Capitolo 56 - Silenced by the night (Pt. 3)
-Ma eri proprio altrove con la testa, eh- riprese Alberto, ridendo sotto i baffi. Alessio rimase in silenzio per qualche secondo, ancor più perplesso di prima. Era sicuro di essersi perso più di un particolare, ormai.
-In realtà tu non devi fare nulla- intervenne Giulia, lanciandogli un sorriso malizioso – Il turno è di nuovo mio, e il mio obbligo è fare una dichiarazione d'amore al secondo giocatore ... Che sei risultato essere tu-.
Alessio la guardò spiazzato per qualche secondo, riuscendo solo a formulare il pensiero che era andata bene così: piuttosto che dover essere lui a farne una, molto meglio farsene dedicare. L'unico problema è che si trattava di Giulia, il che poteva essere anche piuttosto imbarazzante.
-Ti prego, non dire cose di cui poi ti potresti pentire- le disse con voce strozzata, già sentendosi sudare al pensiero. Tutto ciò che ebbe in risposta fu una risata dell'altra:
-Come ti fidi poco, Raggio di sole-.
Alessio evitò di confermare i suoi timori, già rosso in viso prima che cominciasse. Adocchiò Caterina, seduta accanto a lui, già sul punto di trattenere a stento le risate: immaginava non sarebbe resistita a lungo.
Giulia si schiarì la voce, prima di iniziare la sua declamazione:
-Beh, che dire ... - iniziò con calma, visibilmente improvvisando – Ormai ci conosciamo da un po' di anni, e mi rendo conto sempre più di una cosa, Raggio di sole-.
Alessio, esattamente come tutti gli altri, trattenne il proprio respiro in ansia, già aspettandosi qualcosa di terribilmente sconveniente.
-Sei davvero figo-.
Tra le risate di tutti, Alessio riuscì solo ad arrossire e a scuotere il capo con fare rassegnato. Filippo rise con fare trattenuto, lanciando a Giulia uno sguardo interrogativo: la vide intercettarlo a sua volta, allungando una mano verso il suo viso.
-Non quanto il mio ragazzo, sia beninteso, e poi non voglio assolutamente rubarti alle mire di qualcun altro- aggiunse velocemente, facendo rilassare visibilmente Filippo e lanciando uno sguardo d'intesa a Pietro, che per tutta risposta la guardò con ostilità.
Giulia tornò a girarsi verso Alessio, stavolta con espressione più sincera e seria:
-A parte gli scherzi: ti voglio bene, e sono sicura che la nostra amicizia ci riserverà molte gioie in futuro-.
-E ovviamente non la pianterai mai di chiamarmi con quel nomignolo- Alessio si schiarì la voce a sua volta, per nascondere il proprio imbarazzo. Il sorriso di nuovo malizioso che gli lanciò Giulia gli fece presupporre in anticipo la risposta:
-Ovviamente no, Raggio di sole-.
Ad Alessio non rimase altro che ridacchiare nervosamente, poco avvezzo a reagire platealmente a quelle dichiarazioni aperte d'affetto. Se ne rimase in silenzio, mentre Giulia si sporgeva verso la bottiglia di birra vuota per farla girare ancora. Si ritrovò, stavolta, a trattenere il fiato e a non distrarsi affatto: non aveva mai ritenuto d'avere una buona sorte, soprattutto nel giocare, e anche in quel momento sospettava che la fortuna sarebbe scomparsa nel momento più cruciale. Fino ad ora il destino sembrava essere stato fin troppo premuroso con lui: era sicuro che ormai mancasse poco all'attimo in cui avrebbe dovuto ripagare tutto quell'appoggio. Sfiorò quel momento tanto temuto proprio un secondo dopo, quando la bottiglia aveva iniziato a rallentare inesorabilmente, ma fermandosi due persone più in là rispetto a lui, su Nicola. Lo sentì sbuffare a mezza voce, sovrastato subito dalle grida entusiaste degli altri.
-Finalmente, eh!- esclamò Filippo, rivolto all'amico – Ancora non eri uscito, cazzo-.
Nicola non perse nemmeno tempo a rispondergli, scuotendo il capo con aria vagamente affranta.
-Scelgo verità, comunque- disse invece, con lo stesso entusiasmo che avrebbe avuto nell'andare verso il patibolo. Alessio quasi rise nel rendersi conto che persino lui, poco prima, aveva reagito meglio.
-Questa sarà interessante- borbottò Alberto, che aveva già letto la domanda comparsa sullo schermo del suo telefono – Devi dire qual è la parte del corpo che preferisci del secondo giocatore-.
