Alessandra
.❤️.
"Non esiste prigione peggiore di un pensiero fisso che non va via"
Pov's Alessandra.
«Dove vai Ale?» mi chiede Giulia vedendomi raggiungere la porta della nostra stanza.
«Sto andando da Chiara, le devo parlare.»
«Okay, parlate con calma, tra poco arrivo anche io.»
La guardo con sguardo riconoscente ed esco dalla stanza per bussare alla porta della mia amica.
Toc toc
Non risponde.
Toc toc
Niente.
Decido di aprire la porta, entro e la richiudo delicatamente.
La trovo seduta sul davanzale della finestra con le gambe fuori ed il busto dentro, con le cuffie sempre nelle orecchie e la musica a palla, che sento a metri di distanza.
Fissa il vuoto, l'immensità della foresta... Grande quanto il suo cuore.
Non capisco perché in questi giorni sia così strana?
Da quando siamo partiti, da quell'incubo o quel sogno rimasto a me stranamente ignoto, tutto in lei è cambiato.
Qualcosa sicuramente la turba e lo vedo dai suoi occhi bui che non le appartengono.
Chiara è una ragazza sempre solare.
Ride sempre e non importa che stato d'animo abbia che sia triste, felice, arrabbiata, nervosa, imbarazzata il sorriso non lo perde mai.
Gli ho ripetuto più volte che secondo me sbaglia, perché non può ridere e poi morire dentro, da sola.
Non può fare della cosa più bella al mondo la sua arma da distruzione, ma penso che ormai sia tardi per ribadirglielo perché già lo ha fatto.
Da un lato però l'ammiro per essere ancora in piedi e sorridere, a prescindere da cosa derivi questo sorriso.
Non è da tutti avere la sua forza e il suo coraggio.
Dopo quello che ha passato, come minimo io avrei preferito mettere fine a tutto.
Sorrisi fissandola.
Ricordo quando glielo ho detto ed ha iniziato ad urlarmi in faccia dandomi della "pazza incosciente".
" Ma sei stupida! Vorresti dirmi che alla minima caduta tu molleresti, sei seria? "
" Ma la tua non si può definire una caduta Chiara! "
" Non mi importa! Non lo dire mai più... "
"Sarebbe stato più facile per te mollare tutto, lo sai anche tu... O vorresti dirmi che non ci hai pensato? "
"Alessandra, a me non sono mai piaciute le cose facili.
In questa vita non c'è nulla di facile, né di difficile dipende tutto da come tu prendi le cose.
Io, si...Ci ho pensato mi sembra normale!
Ma intanto sono qua perché mi sono alzata, da sola e posso raccontarti tutto quello che mi è successo.
Avrei potuto farla finita, ma non avrebbe più avuto senso la mia nascita.
Io sono nata per cosa?
Un motivo se sono qui c'è, ci deve essere.
E non me ne andrò con alcun tipo di rimpianto per non aver potuto raggiungere i miei obbiettivi"
Sembra passata un'eternità dalla nostro dialogo e invece non è passato neanche un mese.
Ad un tratto la vedo voltarsi e rivolgere l'attenzione su di me, che non ho smesso di guardarla con quell'aria di compassione che lei odia tanto, da quando ho messo piede nelle stanza.
Poi mi chiedo perché abbia insistito così tanto per dormire da sola?
«Ehi Ale, non ti ho sentita entrare.»
«Sono venuta a parlarti, possiamo o sei stanca? Visto che dopo cena sei subito scappata.»
«No apposto, dimmi!» Sorride.
Scende dalla finestra e si posiziona davanti a me superandomi con i suoi dieci centimetri in più.
Sono veramente un tappo!
E lei è davvero una bella ragazza!
Alta il giusto con un fisico perfetto.
Il piccolo viso incorniciato da capelli lunghi di un castano chiaro tendente al biondo e i suoi occhi sono di un bellissimo color nocciola, mentre le labbra non sono né troppo grosse ne troppo sottili.
Tutto in lei è perfetto o almeno, tutto sembra essere perfetto.
