18 ||Il grande senso della vita, capelli blu e Azkaban
Non appena riconobbe la folta chioma corvina di Albus, Rose tirò un sospiro di sollievo, affrettando impaziente i propri passi.
Suo cugino se ne stava steso sulle rive del Lago Nero, con il naso rivolto all'insù e gli avambracci piegati dietro la testa, probabilmente intento a riflettere sul senso della vita.
I deboli raggi di sole gli accarezzavano il volto stanco, la divisa indossata di tutto punto e tra le labbra, sottili fili d'erba. La tracolla invece, ricolma di libri intatti che non avrebbe mai aperto, giaceva abbandonata a pochi metri da lui.
Quando lo raggiunse, Rose gli piombò addosso con la solita grazia che la contraddistingueva, incapace di contenere l'entusiasmo.
«Rosie!» quello di Albus, fu un gemito di dolore, strozzato dal peso della ragazza che come un pesante sacco di patate si era lasciata cadere su di lui.
«Se stai cercando di dirmi che ti sono mancato, sappi che non sta funzionando. Credo di avere qualche costola di troppo fuori posto.» l'aria faceva fatica ad entrargli nei polmoni e i lunghi capelli di Rose gli coprivano totalmente il volto, motivo per cui, Albus non seppe con certezza se tutto quel rosso che vedeva fosse dovuto alle ciocche della Grifondoro o al dolore causato dal forte impatto che gli annebbiava la vista.
Rose rise e la sua risata cristallina di propagò con forza nel silenzio, rendendo tutto intorno a sé più leggero di quanto non lo fosse mai stato. Compreso Albus.
Stare lontano dai suoi migliori amici gli era costato fin troppo, ma Albus, si era fortemente convinto che quello fosse un giusto prezzo da pagare, per poter finalmente recuperare tutti i pezzi di quel complicato puzzle.
Rose si sollevò facendo leva sul petto del Serpeverde, ignorando le sue sonore proteste e lasciandosi cadere l'attimo dopo al suo fianco, con le lunghe ciocche rosse sparse sull'erba.
«Sei un vero idiota, Albus Severus Potter.» dichiarò infine con tono solenne, e un cipiglio contrariato sul volto che non ammetteva segno di alcuna replica.
Rose sollevò pigramente una mano, colpendolo questa volta con un leggero pugno sul braccio, come ad evidenziare maggiormente la cosa, mentre il Serpeverde la malediva a gran voce e senza mezzi termini.
«Hai per caso intenzioni di farmi fuori rossa?» le sopracciglia scure del ragazzo si sollevarono verso l'alto, in una buffa espressione offesa che strappò a Rose una mezza risata.
«Considerando il numero elevato di cugini, non sarebbe poi una gran perdita.»
Con il naso rivolto all'insù, furono entrambi avvolti da un dolce silenzio, osservando rapiti il cielo azzurro e limpido, sgombro dai soliti nuvoli grigi.
La vicinanza di Rose, dopo quei giorni di lontananza forzata, restituì ad Albus una breve boccata d'aria, in cui fu fin troppo naturale chiedersi come sarebbe stata la sua vita, senza la costante presenza di quella piccola furia rossa.
Certo, Rose era terribilmente testarda, spesso aggressiva e dalla lingua lunga, e avrebbe fatto volentieri a meno delle sue sfuriate e delle sue splendide fatture, della sua costante irascibilità e della totale assenza di modi, ma Albus non ricordava un solo istante della propria vita in cui non era presente.
Rose, la sua Rose, c'era sempre stata, pronta a fargli da spalla anche quando credeva di avere il mondo contro.
La stessa Rose che a cinque anni lo aveva aiutato a sotterrare ciò che restava della prima scopa di James, che durante le feste di Natale lo obbligava prontamente ad indossare uno stupido cappello da elfo e che durante tutti quegli anni gli aveva fatto copiare fin troppi temi di Trasfigurazioni, salvandolo più volte da una lunga punizione con Gazza.