Nicola non disse nulla neanche in quel momento, chiudendo gli occhi per un attimo come a voler processare quale sarebbe stata la sua sorte. Fece girare la bottiglia velocemente, tenendo gli occhi chiusi; si perse così il momento in cui il collo si fermò nella direzione di Caterina, che scoppiò a ridere istericamente il secondo dopo.
-Questa è davvero la tua serata fortunata- mormorò rivolta al suo ragazzo, rossissima in viso. Alessio si fregò le mani, infastidito dai granelli di sabbia che sentiva appiccicati alla pelle; se fosse stato in Caterina, avrebbe volentieri evitato di parlare di serata fortunata, per scaramanzia.
-Piuttosto che dover dire una cosa del genere a qualcun altro ... - commentò Pietro, con un ghigno stampato in viso.
-Stiamo aspettando la tua risposta- Giulia incitò Nicola, guardandolo con aspettativa – E dilla a voce alta in modo che ti sentano tutti, mi raccomando-.
Nicola sospirò a fondo, grattandosi il collo con aria indecisa:
-Io ... - lasciò vagare lo sguardo su Caterina, prima di mordersi il labbro inferiore con aria sempre più esitante – Direi ... I capelli?-.
-Ma sei serio?- Giulia lo guardò agghiacciata, talmente tanto che Alessio, nell'osservarne l'espressione, scoppiò a ridere ancor più divertito rispetto alla risposta che Nicola aveva dato.
-È lui a dover rispondere, e ha deciso così- Caterina alzò le spalle, con nonchalance.
Giulia fece per protestare ancora, ma Alberto la interruppe prima che potesse dire ancora qualcosa:
-Facciamo che ci crediamo, anche se ho i miei dubbi- disse con fare diplomatico – Stavolta la bottiglia la giro io-.
Caterina rimase di stucco quando il collo della bottiglia, dopo nemmeno un minuto, le si fermò di nuovo davanti. Alessio la vide meno sicura e fiduciosa del turno precedente.
-A quanto pare eri stata risparmiata troppe volte prima- la prese in giro affettuosamente Nicola, poggiandole una mano sulla spalla lasciata nuda dal tessuto della canottiera.
-Basta che d'ora in poi non sia sempre il mio, di turno- replicò lei, toccando nuovamente la superficie fredda e liscia del vetro della bottiglia, fermandosi e rimanendo in posizione, pronta a farla girare – Voglio provare scegliendo obbligo, comunque-.
-Audace- commentò Alberto, già con il cellulare in mano – E sembra che ti ci vorrà davvero molta fortuna per non morire d'imbarazzo-.
Alessio aggrottò la fronte, un po' come fecero tutti gli altri, incuriositi dalle parole sibilline di Alberto.
-Che obbligo è uscito?- chiese cautamente Caterina.
Alberto girò il telefono un attimo dopo, lasciando ben visibile il display, sul quale campeggiava a caratteri grandi la frase "Bacia il secondo giocatore".
Caterina sembrò raggelarsi all'istante, un po' come fece di conseguenza anche Nicola. Alessio la sentì sospirare a fondo, dopo diversi secondi di silenzio.
-Va bene- mormorò lei, puntando gli occhi sulla bottiglia – Vediamo come finisce-.
Con un colpo secco del gomito, la bottiglia partì nel suo lento ed inesorabile girare. Stavolta Alessio non la perse di vista nemmeno un secondo, una sensazione d'ansia che cominciava a crescergli all'altezza della bocca dello stomaco. Tenne gli occhi ben fissi sulla bottiglia, respirando piano e cercando di mantenere una parvenza di calma, almeno fino a quando non la vide fermarsi, dritta su di sé.
"Cazzo".
La voglia di rimanersene lì scomparve del tutto, quando realizzò davvero quello che era appena successo.
Stavolta si levarono molti meno sospiri di sollievo nel resto del cerchio. Nessuno disse nulla a parte Alberto e Gabriele, tutti profondamente in silenzio e con l'aria tesa. Poteva distinguere attorno a sé le più svariate reazioni: sebbene non avesse ancora recuperato il coraggio per alzare il volto dalla sabbia, sentiva su di sé lo sguardo di Nicola perforarlo, attonito ed in attesa; percepiva anche gli occhi di Giulia scrutarlo, probabilmente intuendo ciò che doveva passare nella mente sia a Nicola, che a Caterina, e a lui stesso.
