CAPITOLO 6
Tutto ciò che hai è il tuo fuoco..
È il posto che hai bisogno di raggiungere
Non domare mai i tuoi demoni
ma tienili sempre a bada
Ascoltate la canzone e leggete la traduzione.
DAMIAN
L'inizio di un nuovo anno scolastico parte sempre con una festa, ovviamente a casa mia. É il posto dove tutti vorrebbero vivere: una villa di quattro piani con un giardino sul retro che dà su una delle viste più belle di Providence.
Il quarto piano è internamente dedicato a me e somiglia ad un mini appartamento: ho un bagno, una camera ed una palestra che posso sfruttare come mi pare e piace. Non ho mai desiderato il lusso e non me ne vanto, ma i soldi sono l'unico problema che non ho e che mi permettono di risolvere i miei casini, anche se delle volte neanche con l'oro possono essere rimediati.
Il terzo piano, invece, ha le stanze di mia madre e mio fratello James e presenta due bagni per ciascuno di loro.
Il secondo é internamente dedicato alle stanze degli ospiti e lì dorme spesso Jane ogni volta che si ferma a dormire da noi. Qui c'è una sala che uso per le feste ed è abbastanza larga per ospitare molte persone, quindi non mi preoccupo di quanta gente verrà stasera.
Il primo piano, infine, presenta solo la cucina e un grande salone che usa mia madre per i suoi documenti riguardo i suoi pazienti. Mi domando se lì abbia qualcosa inerente a Tara e alla sua situazione.
Decido di alzarmi dal letto quando l'idea di curiosare mi passa per la testa. Infilo i jeans ed una maglietta nera, afferro il cellulare e le sigarette e scendo al primo piano.
<<Buongiorno fratellone. Dove vai così di corsa?>> James, nel periodo scolastico, si sveglia sempre presto di mattina perché passa a prendere Elle, la sua migliore amica, anche se credo che tra loro due ci sia stato qualcosa quest'estate.
Mio fratello è il tipo da relazione amorosa, vede sempre tutto con positività e crede che l'amore possa esistere tra due persone. Cazzate!
L'amore è solamente un pensiero di una mente umana contorta.
Non esiste il bene.
Non esiste la felicità.
Due persone non possono essere legate da nulla, altrimenti si distruggono a vicenda.
<<Devo trovare un documento nell'ufficio di mamma.>>mi giro di scatto<<non fare domande, James>>Dico puntandogli un dito contro.
<<Va bene, va bene. Mi faccio i cazzi miei>>Alza le mani in segno di resa<<non metterti in nessun casino Damian>>Mi avverte con sguardo serio.
<<Non mi sto mettendo in nessun guaio, fidati. Tu intanto coprimi con mamma.>>Gli faccio l'occhiolino e mi avvio nel salone.
Quando varco la porta, mi ritrovo davanti una libreria piena di fascicoli che riguardano tutti i casi seguiti da mia madre.
<<Meglio farmi i cazzi miei>>Sbotto all'improvviso. Non so perché mi sia venuta in mente una cosa del genere, ma non guarderò mai tutti quei fascicoli per trovare dei documenti riguardanti una ragazza che per di più mi fa innervosire come una bestia tutte le volte che la vedo, e quelle poche volte in cui l'ho vista, mi hanno fatto capire che è la solita che pensa di avere tutti i problemi lei. La mia curiosità può farsi anche fottere.
Mi avvio verso la cucina e sicuramente Emily avrà già preparato la colazione. È con noi dalla morte di mia zia che accudiva me e James da piccolini, da allora è lei a gestire la casa visto che mia madre lavora tutto il giorno ed io e mio fratello non sappiamo bollire neanche l'acqua per la pasta, quindi è indispensabile la sua figura nella casa.
<<Dovremmo dirlo a Damian, se lo scoprisse da sol->>Mia madre zittisce quando varco l'ingresso della cucina e mio fratello si passa le mani sul viso.
<<Cosa farei se scoprissi cosa? Cosa cazzo devo scoprire?>>La calma non è mai stata una mia amica e in queste situazioni si dimentica completamente di me.
<<Calmati Damian, io e la mamma stavamo solo parlando>>James mi appoggia una mano sulla spalla ma mi scanso.