Ma il cuore non lo è poi così tanto, glielo hanno preso, strappato dal petto e lei lo sa benissimo che dovrà vivere senza esso per tutta la vita.
Per questo si aggrappa alla ragione.
«Siediti» mi dice.
Mi accomodo nel morbido letto e lei si siede nel posto dalla quale si era alzata ma con le gambe dentro la stanza.
Poi mi guarda, ma non parla, aspetta che lo faccia io.
«Cosa ti prende Chiara? »
«Cosa mi prende? Bho cosa mi prende?» aggiunge una risata finta.
«Sei strana! »
«Ho stirato i capelli.»
Il suo modo di sdrammatizza anche nelle situazioni più tese solitamente mi incanta, ma adesso no!
«Chiara non è il momento di scherzare. Da quando siamo partiti tu sei cambiata.»
«Cosa vedi di strano in me, mi fai capire?» Si fa seria e il suo sguardo si incupisce, trasformandosi in una grigia nuvola.
«Il sogno che non mi hai raccontato, non vuoi restare qua, ieri sei uscita da sola di prima mattina e ho visto lo sguardo che hai rivolto a quel ragazzo quando vi siete presentati, la stanza da sola e per finire sei distante.
Ma non da me, da Fede, da Giulia e da Rayan, ma dal mondo.
E non dirmi che non c'è nulla che non va, perché a me questo non sembra nulla.»
Mi fissa per qualche istante e subito dopo con uno scatto fulmineo scende giù dal davanzale della finestra e ci appoggia la schiena. Sospira a lungo per poi decidere di rispondermi.
«Il sogno era una stupidaggine e non avrebbe avuto senso raccontarlo, punto primo.
Punto secondo, io quel ragazzo non lo conosco e non so quello che tu abbia visto e per ultimo... Vorresti biasimarmi se non mi va a genio il fatto di restare a dormire a casa di perfetti sconosciuti, perché per quanto possano starci simpatici è quello che sono.
Ma voi incoscienti avete scelto così ed io non sono qua per rovinare la "vacanza" a nessuno, men che meno a voi.
Comunque sto bene...!»
«Perché non ce lo hai detto!»
«Io ve l'ho detto...»
«No! Avremmo potuto cercare subito un hotel.
I soldi bastavano prima che li spendessino tutti per cavolate. Comunque la ruota I ragazzi l'hanno presa e visto che la situazione è così domani mattina c'è ne andiamo.»
«Te lo scordi! Non provare a parlarne con i ragazzi, ormai restiamo qua... Tanto mancano solo tre giorni e ritorniamo, lo avete detto voi.»
«Ma... Se tu hai dett...» mi interrompe Giulia bussando.
«È Giulia, apro io» dico per poi aprire la porta e restare scioccata.
Simone, un metro e ottanta di ragazzo, si estende dinanzi ai miei occhi.
Con un sguardo deciso e un sorrisetto
storto sul volto.
«Ciao» mi saluta.
«Emh, ciao! Pensavo fosse Giulia.»
«Ancora non ho cambia nome.»
Il suo sorriso si fa più largo ed inizia a fissare qualcosa o meglio qualcuno che si trova alle mie spalle.
Mi giro e vedo Chiara con un aria al quanto stanita.
Il mio sguardo vacilla tra entrambi le parte fino a stancarsi.
«Emh! Io vi lascio soli, devo andare.»
Dico senza ricevere alcuna conferma da nessuno dei due.
Mi incammino verso il corridoio ed una volta afferrata la maniglia della mia stanza mi accorgo che la porta della stanza di Chiara è già chiusa.
Chissà cosa vorrà da lei, io lo sapevo che c'era qualcosa di strano...
...
Pov's Chiara
«Cosa vuoi da me?»
Lo guardo con aria confusa mentre lui se la ride da solo come fosse uno stupido.
«Sempre così gentile la ragazzina...»
Si fa serio.
«Te lo ripeterò un ultima volta.. Cosa vuoi da me?»
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