La stessa Rose che non era rimasta sorpresa, come il resto della sua famiglia, quando aveva confessato di aver stretto amicizia con un Malfoy, che era corsa ad abbracciarlo sotto gli occhi dell'intera tavolata sbigottita dei Serpeverde il giorno del loro smistamento e che non smetteva di ricordagli da tutta una vita, che nulla valeva di più al mondo, che essere sé stessi.
«Secondo te, i pesci hanno sete?» certo, pensò Albus, la stessa Rose, ma con qualche rotella decisamente fuori posto.
Le rivolse uno sguardo confuso, a metà tra lo stupito e lo spaventato, ma le labbra piene di Rose si sollevarono in uno dei soliti sorrisi colmi di intelligenza. I grandi occhi azzurri lo scrutavano sapienti, come se a tutte le domande e i dubbi di Albus, avesse già una risposta pronta.
«Non guardarmi in quel mondo Potter, sto riflettendo anch'io sul grande senso della vita.» sul volto di Albus si dipinse un flebile sorriso carico d'affetto, mentre le iridi smeraldo del Serpeverde la ringraziavano silenziosamente.
«Si può starnutire ad occhi aperti? Perché il cielo è azzurro? I pinguini hanno le ginocchia?» a quella sfilza di domande prive di senso, nessuno dei due seppe dare una risposta, perché semplicemente, non sempre c'era.
«Vedi Al, non è vero che a tutto c'è una spiegazione.» e Albus lo sapeva, perché in quei giorni di domande ne aveva fatte tante, ma di risposte non ne aveva trovato nemmeno una.
Ancora una volta, la perspicacia e l'intelligenza di Rose, ebbero il potere di sorprenderlo proprio come la prima volta.
«Sono tante le cose che non possono essere spiegate, come i buchi neri, i capelli di James, l'indistruttibilità dei maglioni di nonna Molly e i sentimenti.» solo in quell'istante Rose si svoltò, con i lunghi capelli rossi che le incorniciavano perfettamente il volto coperto di lentiggini.
Appariva eterea, stesa sul prato e con le iridi azzurre che riflettevano alla perfezione il celo che si stagliava imponente sopra di loro.
«E siamo onesti, il tuo cervello è abbastanza limitato. Ci sarà un motivo per cui quel vecchio pezzo di stoffa ha deciso di non assegnarti a Corvonero, non credi?» risero entrambi, Rose serena e Albus leggero, proprio come quando erano insieme.
Quando smisero, Albus si fece più vicino, circondandole con un braccio le esili spalle e avvicinandola a sé. Rose poggio con dolcezza il capo sul suo petto, ascoltando il battito del suo cuore e beandosi di quel familiare contatto, capace come sempre di farla sentire a casa.
«Vorrei delle rispose.» si lasciò sfuggire con amarezza, mentre Rose sollevava di poco il mento per poterlo osservare meglio. Ancora una volta, il suo sguardo traboccava di sapienza e intelligenza, così come l'accenno di sorriso sulle labbra piene.
«Ne sei sicuro?» no che non lo era, ma quei brevi e intensi istanti con Lorcan gli avevano restituito il respiro come dopo una lunga apnea, e non c'era notte in cui tutte quelle domande senza risposta non lo asfissiassero, portando via con sé pezzi del suo cuore.
Albus annuì meccanicamente, perché mentire, gli risultava molto più comodo che fare i conti con quelle scomode e dolorose verità. E Rose dovette capirlo, assecondando il suo silenzio e lasciandosi cullare dal colore delle braccia del Serpeverde.
«Lo ami?» Albus non trasalì, né si sorprese al suono di quelle due parole. In cuor suo, lo aveva accettato da tempo, proprio come il fardello di una condanna eterna, pur non avendolo mai ammesso a voce alta.
Tra le aule abbandonate, i corridoi deserti e il pavimento della torre di astronoma, Albus aveva donato incondizionatamente il suo cuore a Lorcan, innamorandosi perdutamente di lui.
O almeno, dell'idea di ciò che avrebbero potuto essere.
Ma non ebbe né modo, né tempo di confessarglielo, perché l'urlo furioso di Scorpius Malfoy fece trasalire entrambi.
«Weasley!»
