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Capitolo 56 - Silenced by the night (Pt. 2)

Il secondo falò che Gabriele si era impegnato a creare era forse ancor più penoso del primo: a malapena ardente, era ancor meno visibile del suo predecessore, e Alessio era piuttosto sicuro che non sarebbe durato nemmeno la metà del tempo che avrebbero passato lì.

Avevano finito tutti di cenare da poco, quando era sopraggiunto il dilemma di come proseguire la serata. Avevano deciso di rimanere lì di nuovo, stavolta senza le note della chitarra ad accompagnarli – visto che Alessio l'aveva lasciata preventivamente e del tutto intenzionalmente all'ostello-, decisione di cui si pentì quasi nell'immediato quando Alberto, in un impeto di malizia e vivacità sopra le righe, aveva proposto di prendersi del tempo per giocare ad obbligo o verità.

Alessio si era ritrovato a roteare gli occhi al cielo un paio di volte: la prima alla proposta, la seconda quando si rese conto che praticamente tutti si erano già convinti.

-Obbligo o verità?- dopo qualche minuto d'entusiasmo generale, Valerio guardò tutti con espressione scettica e disgustata – Ma siamo tornati a fare giochi per ragazzini delle medie?-.

Alessio si ritrovò ad annuire, le braccia incrociate contro il petto: per quanto gli dolesse ammetterlo, per una buona volta si trovava del tutto d'accordo con Valerio.

Non moriva dalla voglia di mettersi in ridicolo, né di dedicarsi a rispondere a domande che, quasi sicuramente, sarebbero state scomode. Un gioco becero ed infantile per gente che voleva ficcanasare il naso negli affari altrui.

-Ma è solo un modo per movimentare la serata. Renderla un po' diversa dal solito- cercò di replicare Giulia, che teneva in mano una bottiglia vuota di birra. Da quanto Alessio aveva capito negli ultimi minuti, sarebbe potuta servire per essere girata e scegliere i turni tra tutti loro, già seduti a cerchio.

-Facciamo che per stavolta me ne sto in riva al mare per conto mio- Valerio sembrò categorico nella sua posizione contraria, e per un attimo Alessio fu quasi tentato di imitarlo. Si ricordò solo all'ultimo che, probabilmente, passare del tempo tra loro da soli sarebbe solamente equivalso ad un litigio infinito.

Percepì lo sguardo di Giulia posarsi su di lui, non appena Valerio ebbe dato forfait, allontanandosi di pochi metri per sedersi stavolta di fronte alla tranquilla marea delle onde, in un palese atto di protesta. Alzò gli occhi trattenendo a stento uno sbuffo.

-Tu che fai?- gli chiese lei, un po' sfiduciata – Ti unisci o vai anche tu?-.

Alessio tacque, pensando ancora: aveva sempre cercato di evitare giochi del genere, che andavano sempre fin troppo in là dal confine del semplice gioco. Dall'altra parte, però, non c'era molto altro ad attenderlo: non gli andava di rimanere solo con Valerio, né di rimanere lì in disparte a guardare il resto del gruppo divertirsi. Sospirò a fondo, piuttosto amareggiato:

-Esistono altri modi meno stupidi per vivacizzare il tutto- tentò di protestare un'ultima volta, piuttosto consapevole che non sarebbe servito a granché.

Giulia fece per ribattere qualcosa di non ben precisato, ma fu con stupore che venne interrotta qualche secondo da Pietro, che fino ad allora non aveva proferito parola sulla questione:

-E che altri modi di passare la serata proponi?- chiese direttamente ad Alessio, un leggero ghigno a piegargli le labbra – Non dirmi che ti spaventi per un giochetto, a tuo dire, così ... Stupido. Paura di finire a dover baciare qualcuno che non vorresti?-.