Quando alzò appena il viso, fu Pietro quello che scorse per primo, di fronte a lui: stava accuratamente evitando il suo sguardo, ed Alessio sperò ardentemente che avesse almeno il buongusto di pentirsi amaramente di quel che aveva detto quando l'aveva provocato, prima di iniziare quel maledetto gioco. Si chiese, per un secondo, se anche lui avesse saputo, in un modo o nell'altro, del bacio che c'era stato tra lui e Caterina ormai mesi e mesi fa: a giudicare dalla reazione ne sembrava perfettamente a conoscenza.
Non riuscì nemmeno a sentirsene infastidito, troppo distratto dal percepire la stessa tensione che lo attanagliava scorrere sulla pelle di Caterina, immobile e che ancora evitava di girarsi verso di lui.
L'unica cosa che gli veniva in mente era quella di alzarsi ed andarsene, fregandosene di qualsiasi cosa avrebbero potuto dire tutti gli altri. Probabilmente sarebbe stata la mossa meno coraggiosa, ma quella più conveniente, perché, doveva ammetterlo, aveva il terrore dell'alternativa che gli si presentava davanti. Aveva cercato di relegare in fondo alla propria memoria il bacio che già c'era stato tra loro, preferendo ignorarne l'esistenza, il fatto che fosse stato fin troppo reale.
Non sapeva esattamente chi altro sapesse di quell'episodio, a parte Nicola – anche se intuiva che Giulia ne fosse a conoscenza, oltre a Pietro-, e la voglia di dover giustificare il proprio rifiuto verso quello che gli sarebbe dovuto toccare era del tutto inesistente. Non avrebbe mai parlato tranquillamente in pubblico di qualcosa che lui stesso considerava qualcosa di fin troppo personale ed intimo.
-Non vorrete farci attendere troppo, spero!- la voce di Alberto spezzò il filo dei pensieri di Alessio, costringendolo suo malgrado a sollevare lo sguardo, e a non poter più scappare dalle occhiate degli altri.
Giulia era visibilmente più seria rispetto ai momenti precedenti, anche se la sua reazione impallidiva davanti al freddo imbarazzo di Nicola, che non aveva saputo trattenere una smorfia all'incitazione di Alberto. E Caterina era lì, ammutolita allo stesso modo di Alessio, spostando lo sguardo da Nicola a chiunque altro le capitasse a tiro, indugiando a stento su di lui.
-Possiamo sempre fare un'eccezione, no? Facciamo rigirare la bottiglia- il tentativo di Giulia di ribaltare la situazione non sembrò sorbire i risultati sperati, davanti all'espressione contrariata di Alberto:
-E perché mai? Non si fanno eccezioni, e finora non se ne sono fatte in nessun caso- replicò prontamente lui, allargando le braccia – Non se ne faranno nemmeno ora. Nessuno si è lamentato fino a questo momento-.
-Ad ognuno la sua- annuì con aria solenne Gabriele, che sembrava non voler ammettere repliche; in una qualsiasi altra situazione Alessio sarebbe scoppiato a ridere alla vista dell'aria fin troppo convinta dell'altro, ma in quel momento avrebbe solo voluto tappare la bocca a chiunque.
Si lasciò andare ad un sospiro rassegnato e nervoso, ormai convinto che a nulla sarebbe servito replicare qualsiasi cosa. Era piuttosto probabile che Alberto e Gabriele avrebbero cambiato idea solo nel sentirsi spiegare il motivo del voler evitare quel bacio, ma dubitava fortemente che Caterina o Nicola avessero anche solo voglia di provare a ricordare certe cose, tantomeno spiegarle.
Il silenzio che calò, carico d'attesa, non fece altro che farlo sentire ancor più sulle spine. Si era deciso a non alzare lo sguardo, in attesa di qualcosa, qualsiasi cosa, che gli facesse capire come sarebbe andata a finire, lasciando quella decisione totalmente in balia degli altri.
NOTE DELLE AUTRICI
In questa calda sera d'estate (sia nella realtà che nella finzione) prosegue anche questo gioco caliente.E così, tra una dichiarazione d'affetto particolarmente divertente da parte di Giulia (anche se Alessio non direbbe lo stesso, vero?) e un Nicola un po' paraculo durante il suo turno, siamo arrivati ad un turno un po' più peperino. Visto che noi siamo siamo molto cattive e malefiche, vi lasciamo con questa atmosfera di deja-vu che l'imminente bacio tra Caterina e Alessio ha creato. Riuscirà Nicola a non commettere nessun omicidio?Chi lo sa. Per scoprirlo non vi resta che attendere venerdì!
Kiara & Greyjoy
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