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Capitolo 52 - Play the game (Pt. 5)

Si sentì tremendamente insicura nel dirlo, e il silenzio che ne seguì non rese la situazione migliore. Per i primi secondi credette che l'altro non l'avesse nemmeno sentita: si era solamente voltato verso di lei, senza mostrare alcuna emozione in viso. Solo pochi secondi dopo, quando il silenzio tra di loro si era fatto fin troppo pesante, Alessio assunse a poco a poco un'espressione totalmente incredula, a tratti sgomenta.

-In che senso?-.

Caterina sgranò gli occhi, perché dal tono di voce con cui glielo aveva domandato, Alessio sembrava davvero confuso.

-Devo farti il disegnino?- Caterina quasi si stupì di essere sul punto di scoppiare a ridere – O preferisci uno schema dettagliato con ... -.

-Ok, calma. Ho recepito!- Alessio la interruppe prima ancora che Caterina potesse concludere, lievemente arrossito in viso. Sembrava vagamente sorpreso da quella confessione – Caterina l'avrebbe descritto come scioccato-: se ne rimase in silenzio per diversi secondi, mentre ricominciavano a camminare lentamente, svoltando verso un altro corridoio del negozio.

-Beh, non ci vedo nulla di male ... - la voce di Alessio spezzò il silenzio che era calato con tono tranquillo, nonostante la sorpresa di poco prima – State insieme da parecchio, ormai. Ne avete parlato tra di voi?-.

Caterina si morse il labbro inferiore, consapevole che fosse esattamente quella la domanda chiave di tutto, e forse Alessio avrebbe dovuto già capirlo.

-È quello il problema- mormorò a disagio, evitando accuratamente gli occhi chiari dell'altro – Non l'ha detto. È solo una mia deduzione dovuta a qualche suo comportamento ambiguo-.

Anche se non lo stava ancora guardando, sapeva che Alessio doveva essere stato colto ancor più nell'incredulità. D'altro canto, si rendeva conto che persino lei, al posto suo, avrebbe avuto la sua stessa reazione.

Sapeva che poteva risultare difficile anche solo immaginare cosa poteva averla portata a quella conclusione senza prove tangibili, vista la situazione da un occhio esterno. Ma la sua era un'impressione – una sensazione che si sentiva fin nelle viscere- di non aver scambiato certi gesti per altro. Aveva avuto fin troppo tempo per notare quel cambiamento in Nicola – praticamente quasi tutti i giorni, da quando erano finiti gli esami di maturità.

Aveva avuto tutto il tempo possibile per notare certi suoi sguardi, le stesse occhiate che ricordava le aveva riservato per le poche altre occasioni in cui erano andati vicini ad una certa intimità. Era uno sguardo diverso dal solito, diverso in un modo che razionalmente non avrebbe saputo descrivere, ma che le lasciava una sensazione addosso diversa dalle altre volte in cui erano insieme.

E poi c'erano tutte le attenzioni che le aveva riservato, con il contatto fisico che aveva assunto, pian piano, una presenza fin troppo costante; i tocchi si erano fatti più prolungati, meno radi e tentennanti, quando invece Nicola non aveva mai avuto troppo bisogno della fisicità per stare con lei.

Non era nemmeno quella sorta di cambiamento a lasciarla perplessa – si aspettava da un po' che sarebbe arrivato quel momento, e stavolta, per certi versi, sapeva che non l'avrebbe rifiutato-, quanto il silenzio ostinato di Nicola.

I suoi sguardi riuscivano a farla arrossire e sentire bene allo stesso tempo, così come sentire le mani di lui percorrerle il corpo come non aveva mai fatto prima, ma era l'incertezza in cui si trovava in balia che le stava persino facendo passare la voglia di stargli accanto.

-Cioè non ti ha detto nulla?- chiese ancora Alessio, confuso. Si avvicinò nuovamente allo scaffale, sulla destra, pieno di bevande di qualsiasi tipo, ma sembrava più interessato alla conversazione che al fare attenzione a quel che metteva nel carrello.

-Lo sai com'è, non è il tipo da dire qualcosa esplicitamente- sospirò a fondo Caterina, scuotendo il capo – Ed è questa incertezza che mi sta uccidendo. Non riesco a capire come dovrei comportarmi-.

Si sentì piuttosto patetica nel dirlo, e in parte si pentì quasi di essersi lasciata andare a quelle confessioni. Arrivata a quel punto, però, sentiva fin troppo la necessità di avere qualche consiglio.

-Perché non ti fai avanti tu, se sai già che lui probabilmente non lo farà?-.

Caterina guardò Alessio con fare disperato:

-Mi fa sentire in imbarazzo. Neanche io sono il tipo di persona che parla apertamente di cose del genere- ammise, a mezza voce – Anche se in realtà ci siamo già andati piuttosto vicini diverse volte-.

Osservò Alessio annuire, pensieroso:

-State insieme da anni, per forza ci siete andati vicini varie volte- commentò alla fine, voltandosi vero di lei con un mezzo sorriso canzonatorio.