Per un attimo Alessio rimase interdetto, quasi sul punto di rimanere a bocca aperta per la sorpresa. Si sarebbe aspettato qualsiasi cosa, tranne che la prima che gli avrebbe detto Pietro in quella giornata fosse una pura provocazione gratuita.

Si sentì confuso per qualche attimo, vagamente stordito – e deluso- per quell'uscita infelice. Si chiese a cosa potesse essere dovuto quel comportamento tutt'altro che tranquillo nei suoi confronti, ma non riuscì a farsi venire in mente nulla di logico che potesse spiegarlo.

Si sentì rodere dal nervoso a quella consapevolezza, e per un secondo fu davvero tentato di mandare tutti a quel paese ed andarsene il più velocemente possibile. Andarsene, però, sarebbe equivalso a darla vinta a Pietro, e per quanto odiasse l'idea di prendere parte a quel gioco idiota, sopportava ancora meno l'idea di dargli ragione. Se Pietro voleva sfidarlo, per qualche assurdo motivo noto solo a lui, Alessio non si sarebbe tirato indietro.

Spostò lo sguardo su Giulia, rimasta confusa ed in attesa in piedi di fronte a lui:

-Gioco solo ad una condizione-.

Si sentì gli sguardi di tutti addosso, e non attese altro per continuare:

-Niente cose sconce o troppo esagerate. O me ne vado sul serio-.

Alberto sopraggiunse davanti a lui, con un sorriso ampio e piuttosto soddisfatto:

-Affare fatto-.





La bottiglia non aveva ancora finito di girare, lenta nel suo movimento sulla sabbia spianata per aiutarla nel suo moto circolare. Le fiamme del falò lì vicino si riflettevano sulla superficie del vetro, creando strani giochi di luce rossastra che, tenendoli osservati senza sbattere le palpebre, facevano girare la testa.

Pietro trattenne il fiato quando la bottiglia cominciò ad essere sempre più lenta, prossima a fermarsi indicando il prossimo giocatore.

La prima ad essere stata designata era stata Giulia, dopo che Alberto aveva fatto partire la ruota della bottiglia, che si era fermata proprio di fronte a lei. Era stato sempre Alberto a passarle il suo telefono, dal quale poteva pescare tra obbligo e verità da un sito specifico del gioco. Alla fine la scelta di un obbligo da parte di Giulia non era poi stata male: doveva baciare qualcuno, e il secondo giro della bottiglia le aveva portato così tanta fortuna da ritrovarsi Filippo come secondo giocatore designato.

Ora che si stava aprendo il momento del secondo turno, l'attimo in cui la bottiglia si sarebbe fermata sempre più vicino, Pietro si sentì un po' meno sfacciato di come si era fatto vedere quando aveva implicitamente dato del codardo ad Alessio. Non voleva neanche immaginare se fosse stato scelto lui, a dover baciare una persona che poteva essere chiunque in quel gruppo.

Forse era stato così sfrontato in risposta al nervosismo che Alessio gli aveva provocato per tutta la giornata, quasi a volerlo costringere a non evitarlo anche in quel momento, una sorta di rivalsa che ora gli si stava rigirando contro: non doveva essere stata una grande idea, doveva ammettere, se cominciava a sentirsi a disagio lui stesso. Lanciò ad Alessio, seduto di fronte a lui tra Nicola e Gabriele, una breve occhiata: non sembrava particolarmente colpito dal primo bacio già avvenuto, ma nemmeno troppo entusiasta. Si limitava ad osservare in silenzio, nient'altro.

-Non è possibile!- la voce di Gabriele spezzò l'atmosfera vagamente tesa degli ultimi attimi, nel momento esatto in cui la bottiglia si fermò minacciosamente indicando proprio lui. Pietro si lasciò andare ad un sospiro di sollievo.

-Toccherà a tutti, prima o poi- cercò di consolarlo Alberto, dandogli una pacca incoraggiante sulla spalla, guardando l'amico con aspettativa – Allora, cosa scegli? Obbligo o verità?-.