<<Non mi toccare.>>Alzo la mano verso di lui per bloccarlo<<adesso mi dite cosa cazzo devo sapere>>Incrocio le braccia al petto.
<<Va bene, ma siediti e cerca di stare calmo>>Mia madre indica uno sgabello con il capo e vado a sedermi. Emily nel frattempo è fuori la porta, sa che nelle questioni di famiglia non può ficcare il naso.
<<Allora, che cosa devo sapere?>>Scrollo le spalle e incito mio fratello a parlare.
<<Hanno chiamato dalla centrale di polizia>>Mio fratello si concede un lungo respiro<<tra una settimana ci sarà una nuova udienza>>Il mio corpo sta spruzzando rabbia.
<<Un'altra cazzo di udienza?>>Sbatto le mani sul tavolo alzandomi e per la troppa violenza del gesto, lo sgabello cade a terra.
<<Anche noi credevamo di avercela fatta, ma ci sbagliavamo>>Mia madre sospira e china la testa. Quel coglione di mio padre ha rovinato la vita a tutta la mia famiglia ed anche da morto continua a distruggerla.
<<Damian, ne uscirai di nuovo innocente. Hai salvato la nostra vita, testimonieremo sempre dalla tua parte.>>James mi blocca le spalle per cercare di calmarmi, ma adesso no. Adesso non posso calmarmi. Afferro le chiavi della mia macchina e mi dirigo verso l'uscita. Abbasso la maniglia ed apro la porta.
<<Quel bastardo mi ha già rovinato abbastanza la vita. Lo ucciderei di nuovo se fosse necessario.>>Esco fuori e sbatto la porta alle mie spalle. I miei passi pestano violenti il suolo, che sembra non reggere più il mio peso e la mia anima.
Perché l'anima di una vita distrutta non può essere ricucita.
Pesano i demoni.
Pesa la strafottenza.
Pesa la violenza.
Tutto pesa.
Anche il mio cuore che è ricoperto d'odio.
TARA
<<Ciao amica. Come va oggi?>>Sobbalzo quando Jasmine mi raggiunge da dietro mentre cerco di appostarmi vicino a delle panchine.
<<Ma ti sei fusa il cervello? Mi hai spaventata >>Dico con voce isterica. Gli scappa una risata sottile e scuote la testa divertita.
<<Precisamente, cosa ti fa ridere?>>Alzo un sopracciglio e incrocio le braccia al petto aspettando una sua risposta.
<<Il fatto che io ti abbia chiesto come stai e tu non mi abbia proprio calcolata>>E sorride ancora. Quelle poche volte che l'ho vista, non ha mai smesso di avere un'espressione felice e mi sono sempre posta domande sul perché abbia tutta questa positività.
Vorrei sentirmi anche io leggera e spensierata.
Essere libera dal mio passato e prendere in giro la mia vita.
È lei, invece, che ride di me.
<<Ti va di venire ad una festa stasera?>>Mi dice mentre ci avviamo verso l'ingresso della scuola. Oggi nessuno mi fissa e spero di non sbattere di nuovo contro un palo, non è nei miei piani incontrare altri coglioni.
<<Ti sembro una tipa da festa?>>Mi indico con un dito. Jasmine sembra non capire la mia risposta ed alza un sopracciglio con un'espressione perplessa.
<<C'è un modello standard per le persone che possono partecipare ad una festa?>>Si ferma e incrocia le braccia al petto. Fermo anch'io le ruote della carrozzina e mi volto verso di lei che sta aspettando una mia risposta. In realtà non c'è nessun modello standard per andare ad una festa, ma non mi sentirei mai me stessa e a questo, preferisco stare chiusa in casa a pensare alla mia vita che vola via, senza essere stata vissuta completamente.
<<Non verrò mai ad una festa scolastica>>Muovo la testa per marcare di più la mia risposta negativa. Jasmine si porta le mani lungo il corpo e sospira.
<<Perché non vuoi venire? Ti diverti un po' e conosci nuove persone>>Si avvicina a me e mi poggia una mano sulla spalla. La fisso per un po' negli occhi per fargli capire che non andrò mai e mi scanso dal suo tocco iniziando a muovere le ruote della carrozzina.
Sul suo viso si forma un'espressione delusa e sospira mettendosi a camminare di fianco a me.
