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Capitolo 7 - Apologize (Pt. 2)

But I'm afraid

It's too late to apologize, it's too late

(Timbaland ft. One Republic - "Apologize")*


Era passata una settimana esatta da quel martedì. Novembre era definitivamente passato, lasciando il posto al gelo e al paesaggio freddo e bianco di Dicembre.

Nonostante di giorni ne fossero passati, l'umore di Caterina - così come quello di Nicola- continuava ad essere tetro.

Si era sfogata a lungo sia con Giulia che con Alessio, ottenendo risposte più o meno simili: entrambi le avevano prospettato l'idea di scusarsi, e sperare che Nicola accettasse quelle scuse per chiudere la questione. Alessio, tra i due, era forse quello che si era dimostrato più preoccupato nei suoi confronti, nonché quello più propositivo nello spronarla a farsi avanti. Caterina aveva declinato tutti i suoi tentativi con uno sconfortato sospiro.

Anche Pietro si era sentito negare qualsiasi tentativo d'esser d'aiuto: nonostante avesse riprovato a parlare con Nicola, l'amico non apriva bocca sull'argomento. Altro segnale che implicitamente confermava l'infelicità che doveva attanagliarlo in quei giorni.

Pietro era giunto alla conclusione di avere troppi pochi elementi per capire davvero cosa avrebbe risollevato un po' l'animo di Nicola, e non aveva azzardato a chiedere qualcosa di più nemmeno a Filippo o Gabriele, che sembravano forse ancor più spaesati di Pietro.

Dopo tutti quei giorni, in ogni caso, Pietro era giunto ad una conclusione: forse poco azzeccata e avventata, forse vincente e giusta. L'avrebbe scoperto solo provando a mettere in atto il piano che aveva ideato.

Quella mattina attese trepidante il secondo intervallo. Aveva passato le prime quattro ore ripensando ancora una volta se quello che aveva deciso di fare fosse giusto o no. Non aveva detto nulla a nessuno nemmeno in quel frangente: né a Filippo né a Gabriele, nemmeno a Laura, e tanto meno a Nicola. Non aveva voluto rischiare di scoprire troppo presto come avrebbe reagito quest'ultimo nel venire a conoscenza delle sue intenzioni.

Sapeva che avesse combinato qualche guaio, l'unico a rimetterci sarebbe stato proprio Nicola.

La quarta ora finì piuttosto in velocità, lasciando Pietro confuso per alcuni secondi. Aveva perso la cognizione del tempo, ed ora si trovava leggermente impreparato.

Si alzò di scatto dalla sedia, non degnando di uno sguardo Nicola, ancora seduto al suo fianco, e raggiungendo in pochi secondi la porta dall'altra parte dell'aula. Avrebbe tanto voluto uscire a fumare, ma sapeva che il tempo era poco, decisamente troppo poco.

Era stato tra i primi ad uscire dalla propria aula, al suono della campanella: i corridoi erano ancora pressoché deserti e silenziosi. A poco a poco, tutte le porte delle altre classi si aprirono, e gli studenti si riversarono al di fuori di esse.

Finalmente arrivò alle rampe di scale. Cominciò a scendere velocemente i gradini, senza curarsi troppo della velocità elevata con cui stava scendendo.

Rallentò solamente quando stava per inciampare a circa metà della scalinata. Lo stesso momento in cui anche Giulia stava passando per salire.

Lo guardò incuriosita, ma senza fermarsi per rivolgergli la parola. Lo oltrepassò in pochi secondi, sotto lo sguardo ostile che le lanciò Pietro di rimando.

La 2° A non era distante dalla scalinata, e Pietro sapeva abbastanza bene la disposizione delle classi di quell'anno per non sbagliare corridoio o direzione in cui andare. Aveva chiesto a Filippo qualche giorno prima se sapeva qualcosa della ragazza con cui Nicola aveva litigato: lui gli aveva solamente detto che si chiamava Caterina Maccaferri e che frequentava la stessa classe di Giulia. Tutte cose che, a sua volta, aveva saputo da Nicola stesso.