Gabriele si morse il labbro inferiore per qualche secondo, con aria riflessiva, prima di sospirare e lasciarsi andare ad un a malapena udibile "Verità."

Alberto annuì, andando nella sezione scelta: rise sotto i baffi, segno che la domanda designata lo stava divertendo particolarmente.

-Senti un po' qua a cosa devi rispondere- iniziò a dire, lanciando un ghigno perfido verso Gabriele – Hai mai avuto una cotta per qualcuno degli altri giocatori?-.

Nemmeno un secondo dopo, Gabriele iniziò a scuotere la testa con tranquillità:

-No, non direi-.

"Più facile del previsto" si ritrovò a pensare Pietro. Non riusciva quasi a credere alla fortuna che era toccata sia a lui che a Giulia, ma allo stesso tempo cominciava a tranquillizzarsi: fino a quel momento non era successo nulla di particolarmente rilevante.

-Molto bene- mormorò tra sé e sé Alberto, annuendo – Vuoi far girare la bottiglia per scegliere di chi sarà il prossimo turno?-.

Gabriele non si fece attendere: si sporse verso la bottiglia di birra vuota, posandovi i polpastrelli da entrambi i lati prima di farla girare con un colpo secco del polso.

Pietro non ebbe nemmeno il tempo di realizzare che la bottiglia aveva compiuto a malapena un giro, prima di fermarsi direttamente su di lui, nel giro di un secondo. Si sentì sbiancare ancor prima di ascoltare le urla entusiaste degli altri, in parte sollevati ed in parte incuriositi.

-Se ne vedranno delle belle- esclamò Caterina, già mezza piegata in due dal ridere, ma con più fiato di Giulia, che invece stava già ridendo così forte da non avere nemmeno la forza di fare un qualsiasi commento.

-A te la scelta- Alberto riportò l'attenzione su di sé, aspettando quella che sarebbe stata la scelta di Pietro.

Rimase interdetto per qualche secondo: l'obbligo che era toccato a Giulia non era stato troppo pesante solo perché, in fin dei conti, aveva dovuto baciare Filippo: una cosa fin troppo quotidiana per due persone che stavano insieme da tempo. Non avrebbe potuto dire la stessa cosa se, invece, fosse capitata tra lui ed uno qualsiasi degli altri.

Tremava al solo pensiero.

-Verità- mormorò con vaga convinzione, sperando di avere la stessa fortuna capitata a Gabriele.

Fu proprio quest'ultimo a sporgersi verso il telefono di Alberto, leggendo a voce alta:

-Rispondi alla verità precedente-.

Pietro lo guardò con la fronte corrugata per qualche secondo:

-Cosa?-.

-Devi rispondere alla stessa domanda di Gabriele- spiegò Nicola, con semplicità – Quindi devi dire se hai avuto una cotta per qualcuno del gruppo qui presente-.

Pietro si sentì ardere, il viso che già stava prendendo un colorito fin troppo rosso per i suoi gusti.

Intravide Filippo, accanto a Nicola, guardarlo con aspettativa, quasi si aspettasse una risposta affermativa – in riferimento a chi, per Pietro, era un totale mistero-, e prima di tornare con gli occhi su Gabriele, in attesa di una risposta, si soffermò anche su Alessio. Aveva lo stesso sguardo indifferente di prima, che non lasciava presupporre alcun interesse alla cosa.

Sembrava essere lì solo fisicamente, ma altrove con il pensiero.

-No, direi proprio di no- Pietro affermò con tono sicuro, dando la sua risposta a Gabriele – Ho standard troppo alti-.

-Come no- lo prese in giro Filippo, scuotendo la testa – I tuoi standard alti non si vedevano proprio con le tue ex-.

-E comunque dovresti essere sincero nelle tue risposte- rincarò la dose Giulia, che aveva recuperato fiato sufficiente per poter parlare – Non a caso si chiamano verità-.