Vorrei tanto divertirmi e liberare un po' la mente, essere una ragazza di ventuno anni come tutte le altre che non si preoccupano di bere un po' di più o di tornare tardi a casa. Io non posso fare nulla di tutto ciò. Non riesco a stare tra la gente con questa carrozzina, sarei costretta a mettermi in un angolo e guardare gli altri che ballano e si divertono. Non posso bere nulla poiché il mio corpo non regge l'alcool e correrei troppi rischi di farmi male se mi ubriacassi.
Resterei ferma come sempre a guardare la mia vita che diventa sempre più un incubo e che non può essere vissuta come ho sempre voluto.
Il rombo di un motore mi ridesta dai miei pensieri ed io e Jasmine ci voltiamo per vedere di chi si tratta. Il silenzio cala in tutto il viale della scuola quando dall'auto appena parcheggiata esce Damian, che sbatte violentemente la portiera e si cala gli occhiali da sole sugli occhi, avviandosi verso l'ingresso della scuola con lo sguardo di tutti puntato addosso. Non riesco ancora a capire perché abbiano questa sorta di paura verso di lui, a me sembra solamente uno dei tanti coglioni che si credono superiori a chiunque.
<<Perché tutti lo guardano in questo modo?>>Alzo la testa per guardare meglio Jasmine che sembra pietrificata.
<<Oggi sembra più arrabbiato del solito>>Sospira abbassando la testa per guardarmi meglio. Voglio andare più a fondo su questa vicenda e decido di non fermarmi con le domande.
<<Sembra che abbiano tutti visto un mostro, compresa te>> Scrollo le spalle indifferente. Mi domando perché sia sempre così incazzato quando poi ha tutto nella vita: soldi, ragazze ai suoi piedi, una famiglia che sicuramente non gli fa mancare nulla, almeno è questa l'impressione che dà la mia dottoressa, quella di una mamma confortevole e sempre disposta a tutto per i figli.
<<Vai a fare delle ricerche sul suo conto e scoprirai il perché>>Jasmine si sistema meglio la borsa sulle spalle ed entra nell'edificio, evitando così di entrare nella conversazione.
Decido di fare lo stesso anch'io andando verso la salita che si trova di fianco alle scale, ma qualcuno si posiziona davanti a me impedendomi di passare.
<<Ciao, tu devi essere Tara Smith>>Un ragazzo con un viso familiare mi rivolge un sorriso e mi porge la mano.
<<Hai indovinato. E tu sei?>>Scrollo le spalle indifferente e lui ritira la mano, avrà capito che non sono molto socievole.
<<Sono James, e lei è Elle>>Indica col pollice una ragazza al suo fianco che alza la mano per salutarmi e inarca gli angoli della bocca in un sorriso timido.
Ancora non capisco perché si siano presentati e cerco di incitarli a parlare alternando lo sguardo sul viso di entrambi.
<<Volevamo dirti che stasera c'è una festa d'inizio anno a casa di James e ci piacerebbe conoscere altre persone, quindi se ti va di venire ti lasciamo l'indirizzo.>>La ragazza tira un biglietto dalla sua borsa e me lo porge.
<<Non verrò, ma grazie per la considerazione.>>Fisso il biglietto per un po' e mentre sto per ridarglielo, James blocca la mia mano.
<<Tienilo pure, se magari cambi idea sai dove trovarci>>Mi rivolge un altro sorriso e circonda con un braccio le spalle della ragazza, avviandosi anche loro nell'edificio.
Sembra proprio una grande festa, visto che quando entro in classe tutti ne parlano entusiasti.
Tutti tranne Damian, che sembra spruzzare fumo dalle orecchie e sta evitando persino di baciare la bambola bionda al suo fianco. Mi fissa con uno sguardo serio e freddo quando mi muovo per raggiungere il banco occupato da Jasmine e durante la lezione, sembra non voler staccare gli occhi dalla mia schiena.
Sono abituata ad avere lo sguardo di chiunque puntato addosso a causa della mia situazione, ma lui mi sta guardando da un tempo che sembra infinito.
<<Damian ti sta guardando dall'inizio della lezione>>Jasmine mi sorride maliziosa ma la spingo per una spalla facendola barcollare sulla sedia.
<<Smettila di fare questi sorrisetti. Non avevi paura di lui?>>Mi volto in avanti cercando di ascoltare la spiegazione.
<<Non ho paura di lui, Tara. Ha commesso delle cose in passato che spingono tutti ad essere cauti con lui.>>Sospira<<dovresti esserlo anche tu.>>Mi indica con il dito.
Non ribatto, preferisco scoprire tutto per conto mio. I pettegolezzi che girano per le scuole sono troppi e mettono in cattiva luce chiunque faccia una piccola cazzata, anche i coglioni come lui.
Una volta terminate tutte le lezioni, io e Jasmine siamo sedute al bar della scuola per bere un caffè. Io ordino una camomilla, mi serve per rilassare i muscoli che ogni tanto tirano. Non aiuta granché, ma serve per calmarmi quando i dolori iniziano ad essere forti. Jasmine mi fissa in silenzio, credo si sia accorta che qualcosa non va.
<<Va tutto bene?>>Mi sorride e mi fissa attentamente.
<<Tutto bene, cosa stavi per dire?>>I dolori durano poco, ma in quell'arco di tempo stringo i denti per non cercare di piangere. Capita spesso di sentirmi sul punto di farla finita, specialmente in quel momento, dove il dolore prende il sopravvento e i miei pensieri si fanno sempre più cupi. Sempre più bui.
<<Non stavo dicendo nulla. Vuoi che faccia qualcosa?>>Jasmine si abbassa alla mia altezza e mi fissa seria.
<<Jas non devi fare nulla. Potresti trattarmi come se fossi una persona normale?>>Cerco di controllare me stessa per non piangere<<ci stavi riuscendo così bene>>La guardo negli occhi e si risiede al suo posto.
I dolori sono come una scarica, ti fulminano in un istante e poi si attenuano subito.
Jas cerca di restare calma, sta aspettando come gli ho detto senza proferire parola ed ogni tanto alza la testa dal suo smartphone per guardarmi.
<<Stavo per dirti che mi hanno lasciato l'indirizzo della festa. Sei ancora intenzionata a non venire?>>É lei a spezzare il silenzio ed io alzo gli occhi al cielo perché ancora deve stancarsi.
<<Un certo James l'ha dato anche a me, ma gli ho detto che non verrò>>Sbuffo. Gliel'ho già ripetuto due volte, non lo farò una terza.
<<Se è per la tua condizione, mi siedo io vicino a te tutta la sera.>>Si alza e afferra la borsa.
<<Non posso. Ti rovinerei la serata e sarei solamente un peso. Lascia stare Jas.>>Muovo le ruote della carrozzina e mi affianco a lei che si avvia all'uscita.
<<Non sei un peso. Berrò solo acqua, te lo prometto. Magari anche un po' di coca-cola, anche se fa ingrassare.>>Mi guarda speranzosa. Mi spunta un sorriso divertito e cerco di assumere un'espressione seria per confermare la mia risposta, ma lei mi precede.
<<Se vorrai andartene prima, ce ne andremo prima.>>Mi prende la mano<<daaai Tara, fallo per me. Se non ci sarai tu stasera, dovrò accontentarmi di un posto su un divano a caso e guardare la gente che balla.>>Continua a sorridermi.
<<Dovrai farlo lo stesso anche con me, stronza.>>Muovo più velocemente le ruote della carrozzina.
<<Ma quindi ci vieni?>>Si affretta a raggiungermi.
<<Te l'hanno mai detto che sei una grandissima rompipalle?>>Ringhio.
E come se non succedesse mai, inizia a sorridere come una bambina.
Buongiorno readers, come state?
Io sommersa dallo studio, come sempre.
Parto subito con le domande❤
Vi è piaciuto questo capitolo?
Siete riuscite a comprendere di più la situazione di Damian?
Una new entry: Elle.
Il nostro Damian ha un passato davvero oscuro, ma Tara neanche scherza.
Tra poco inizieremo a scoprire qualcosa anche su di lei.
Avete visto i suoi dolori? Fanno soffrire anche me quando scrivo.
Cosa succederà alla festa?
Avete visto che Tara sta diventando più "calma" con Jasmine?
Spero che la storia vi stia piacendo. Continuate a leggerla e se vi va, aiutatemi a diffonderla. Mi piacerebbe portare questa tematica un po' più in alto per essere vicina a tutte le persone che ne sono vittime tutti i giorni.
Vi auguro una buona serata e grazie, sempre!❤
CAMI❤
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