.»

L'istante dopo, quando percepì le labbra impazienti di Scorpius Malfoy sulle sue, Rose Weasley seppe con certezza che quell'innocente bacio rubato nel bel mezzo della sala comune di Grifondoro, aveva appena decretato l'inizio della fine.




Chi mi segue su insta (tworld98) sa che quest'ultimo periodo non è stato dei migliori, motivo per cui eccomi qui, ad un mese di distanza con un nuovo capitolo. 

Scrivere era diventato impossibile, concentrarmi altrettanto e per chi mi conosce sa perfettamente che non avrei mai potuto pubblicare qualcosa che non mi rendeva almeno in parte soddisfatta. 

Detto questo, alcune cose non cambieranno mai, come i continui drammi in questa storia *sorride perfida*.

Povero il piccolo Al che spera ancora che un giorno la smetteranno di essere tutti così terribilmente incasinati. Non sa ancora cosa lo attende ;)

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che vi sia mancata esattamente come voi siete mancate a me. Colgo inoltre l'occasione per ringraziarvi di tutto il sostegno e l'affetto che avete avuto per me, siete davvero pazzesche!

Lasciate tante stelline e tanti bei commenti per questo ritorno tutto fuoco e fiamme.

Vi auguro una buona giornata, Roxanne.


Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro