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Capitolo 9 - The mistake (Pt. 2)

In un paio di minuti, arrivarono nella piazza: videro in lontananza, seduto su una delle sedie del Caffè della Piazza, Filippo. Era ancora solo, e a quanto pareva né Nicola né Alessio erano ancora arrivati.

Giulia sentì la bocca dello stomaco chiudersi: quel pomeriggio era particolarmente carino, con i ricci castani più lunghi di come li portava fino ad un mese prima, che si muovevano in balia del vento leggero che si era alzato.

Giulia si ritrovò a darsi della stupida mentalmente: Filippo carino? Era un pensiero nuovo, quello. Non si era mai troppo soffermata a domandarsi come lo trovava.

Finalmente lei e Caterina arrivarono al tavolo dov'era seduto: appena le vide, Filippo le salutò con un gesto della mano sinistra, sorridendo. A Giulia parve che quel sorriso si fosse soffermato fin troppo su di lei.

-Nicola ed Alessio?- chiese Caterina, sedendosi di fronte a Filippo. Giulia fu così costretta, suo malgrado, e sedersi di fianco a lui.

-In ritardo. Ma immagino arriveranno a momenti- le rispose Filippo, un sorriso timido di cortesia stampato sulle labbra.

Filippo non sbagliò di molto la previsione: venti minuti dopo si erano finalmente riuniti al completo, attorno a quel tavolo. Alessio e Nicola erano arrivati da poco quando aveva iniziato a piovere: Giulia osservò delusa il cielo plumbeo, chiedendosi se a causa della pioggia avrebbero dovuto passare l'intero pomeriggio rinchiusi in un qualche bar.

-Il meteo è stato clemente con noi- commentò Alessio, sarcastico - Dove andiamo?-.

-Potremmo spostarci da qualche altra parte, e aspettare che smetta di piovere- rispose Caterina, dubbiosa.

-Se smetterà di piovere- mormorò sottovoce Giulia, scettica.

-Possiamo restare qui, per ora- borbottò Nicola, alzando le spalle - Cioccolata calda?-.

Nessuno ebbe un'idea migliore, e a quel punto si avviarono verso l'interno del Caffè della Piazza, dove perlomeno c'era decisamente più caldo rispetto al tavolo esterno.

Giulia si lasciò cadere su una sedia, tra Nicola e Caterina, ritrovandosi di fronte a Filippo: cercò di ignorare la cosa, pur sentendo il suo sguardo silenzioso su di lei. Ordinarono poco dopo, e quando finalmente le tazze fumanti di cioccolata calda giunsero al tavolo, poterono finalmente tirare un sospiro rilassato.

Il primo ad avventurarsi verso la sua cioccolata calda fu Alessio, che però si ritrasse quasi subito a causa della bevanda ancora troppo bollente. L'unico risultato ottenuto furono baffi di panna appena sopra le labbra. Giulia non riuscì a trattenere una risata, continuando a guardarlo e rendendosi conto che Alessio si era girato a sua volta verso di lei con aria interrogativa:

-Ti è rimasta della panna qui- Giulia cercò di parlare riprendendo fiato, indicandogli dove era rimasto sporco.

Alessio si ripulì con un tovagliolo, prima di rivolgersi nuovamente a lei, con sguardo fintamente offeso:

-Non dovresti ridere degli incidenti altrui-.

Giulia rise di nuovo, pur consapevole che ormai gli occhi di tutti, attorno a quel tavolo, erano rivolti verso di lei:

-Ma i baffi bianchi ti donavano. Saresti potuto essere Babbo Natale-.

-Babbo Natale?- Alessio la guardò scettico, in contrasto con la voce sicura di Giulia:

-Esatto-.

Un secondo dopo scoppiarono entrambi a ridere, di nuovo. Per un attimo, Giulia si ritrovò a pensare, osservando Alessio continuare a ridere divertito, che aveva davvero un bel sorriso. Gli donava talmente tanto da illuminargli tutto il viso, come se anche gli occhi fossero ridenti allo stesso modo.

-Sei proprio un raggio di sole-.

-Raggio di sole?- domandò Caterina, aggrottando la fronte, come se non fosse sicura di aver capito bene.

-Che razza di modo è per descrivere qualcuno?- Alessio era finalmente riuscito a riprendere fiato, le gote rosse per le risate e gli occhi azzurri pieni di brio.

-È un soprannome che ti si addice. Hai un bel sorriso: mette allegria- alzò le spalle Giulia, sentendosi appena in imbarazzo. Lanciò un'occhiata di sfuggita a Filippo, giusto il tempo per notare il suo viso rabbuiarsi; tornò ad abbassare lo sguardo, sulla sua cioccolata, ben decisa a non incrociarne lo sguardo di nuovo.



Il buio della sera stava già calando, mentre camminavano a passi lenti lungo la riviera di San Giorgio, luogo che spesso i ragazzi di Torre San Donato utilizzavano come ritrovo estivo. Quel giorno però, oltre a loro, non c'era nessun altro. Il vento leggero di prima stava diventando sempre più forte e violento, e la temperatura stava scendendo inesorabilmente.

Avevano passato quasi un'ora dentro al Caffè della Piazza, e solo poco dopo le quattro del pomeriggio avevano deciso di muoversi. Aveva smesso di piovere, e a quel punto Filippo aveva proposto una passeggiata tranquilla lungo la riviera: nessuno aveva trovato qualche altra proposta da fare, e alla fine avevano optato per quell'idea.

Durante il corto tragitto dal bar alla riviera, Giulia aveva continuato ad ignorare completamente Filippo, che per contro se ne era rimasto in silenzio, con uno sguardo apatico che non prometteva nulla di buono.

Raggiunta una delle tante panchine sulla riviera si fermarono, mentre Filippo preferì rimanere in piedi. A Giulia non sfuggì lo sguardo astioso che lanciò verso Alessio, mentre parlava con Caterina e Nicola.

Forse fu quella la goccia che fece traboccare il vaso: Giulia si alzò, istintivamente, senza starci a pensare troppo. Si rese conto che tutti erano tornati a fissarla, compreso Filippo, verso il quale si era diretta senza troppe esitazioni.

Le parve di sentire Caterina chiederle che stesse facendo, ma Giulia la ignorò completamente, rivolgendosi invece a Filippo:

-Possiamo parlare da soli?-.

Non attese una risposta, perché, in fin dei conti, quella domanda più che una proposta voleva essere un implicito invito a non rifiutarsi di seguirla. Lo prese per un braccio, trascinandolo qualche metro più in là. Giulia arrivò ad accostarsi ad un albero, abbastanza distante dalla panchina dove erano rimasti seduti gli altri.

C'era un'altra panchina, lì di fianco, e quando Giulia gli lasciò andare il braccio, Filippo vi si sedette, il volto cupo e gli occhi abbassati.

-Si può sapere che ti prende ultimamente?- Giulia gli si avvicinò, cercando di mantenere una parvenza di calma, ma senza molti risultati - Sembri così diverso rispetto ad una settimana fa. Ho detto o fatto qualcosa di sbagliato?-.

Sentiva gli occhi farsi lucidi per il nervoso, ma cercò di ricacciare indietro le lacrime. Non doveva piangere, almeno non ora.

Finalmente, Filippo parve uscire dal silenzio:

-Non sono diverso dal solito, né tu hai fatto qualcosa di male-. Il tono con cui parlò era piatto ed impassibile.

Giulia gli si sedette di fianco, cercando di trattenersi davvero dall'urlare per la frustrazione:

-Sei serio? Non sei affatto il solito di sempre. Se solo mi volessi spiegare che succede, sarebbe tutto più facile-.

Sentì una calda lacrima scivolarle sulla guancia, resa ben presto gelida dal vento freddo che ancora soffiava.

Filippo si girò appena verso di lei, notando la lacrima: avvicinò una mano al viso di Giulia, con una lentezza dolorosa. Gliela asciugò, piano, con fare dolce: fu un contatto talmente delicato che Giulia temette di esserselo solo immaginato.

-Non è colpa tua, Giulia. È una cosa mia-.

-Così mi fai stare ancor più in pensiero- Giulia si scostò di scatto da lui, scuotendo il capo - E poi non sono così convinta di non c'entrare nulla, visto come mi stai ignorando nelle ultime settimane-.

Filippo la guardò con aria grave per attimi che a Giulia parvero infiniti. Aveva già cominciato a perdere le speranze e a ritenere quella discussione totalmente inutile, quando Filippo, dopo un sospiro lungo, si decise a parlare:

-Sono uno stupido, va bene?- si voltò dall'altra parte, arrossendo in maniera così forte da essere visibile nonostante la sera che già stava scendendo - Mi ha dato fastidio vederti parlare ed ammiccare con Alessio, anche se praticamente non vi conoscete-.

Giulia lo guardò accigliata, quasi incredula:

-Non dovresti. L'hai detto tu stesso, praticamente non ci conosciamo-. La rabbia sembrò scomparire, così com'era venuta. Poi, ripensando di nuovo a quel che Filippo le aveva appena detto, sgranò gli occhi:

-Ma tu sei geloso!-.

Filippo la guardò in totale imbarazzo, rosso come non mai, e nell'impaccio completo:

-Lo sono, anche se non dovrei. In fin dei conti non sono affari miei con chi parli o meno- tirò un altro sospiro pesante - Ma sono un po' geloso comunque-.

-Ma questo ancora non spiega i giorni passati-.

Giulia continuò a guardarlo, senza sapere bene cosa pensare. Non si sarebbe aspettata la gelosia di Filippo, né si sarebbe aspettata di vederlo ammettere quasi subito che era stata quella la ragione del suo silenzio di quel giorno. Forse avrebbe parlato anche di ciò che non andava nei giorni precedenti.

-Non è semplice da spiegare- Filippo si morse il labbro inferiore, torturandosi le mani.

-Provaci-.




NOTE DELLE AUTRICI

... Sì, per sapere cosa dirà Filippo dovrete aspettare mercoledì prossimo. Cosa pensate stia per dire a Giulia?

PS: Il soprannome Raggio di sole che Giulia ha appena affibbiato ad Alessio è un piccolo omaggio a Queer as folk, serie che se non avete mai visto dovreste recuperare immediatamente!:)

Kiara & Greyjoy

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