Rose, nel frattempo, si era sollevata con una notevole calma, lo sguardo soddisfatto e sulle labbra un pericoloso sorriso trionfante.
Scorpius stava attraversato il portico in tutta fretta, per la prima volta spoglio della solita maschera fatta di impenetrabile ghiaccio, con ciò che restava della propria scopa tra le mani e il volto pallido adirato.
Albus alzò gli occhi al cielo, ma si tirò su facendo leva su entrambi gli avambracci, lanciando a sua cugina uno sguardo eloquente. Rose, d'altro canto, scrollò le spalle rilassata, recuperando con un sorriso angelico la propria tracolla.
«Potrei accidentalmente aver provato ad annegarlo e dato fuoco alla sua scopa.» il tono pragmatico della Grifondoro strappò ad Albus un mezzo sorriso, e dopo un veloce occhiolino complice, Rose sparì di corsa, proprio come era arrivata.
«Dannazione Weasley, torna qui!» e mentre Scorpius la richiamava furente e a gran voce, Albus scoppiò una sonora e leggera risata, grato a Merlino di avergli donato due amici, così fuori di testa.
***
«I tuoi capelli sono blu.»
Angelica, con la forchetta ancora ferma a mezz'aria, osservò con mal celato stupore Rose, che con il dissenso di un'intera tavolata aveva preso posto tra i Serpeverde, occupando la panca libera di fronte a lei.
«Perché i tuo capelli sono blu?»
Rose, nel frattempo, aveva delicatamente mandato a quel paese un Serpeverde che a gran voce le aveva intimato di levare le tende, servendosi tranquilla di salsicce e patate a forno.
Quando dei compagni di casa di Angelica provarono a protestare ulteriormente, la Serpeverde si voltò lesta, raggelando chiunque con una delle sue solite occhiate e facendo sì che nessuno osasse più replicare.
Rose d'altro canto, sembrava a proprio agio, per nulla scalfita da tutti quei sussurri carichi d'astio, mentre tranquilla continuava a servirsi delle prelibatezze degli elfi, sorseggiando del succo di zucca.
«Potrei accidentalmente aver dato fuoco ad una scopa.» fu la replica rilassata della Grifondoro, prima di addentare con fame una salsiccia.
«Un vero peccato che tra tutte ti sia capitata proprio quella di Scorpius.» le labbra di Angelica si sollevarono in accenno di sorriso divertito, e l'occhiata eloquente di Rose fu una conferma.
«Così impara a bussare, quel cavernicolo. È entrato nel bagno dei prefetti senza nemmeno..» Angelica la interruppe sollevando sbrigativa una mano, con un sopracciglio scuro inarcato verso l'alto.
«Scorpius ti ha visto fare il bagno?» Rose arrossii violentemente, fulminando l'amica con un'occhiata stizzita. Angelica d'altro canto le sorrideva maliziosa, ignorando gli sguardi assassini e la forchetta che la Grifondoro brandiva in una mano come arma.
«Non è questo il punto, Nott.» sbottò poi, abbassando lo sguardo e riempiendosi la bocca di fin troppe patate.
«E quale sarebbe Weasley? Guarda che non c'è nulla di male, ti ha solo visto fare il bagno completamente nud..» alla replica maliziosa di Angelica, Rose si era sollevata di scatto, sporgendosi oltre il bordo del tavolo per tapparle la bocca, sotto lo sguardo stravolto di alcuni Serpeverde.
«Non osare pronunciare quella parola Nott!» esclamò con il volto che aveva assunto una sfumatura ancora più intesa dei suoi capelli, mentre Angelica rideva con il palmo della mano di Rose ancora premuto sulle proprie labbra.
«Il punto è, che subito dopo ho provato ad affogarlo e Merlino solo sa perché diavolo non ci sono riuscita. Così ho deciso di dare fuoco alla sua scopa e ora i miei capelli sono di uno stramaledettissimo blu. Fine della storia.» come per marcare l'evidenza, Rose sollevò stizzita una ciocca dei suoi capelli, tinti di una acceso blu elettrico.
«Non fa una piega Weasley.» pur sforzandosi, Angelica non riusciva a restare seria e la buffa espressione adirata sul volto di Rose, non l'aiutava per niente.