Caterina gli si avvicinò in pochi passi, tirandogli una pacca sulla spalla:

-Che pettegolo che sei!- fece, fintamente offesa e rossa in volto. Per tutta risposta Alessio scoppiò a ridere, e con lui anche lei non riuscì più a trattenersi.

Quel momento riuscì a stemperare la tensione che si era sentita addosso fino a quel momento, in parte ora meno preoccupata nello scoprire cosa Alessio avrebbe potuto pensare di quella situazione.

Fu per quel motivo che, dopo alcuni secondi, si schiarì la gola e tornò a parlare:

-Quindi ... - iniziò, esitante – Mi stai suggerendo di parlarci?-.

Alessio le lanciò una rapida occhiata, giusto poco prima di afferrare due confezioni di bottigliette d'acqua e spostarle dallo scaffale al loro carrello.

-Direi che è la cosa più semplice fa fare, piuttosto che continuare a cadere in equivoci o evitarlo per tutto il resto della vacanza- disse, tornando a guardarla con serietà nello sguardo – Perché, fidati, capirà che lo stai ignorando apposta. Se le tue impressioni risultassero giuste ... -.

Caterina lo tenne guardato attentamente, la fronte leggermente aggrottata, mentre Alessio si interrompeva senza accennare a continuare. Quella domanda lasciata in sospeso le fece tornare la stessa ansia che aveva avuto poco prima di iniziare tutta quella conversazione.

Alessio ruppe gli indugi dopo quella che a Caterina parve un'eternità:

-Vorresti farlo?-.

Caterina rischiò di strozzarsi con la sua stessa saliva; quando Alessio la vide sgranare gli occhi, mosse le mani come a volerla fermare:

-Nel senso: non devi dirlo a me, devi dare una risposta prima di tutto a te stessa, e poi a Nicola- aggiunse in fretta.

Caterina riuscì a calmarsi in pochi secondi, dopo quelle parole. Sapeva che, in fondo, Alessio aveva ragione su tutto: era stupido cercare di rimandare ancora la conversazione che avrebbe dovuto avere con Nicola, o aspettare che facesse lui il primo passo quando ormai era palese che non sarebbe stato così.

Ed aveva ragione anche sul dare risposte a se stessa: fino a quel momento si era concentrata così tanto su Nicola, che non aveva neppure pensato troppo a quel che avrebbe voluto lei. Non che la risposta le fosse difficile da immaginare, senza neanche pensarci troppo: di tempo per acquisire fiducia in Nicola ne aveva avuto abbastanza, e lo stesso valeva per lui.

-Comunque sia, state insieme da tempo, e lui ci tiene a te- la voce di Alessio la riportò alla realtà del negozio di alimentari, lontana dai suoi pensieri – Perché non provi a fidarti e a parlargli? Non parlare non porta a nulla di buono-.

Caterina annuì restando in silenzio. Cominciava a sentirsi meno insicura dopo le parole di Alessio: era forse la spinta finale che le serviva per farsi finalmente avanti. Avrebbe dovuto parlare ed affrontare Nicola il prima possibile, di quello riusciva a convincersene sempre di più: poteva anche essersi sbagliata del tutto, ma non lo avrebbe mai scoperto se entrambi avrebbero continuato a tacere e a fare finta di nulla.

Solo dopo avrebbe potuto trarre conclusioni più certe.

Ricominciarono a camminare lungo il corridoio deserto del negozio. Caterina non aveva idea da quanto fossero lì, ma aveva l'impressione che fino a quel momento se la fossero presa fin troppo comoda, distratti a parlare e con ben poche attenzioni sulla spesa da fare.

Era sicura che non avrebbero più parlato di quell'argomento per il resto del tempo che avrebbero passato lì, ma quando vide Alessio girarsi indietro verso di lei con un ghigno malizioso stampato in faccia, Caterina ebbe un gran brutto presentimento.

-Ah, dimenticavo: se deciderete di farlo sul serio, ricordatevi che non voglio diventare zio a vent'anni- Alessio si morse il labbro per non scoppiare a ridere prematuramente – Sono troppo giovane per fare da babysitter e perdermi dietro a pannolini e biberon-.

La pacca che lo raggiunse, di nuovo sulla spalla, non bastò a fermarlo dal ridere, o dal fermare Caterina dal pensare ancora una volta a cosa avrebbe detto a Nicola per cominciare a parlargli.

My game of love has just begun

Love runs from my head down to my toes

My love is pumping through my veins

Play the game

(Queen - "Play the game")*











*il copyright della canzone appartiene esclusivamente alla band e ai suoi autori.

NOTE DELLE AUTRICI

Abbiamo finalmente scoperto chi si sarebbe trovato a tu per tu nel fare la spesa (avevate indovinato chi sarebbero state le due persone?): ovviamente Alessio ha colto l'occasione al volo per parlare da solo con Caterina. E potremmo dire che sia stata una cosa positiva, perchè l'ha aiutata a fare maggiore chiarezza su come muoversi ... Parlerà davvero a Nicola o l'imbarazzo avrà la meglio?

Ci rivediamo mercoledì prossimo con un nuovo capitolo, per addentrarci del tutto in questa vacanza che si preannuncia parecchio caotica!

Kiara & Greyjoy

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