Pietro percorse gli ultimi metri del corridoio stretto che lo separavano dalla classe. Solamente pochi ragazzi erano vicino alla 2°A, e tra questi, non riconobbe Caterina. Sperò con tutto il cuore che almeno fosse dentro la classe.

Quando oltrepassò i ragazzi, avvicinandosi alla porta aperta dell'aula, sentì i loro sguardi addosso. Non se ne curò minimamente.

Si affacciò con il viso dentro la classe, cercando con lo sguardo la ragazza. E la trovò: seduta al proprio banco, mentre parlava con un'altra ragazza con gli occhiali e dai capelli rossicci.

Entrò nella classe, attirando ancor di più gli sguardi degli altri che si trovavano all'interno; attraversò velocemente lo spazio che lo separava dal banco di Caterina, che non sembrava ancora essersi accorta di lui. Si girò proprio nel momento in cui Pietro si era fermato di fronte al suo banco, di fianco alla ragazza con cui Caterina stava parlando, restata ora in silenzio.

-Scusa- Pietro le si rivolse abbastanza disinvoltamente, già pronto ad aspettarsi la reazione sorpresa dell'altra - Sei Caterina, vero?-.

Caterina alzò gli occhi verso di lui in quel momento, sgranandoli e rimanendo per alcuni secondi bloccata a bocca aperta. La sorpresa era completamente dipinta sul suo volto.

Passarono altri attimi, prima che riprendesse il controllo e si schiarisse la voce, con fare impacciato:

-Sono io-.

-Posso parlarti un attimo?- Pietro non attese oltre, cercando di ignorare la sfumatura diffidente che aveva assunto ora lo sguardo dell'altra - In privato-.

Caterina rimase in silenzio, prima di alzarsi e fare strada fuori dall'aula. A Pietro non rimase che seguirla.

Non si allontanarono molto dalla 2°A: Caterina si fermò all'angolo del corridoio, gli sguardi dei suoi compagni di classe che li avevano seguiti entrambi, e che avrebbero continuato a farlo - come Pietro sospettava- per tutto il tempo in cui avrebbero parlato da soli.

-Ci conosciamo?- Caterina sembrò aver finalmente ritrovato la risolutezza per riuscire a non sembrare intimidita. Incrociò le braccia contro il petto, sulla difensiva.

-Sono Pietro. Un amico di Nicola- Pietro sostenne lo sguardo dell'altra, lasciandosi andare ad un ghigno appena accennato - Lui lo conosci eccome, invece-.

-Non ho nulla da dirti. O per caso sei venuto qui per presentare anche a me un altro tuo compagno di classe?- ironizzò Caterina, ricambiando il sogghigno dell'altro. Pietro si morse la lingua: doveva essere stata presente quando lui aveva proposto a Giulia di presentarle Filippo ancora diverse settimane fa.

-Non ce n'è bisogno: l'unico di cui volevo parlarti lo conosci già, come sappiamo entrambi-.

Il sorriso malizioso di Caterina si gelò nell'immediato, lasciando posto solo ad un'espressione fredda:

-Ti ha mandato Nicola?- chiese, esitante.

-Non sa nulla di questa chiacchierata informale. E se lo sapesse, penso mi ucciderebbe- rispose Pietro, abbandonando a sua volta ogni tipo di vena provocatoria nella voce.

-Dimmi quel che hai da dire, e poi vattene- lo mise alle strette Caterina, restando sempre sulla difensiva.

-Devi risolvere il casino che hai combinato con lui-.

Pietro si morse il labbro inferiore: non aveva calcolato di essere così diretto - si era immaginato un paio di volte come avrebbe potuto introdurre l'argomento di cui voleva discutere con quella sconosciuta-, ma non gli era venuto in mente un modo migliore per dire come stavano le cose.

