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Capitolo 56 - Silenced by the night (Pt. 4)

Si riscosse solo quando, qualche attimo dopo, avvertì una mano di Caterina sulla sua spalla, come a volerlo far uscire dal momento di trance in cui si era rifugiato. Quando girò il viso incrociò gli occhi di lei che lo scrutavano – la stessa vergogna di un errore passato che aveva fatto del male a loro stessi e ad altri, e che poteva distinguere nel suo sguardo. Quel contatto visivo durò poco, ed Alessio non oppose alcuna resistenza quando Caterina gli poggiò una mano dietro la nuca, quasi ad accarezzargli i capelli, per attirarlo più vicino a sé. Si stupì del fatto che stavolta fosse stata lei stessa a prendere l'iniziativa: un dettaglio diverso rispetto a quello che era stato il loro primo ed unico bacio. Non sembrava però essere cambiato il sapore di lei, il profumo che Alessio inspirava piano, e il suo cuore fin troppo agitato, sia per quello che stava succedendo, sia per quello che sarebbe successo dopo.

Fu un bacio appena accennato, un fulmineo toccarsi impaurito di labbra, che terminò nel giro di un secondo; Alessio si accorse realmente di aver tenuto gli occhi chiusi tutto il tempo solo quando Caterina lasciò piano la presa, allontanandosi da lui.

Se prima di quel momento si era sentito solamente agitato, ora si ritrovava nel più completo spaesamento.

-Possiamo andare avanti ora?- la voce di Caterina parve più atona di quanto Alessio avrebbe preferito constatare, quando l'attimo dopo parlò, spezzando il silenzio di disagio teso che si era creato.

Evitò ancora di guardarla in faccia, ancora troppo in imbarazzo e confuso per potersi girare verso di lei. Sentiva però il peso degli sguardi degli altri su di sé, silenziosi e taglienti come lame affilate.

*

-Quella bottiglia ti deve adorare, sul serio- Filippo non aveva potuto fare a meno di notare, piuttosto caustico, dopo che Giulia era stata indicata dalla bottiglia per l'ennesima volta.

-Non portare sfiga- lo rimbrottò lei, alzando gli occhi verso Alberto – Potrei rispondere ad una domanda, una volta tanto-.

-Paura di rischiare?- la prese in giro lui, causando a Pietro una leggera risata vagamente divertita, scuotendosi così dall'intorpidimento in cui era caduto da un po' di minuti.

Era stato abbastanza pesante dover fare finta di nulla dopo il bacio a stampo di Alessio e Caterina, un po' per tutti. Era sicuro che anche Alberto e Gabriele, pur non capendo a cosa fosse dovuta l'aria tesa, avessero capito che sarebbe stato meglio cambiare argomento ed andare oltre il prima possibile.

Il primo turno che l'aveva succeduto era stato decisamente più impacciato e meno allegro dei precedenti, con risate forzate e una certa inquietudine che Pietro aveva provato non appena aveva tentato di osservare Alessio. Aveva l'aria sconfitta, forse anche vagamente arrabbiata, e sembrava quasi più temibile in quel momento, mentre se ne stava in silenzio con gli occhi abbassati.

Pietro si morse il labbro a ripensare a quel che era successo poco prima. Non riusciva a togliersi dalla testa la sensazione che fosse in parte anche colpa sua. In fin dei conti era stato proprio lui a provocare Alessio tirando in ballo la paura di dover baciare qualcuno del gruppo.

Ora che era successo davvero, e con l'espressione ammutolita sua, di Caterina e pure di Nicola davanti agli occhi, non poteva non sentirsi un totale idiota. Se le cose erano iniziate male quella mattina stessa, non osava nemmeno pensare a come sarebbero finite quando sarebbero tornati al B&B, e lui ed Alessio si sarebbero ritrovati non solo a condividere la stessa camera, ma anche lo stesso letto.

-Senti qui: cosa o chi porteresti con te su un'isola deserta?- Alberto lesse ad alta voce la verità a cui Giulia avrebbe dovuto rispondere. Non era nulla di particolarmente difficile a cui trovare una risposta, ma Giulia assunse comunque un'aria seriamente pensierosa.

-Oddio, ci sono troppe cose che porterei con me- mormorò lei, gli occhi ridotti a due fessure mentre era ancora impegnata a concentrarsi – Potrebbe essermi utile un coltello, per provare a cacciare o recuperare qualcosa di commestibile. Anche se probabilmente finirei male lo stesso-.

Filippo la guardò fintamente offeso:

-Quindi non porteresti me?-.

-No, affatto- Giulia gli scoppiò a ridere in faccia davanti al broncio deluso che l'altro le rivolse. Pietro la osservò sporgersi verso di lui qualche attimo dopo, baciandolo brevemente e ridendogli contro le labbra, prima di aggiungere:

-Però, effettivamente, potrei portare te e darti il compito di procurarci del cibo-.