«Dannazione, sembro Teddy! Concentrati Nott, se non lo avessi notato i miei capelli sono ancora blu.» qualcuno, a pochi metri da loro, mormorò qualcosa in merito al fatto che Rose fosse ancora lì, ma prima che la Grifondoro potesse infilzare qualcuno con la propria forchetta, Angelica la trattene delicatamente per un polso.
«Non si fermerà, lo sai vero?» Scorpius sapeva essere fin troppo vendicativo, e Rose, proprio come Angelica, lo sapeva fin troppo bene, annuendo con aria grave mentre addentava l'ennesima salsiccia.
Come facesse a mangiare così tanto, e in così poco tempo, per Angelica restava un mistero. Un vero e proprio dono di Merlino, oppure, tutta opera dei geni Weasley.
«Credo di essermi appena guadagnata un permesso di soggiorno per Azkaban.» le sue parole furono accompagnate da un breve smorfia, prima di sfilare da sotto al naso del ragazzino che si era lamentato pochi minuti prima, l'intero vassoio di zuccotti di zucca.
Lo sguardo di Angelica si soffermò, come attratto da una forza sconosciuta e incontrollabile sulla rumorosa tavolata dei Grifondoro, dove James Potter stava prendendo posto acclamato a gran voce dal proprio fan club.
La causa di tutti i suoi guai sorrideva raggiante, compiaciuto e con la cravatta legata intorno al capo. Le lenti tonde penzolavano dalla punta del naso e l'indomabile chioma castana appariva più indisciplinata del solito.
Una spiacevole sensazione all'altezza dello stomaco colpì Angelica, quando una ragazzina piuttosto minuta e dal caschetto biondo si avvicinò al Grifondoro.
Sembrava sicura di sé, mentre gesticolava e sfiorava la frangia bionda, proprio come James che compiaciuto l'osservava dall'alto del suo metro e ottanta.
Quando lo vide piegarsi in avanti, Angelica trattene inspiegabilmente il respiro, ma al contrario di quanto aveva immaginato James non la baciò. Si limitò a sussurrarle in un orecchio, prima che la ragazza si congedasse con ampio sorriso vittorioso sulle labbra sottili.
«C'è qualcosa che non so, Nott?» il tono malizioso di Rose lasciava spazio all'immaginazione, ma come attratta da un magnete invisibile, i suoi occhi restarono ben piantati sulla figura del Grifondoro, fino a quando i loro sguardi non si scontrarono con una forza inaudita.
Lei, in un misto di disprezzo e rabbia non ancora sbollita, lui con il solito sorriso da piantagrane in bella mostra sulle labbra piene.
Fu inevitabile per Angelica alzare esasperata gli occhi al cielo, prima che quel breve gioco di sguardi avesse fine.
James infatti, dopo un occhiolino malizioso, gli aveva voltato le spalle, prendendo posto accanto a suo cugino Fred, mentre Angelica ringhiava tra i denti fiotti di insulti incomprensibili e che avevano fatto rabbrividire persino Rose.
«Rose, hai presente quel permesso di soggiorno per Azkaban di cui parlavi poco fa?» la Grifondoro annuì appena, con il tono di voce di Angelica che non lasciava presagire nulla di buono.
«Credo di averlo appena guadagnato anch'io.»
Ho deciso, perché non eleggiamo Albus patrimonio dell'umanità? Ma soprattutto, quanto sono adorabili Rose e Angelica insieme?
Colgo l'occasione per ringraziarvi ancora una volta, perché "War of Hearts" è 3# in Scorose e non sarebbe possibile grazie a voi! Vi devo veramente tanto.
Detto questo, domani è il mio compleanno, quindi mi aspetto tante belle stelline e commenti come regalo. Non deludetemi, credo di meritarmelo. *sorride tenera*
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, ma prima di andare via vi lascio con un bel quesito, quindi al mio segnale scatenate l'inferno.
Quale sarà il primo bacio che leggerete? Sono ufficialmente aperte le scommesse.
Vi auguro una buona domenica, Roxanne.
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