Pietro si trattenne a stento dal fulminarla. Preferì ignorarla del tutto, evitando di innervosirsi per quelle provocazioni, e augurandosi solo di non dover rispondere ancora a qualcosa di simile come la domanda che gli era appena capitata.





Volse gli occhi verso l'incresparsi delle onde sulla battigia della spiaggia, ignorando per quanto gli era possibile gli schiamazzi dei suoi amici.

Alessio si lasciò andare ad un sospiro profondo: sperava di non far trasparire troppo la propria noia, anche se non aveva nemmeno avuto troppe possibilità per dimostrare un po' di entusiasmo, partecipando poco e trovandosi perlopiù disinteressato ai turni altrui. Aveva lanciato solamente qualche sporadica occhiata quando la bottiglia veniva fatta girare, premurandosi ogni volta come il collo della stessa non si azzardasse mai in alcun modo ad indicare proprio lui.

Doveva ammettere, però, che per quanto noioso potesse essere, fino a quel momento non c'erano stati grandi colpi di scena: niente domande particolarmente fastidiose, niente obblighi estremamente spinti. Cominciava quasi a pensare che le sue iniziali proteste fossero state in parte esagerate, anche se di certo se l'avessero finita lì non si sarebbe potuto dire dispiaciuto.

Fino a quel momento Giulia poteva vantare di essere stata quella a cui erano toccati più turni: dopo Pietro era stata di nuovo indicata lei, di nuovo accoppiata con Filippo – a cui aveva dovuto annusare le ascelle, dopo aver scelto nuovamente obbligo, tra le risate di tutti. Era di nuovo toccato a lei dover saltellare stando in equilibrio su una gamba sola per trenta secondi con Gabriele, e visto l'andazzo Alessio non si sarebbe nemmeno stupito di vederla fare qualcos'altro di idiota entro la fine della serata. Tra i due turni era stato invece lui stesso ad essere scelto, finalmente, dopo essere stato mancato a lungo. Aveva ascoltato con talmente tanta distrazione la domanda postagli da Alberto che non la ricordava già più, né ricordava la sua risposta data con più vaghezza possibile.

, si ritrovò a pensare Alessio, continuando a tenere il viso girato in direzione del mare: in fin dei conti l'unica sua preoccupazione al momento era non rischiare di addormentarsi dalla monotonia.

-Terra chiama Alessio!-.

Si riscosse di colpo, dopo essersi reso conto di essersi distratto totalmente dal gioco. Si guardò intorno, accorgendosi di come tutti stessero guardando proprio lui.

-Che c'è?- domandò, la fronte corrugata.

Caterina, di fianco a lui, rise divertita:

-Ma a che stavi pensando per distrarti così?- gli chiese, con fare ironico – Sei stato indicato dalla bottiglia-.

Alessio abbassò gli occhi immediatamente, accorgendosi che effettivamente il collo della bottiglia indicava la sua direzione. Si era astratto talmente tanto da non rendersi nemmeno conto che era arrivato un nuovo turno.

-Oh, bene- si ritrovò a bofonchiare, preso leggermente contropiede – Che devo fare?-.











NOTE DELLE AUTRICI

La serata di Ferragosto continua, con certe iniziative che non piacciono proprio a tutti ... Infatti, dopo aver sfiorato la rissa la sera precedente, stavolta Alessio e Vale si ritrovano persino d'accordo sul non voler prendere parte a Obbligo e Verità (anche se poi alla fine il primo cederà). Per ora il gioco è iniziato in maniera più o meno tranquilla ... Ma ci crediamo davvero alla risposta di Pietro, o ha fatto bene Giulia a riprenderlo?😂

La fine non ci lascia scoprire invece cosa toccherà al turno di Alessio ... Secondo voi cosa sceglierà: obbligo o verità?

A mercoledì prossimo per scoprirlo!

Kiara & Greyjoy

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