Pietro scosse il capo, un ghigno malizioso che gli si stava dipingendo in viso:

-Non pensavo ti piacesse fare da schiavo, Pippo- gli disse, mordendosi il labbro – È per caso un tuo kink erotico?-.

-Io non ... - Filippo cercò di rispondere subito, rosso in viso come non mai, ma venne interrotto dalla risata cristallina di Giulia, che anziché prendersi male sembrava piuttosto divertita da quella domanda. Pietro quasi sperò che quella risata non fosse effettivamente una tacita conferma.

-Vogliamo scoprire a chi toccherà l'ultimo bacio di mezzanotte?- intervenne prontamente Gabriele, a sedare sin da subito quella conversazione. Pietro lo ringraziò mentalmente.

-Ci penso io a girare- lo rassicurò proprio Giulia, a corto di fiato e riuscendo a malapena a pronunciare le parole. Si allungò verso il centro del cerchio, dove immobile se ne stava la bottiglia di birra; le dette un colpo energico, tanto che non smise di girare per svariati attimi.

Accadde pochi secondi prima che il collo della bottiglia si fermasse, che Pietro ebbe la brutta sensazione che stavolta sarebbe stato di nuovo il suo turno. Il secondo in tutta la serata.

Rimase ad osservare inerme la bottiglia rallentare sempre più, fino a raggiungere e fermarsi nella sua direzione, indicandolo senza alcun dubbio.

-Questa cosa è un evento storico- Nicola fu il primo a parlare, subito dopo le risate che si erano levate da Giulia, Caterina e Alberto, tutte rivolte al viso tetro di Pietro – Eri l'unico a non essere stato ancora beccato per un secondo turno-.

-A cosa punti?- gli chiese subito Caterina, un guizzo curioso dipinto in viso – Obbligo o verità?-.

Pietro rimase esitante per qualche secondo. Non aveva la più pallida idea del male minore, ed arrivato a quel punto si sentiva unicamente interessato nel farla finita con quel gioco. In fin dei conti non poteva andar peggio di come era già andata.

-Obbligo, per stavolta- mormorò, osservando Alberto che si metteva già all'opera con il suo cellulare. Quando lo vide ridere sotto i baffi, con un'aria piuttosto maliziosa, Pietro ebbe la certezza di aver preso di nuovo la decisione sbagliata.

-Sembra proprio che anche tu dovrai baciare qualcuno-.

Giulia scoppiò a ridere brevemente, scuotendo il capo incredula:

-Le cose si fanno parecchio interessanti-.

L'unica risposta che ricevette fu un'occhiata minacciosa di Pietro:

-Taci, iettatrice!- replicò il moro, puntandole un dito contro, con fare accusatore – Potrei quasi dire che ci speravi, che finisse così-.

-Diciamo che chiudiamo con una certa dose di suspence- replicò lei – E ora muoviti a girare quella bottiglia, almeno ti toglierai il dubbio anche tu su chi dovrai baciare-.

"Non sono del tutto sicuro di volerlo scoprire" si ritrovò a pensare Pietro, senza però dirlo ad alta voce. L'ansia cominciava ad attorcigliargli le viscere, tanto da fargli quasi sfiorare l'idea di mollare il resto del gruppo lì e scappare lontano. Si ritrovò persino a riconsiderare la decisione di Valerio di non partecipare: era del tutto convinto che, tra tutti loro, fosse stato decisamente il più previdente.

A malincuore si sporse verso la bottiglia, tirando un lungo sospiro. Vi posò i polpastrelli da entrambi i lati, prima di darle l'input per farla girare. Chiuse gli occhi nel momento stesso in cui la bottiglia iniziò il suo giro, in un gesto di speranza e ansia allo stesso tempo. Non li aprì nemmeno quando, da come intuì, la bottiglia si era fermata, accompagnata da esclamazioni piuttosto sorprese e da un isterico "La sfiga mi perseguita!", pronunciato chiaramente dalla voce sommessa di Alessio.

Pietro spalancò gli occhi all'istante, tanto per togliersi qualsiasi dubbio: non c'erano incertezze, non nel collo della bottiglia ora fermo girato inevitabilmente nella direzione di colui che aveva appena commentato la cosa con aria più seccata che altro.

-Questo sarà il momento migliore della serata, oh sì!- le parole di Giulia furono a malapena intendibili, a causa delle forte risate che le rendeva difficile il pronunciarle. Se fosse stata solamente lei l'unica a ridere così tanto, Pietro non ci avrebbe neppure fatto troppo caso, eppure, sia prima che dopo le parole di Giulia, non aveva potuto fare a meno di sentire una stretta allo stomaco sentendo l'eco delle risate di Alberto, Gabriele, Filippo, Caterina e Nicola.








Per il gran finale del capitolo ci rivediamo sempre qui alle nove :)

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