-Io?- Caterina strabuzzò gli occhi come se Pietro avesse parlato in una qualche strana lingua - Sai almeno tutta la storia, o stai parlando solo in base a quello che hai visto martedì scorso?-.

-So solo che da quando avete litigato è intrattabile, e non vuole parlarne. Né di te né di quel che c'è tra voi- insistette Pietro, cercando di convincere l'altra delle sue buone ragioni.

-E io che posso farci?- Caterina gesticolò nervosamente, portandosi poi una mano alla fronte - Perché sono piuttosto convinta del fatto che, se mi avvicinassi a lui di nuovo, finirebbe anche peggio delle volte precedenti-.

Pietro sospirò esasperato, cercando di ignorare il fatto che, in fin dei conti, sentiva di poter dire che nemmeno Caterina aveva tutti i torti nell'aspettarsi il peggio:

-Chiaritevi una volta per tutte, chiedigli scusa se necessario ... Basta che la finiate-.

Caterina rimase in silenzio diversi secondi. Sembrava indecisa su cosa poter rispondere - probabilmente era indecisa anche se fidarsi sul serio delle parole di Pietro-, in pieno conflitto con se stessa.

-Vorrei potergli chiedere scusa. Lo vorrei davvero- disse Caterina, alzando infine il viso verso quello del ragazzo davanti a lei - Ma credo che anche insistere, certe volte, sia inutile-.

-Dovresti perlomeno provarci- Pietro temeva quella risposta da parte dell'altra, ma non si arrese nemmeno in quel momento - Credo che accetterà le tue scuse. Sta soffrendo troppo per starsene lì a pensare pure se accettarle o meno-.

-Questo lo dici tu-.

-Lo conosco abbastanza bene per poterlo dire-.

Caterina distolse lo sguardo dubbioso, puntandolo oltre le spalle di Pietro. Sembrava in preda a mille riflessioni che, per quanto provasse a sforzarsi, Pietro non poteva intuire. Passò quasi un minuto, prima che Caterina prendesse nuovamente la parola:

-Ci penserò-.

Pietro non seppe se prenderla bene o meno: non era la risposta definitiva e positiva che avrebbe voluto sentirle dire, ma non era nemmeno il rifiuto totale che aveva temuto.

In quel momento, la campanella suonò, decretando implicitamente la fine di quella conversazione.

-Se lasciaste stare per una buona volta quel maledettissimo orgoglio, riuscireste a risolvere la situazione. Qualsiasi cosa sia successa tra voi due- replicò Pietro, in un ultimo tentativo per spingerla a seguire il suo suggerimento. Caterina non rispose: si limitò a ricambiare lo sguardo, incerta e dubbiosa esattamente come prima. Non c'era null'altro da poter dire.

-Ci si vede in giro- mormorò Pietro infine, voltandosi e lanciando un'ultima occhiata a Caterina, che si limitò a fargli un cenno di saluto.

La seguì con lo sguardo, salendo le scale, mentre la vedeva percorrere i pochi metri che la separavano dalla soglia della 2°A. Pietro sospirò stancamente: sperava solo che quella mossa azzardata fosse valsa a qualcosa.





*il copyright del testo della canzone appartiene esclusivamente alla band e ai suoi autori.



NOTE DELLE AUTRICI

Un nuovo venerdì è arrivato e con sé ha portato anche un nuovo capitolo!
Cosa ne pensate del gesto di Pietro? Troppo azzardato oppure questa volta ha fatto bene ad intromettersi? Quali saranno invece le reazioni dei due litiganti? Caterina seguirá il suo consiglio e riuscirà a fare pace con Nicola? E lui come reagirà a questa intromissione?
Lo scoprirete (forse) mercoledì prossimo! :)
PS. Gli sguardi "d'amore" di Pietro verso Giulia continuano. Cosa ne pensate?

A mercoledì prossimo per un nuovo capitolo!

Kiara & Greyjoy

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